22 febbraio 2021

Rose Melikan
Un ospite ambiguo

Serie Mary Finch 2
Titolo originale The Counterfeit Guest

Trama
Mondadori
pag. 437 | € 10,00
Inghilterra. È la primavera del 1796, il conflitto con la Francia si inasprisce mentre un traditore con pochi scrupoli si nasconde tra l'alta società londinese. Dopo anni di povertà Mary Finch è entrata in possesso di un'enorme quanto insperata fortuna. E ora tutti pensano che dovrebbe accontentarsi della sua nuova, agiata vita, e magari mettersi a caccia di un marito degno del suo nuovo status. Proprio come ha fatto la sua amica Susannah, da poco sposa del colonnello Crosby-Nash. Ma lo spirito d'avventura che la anima spinge Mary a cercare qualcosa di più dei balli, degli abiti e degli infiniti tè delle cinque. E così, quando un personaggio misterioso del Servizio di controspionaggio di Sua Maestà le chiede di tenere d'occhio proprio Susannah e suo marito, Mary si lancia nell'impresa. Senza tener conto dei pericoli cui può andare incontro...
Sapere di fare ciò che è necessario non impedisce di sentirsi crudeli.
Commento
Esattamente come per l'anno scorso, a Gennaio ho pescato nella mia TBR un romanzo della Melikan, il secondo della serie Mary Finch. Esattamente come l'anno scorso ho trovato il romanzo delizioso, ma a questo giro forse è stato un filo più appassionante.
Se avessi dato retta ai giudizi su Goodreads avrei eliminato la serie senza darle una chance, invece ho capito che spesso i romanzi di puro intrattenimento possono suscitare un'ondata di fastidio che io non capisco e non condivido. La collocazione della serie nella collana Emozione - una versione più ricercata di un romance da edicola, e spesso una collana ricca di women fiction - è perfetta per la storia, per lo stile e per il genere che rappresenta. Non credo che la Melikan abbia aspirato ad essere associata ai grandi nomi della fiction storica, eppure a modo suo ha saputo creare un'ambientazione decisamente vivida e dei personaggi simpatici senza mai dare l'impressione di giocare ad essere l'autorità assoluta.
La collocazione della serie in questa categoria pone dei limiti nella valutazione che le si può dare, non ci si può aspettare chissà cosa e tutto quello che invece supera allegramente i paletti del genere è oro che cola. Insomma, va bene che c'è un elemento romantico, va bene che la protagonista femminile vive delle avventure poco credibili, va bene che è tutto molto leggero, ma è pur sempre contestualizzato in modo preciso e molto accattivante. Se posso osare nel fare un paragone, la Melikan è una versione molto più leggera e meno impegnativa nella parte storica di una Diana Gabaldon.
Il secondo romanzo ha un pregio, e cioè quello di movimentare la trama con il cambio di pov: se nel primo libro la protagonista unica era Mary, nel secondo abbiamo il pov del Capitano Holland, l'interesse romantico di Mary. Tra i due la situazione di è raffreddata: Mary vive da ereditiera e si gode il lusso che non ha mai avuto circondandosi di amiche e di felicità, mentre Holland rimane sempre povero, stazzonato, un Capitano di artiglieria consapevole di essere caduto all'improvviso molto più in basso del livello sociale di Mary. Se prima i due avevano un'intesa non apertamente dichiarata, ora il rapporto si è fatto teso. Mary continua a pensare a Holland e non capisce perché lui sia sparito nel nulla e l'abbia messa da parte, mentre Holland ha deciso di chiudere con Mary perché il suo orgoglio gli impedisce di corteggiarla pur non avendo un soldo. Quindi i due sono lontani sia fisicamente che emotivamente, ma le circostanze li fanno incontrare talmente tante volte che la scintilla si riaccende.
Le circostanze sono la parte avventurosa e coinvolgente della storia perché finalmente gli intrighi dovuti allo spionaggio si realizzano in una serie diversa di accadimenti.
