26 febbraio 2021

K-drama della settimana: Run On

 
Ki Sun Gyeom is a sports agent who was once a popular sprinter on the national team but was forced to quit due to legal issues. Oh Mi Joo writes translated subtitles for movies. She was thrilled to see her name listed among the credits when she first started. Ki Sun Gyeom had just quit sprinting when he encountered Oh Mi Joo, who felt that destiny most certainly brought them together. Seo Dan Ah is the CEO of a sports agency and rightful successor to the Seomyung Group. Despite this, she is held back from advancing in the company due to her gender. She fiercely wishes to reclaim what is rightfully hers and lives her life accordingly. Lee Young Hwa, a university art major who enjoys movies and drawing soon enters her life. Could romance be in the cards for these two couples?
Trailer
Anno:
2020/2021
Episodi: 16 (1 ora e 15 min. circa a episodio)
Dove guardarlo: Netflix sottotitolato in italiano
Genere: Romance, Life, Drama, Sports
Diapositiva:   

Sottotitolo: L'ADORABILITA'.

Quando ho voglia di qualcosa di fuffoloso, di romantico ma divertente, di interessante dal punto di vista delle vicende umane senza drammi epocali e apocalissi sociali, trovare la combinazione perfetta in un drama è pressoché come trovare un ago in un pagliaio. A volte, caso più unico che raro, capita di trovarne uno, a volte capita che sia una nuova produzione e che ci sia nel cast una delle tue attrici preferite. Poi scatta l'allarme: rispecchia tutto quello che mi piace, tutto quello di cui ho bisogno adesso, c'è pure la focaccina che mi piace tanto...e se poi alla fine non mi piace?

INVECE NO!

Questo drama è adorabile, è tutto quello che desideravo fosse Record of Youth e persino di più, è un drama feel good, che vuole dare positività e vuole spargerla ovunque a pioggia e non solo sui due protagonisti. A ogni puntata di Run On i miei sensori da drama sono scattati uno dopo l'altro e le caselline a forma di cuore delle cose che piacciono alla Debby in un drama sono state sbarrate con convinzione. Difetti? Nessuno degno di nota. Punti morti? Nessuno degno di nota. Buchi nella trama? Forse, ma assolutamente trascurabili perché di questo drama non conta la trama nei suoi minimi dettagli, ma contano i personaggi.

Run On è adorabile dall'inizio alla fine: ci sono stai picchi di intenso gradimento e non ho mai provato quella noia subdola che arriva a tradimento quando la trama diventa stagnante. In Run On non avviene nulla di tutto questo e, se si considera che l'ho maratonato pure durante le ore di lavoro, è chiaro che ho trovato una congiunzione astrale che ha soddisfatto le mie esigenze e le mie aspettative. (Precisazione, non è che non faccio un caxxo, è che non entrano clienti e se devo stare con il culo piantato in cassa almeno guardo drama).

Cosa mi è piaciuto più tutto? Il fatto che la storia ruotasse attorno a quattro personaggi, tutti estremamente diversi tra loro, che hanno trovato punti in comune e che insieme hanno dato il meglio. Ci sono due coppie, non ci sono second sprecati o second odiosi, gli ostacoli messi sulla strada dei protagonisti sono più o meno credibili ma non esagerano mai e rimangono sempre nel contesto già prestabilito. Anche i personaggi di contorno, se così vogliamo chiamarli, non sono solo originali ma sono rappresentati in un modo molto pacato e non caricaturale: l'amico gay e l'amica asessuale sono quelli meglio riusciti perché rimangono fedeli alla loro identità senza fronzoli per far mandare giù la pillola del diverso. 

I due protagonisti principali sono Mi Joo e Sun Gyeom. Mi Joo - la mia focaccina - è una donna che ama il suo lavoro anche se la fa penare. Tradurre i film, oltre a darle da vivere, è una sua passione e per portare a casa progetti e fare curriculum si presta a qualsiasi lavoro. Non ha la puzza sotto al naso, non le interessa diventare la migliore in assoluto, vuole semplicemente lavorare bene e farlo senza perdere il suo entusiasmo. Questo stile di vita senza regole e fuori dagli schemi la rende un po' una solitaria, vive di notte e dorme di giorno, ha ritmi di lavoro estremi che vanno dal fare intere giornate al pc a intere giornate vuote, e il suo essere così flessibile rispecchia la sua filosofia di vita: è sempre stata sola, ha sempre gestito la sua vita in autonomia e persino le sue relazioni sono state un po' freddine perché Mi Joo non è una persona abituata ad appoggiarsi agli altri o ad aprirsi. Poi un giorno la sua strada si incrocia con quella di Sun Gyeom e allora per Mi Joo inizia la fase di perplessità mista a divertimento.
Shin Se Kyung è una delle mie attrici preferite, non credo che sia eccelsa sul piano professionale, ma il suo stile recitativo mi risulta gradevole. Ha un modo di fare sciolto, un po' concreto e brusco ma è sempre così carina che non mi è mai rimasta indigesta in nessun suo drama. Ovvio, il suo faccino da fatina aiuta molto, è troppo bella sembra una bambolina. In più, cosa assolutamente non da poco, essendo il suo personaggio fluente in inglese MAI e ripeto MAI ha avuto un momento in cui la sua pronuncia fosse meno che precisa. Per una volta in un drama l'inglese si parla bene e si parla con scioltezza.

Dicevo, Sun Gyeom. Sun Gyeom è un velocista della squadra di atletica ed è uno degli atleti più solidi e longevi della squadra. Pur non avendo mai vinto una medaglia d'oro le sue performance sono sempre di altissimo livello ed essendo figlio di personaggi famosi il suo nome e il suo viso appaiono nelle campagne pubblicitarie. Sun Gyeom è una di quelle persone totalmente ignare della loro reputazione: corre, si limita a correre e non pensa ad altro, né ad approfittare della fama della madre attrice, né di quella del padre politico o della sorella golfista. Sun Gyeom è una specie di uomo di gommapiuma con la faccia impassibile: sembra che nulla lo scalfisca e tutto gli rimbalzi addosso, a tratti pare pure un tontolone, eppure sotto questa apparenza di addormentato c'è un'anima dolce che di fronte alla vivacità di Mi Joon rimane affascinata e scombussolata. Sun Gyeom ha un momento tipo colpo di fulmine quando vede Mi Joon correre e, sebbene non si capisca subito, alla lunga man mano che perde quella sua impassibilità, si capisce come usi la personalità di Mi Joon per uscire dal suo guscio e scoprire che oltre alla corsa, oltre al percorso già prestabilito dalla sua famiglia, c'è un intero mondo fatto di persone affascinanti, nuovi amici ed esperienze che lo cambiano. 
Io ho adorato Sun Gyeom e ho adorato Shiwan, non avevo mai visto un suo drama e l'ho trovato così tenero e spaesato, con i suoi occhioni perplessi e la sua vocina delicata. Non ho idea se Shiwan sia così o meno, ma la sua interpretazione è stata una boccata d'aria fresca in un panorama dove il main deve essere mascolino, affascinante e consapevole di esserlo, un po' freddo e distaccato. Su Gyeom è il main più bisognoso di affetto e di aiuto che io abbia mai visto: lo guardi e pensi oddio qualcuno gli dia un abbraccio, oppure oddio che tenero, oppure oddio ma è adorabile. Insomma, tra la mia focaccina e questo nuovo pasticcino della mia collezione ho avuto una overdose di fuffolosità.

Ma bastavano i due ciccini a far salire i cuoricini? Non contenti di farci sbrodolare con la loro love story più romantica che passionale, ecco che la coppia dei second è quella che fa schizzare alle stelle il fattore attrazione fatale, ma sempre in chiave leggera e frivola.
La seconda protagonista femminile è Dan Ah, agente di Sun Gyeom e macchina da guerra negli affari. Dan Ah è bellissima, ricchissima, uno squalo che fiuta contratti e occasioni di business, ed è un ghiacciolo al sapore di sarcasmo. Appena apre bocca Dan Ah distrugge autostima, ferisce l'ego e generalmente viene considerata maleducata, eppure le sue intenzioni non sono cattive. In un certo senso è come avere di fronte una versione meno maniacale di Sheldon Cooper che non crede nell'abbellire la verità per evitare di ferire le persone. Dan Ah è brutale ma efficace, talmente efficace che il suo occhio becca subito il talento nascosto dietro ad un dipinto appeso nella caffetteria dove va ogni giorno. Dietro a quel quadro c'è Young Hwa, un giovane studente di arte dal carattere estroverso e amichevole.

Young Hwa è uno di quei personaggi che basta che sia sulla scena e tutti sono felici: è extra friendly, non ha quel modo di fare cauto e ingessato che spunta fuori quando si devono rispettare le convenzioni sociali. Se gli stai simpatico stai sicuro che Young Hwa ti si attaccherà stile cozza e ne sarai pure felice, che poi è quello che succede con Dan Ah. Young Hwa ha un colpo di fulmine per lei, che lo tratta come un ragazzino e lo rinchiude nei limiti del suo ruolo. Da un lato c'è lui che fa qualsiasi cosa per avere la sua attenzione, e dall'altro c'è lei che lo tollera neanche fosse un bambino e lo asseconda solo perché vuole un suo quadro. Siccome lui è uno che non molla, alla lunga i loro tira e molla raggiungono l'apice di fatal attraction e niente, appena scoppia l'amore la coppia diventa una fonte continua e sicura di angst moderato. Mentre per l'attrice femminile ero digiuna - ma è brava, oltre ad essere bellissima - per lui ho un drama all'attivo e anche lì il suo ruolo è stato un mix molto interessante. Mi piace, non mi ha convinta al 100% come studente perché sembra decisamente più vecchio, ma l'interpretazione ha sicuramente tolto ogni dubbio. 

Altro da dire? Come sempre due parole sulla fotografia, che ho trovato fresca e in linea con lo stile che piace a me, un po' studiata nelle inquadrature e nella scelta dei set, ma dal risultato naturale e con una palette di colori decisamente primaverile (anche se in alcune scene gli attori avevano orecchie e mani viola per il freddo, ma vabé). Anche la OST mi è piaciuta, alcune canzoni più di altre, ma le due cose che mi sono piaciute di più in assoluto - sembra assurdo - sono la sigla iniziale e le ultime scene dell'ultima puntata. Dell'inizio mi è piaciuto come hanno montato le scene di entrambi i protagonisti mentre corrono: lui per allenarsi, lei perché è in ritardo, come a mettere subito in luce le loro differenze di personalità; mentre della fine mi è piaciuto come abbiano dato una chiusura ad ogni singolo personaggio, inclusi quelli meno importanti, e come li abbiano messi insieme nell'ultima scena dentro al cinema. Insomma, di questo drama mi è piaciuto praticamente tutto, dagli attori alla trama, dalle musiche allo stile, tutto tutto. Non entra nella mia classifica top best di sempre, ma rimane nel piccolo gruppetto di drama che riguarderei per rilassarmi.

22 febbraio 2021

Rose Melikan
Un ospite ambiguo

Serie Mary Finch 2
Titolo originale The Counterfeit Guest

Trama
Mondadori
pag. 437 | € 10,00
Inghilterra. È la primavera del 1796, il conflitto con la Francia si inasprisce mentre un traditore con pochi scrupoli si nasconde tra l'alta società londinese. Dopo anni di povertà Mary Finch è entrata in possesso di un'enorme quanto insperata fortuna. E ora tutti pensano che dovrebbe accontentarsi della sua nuova, agiata vita, e magari mettersi a caccia di un marito degno del suo nuovo status. Proprio come ha fatto la sua amica Susannah, da poco sposa del colonnello Crosby-Nash. Ma lo spirito d'avventura che la anima spinge Mary a cercare qualcosa di più dei balli, degli abiti e degli infiniti tè delle cinque. E così, quando un personaggio misterioso del Servizio di controspionaggio di Sua Maestà le chiede di tenere d'occhio proprio Susannah e suo marito, Mary si lancia nell'impresa. Senza tener conto dei pericoli cui può andare incontro...
Sapere di fare ciò che è necessario non impedisce di sentirsi crudeli.
Commento
Esattamente come per l'anno scorso, a Gennaio ho pescato nella mia TBR un romanzo della Melikan, il secondo della serie Mary Finch. Esattamente come l'anno scorso ho trovato il romanzo delizioso, ma a questo giro forse è stato un filo più appassionante.
Se avessi dato retta ai giudizi su Goodreads avrei eliminato la serie senza darle una chance, invece ho capito che spesso i romanzi di puro intrattenimento possono suscitare un'ondata di fastidio che io non capisco e non condivido. La collocazione della serie nella collana Emozione - una versione più ricercata di un romance da edicola, e spesso una collana ricca di women fiction - è perfetta per la storia, per lo stile e per il genere che rappresenta. Non credo che la Melikan abbia aspirato ad essere associata ai grandi nomi della fiction storica, eppure a modo suo ha saputo creare un'ambientazione decisamente vivida e dei personaggi simpatici senza mai dare l'impressione di giocare ad essere l'autorità assoluta.
La collocazione della serie in questa categoria pone dei limiti nella valutazione che le si può dare, non ci si può aspettare chissà cosa e tutto quello che invece supera allegramente i paletti del genere è oro che cola. Insomma, va bene che c'è un elemento romantico, va bene che la protagonista femminile vive delle avventure poco credibili, va bene che è tutto molto leggero, ma è pur sempre contestualizzato in modo preciso e molto accattivante. Se posso osare nel fare un paragone, la Melikan è una versione molto più leggera e meno impegnativa nella parte storica di una Diana Gabaldon.
Il secondo romanzo ha un pregio, e cioè quello di movimentare la trama con il cambio di pov: se nel primo libro la protagonista unica era Mary, nel secondo abbiamo il pov del Capitano Holland, l'interesse romantico di Mary. Tra i due la situazione di è raffreddata: Mary vive da ereditiera e si gode il lusso che non ha mai avuto circondandosi di amiche e di felicità, mentre Holland rimane sempre povero, stazzonato, un Capitano di artiglieria consapevole di essere caduto all'improvviso molto più in basso del livello sociale di Mary. Se prima i due avevano un'intesa non apertamente dichiarata, ora il rapporto si è fatto teso. Mary continua a pensare a Holland e non capisce perché lui sia sparito nel nulla e l'abbia messa da parte, mentre Holland ha deciso di chiudere con Mary perché il suo orgoglio gli impedisce di corteggiarla pur non avendo un soldo. Quindi i due sono lontani sia fisicamente che emotivamente, ma le circostanze li fanno incontrare talmente tante volte che la scintilla si riaccende.
Le circostanze sono la parte avventurosa e coinvolgente della storia perché finalmente gli intrighi dovuti allo spionaggio si realizzano in una serie diversa di accadimenti.
Mary, come si può immaginare dopo aver letto il primo romanzo, non è un personaggio che sta con le mani in mano e, seppur approfitti della stagione, dei salotti e della vita dell'alta società, non ha perso il suo istinto infallibile che le fa riconoscere una situazione sospetta quando la vede. Per lei tutto ruota attorno alla figura misteriosa del nuovo marito di Charlotte, la cugina di Holland, con la quale ha instaurato una solida amicizia. Mary accompagna Charlotte e il novello sposo nella loro residenza di campagna dopo che, durante un gran ballo a Londra, si accorge di un andirivieni misterioso che la porta dritta nel salotto della spia più famosa e misteriosa di Londra. Quest'uomo, colpito dall'acume di Mary, la ingaggia per seguire la coppia e riferire ogni possibile azione sospetta e Mary si butta a capofitto in questa impresa, un po' con l'eccitazione ingenua di chi non ha mai testato sulla propria pelle il rischio di fare una brutta fine, e un po' con la determinazione di dare un contributo concreto alla patria.
Dall'altra parte abbiamo Holland, che viene sballottato di qua e di là dai suoi superiori perché, dopo l'affare del primo romanzo, viene considerato troppo pericoloso: sa troppo, ha visto troppo, e quindi è bene tenerlo in sospeso prima che faccia una brutta fine. Come per Mary, anche Holland ha la tendenza a vedere ciò che la maggior parte delle persone non coglie, e suo malgrado si trova a dover giocare un ruolo importante nei giochi di spionaggio della Corona. Da parte sua però, Holland non è molto contento e non gradisce che la sua incertezza professionale lo ponga in situazioni estremamente pericolose e, quando scopre che il sospetto principale è lo stesso che Mary sta controllando con così tanto zelo, Holland si butta a capofitto per salvare Mary e, nel frattempo, grazie alla sua esperienza sventa una serie di attentati ai depositi di armi che altrimenti avrebbero scatenato una distruzione enorme.
Il filo conduttore del romanzo è lo spionaggio e proprio per questo non sono solo Mary e Holland i due giocatori principali: abbiamo anche il caro amico di Holland, una vera spia, e il villain di turno che non si risparmia in quanto a cattiveria e sotterfugi. Nonostante questo sia un tema che non mi ha mai interessata e che non ho mai cercato, la leggerezza con la quale la Melikan lo tratta e lo stile frizzante mi hanno indorato una pillola che non pensavo di poter ingoiare: all'improvviso gli intrighi e i pericoli sono diventati appassionanti e spesso divertenti, i rischi corsi dai personaggi non mi facevano chiudere il libro e la scelta di non soffermarsi troppo e ingarbugliare una trama già abbastanza contorta di suo mi hanno fatto apprezzare ancora di più la Melikan e questo romanzo. Tutto intrattiene nel migliore dei modi, senza pesare, senza essere incomprensibile e senza richiedere uno sforzo per chi, come me, è digiuna di spionaggio e non ha nemmeno interesse a capirci qualcosa.
So che la media dei voti bassina è causata dalla sensazione di inconsistenza della trama e dal fatto che non si capisce se è una storia romantica o di avventura, ma per me la presenza di entrambe - il romanticismo c'è ma è molto discreto e mai invadente, quasi si spiccia in fretta perché c'è altro da raccontare - ha dato un ritmo e una varietà molto gradevoli alla lettura. Mi sono divertita parecchio e sono contenta di avere il terzo romanzo da leggere, e mi dispiace un sacco che la Melikan non abbia scritto altro perché secondo me c'è un gran pubblico là fuori che apprezza romanzi come questo e che è sempre alla ricerca di una lettura appassionante ma non complicata, divertente senza essere comica, romantica senza essere troppo di genere, un romanzo che è una via di mezzo e che non pretende di essere nient'altro che questo: intrattenimento puro.

19 febbraio 2021

K-drama della settimana: Record of Youth



This is a drama about the growth record of young people who strive to achieve their dreams and love without despair in a generation where dreams have become a luxury and the passionate record of young people who beeline for their dreams in their own way, presenting excitement and empathy. Sa Hye Joon is smart and handsome. He is a nice guy and a popular model, but what he really wants is to become an actor. He has auditioned for many acting roles, but hasn’t found success yet. Unfortunately, Sa Hye Joon doesn’t have much presence as an actor. Meanwhile, Ahn Jung Ha works as a make up artist. Bright and cheerful on the outside but lonely on the inside, Jung Ha takes out her stress and frustrations by fan-girling over idols.
Anno: 2020
Episodi: 16 (1 ora e 15 min. circa a episodio)
Dove guardarlo: Netflix sottotitolato in italiano
Genere: FriendshipRomanceYouthDramaFamilyMelodrama
Diapositiva:   

In questo preciso momento mi sento tanto come Sandra Mondaini: che noia che barba, che barba che noia, e lo dico pure con una certa acidità perché da questo drama mi aspettavo tutto tranne che di penare per la noia assoluta. Eppure qualcosa dovevo aver captato, perché appena è andato onair - o è stato completato su Netflix - non ho partecipato all'assalto alla diligenza. C'era qualcosa che mi respingeva, qualcosa che è diventato sempre più ingombrante man mano che i commenti piovevano neri e oscuri su di me. Insomma, si è parlato tanto dell'ultimo drama di Park Bo Gum prima del suo arruolamento e poi...THIS?
Di solito i drama spaccato di vita/niente di eccitante sul fronte occidentale sono pane per i miei denti: mi piace non provare troppa ansia e soffrire per i piccoli drammi quotidiani, specialmente se c'è di mezzo un sano patema sentimentale. I drama con trame semplici e lineari mi sono utili perché posso vederli sul treno, ad esempio, o in pausa pranzo o - come in questo caso - durante le ore vuotissime al lavoro quando i clienti non entrano neanche a pagarli. In questi casi un drama che non mi porti sull'orlo delle lacrime o che abbia bisogno di HD e volume alto servono allo scopo e hanno il pregio di intrattenermi senza grandi sforzi di attenzione.

Però un minimo di interesse uno lo deve provare, altrimenti cosa lo guarda a fare un drama da oltre 16 ore? Ok, i due protagonisti sono belli, ma basta? Con Record of Youth ho raggiunto l'ultima puntata disinteressata, annoiata e molto delusa e ho terminato la visione solo perché ho riempito le mie ore di vuoto pneumatico lavorativo, se lo avessi visto a casa sul divano in santa pace lo avrei droppato a metà senza troppi complimenti. Questo per dire che, nonostante le premesse fossero delle più rosee, la resa è stata piatta e lontanissima dalle aspettative.

Il protagonista assoluto è Hye Joon, un giovane di famiglia non benestante che persegue il suo sogno di diventare attore. Hye Joon è molto bello, quindi ha potuto entrare nel mondo della moda con discreto successo, e ha un migliore amico, Hae Hyo, che è addirittura più bello di lui e che replica la sua carriera entrando nel mondo della moda. I due sono giovani, sono grandi amici e nemmeno il divario di classe sociale sembra intaccare il loro legame, c'è solo un piccolo dettaglio che inquina il buon umore di Hye Joon. Hae Hyo ha una famiglia ricca e una madre con tanti contatti, perciò la sua carriera di attore prende il volo mentre Hye Joon rimane indietro. Il ragazzo oscilla tra il voler mollare tutto e arruolarsi e il continuare a fare l'attore, ma le circostanze sembrano sempre a suo sfavore. La famiglia non crede in lui né nella sua reale possibilità di sfondare, l'agenzia di moda non lo paga e lo costringe a chiudere il contratto, ogni volta che fa un provino non viene preso per il semplice motivo che non è abbastanza famoso. Tutto lo spinge a mollare, finché un bel giorno Hye Joon trova qualcuno che crede in lui e a quel punto la sua carriera inizia a decollare. Oltre a iniziare a lavorare come attore, Hye Joon trova l'amore con Jung Ha, una giovane make up artist che lavora nel salone dove sia Hye Joon che Hae Hyo fanno a farsi capelli e trucco.

Ora, detto tutto questo parrebbe che Hye Joon sia il classico personaggio che si riscatta e vince il suo sogno, invece a me è sembrato passare dall'essere un cane bastonato all'essere un VIP troppo debole e ingenuo, con un'agente al limite dell'incapacità e un'idea di carriera che si basa troppo sulla fiducia nel prossimo invece che in quella verso se stessi. A me non piacciono i protagonisti belli buoni bravi sfortunati, quelli che sembrano essere sempre il principe azzurro perfetto ma ostacolato dal mondo fatto di cattiovoni per il semplice fatto che non hanno spessore: Hye Joon è sì tanto caro, ma è anche tanto piatto e la sua personalità da missionario spesso mi ha urtato i nervi. A lui ho largamente preferito Hae Hyo, perché pur essendo second friendzonato che si becca pure la carriera sfigata, è l'unico tra i due a dimostrare un briciolo di complessità e un carattere che oscilla tra felicità, egoismo, altruismo, depressione, esattamente com'è giusto che sia considerando le scene.

Hae Hyo è un second che parte bene, meraviglioso bellissimo e con una carriera di successo. Poi, per far brillare Hye Joon ancora di più, invece di mantenerli allo stesso livello, gli fanno discendere gradualmente la classifica fino a privarlo dell'unica cosa che gli interessa davvero: i fans. Hae Hyo ha fatto l'errore di appoggiarsi alla madre, una donna che ha buone intenzioni ma non ha idea di cosa stia combinando, quindi all'inizio le cose vanno bene e poi non ne azzecca una, con il risultato che Hae Hyo si ritrova con un pungo di mosche e l'ego distrutto. Come se non bastasse, oltre ad essere costantemente messo alla prova - come Hye Joon, ma lui non ha la stessa resistenza - viene battuto dall'amico nell'unica cosa per la quale era disposto a fare carte false: l'amore. Essendo il second, Hae Hyo cade naturalmente nella trappola dell'amore non corrisposto e il soggetto in questione è Jung Ha. Sì, siamo in presenza dell'eterno triangolo amoroso, ma attenzione che verso la fine vi dico come finisce.

Jung Ha è un personaggio strano, all'inizio mi è piaciuta perché è una tipa tosta, indipendente, non le manda mai a dire e non si fa mettere i piedi in testa. Anche la love story con Hye Joon prima del suo successo è tenera, con dei momenti da diabete as always, ma pur sempre tenera. Sono due piccioncini giovani che si innamorano e si guardano negli occhi e si tengono per mano e credo si bacino una volta sola in tutte e 16 le puntate. Casti e puri e frigidi, perché ovviamente Gummino nazionale non può fare molto altro. Anyway, la loro storia d'amore, quando entrambi sono poveri, è assolutamente tollerabile, ma appena lui diventa famoso e i due faticano ad incontrarsi e a stare insieme parte la noia. Jung Ha passa più tempo con Hae Hyo - che tenta di infilarsi tra i due - che non Hye Joon, e quando stanno insieme sono due ghiaccioli. Sì, si guardano con le stelline negli occhi, ma si capisce che l'unico esito possibile è una rottura. 

SPOILER

Se pensate che dopo 16 puntate questi due finiscano insieme tra i cori angelici frenate lì: no. Jung Ha ad un certo punto si stufa di essere presa in mezzo agli scandali veri o presunti tali di Hye Joon, si stufa di non vederlo mai e quando lo vede lui fa il cucciolo che chiede costantemente scusa. Quel tipo di relazione non le interessa e, pur essendo innamorata, decide di mettere se stessa al primo posto. Rompe con Hye Joon e si concentra nella sua carriera. Ovviamente questa rottura porta all'intermezzo di drama di ben due anni perché nello stesso momento Hae Hyo dice sai che c'è? la mia carriera fa cagare vado nei marines, e Hye Joon, con gli occhi da cucciolo pieni di lacrime e in piena shit storm da scandali presunti, dice beh ma allora lo faccio anche io e si arruola. Dopo due anni di Hae Hyo non c'è traccia, sappiamo solo che è tornato, mentre Hye Joon torna a calcare le scene come niente fosse. L'unica differenza è che la love story non prosegue: i due si sono lasciati, si incontrano ma la cosa finisce lì.

FINE SPOILER

Quindi uno sopporta la noia, sopporta la ripetizione di scandali, sopporta tutto nella speranza che almeno ci sia un happy ending soddisfacente. Ebbene NO! Ultimamente i finali dei drama stanno diventando o bellissimi o totalmente inutili e questo fa parte della seconda categoria: insulso, incompleto, inutile, potevano chiudere prima e fare una figura migliore, invece pensano di dare un contentino e di lasciare uno spiraglio per fantasticare sopra qualcosa che loro non ci hanno dato.
Personalmente ho trovato questo drama esteticamente ben fatto, per carità, con anche una bella OST, ma dal punto di vista della trama è stato un declino costante: tanto erano carine le prime puntate, tanto erano piatte e noiose le ultime.

The end, ho finito il tema, basta che non mi diano il 6.5 che ho appioppato a questo drama.

15 febbraio 2021

Cassandra Clare
The Last Hours. La Catena d'Oro

Serie Shadowhunter. The Last Hours 1
Titolo originale Chain of Gold

Trama
Mondadori
pag. 548 | € 19,90
Cordelia Carstairs è una Shadowhunter, e in quanto tale le è stato insegnato fin dalla più tenera età come si combattono i demoni. Quando il padre viene accusato di un terribile crimine, lei e il fratello Alastair partono alla volta di Londra con la speranza di riuscire a evitare la rovina della famiglia. Sona, la madre, vorrebbe che lei trovasse un marito e si sistemasse, ma Cordelia è più determinata a diventare un’eroina che una sposa. Presto, nella capitale britannica, la sua strada si incrocia nuovamente con quella di James e Lucie Herondale, suoi cari amici d’infanzia, che la trascinano in un mondo sfavillante e affascinante, fatto di sale da ballo, missioni segrete e luoghi magici popolati da vampiri e stregoni, dove Cordelia però è costretta a tenere nascosto il suo amore per James, promesso sposo di un’altra fanciulla. La nuova vita della ragazza viene sconvolta quando una serie di attacchi demoniaci devasta la città, e questa volta si tratta di qualcosa di completamente diverso da ciò con cui hanno avuto a che fare fino a questo momento gli Shadowhunters. Qualcosa di apparentemente impossibile da uccidere che si muove alla luce del sole e colpisce la gente ignara con un veleno letale. Londra è messa immediatamente in quarantena e gli amici di Cordelia, intrappolati come lei nella città, scoprono di essere dotati di poteri incredibili, un’eredità oscura di cui fino a quel momento ignoravano l’esistenza. Questo li costringe a compiere una scelta drammatica che li condurrà a comprendere quanto crudele sia il prezzo da pagare per essere eroi.
Tu sei la fiamma che non può essere estinta. Sei la stella che non si può smarrire. Sei chi sei sempre stato, e questo basta e avanza. Chiunque ti guardi e veda il buio è cieco.
Commento
Se tanto mi da tanto, ho iniziato benissimo il mio 2021 di letture.
Ora, tenuto presente il mio giudizio sugli ultimi romanzi della Clare che ho letto, scegliere lei come prima autrice dell'anno poteva essere un rischio: o sarebbe andata bene, oppure male. In ogni caso, non avendo mai ricevuto delusioni cocentissime e potenti dalla Clare, scegliendo lei sono andata quasi sul sicuro perché per proseguire bene bisogna iniziare alla grande.
Credo che abbia influito su di me la totale assenza di aspettative. Pur avendo speso il costo intero del libro cartaceo, pur avendo amato la trilogia storica Infernal Devices, pur sapendo che un autore non può sempre farci volare, non mi sono posta proprio il problema: ho lasciato il libro nel cubotto della mia TBR e non ci ho più pensato. Nel senso che proprio lo guardavo e non pensavo a nulla, solo al fatto che avrei dovuto leggerlo per smaltire la pila.
L'assenza di aspettative ha sicuramente giovato, ma un voto così alto lo metto solo se del romanzo mi è piaciuto tutto ed è questo il caso. Per un attimo mi è sembrato di avere tra le mani un altro libro della trilogia ID e per me questo è già sufficiente per svolazzare nell'iperspazio.
Questa nuova trilogia ha come protagonista la next generation di Shadowhunters, figli dei grandiosi personaggi della trilogia ID. Essendoci stati parecchi personaggi, oltre a Tessa, Will e Jem, il gruppetto che si è formato dopo 17 anni è molto ricco ed eterogeneo. C'è un ventaglio di personalità, aspetti e generi che probabilmente fornirà materiale in abbondanza ai prossimi romanzi.
La Catena d'Oro ha sparato subito la cartuccia dei protagonisti che, se non ho intuito male, proseguiranno nei seguiti. Come Tessa e Will, così abbiamo James Herondale loro figlio, e poi abbiamo Cordelia Carstairs, metà persiana e metà inglese, capelli rosso fuoco e pelle cappuccino. Ma, come dicevo, i personaggi non sono solo loro due: c'è Lucie, la sorella di James, c'è Matthew, il parabatai di James, Christopher e Thomas, loro amici, e poi tantissimi altri personaggi della nuova generazione.
A me sono piaciuti tutti: dal primo all'ultimo, da quello più simpatico a quello più antipatico, ma soprattutto mi è piaciuta la storia perché non è la solita tiritera degli Shadowhunters cattivi.
Esattamente come per la ID, in questo romanzo il tema principale esce dal giardinetto chiuso degli Shadowhunters e si avventura nelle lande desolate di mondi demoniaci, con mostri, demoni e magia nera.
James, degno figlio di Tessa, ha un dono che in pochi conoscono e che lui tiene segreto il più possibile: essendo nipote di un demone ha sviluppato un'insolita affinità con i mondi demoniaci. Senza preavviso e senza ragione, James può vedere il mondo demoniaco che si sovrappone a quello reale. A volte è solo un'immagine, una realtà che solo lui vede mentre ha i piedi ben piantati nel suo mondo, a volte il suo corpo svanisce e si ritrova a vagare per mondi distrutti. James non apprezza questo dono e fa di tutto per tenerlo sotto controllo e sembra esserci riuscito, peccato che ad un certo punto i suoi 'attacchi' ricomincino proprio in concomitanza con la ricomparsa di demoni a Londra dopo mesi di silenzio assoluto. Nello stesso momento a Londra arrivano diverse famiglie di Shadowhutners, tra cui i Carstairs e i Blackthorne. I primi sono amici di famiglia, Cordelia e Lucie vogliono diventare parabatai; mentre i secondi sono una nuvola nera che desidera solo la morte dolorosa degli Herondale. Tatiana Blackthorne è l'eredità della trilogia ID, ormai cattiva e pazza vuole a tutti i costi rovinare gli Herondale, ma la figliastra Grace è segretamente promessa a James.
Ora, siccome non sarebbe un romanzo della Clare senza una storia d'amore tormentata, abbiamo una catena di infatuazioni sfortunate che basta ad alimentare la mia sete di angst adolescenziale per tutta la trilogia. C'è Grace che sta insieme a James, ma è un po' una stronza quindi non si tifa mai per lei, James è a sua volta desiderato ardentemente da una Cordelia innamorata persa. Già basterebbe questo triangolo, ma la Clare è avida e ci regala piccole perle di angst sparse qua e là dove meno te le aspetti ma che trasformano ai miei occhi alcuni personaggi che magari avrei trascurato. Ecco così che mi ritrovo affezionata a Matthew più che a James, con il suo umore ballerino, la sua anima tormentata, la sua costante tendenza all'autodistruzione e all'abnegazione. E' probabilmente il mio preferito tra tutti, ma non nego di aver apprezzato James e Cordelia. Lei, in particolare, è una protagonista Carstairs che ha spazzato via la mia lieve antipatia per Emma e che ha saputo aprire una finestrella sul perché Cortana è così potente.
Al di là della dose di romanticismo tragico, la storia funziona e non si perde per strada in voli pindarici. C'è un problema, il problema è questo, chi lo causa è questo, chi può fare qualcosa è questo, si arriva ad un finale ma c'è ovviamente uno spiraglio di pericolo per il seguito. Strutturalmente parlando è un romanzo solido, non ha buchi, non fa roteare le palle degli occhi o annoiare, si legge talmente bene e talmente in fretta da avermi sorpresa per la mia velocità di lettura. Divorato in una settimana, apprezzato in ogni minimo dettaglio, ovviamente ansiosa di avere per le manine il seguito.
Secondo me la Clare è molto brava nell'ambientazione storica, le storie le escono sempre benissimo, mentre in quelle contemporanee sembra essersi un po' persa nel revival e nel ripetersi over and over again della stessa struttura. Forse questo è lo stacco (finto) necessario per tornare in sintonia con la Clare e per riscoprire i - frivoli - motivi che mi hanno fatta appassionare alla serie.
Recensione assolutamente sconclusionata che non dice nulla della trama, ma da un certo punto di vista non è un male perché lo spoiler per me sarebbe solo deleterio: c'è tanto di godurioso se il genere e il target rientrano tra i nostri gusti, tanto vale leggerlo e non cavillare troppo.

12 febbraio 2021

K-drama della settimana:
True Beauty


Im Joo Kyung (Moon Ga Young) è una liceale ottimista e positiva sulla maggior parte delle cose - eccetto il suo aspetto! Odia l'idea di essere vista in pubblico senza trucco, ma fortunatamente è diventata un'autodidatta del trucco, con un piccolo aiuto da una pletora di video tutorial su internet. Quello che ha imparato online ha trasformato la sua vita. A scuola, è conosciuta come una delle ragazze più carine della classe - anche se vive segretamente nel timore che i suoi compagni di scuola scoprano il suo aspetto dietro il trucco! Infatti, c'è solo una persona a scuola che l'ha vista senza la sua "maschera" - Lee Su Ho (Cha Eun Woo). È uno studente di alto livello con un'impressionante abilità nel basket. È anche incredibilmente bello, e molte delle sue compagne di classe hanno una cotta per lui. Comunque, Lee Su Ho nasconde alcuni oscuri segreti del suo passato, e sfugge all'attenzione in classe. Lentamente, questi due individui rimangono attratti l'uno dall'altro imparando di più sui segreti di ognuno!
Anno: 2020
Episodi: 16 (1 ora e 15 min. circa a episodio)
Dove guardarlo: Viki sottotitolato in italiano
Genere: ComedyRomanceYouthDrama
Diapositiva: 

2019 Extraordinary You. 2020 True Beauty.  Kim Sang Hyub è appena diventato il mio regista preferito di drama (l'unico che conosco, tra l'altro), e naturalmente ho messo in lista tutti i suoi drama più vecchi. Confido che nel 2021 spari fuori un'altra chicca come gli ultimi due per soddisfare tutte le perversioni dramose che ho sviluppato in questi anni.

Apro lo sbrodolamento dicendo questo: mi è piaciuto un botto. Non tanto quanto EY, perché quello è sul podio e da lì non si schioda, ma abbastanza da avermi convinta di tentare la tortuosa via del onair che, si sa, è lunga faticosa e se ne esce con una crisi di nervi. Eppure vedere due puntate alla settimana ha giovato al mio voto finale perché l'anticipazione era talmente alta che persino le puntate più mortine mi sono sembrate uno spasso assoluto e mi sono gustata quelle 3 orette con calma e pazienza, perché tanto la maratona non era un'opzione.
Conoscendomi, però, se lo avessi maratonato forse non lo avrei apprezzato così tanto e mi sento di dire la stessa cosa per EY, che ho rivisto una volta apparso su Netflix senza cadere nella smania da maratona.

La storia è, once again, ambientata nel mondo della scuola superiore e la protagonista è Joo Kyung, una ragazzina molto carina che però soffre di alcuni problemi estetici che la rendono vittima di bullismo. Acne, rossori, sopracciglia enormi e selvagge, occhialoni da talpa: pur essendo difetti che si possono raddrizzare con un minimo di cura e occhio critico, Joo Kyung non soffre particolarmente per essere brutta. Brutta non lo è, è una ragazza normalissima che, però, non riflette gli assurdi standard di bellezza. I compagni di scuola la bullizzano e lei, avendo un carattere solare, cerca di ammorbidirli facendo da shuttle. Finché un bel giorno il bullismo subito la spinge sul cornicione di un palazzo con il desiderio di buttarsi giù, senza occhiali non vede nulla ma è talmente triste che nemmeno se ne accorge. A salvarla è Su Ho, che bazzicava il tetto del palazzo per altre - ma altrettanto deprimenti - ragioni e che la tira giù senza tanti complimenti e rimane in anonimato perché Joo Kyung non vede un fico secco.

Fast forward.
Joo Kyung e la sua famiglia si trasferiscono e lei cambia scuola e, in questa pausa, si applica anima e corpo al make up per imparare a farsi scudo e nascondere le sue imperfezioni. Così, per Joo Kyung inizia una nuova vita: scuola nuova, nuovo viso e nuova identità. Nessuno sa che sotto al trucco Joo Kyun è tutt'altro che bella e la ragazza mantiene il segreto pensando che se i compagni sapessero com'è sul serio la maltratterebbero come nell'altra scuola. Con un faccino perfetto Joo Kyung entra a scuola ed è subito popolare, con il suo carattere solare e aperto riesce a farsi delle amiche e nemmeno il carattere gelido e scontroso dell'alunno più popolare e bravo della scuola riesce a sgonfiare la sua bolla felice. Questo pezzo di ghiaccio che tratta male tutti è Su Ho, lo stesso che l'aveva tirata giù dal cornicione e che snasa subito la situazione: trovandosela davanti sia nella sua forma ripulita che in quella originale negli stessi luoghi che entrambi bazzicano, Su Ho fa in fretta due più due e capisce che Joo Kyung occhialuta e trasandata è la stessa Joo Kyung che sta nella sua classe.

Appena lei capisce che Su Ho conosce il suo segreto inizia una baraonda di siparietti simpatici che, pur avendo una dose di cringe e di second hand embarassement, non arrivano mai ad essere quel tipo di troppo che infastidisce. Complice, senza ombra di dubbio, nel friggere i nostri neuroni è Sofficino Eun Woo che qui, se mi permettete, è ancora più bonazzo del solito. Ma bastava avere un solo personaggio fulgido e meraviglioso? Ovviamente no, ed ecco che arriva il second lead opposto a Su Ho in personalità e look ma altrettanto pronto a ripassare in padella il neurone agonizzante. Seo Jun entra in scena su una moto rombante ed è subito chiaro che il suo ruolo è quello del bad boy. Sguardo affilato, ironia al vetriolo, aria da duro, Seo Jun in realtà è un cuore di panna in giacca di pelle che si infila a tradimento in ogni singolo spiraglio libero e gioca il ruolo del disturbatore: appena si rende conto che tra Su Ho e Joo Kyung c'è del tenero, forte del suo odio verso l'ex amico, inizia una campagna seduttiva che alla lunga gli si ritorce contro eleggendolo a ruolo di second friendzonato che nessuno può odiare. Perché Seo Jun è adorabile, dai, non mentiamoci. Oltre ad essere bello pure lui, ha una fragilità tutta sua che spunta fuori quando il suo amore per Joo Kyung lo investe all'improvviso. Dal punto di vista romantico ho largamente preferito le sue scene rispetto a quelle di Su Ho: Su Ho è più ritroso e meno appassionato e funziona benissimo in altri contesti, ma le dichiarazioni di Seo Jun sono imbattibili. Forse in un modo un po' perverso, a Seo Jun, che è second dall'inizio alla fine, è stata data una rivincita su Su Ho: non si è preso la ragazza, ma si è preso il podio di romanticone del drama.

In tutto questo due parole sui personaggi e sugli attori e parto da Moon Ga Young/Joo Kyung. Lei la conosco da altri drama ed è brava, non c'è niente da dire, ed è bellissima quindi anche quando le mettevano i brufoli posticci sotto si vedeva la potenzialità di chi è nato bello. Il suo personaggio mi è piaciuto perché non è una vittima per sempre, quindi il cambiamento c'è e il suo percorso è molto realistico. Come tutto in questo drama, l'estetica del personaggio è molto scenografica: vestitini piccini, scarpine carine (mi ricordano quelle di Dan Oh) e uno stile micro che dona solo a chi è sottile di natura, poi c'è la controparte 'normale' fatta di tute e ciabatte che suscitano sempre nel mio cuore tanta simpatia, ma anche così conciata è una bambolina.

Hwang In Yeop/Seo Jun è il second buono che ad ogni scena ti fa pensare CHE SPRECO. Come per il second di EY, mi sono ritrova spesso a pensare che Seo Jun sarebbe stato un protagonista con i fiocchi ma che invece qui è messo in secondo piano con una scioltezza imbarazzante. Il poverino, non importa quanto sia sexy, quanto riesca a farci vibrare il cuoricino e a farci ridere più del main, non ha mai avuto la possibilità di conquistare Joo Kyung e, siccome il suo ruolo da cattivo viene subito ridimensionato e contestualizzato, non abbiamo neanche il conforto di dire tanto è cattivo maledettoh si merita la friendzone. No, Seo Jun è un amore e un pochino ho tifato per lui, giusto un pochino perché poi il radar si puntava su Sofficino e addione.

Sofficino/Su Ho. Su Ho è il classico bello gelido che tratta male la protagonista, ma qui almeno è acido e snob con tutti. In linea con il cliché, ha un passato e una famiglia tormentate e si strugge di dolore e senso di colpa per un evento del passato che, tra l'altro, coinvolge e lo unisce a Seo Jun. Non si scappa, il personaggio di Su Ho è il sogno di tutte le storie adolescenziali e non: bellissimo e irraggiungibile, all'improvviso non vede altri che la protagonista e il suo iceberg si scioglie fino a rivelare un morbido orsacchiotto polare. Con i muscoli. Personalmente credo che Su Ho abbia funzionato perché è il main dall'inizio alla fine ed è chiaro che la storia non lo spodesterà dal trono, e poi perché Joo Kyung amplifica i suoi pregi, senza considerare che la maggior parte delle volte brilla in scene dove gli altri personaggi fanno la maggior parte del lavoro. Mi è piaciuto, ovviamente, ma mi chiedo se un attore un po' meno bello di Eun Woo avrebbe saputo monopolizzare l'attenzione. Per quanto riguarda Sofficino, invece, in un gruppo di attori che hanno studiato, lui pare un po' ingessato e a tratti apertamente goffo nella recitazione, anche se tutto sommato mi è sembrato molto migliorato. Bisogna aspettare 14 puntate per intravedere la genuinità di Eun Woo, anche se ogni tanto spunta a tradimento quando le scene glielo permettono, ma nelle ultime due puntate è micidiale. Da fermo, congelato, è di una bellezza assurda, ma in movimento - e intendo quello vero, spontaneo e naturale - quando si capisce che ha in pungo la scena, diventa un cecchino. Pam, salta un neurone, PAM esplode il cervello PAPAM sei consumata in un lago di bava. In confronto a Hwang In Yeop che è uno stecchino, la manzitudine di Eun Woo brilla come un faro. Muscoli, signori e signore, cosce, braccia, ha carne addosso! ma qui mi fermo altrimenti devo censurarmi.

I personaggi secondari sono una chicca. La famiglia di Joo Kyung è una bomba di comicità: la madre, il padre, il fratello ma soprattutto la sorella calcano la mano quando serve e danno una spinta al fattore comico che, dico magari, avrebbe potuto languire nella sua stessa pozzanghera. Quindi anche il professore entra in questo gruppo, adorabile e divertentissimo da solo ma in gruppo è una marcia in più. Gli amici di scuola sono una massa di matti spassosi e qui più di tutti ho sentito le somiglianze con gli amici di scuola di EY, un po' si assomigliano ma qui c'è la differenza che dovrebbero essere reali, e non personaggi di un fumetto (anche se è un webtoon, ma son dettagli). Naturalmente abbiamo anche le cattive, che qui sono addirittura due, una è la bulla che ad un certo punto si prende una strigliata epocale con grande soddisfazione da parte nostra, l'altra è la cattiva subdola che spunta fuori a tradimento e stimola un desiderio di omicidio allarmante. Anche lei, però, si becca una mazzata epocale.

Note tecniche. Esteticamente perfetto, dai vestiti, ai set, alle inquadrature, la mano del regista si riconosce perché molte cose somigliano a EY ma senza quel sapore extra che qui invece viene sostituito da un extra più quotidiano. OST carina, non so se alcune canzoni mi sono piaciute abbastanza da finire nella mia playlist, ma ho sicuramente apprezzato che sia Eun Woo che In Yeop cantano due pezzi.
Ho altro da dire? Penso di no, ma come per la recensione di EY vi lascio una prova inconfutabile del fatto che a volte i drama non si guardano per la trama.

8 febbraio 2021

Tessa Dare
When a Scot ties the Knot

Serie Castles Ever After 3

Trama
Avon | ebook | € 3,82
On the cusp of her first London season, Miss Madeline Gracechurch was shyly pretty and talented with a drawing pencil, but hopelessly awkward with gentlemen. She was certain to be a dismal failure on the London marriage mart. So Maddie did what generations of shy, awkward young ladies have done: she invented a sweetheart. A Scottish sweetheart. One who was handsome and honorable and devoted to her, but conveniently never around. Maddie poured her heart into writing the imaginary Captain MacKenzie letter after letter … and by pretending to be devastated when he was (not really) killed in battle, she managed to avoid the pressures of London society entirely. Until years later, when this kilted Highland lover of her imaginings shows up in the flesh. The real Captain Logan MacKenzie arrives on her doorstep—handsome as anything, but not entirely honorable. He’s wounded, jaded, in possession of her letters… and ready to make good on every promise Maddie never expected to keep.
"If you didna want a Highland officer, you shouldna have wished for one." Shouldna, couldna, wouldna. "Silly me. I dreamed big." He gave her a sly grin. "And you got it."
Commento
E va bene, ho una resistenza pari a zero ma ho la scusa: voglio completare la challenge di Goodreads (mentre scrivo è ancora Dicembre) e ho bisogno di romanzi brevi e/o facili da leggere.
Quindi eccomi qui, a recensire l'ennesimo romance storico, ancora una volta della Dare e della stessa serie, consapevole dei miei precedenti errori e delle mie consolidate abitudini di lettura. Lo so, lo so, e non perderò tempo a criticare il mio timing, però non so quanto avrò da dire su questo libro.
In linea con il trend della serie, anche in WaSttK c'è un'eroina che ha ricevuto in eredità un castello. A questo giro il castello è in Scozia e l'eroina è una piccoletta che preferisce imboscarsi a disegnare insetti piuttosto che venire spedita ai balli per trovarsi marito. Madeline è una ragazza nella media ma molto dotata nel suo ambito: adora disegnare, illustra immagini che sembrano fotografie e partecipare alla stesura di un'enciclopedia sugli insetti è la sua massima aspirazione. Non le importa della società, dei balli, di trovare marito, perché la poverina è patologicamente timida, si congela per il terrore quando è in mezzo alle persone ed è consapevole che le sue mancanze nel socializzare la metteranno in ridicolo. Trovare marito è fuori questione, così per tenere a bada la famiglia e scansare gli obblighi della società inventa di sana pianta di essere fidanzata con un Capitano che, guarda caso, è in prima linea ed è scozzese, lontanissimo da casa sua. Per anni Madeline intrattiene una corrispondenza con se stessa che finge di essere il Capitano, scrive e si manda lettere per tenere in piedi la bugia, peccato che nel frattempo tutta la famiglia le abbia creduto e si strugga di preoccupazione per il povero Capitano. L'arrivo del castello in eredità è una fortuna inaspettata per Madeline, che approfitta delle circostanze per trincerarsi al sicuro nelle highlands dietro alla finta tragica morte in battaglia del Capitano. In lutto, sola in Scozia, Maddie può fare quello che vuole, disegnare e vestirsi di nero e non curarsi né della società né degli obblighi, sola e felice di esserlo.
Finché, ovviamente, alla porta si presenta il Capitano. Non solo quelle lettere sono veramente arrivate sul campo di battaglia, ma hanno trovato addirittura il Capitano MacKenzie, lo stesso inventato da Maddie in tutto e per tutto: nome, origine, posizione. Logan ha passato anni in prima linea, prima come soldato semplice e poi salendo i gradi fino a diventare Capitano. Alla fine della guerra torna in Scozia con i suoi compagni per scoprire che nel frattempo la Corona ha redistribuito i terreni ai nobili inglesi, lasciano gli scozzesi con un pungo di mosche. Per portare a casa la giornata, Logan decide di presentarsi da Maddie e rivendicare la sua posizione di fidanzato, in modo da poter usare la dote della ragazza per mantenere i suoi soldati, la maggior parte feriti gravemente e senza più la famiglia.
Logan non ha solo questa motivazione a spingerlo da Maddie, ma c'è anche quella più intima e segreta della vendetta: per anni ha custodito le lettere di Maddie, anche se finte, ed è rimasto offeso e ferito quando la ragazza lo ha fatto morire in battaglia. Decide quindi di approfittare della situazione a favore dei suoi uomini ma anche per se stesso, per rivendicare la sua dignità e il suo orgoglio ferito.
Maddie tutto poteva immaginarsi, ma che Logan esistesse sul serio e si presentasse alla porta dichiarando di volersi sposare al più presto proprio no.
Leggere di questi due che si trovano invischiati in una bugia è stato molto divertente ma la trama rimane questa e non ci sono grossi scossoni o colpi di scena: Logan ricatta Maddie affinché si sposino così lui potrà avere i terreni da dare in uso ai suoi uomini, Maddie che non sa che fare e non vuole che si venga a sapere della sua bugia, poi da nemici diventano amici e infine scocca la scintilla della passione e vissero felici e contenti.
Come già ho detto, non ho molto altro da aggiungere, lo stile della Dare è lo stesso identico degli altri romanzi della serie, così come l'ironia e la leggerezza dello stile, la trama è assolutamente lineare e semplice, senza scossoni, senza cattivi, senza intoppi degni di nota, si legge in un soffio e altrettanto velocemente si dimentica. Non è un male, per me questo è un pregio e lo ripeto ogni volta, credo che a questo giro il problema vero per me sia stato che primo, ero troppo piena di lavoro e non avevo tempo di scrivere la recensione subito così mi sono scordata quasi tutto e due, ero più presa dalla challenge che dal romanzo stesso.
Altro non ho da dire, rimango della mia idea che questa serie è perfetta come spegni cervello che riempie qualche oretta e che rilassa il giusto. Di positivo, oltre al solito, ho da dire che non mi sono annoiata, l'ho trovato forse più breve o più veloce da leggere rispetto al secondo che un po' mi aveva annoiata. Ecco, basta non ho altro da aggiungere.

5 febbraio 2021

K-drama della settimana: 5 flash reviews


Pesco dall'archivio di MyDramaList perché non ho una recensione nuova, è tutto ancora in fase di visione/onair. Come dice Brian Adams, please forgive me.

Suspicious Partner
Un assassino smerorato può essere una cosa pericolosa. Noh Ji Wook (Ji Chang Wook) è un procuratore che cambia lavoro per diventare un avvocato privato per un potente studio. Eun Bong Hee (Nam Ji Hyun) è un apprendista procuratrice che lavora per la procuratrice Cha Yoo Jung (Nara), ex fidanzata di Ji Wook che vuole disperatamente riconquistarlo. L'avvocato Ji Eun Hyuk (Choi Tae Joon) è un vecchio amico di famiglia di Ji Wook ma nasconde del risentimento per le loro differenti situazioni familiari. Quando un assassino colpisce, Bong Hee si trova immediatamente sospettata dell'omicidio. Ma sembra che il vero killer sia affetto da amnesia, e continua a dare la caccia a Bong Hee e Ji Wook. Riuscirà il team a catturare il killer smemorato?
Anno: 2017
Episodi: 40 (30 minuti circa a episodio)
Dove guardarlo: Viki sottotitolato in italiano
Genere: SuspenseThrillerComedyLawRomanceCrime
Diapositiva: 
Il mio primo drama di Wookino, il mio secondo drama in assoluto. Visto durante i miei lunghissimi viaggi in metropolitana (con la gente seduta in fianco che seguiva la puntata) ha coperto un lasso di tempo lunghissimo. All'epoca non ero così metodica con la visione di un drama, quindi lo consideravo solo quando non avevo voglia di leggere. Pur avendoci messo una vita a completarlo il drama non ha nulla che non vada. Forse è troppo lungo, ma se non si tenta di maratonarlo non dovrebbe pesare così tanto. E' un drama crime/law con un sottotono comico molto spiccato e con una vena romantica spensierata. Mi è piaciuto, ma soprattutto mi è piaciuto lui perché in completo è la morte nostra. Scherzi a parte ho un ricordo positivo e mi sento di consigliarlo senza troppi problemi, la parte crime è controbilanciata da quella comica, la protagonista è una specie di sfortunella assoluta che si ritrova in situazioni di pericolo e viene aiutata dal nostro eroe fulgido e meraviglioso e poi trova il riscatto dopo lunghe e faticose indagini. Lei è adorabile, mi ricordo ancora la scena di lui che la difende dai colleghi per poi dirle che le puzzavano i capelli perché non se li era lavati. Insomma, fa ridere in un modo un pp' trash, però non è mai troppo trash. E' un trash buono.

Thirty But Seventeen
La vita può cambiare in un istante. Woo Seo Ri (Shin Hye Sun) era una violinista di 17 anni che si stava preparando per andare studiare all'estero, in Germania. Ma per colpa di un grave incidente stradale, entra in coma. Gong Woo Jin (Yang Se Jong), che pensa di aver "causato" l'incidente, rimane traumatizzato e tormentato dal senso di colpa. Tredici anni dopo, lavora come scenografo ma è emotivamente tagliato fuori da tutti coloro che lo circondano. Quando Seo Ri si sveglia inaspettatamente dal suo coma 13 anni dopo, si ritrova nel corpo di una donna di 30 anni. Mentalmente però ne ha solamente 17. Può Woo Jin aiutarla ad adattarsi al suo nuovo mondo e imparare a vivere e amare di nuovo ?
Anno: 2018
Episodi: 32 (35 minuti circa a episodio)
Dove guardarlo: Viki sottotitolato in italiano
Genere: FriendshipMusicMysteryComedyRomanceLifeDramaFamily
Diapositiva: 
Ho un ricordo molto vago del drama, ma quello che mi è rimasto è che è puccioso, romantico, divertente e per niente impegnativo. Ha dei momenti drammatici, considerando la trama c'era da aspettarselo, ma principalmente rimane sul poco impegnativo. Ci sono dei personaggi secondari che mi ricordo ancora, tipo la governante Jenniper (adoro) e il fratello/cugino/nipote? di lui che nel drama sembra un disagiato ma in realtà è tantissima roba se messo giù con lo stylist giusto.
Comunque, il tema principale è spassosissimo: lei si risveglia dopo 13 anni di coma e all'improvviso è una donna. Il modo in cui vede e vive le cose, però, è ancora lo stesso di quando aveva 17 anni, quindi quando si ritrova ad avere a che fare con il bellone scontroso le gag comiche non si stanno nemmeno a spiegare. Adorabile, leggero e con un pizzico di serietà. Non è tra i miei indimenticabili, ma si è preso un bel voticino alto.

Where Stars Land
È possible riuscire in un lavoro quando non era il lavoro che si desiderava fare? Lee Su Yeon (Lee Je Hun) è un diplomato del prestigioso KAIST (Istituto Coreano di Scienze e di Tecnologia) e sognava di diventare pilota, però un serio incidente avuto in gioventù non glielo aveva permesso. Come piano di ripiego, va a lavorare all’aeroporto internazionale di Incheon, però ha un segreto che mette una distanza tra lui e gli altri. Han Yeo Reum (Chae Su Bin) è un impiegata del reparto servizio clienti allo stesso aeroporto. Vuole fare del suo meglio, però è goffa al punto di mettere in pericolo lei stessa e i passeggeri. Lee Su Yeon non può impedirsi di aiutarla a tirarsi fuori dai pasticci più di una volta.
Anno: 2018
Episodi: 32 (30 minuti circa a episodio)
Dove guardarlo: Viki sottotitolato in italiano
Genere: ComedyRomanceDramaMelodrama
Diapositiva: 
Ricordo che ho visto questo drama onair e lo aspettavo con ansia perché la protagonista è la mia Bambolottah (I'm not a robot), volevo tanto vederla in un drama nuovo e tutto sommato devo dire che a me è piaciuto. Pur essendo un drama romantico con qualche guizzo drammatico, non è riuscito a rimanere lineare e a non incasinarsi sul finale. C'è anche un pizzico di fantascienza in riferimento al protagonista maschile che, personalmente, ho trovato un po' troppo campato per aria: ok, sei bionico a dei livelli che forse solo il Pentagono, però non si capisce mai perché e soprattutto come. Bisogna sorvolare sui buchi senza farsi domande e godersi la love story tra lei che è l'eterna addetta al customer care strapazzata dal mondo e lui, che dall'alto della sua professionalità estrema, la aiuta per - pare - pietà e compassione o per puro desiderio di ordine e precisione. Quello di lui è un personaggio strano, non mi ha fritto il cervello ma accoppiato a lei mi è piaciuto, perché la semplicità di lei compensa la fase Iron Man del drama. Piccola nota positiva, il second friendzonato è Rowoon in tutto il suo splendore e la OST è molto carina.

She Was Pretty
Kim Hye Jin (Hwang Jung Eum), da piccola era la figlia di una famiglia benestante, ma dopo che la casa editrice di famiglia fallisce ed il padre muore, si ritrova a dover affrontare le difficoltà della vita e la perdita della bellezza. Nel frattempo, Ju Sung Joon (Park Seo Joon) che da piccolo era un bambino grasso ed insicuro, è diventato un editore affascinante e di successo.
Anno: 2015
Episodi: 16 (1 ora circa a episodio) 
Dove guardarlo: Viki sottotitolato in italiano
Genere: ComedyRomanceDrama
Diapositiva: 
Per far ridere fa ridere, per avere due bonazzi pazzeschi ha due bonazzi pazzeschi. Ma la protagonista è odiosa, è quel genere di protagonista che scatena in me odio misto a fastidio misto a repulsione. Detesto i personaggi femminili pietosi, del tipo non solo sono povera e non trovo lavoro, ma sono pure brutta, trasandata e con un carattere di merda. Ecco questa è lei, che ha messo a durissima prova la mia resistenza e ha abbassato il voto del drama.
Se per un attimo elimino lei mi rimangono da dire due cose: superato il disgusto per la protagonista il drama fa ridere, non è il mio tipo di comicità ma ci si avvicina, quindi ho resistito fino alla fine; e poi Siwon, re indiscusso della second lead syndrome, mai visto un second che supera il main a sexitudine e carisma e qui ha battuto Park Prezzemolino che è un esemplare fulgido di entrambe le categorie.
Non ho un ricordo particolarmente entusiasta della mia visione, l'ho visto perché stavo facendo una sorta di studio dei drama considerati cult e questo era tra i disponibili. Ora, avendo affinato i miei gusti e avendo capito che l'attrice protagonista suscita in me un tripudio di irritazione e odio, giro alla larga fortissimamente da lei e dai suoi drama. It's ok, ma c'è di molto meglio.

Rich Man
Un uomo che non riesce a distinguere i volti incontra una donna indimenticabile. Lee Yoo Chan (Suho) è il fondatore e amministratore delegato dell'azienda informatica Next In, che è diventata il posto più ambito in cui lavorare. Soffre di una malattia per cui non riesce a riconoscere i volti, e questo lo rende molto guardingo e diffidente nei confronti della maggior parte delle persone. Kim Bo Ra (Ha Yeon Soo) è l'orgoglio della sua città natale, sull'isola di Jeju, ed è arrivata a Seoul per frequentare l'università. Quasi giunta alla laurea, il suo sogno è di lavorare per Next In. Quando Bo Ra incontrerà Yoo Chan, entrambe le loro vite cambieranno in modo inaspettato?
Anno: 2018
Episodi: 16 (1 ora circa a episodio)
Dove guardarlo: Viki sottitolato in italiano
Genere: FriendshipBusinessComedyRomanceMelodrama
Diapositiva: 
Ho lasciato il più brutto per ultimo. Se siete EXO-L e volete vedere questo drama per Suho brace yourselves perché è brutto: è brutto il drama ed è brutto il personaggio di Suho, non fatevi del male e lasciate perdere. Ora, io non so se Suho non è capace di fare l'attore in generale o se semplicemente questo ruolo era pensato male, quello che so è che del drama mi ricordo due cose: lui sembra un nanetto psicopatico con attacchi di rabbia e lei è vestita come una vecchia al mercato degli anni '90.
La trama brevemente è questa: CEO ricchissimo e intelligentissimo con gravi problemi comportamentali e sindrome da sono tappo e quindi rabbioso incontra paesanella verginella tanto buona e cara che gli fa da segretaria. Segue mobbing che camuffa un sentimento d'ammore disagiato. Del fatto che lui soffra di prosopagnosia non ne ho nemmeno un ricordo, ma è un cliché ormai abusato dei drama, quindi facciamo anche senza. C'è sempre il solito ostacolo che distrugge la vita del povero CEO, ma il lieto fine è dietro l'angolo ed è zuccheroso e vaporoso. Avevo totalmente rimosso la sua durata, ero convinta che fosse un dramino breve, invece la tortura dura ben 16 ore.