27 settembre 2019

K-Drama della settimana:
Something in the rain



Yoon Jin Ah is a woman in her mid-30s who doesn’t know yet what it’s like to date a man. She’s been dumped by a man many times because of her clumsy, reckless, and foolish behavior. And again, a man she wanted to marry dumps her for the worst reason ever: that she’s like bland, tasteless devil's-tongue jelly, which means she’s not attractive at all as a woman. Just then, Joon Hee appears before her with a broad smile on his face. He’s as refreshing as a soft drink. Joon Hee is Jin Ah’s childhood best friend’s younger brother, who used to live next door. Jin Ah has always remembered him as a little kid, but one day, he comes back as a really masculine man. When she is surprised by his change, her gut feeling tells her that she would truly fall in love this time.
Anno: 2018
Episodi: 16 (1 ora e 15 min. circa a episodio)
Dove guardarlo: Netflix sottotitolato in italiano
Genere: RomanceLifeDramaMelodrama


Diapositiva: 
Vi spiego cos'è successo. Stavo guardando One Spring Night su Netflix (on-air) e avevo finito le puntate disponibili. Non avevo sonno, così ho cazzeggiato tra i suggerimenti, finendo dritta su Something in the rain aka Pretty noona who buys me food. Ora, questo drama è entrato e uscito dalla mia lista e non ha mai - ma dico proprio mai - stuzzicato la mia curiosità. Sapevo solo che era un noona romance (motivo che me lo ha fatto aggiungere alla lista) e che molte delle mie compagne di merende dramose lo avevano trovato noioso (motivo che me lo ha fatto togliere).
Ho fatto partire la prima puntata pensando male che vada lo droppo subito.

Sono qui perché non ho droppato. Sono qui perché mi è partito il cervello in questo trip e ho fatto overdose di Jung Hae In, attore protagonista maschile di questo drama e pure di One Spring Night.
Ho deciso che lo amo. Lui e pure Joon Hee, il personaggio. Sono talmente cotta che mi vergogno quasi a dirlo.

Ora, sarò sincera al 100%, ci fosse stato un altro attore, magari uno che non aveva la stessa presa sul mio debole cuoricino, non avrei gradito questo drama così come ho fatto. Ci fosse stato uno dal viso meno dolce e dall'interpretazione più asettica e matura, ci sarei passata sopra come un panzer e tanti saluti. Ma c'è lui e il mio cervello ha preso la tangenziale dello sbrodolamento estremo e non ci ho capito più niente. Lui mi piace proprio, soprattutto la gestualità, il modo in cui si rapportava fisicamente all'attrice, ma anche il contrasto estetico oltre che di età anagrafica: lui così dolce, giovane, bellissimo e lei visibilmente donna fatta e non più giovanissima. Mi è esploso il neurone solitario.

Quindi, sì, il fatto che abbia proseguito per tutte e 16 le puntate con un discreto trasporto è principalmente merito di Hae In ma - MA - c'è anche un altro aspetto da non sottovalutare: la semplicità della storia.

Io gradisco i drama che raccontano storie ordinarie e che si concentrano sui protagonisti, lasciando perdere trame super cariche e talmente piene di storyline secondarie da perderci la testa. Una trama lineare che racconta una storia ben precisa e non se ne discosta è quanto di più sicuro e rasserenante ci sia per me in un panorama di drama che più dramma hanno, più personaggi si infilano dentro, meglio è. Il rischio è - ovviamente - che il drama risulti noioso ai più, che sembri trascinarsi per ore fino ad un finale magari poco travolgente e - quindi - deludente. Pretty Noona può anche essere noioso, può anche avere delle parti oggettivamente ripetitive (e inutili) e un finale decisamente sotto tono rispetto al resto, ma è un drama dolce, tranquillo, senza pretese che si lascia guardare e non richiede sforzi immensi.

La storia. Jin Ah ha 35 anni, vive ancora con i genitori, ha un buon lavoro e passa da una relazione fallimentare all'altra. Per chissà quale motivo gli uomini la trovano noiosa, scialba, una specie di esemplare femminile banale ma abbastanza attraente buona per una relazione non seria e per niente adatta al matrimonio. Jin Ah ce la mette tutta, poverina, ma inevitabilmente si sceglie dei perfetti cretini che sarebbe meglio perdere che trovare. Dopo l'ennesima relazione fallita, una mattina Jin Ah va al lavoro e incrocia Joon Hee, il fratello minore della sua migliore amica. All'inizio nemmeno lo riconosce, le passa vicino sfrecciando sulla bici, ma poi è proprio lui a tornare indietro e a salutarla. Durante i tre anni passati in USA Joon Hee è diventato un uomo, uno molto attraente, molto disinvolto e molto sicuro di sé con le donne. Talmente sicuro che torna indietro primo perché pensava che lei fosse attraente e solo dopo perché l'ha riconosciuta.
Joon Hee senza tanti complimenti corteggia Jin Ah e la cosa le mette un filo di ansia. I dieci anni di differenza, tanto per iniziare, che la pongono subito tra le vecchie che sbavano sui ragazzini e poi perché ha visto crescere Joon Hee e tutti li vedono come una famiglia. In ultimo, ma non meno importante, è la paura di come reagirà la sorella di Joon Hee che ha un carattere molto forte ed è gelosissima di entrambi.
Per quanto all'inizio Jin Ah sia restia a cedere, Joon Hee riesce a infilarsi nella sua quotidianità e a farle riscoprire dei lati di sé che aveva sempre trascurato o mai veramente riconosciuto. La sua immaturità riesce a metterla sullo stesso livello emotivo di Joon Hee, il suo essere sempre positiva e un po' troppo permissiva sul lavoro assumono una sfumatura differente perché lui la mette di fronte alla realtà dei fatti e ai suoi limiti, senza mai accusarla o ridicolizzarla. Quello che nessuno aveva mai fatto davvero, valorizzarla e apprezzarla, Joon Hee lo fa. E' inevitabile, quindi, che i due si innamorino e il trasporto genuino di Joon Hee spazza via qualsiasi paura. Si nascondono perché lei lo vuole, mentre lui lo sbandiererebbe a tutti, ma inevitabilmente questa segretezza poco alla volta si sgretola e tutti i loro conoscenti diventano parte di un teatrino che logora sia Joon Hee sia chi guarda il drama. La frustrazione porta a scontri, com'è logico che sia, a crisi, a litigi e ad azioni che fanno male ad entrambi ma la comprensione e l'amore di Joon Hee per Jin Ah sono talmente assoluti (e francamente troppo perfetti) che per lui ci si strugge parecchio, ma per lei non altrettanto.

Jin Ah è un personaggio che rischia spesso di essere detestata. Non tanto per quello che succede, quanto per l'immaturità e l'egoismo che sfoggia nei momenti critici. Il suo debole tentativo di proteggere Joon Hee dalla sua famiglia arriva in ritardo e non molto bene, non è salda sui suoi sentimenti come lui, vacilla di fronte alle difficoltà e quando lui la pone di fronte ad una scelta con il cuore in mano lei si tira indietro. Fino alle ultime due puntate lei non mi aveva davvero irritata, ma la scelta di farle ripete gli errori del passato e rinunciare a lui senza un vero motivo me l'ha resa poco gradita. Non perché sia pessima, ma perché quello che fa non ha tanto senso e si spiega con il classico escamotage tirato fuori per dividere i protagonisti. Ci voleva forse una rottura più seria, meno adolescenziale, qualcosa che non giocasse sull'età e sulla presunta maturità di Jin Ah e, soprattutto, doveva succedere prima. Ridotto agli spazi di due ore e mezza, questo finale non soddisfa, non rende giustizia alle scelte di Joon Hee e alla complessità dei sentimenti. Avrei gradito che Jin Ah avesse più spazio per redimersi ai miei occhi, e che Joon Hee avesse tempo per evitare che - ancora una volta - fosse lui a cercarla, lui a mettersi in gioco, lui a rischiare per l'ennesima volta. Jin Ah poteva dare molto di più, ma con un personaggio come Joon Hee è difficile pareggiare la sua perfezione.

Joon Hee vale tutto il drama. Tutto, l'ho visto praticamente solo per lui, per il suo essere innamorato, per il modo in cui corteggia Jin Ah, per i sentimenti che non nasconde, per come reagisce, per come soffre, per come sopporta. Da un punto di vista puramente romantico, Joon Hee raggiunge quasi la perfezione, quasi perché ci avrei visto bene un filo di durezza maggiore con Jin Ah - che a volte se lo meritava. Joon Hee è un sogno, credo che lo abbiano creato proprio per colpire al cuore le noona come me, che si sono inevitabilmente immedesimate con Jin Ah e hanno sospirato come delle sceme per tutte le puntate. Non sto nemmeno a commentare sulla bellezza dell'attore, l'ho già detto all'inizio che è un misto tra gnoccaggine e cuteness che mi ha uccisa, ma la cosa che ha dato il colpo di grazia è che Hae In è bravo. Bravo quando sorride e fa il gigione, bravo quando se ne sta in ginocchio a farsi menare, bravo quando ha i lucciconi, quando si incazza e fa il geloso (mio Dio...), insomma è bravo.

Dopo tutto questo sbrodolamento ci sono anche un paio di aspetti del drama che non mi sono piaciuti. Il primo in assoluto è la musica. Ho odiato - ODIATO - la canzone della sigla e ho mal sopportato la ripetitività delle due canzoni ficcate a forza in qualsiasi scena. La musica un po' retro francesizzante non ha giovato al drama, ha reso fastidiose alcune scene e ha dato l'impressione generale di scarsa attenzione a questo dettaglio. La musica è importante, la scelta delle canzoni iconiche del drama anche di più e sentire a ripetizione sometimes it's hard to be a woman oppure stand by your man mi ha mandata al manicomio. Bocciatissimo.
La seconda cosa sono i continui tentativi di inserire degli extra per variare la trama senza mai farlo con convinzione. Il lavoro di Jin Ah, ad esempio, e la questione delle molestie sessuali per buona parte del drama sembra essere protagonista della storia personale di Jin Ah, fuori dalla relazione, ma quando le cose si fanno veramente interessanti ecco che arriva il salto temporale senza spiegazione, solo con il risultato buttato lì un po' alla buona quando c'è bisogno di cambiare aria. Considerando l'attualità dell'argomento e quanto ha occupato nel drama, avrei preferito che ci fosse qualcosa di più rispetto a quello che ci hanno rifilato. Stesso discorso per l'ex di Jin Ah, che parte con l'essere uno scemo assoluto per poi diventare uno stalker violento. Decidetevi, è un pretesto per porre Jin Ah nella condizione di iniziare una nuova relazione o è un elemento di disturbo serio? A volte lo usano per far ingelosire Joon Hee, a volte per mettere in pericolo Jin Ah, ma la chiusura e in generale lo sviluppo di questo elemento non è proprio il massimo.
In ultimo il finale. Se proprio c'è qualcosa della trama principale che non mi è piaciuto è il finale, perché non ha dato la stessa soddisfazione in termini di coinvolgimento emotivo. La sensazione generale è che sia frettoloso, poco coerente con lo svolgimento del drama, e le azioni e le motivazioni dei protagonisti così diventano incomprensibili o semplicemente sciocche. Probabilmente avrebbero dovuto ridurre la parte centrale - per quanto carina - e ampliare il finale aumentando così anche il carico di angst che, personalmente, ho trovato misero.

Difetti a parte, ho sbrodolato con gioia su questo drama e, per una volta, sono contenta di essermi buttata quando la maggioranza mi diceva di scappare.

5 commenti:

Erika ha detto...

Lo sto guardando ora... Io e mia figlia dodicenne abbiamo gli occhi a cuore. Grazie del consiglio!

Miri ha detto...

Praticamente hai scritto al 100% tutto quello che pensavo io. Ahhaahahah

Elena ha detto...

Grazie per questa stupenda recensione, condivido in tutto e per tutto!

antoritapatrizia ha detto...

Condivido la recensione, un Kdrama bellissimo e altrettanto bravi i protagonisti, ma Jung Hae In batte tutti in bellezza, recitazione è lui in vero protagonista ..un attore veramente bravo

Emmelle ha detto...

Ho finito ora di vedere Something in the Rain. Leggere questa recensione mi sconvolge, le tue parole sono le mie, impressionante come ciò che leggo descriva perfettamente ciò che provo dopo aver visto il drama. Come te amo Jung Hae in, il personaggio? L'attore? Comunque Lui. Grazie per aver dato voce al mio cuore. Era difficile spiegarlo tu lo hai fatto per me come io avrei voluto.