Mary, come si può immaginare dopo aver letto il primo romanzo, non è un personaggio che sta con le mani in mano e, seppur approfitti della stagione, dei salotti e della vita dell'alta società, non ha perso il suo istinto infallibile che le fa riconoscere una situazione sospetta quando la vede. Per lei tutto ruota attorno alla figura misteriosa del nuovo marito di Charlotte, la cugina di Holland, con la quale ha instaurato una solida amicizia. Mary accompagna Charlotte e il novello sposo nella loro residenza di campagna dopo che, durante un gran ballo a Londra, si accorge di un andirivieni misterioso che la porta dritta nel salotto della spia più famosa e misteriosa di Londra. Quest'uomo, colpito dall'acume di Mary, la ingaggia per seguire la coppia e riferire ogni possibile azione sospetta e Mary si butta a capofitto in questa impresa, un po' con l'eccitazione ingenua di chi non ha mai testato sulla propria pelle il rischio di fare una brutta fine, e un po' con la determinazione di dare un contributo concreto alla patria.
Dall'altra parte abbiamo Holland, che viene sballottato di qua e di là dai suoi superiori perché, dopo l'affare del primo romanzo, viene considerato troppo pericoloso: sa troppo, ha visto troppo, e quindi è bene tenerlo in sospeso prima che faccia una brutta fine. Come per Mary, anche Holland ha la tendenza a vedere ciò che la maggior parte delle persone non coglie, e suo malgrado si trova a dover giocare un ruolo importante nei giochi di spionaggio della Corona. Da parte sua però, Holland non è molto contento e non gradisce che la sua incertezza professionale lo ponga in situazioni estremamente pericolose e, quando scopre che il sospetto principale è lo stesso che Mary sta controllando con così tanto zelo, Holland si butta a capofitto per salvare Mary e, nel frattempo, grazie alla sua esperienza sventa una serie di attentati ai depositi di armi che altrimenti avrebbero scatenato una distruzione enorme.
Il filo conduttore del romanzo è lo spionaggio e proprio per questo non sono solo Mary e Holland i due giocatori principali: abbiamo anche il caro amico di Holland, una vera spia, e il villain di turno che non si risparmia in quanto a cattiveria e sotterfugi. Nonostante questo sia un tema che non mi ha mai interessata e che non ho mai cercato, la leggerezza con la quale la Melikan lo tratta e lo stile frizzante mi hanno indorato una pillola che non pensavo di poter ingoiare: all'improvviso gli intrighi e i pericoli sono diventati appassionanti e spesso divertenti, i rischi corsi dai personaggi non mi facevano chiudere il libro e la scelta di non soffermarsi troppo e ingarbugliare una trama già abbastanza contorta di suo mi hanno fatto apprezzare ancora di più la Melikan e questo romanzo. Tutto intrattiene nel migliore dei modi, senza pesare, senza essere incomprensibile e senza richiedere uno sforzo per chi, come me, è digiuna di spionaggio e non ha nemmeno interesse a capirci qualcosa.
So che la media dei voti bassina è causata dalla sensazione di inconsistenza della trama e dal fatto che non si capisce se è una storia romantica o di avventura, ma per me la presenza di entrambe - il romanticismo c'è ma è molto discreto e mai invadente, quasi si spiccia in fretta perché c'è altro da raccontare - ha dato un ritmo e una varietà molto gradevoli alla lettura. Mi sono divertita parecchio e sono contenta di avere il terzo romanzo da leggere, e mi dispiace un sacco che la Melikan non abbia scritto altro perché secondo me c'è un gran pubblico là fuori che apprezza romanzi come questo e che è sempre alla ricerca di una lettura appassionante ma non complicata, divertente senza essere comica, romantica senza essere troppo di genere, un romanzo che è una via di mezzo e che non pretende di essere nient'altro che questo: intrattenimento puro.

Nessun commento: