20 dicembre 2019

K-drama della settimana: Angel's Last Mission: Love


Le persone si innamorano e dedicano la loro vita all'amore. A volte, tolgono la vita all'altro per amore. Una donna dal cuore di ghiaccio incontra un angelo immaturo e si trovano ad affrontare una tragedia inaspettata e un momento cruciale. Lee Yeon Seo è una ballerina cinica e arrogante. Eredita una fortuna dopo la morte improvvisa dei suoi genitori. Non si fida di nessuno, poiché molte persone intorno a lei sono interessate dalla sua eredità. La sua diffidenza e la sua arroganza la rendono incapace di amare. Diventa un'ottima ballerina, ma ha un incidente e deve rinunciare al suo sogno. Kim Dan è un angelo birichino. Quando finisce il suo dovere di angelo sulla terra, si mette nei guai e ha solo un'ultima possibilità per salvarsi. E l'ultima possibilità è quella di fare da Cupido per Yeon Seo, ma si dispera di doversi prendere cura di una ragazza tanto arrogante.
Anno: 2019
Episodi: 32 (35 minuti circa a episodio)
Dove vederlo: Viki sottotitolato in italiano
Genere: ComedyRomanceFantasySupernaturalTragedy
Diapositiva:   

E fu così che il colpo di fulmine si trasformò in una lampada al neon a basso consumo energetico.

Allora, partiamo dicendo che il mio cervello era ossessivamente proiettato verso altri drama e che ho dovuto - per forza di cose - sceglierne uno che fosse già completo prima di entrare nel tunnel senza fine degli onair. Ho scelto Angel's Last Mission perché era ormai da troppissimo tempo fermo a languire nella mia lista e perché alcune compagne di drama lo avevano trovato molto bello.

Bello è bello, senza ombra di dubbio, ma lo è per tutte e 32 le puntate? IMHO, no, non lo è.

Il drama ha come protagonista Yeon Seo, una ballerina che ha perso la vista in seguito ad un incidente avvenuto sul palco. Famosa per essere piuttosto antipatica, Yeon Seo diventa ancora più insopportabile, al punto che vive reclusa nella sua mega villa licenziando camerieri a destra e a manca appena le viene un attacco di collera. Solo la governante e il segretario storico riescono ancora a sopportarla, mentre il resto della famiglia - zia, zio, e cugine - gestiscono la fondazione di danza della quale dovrebbe occuparsene lei.
Yeon Seo è quel classico personaggio abituato ad essere il meglio del meglio, ad esserne consapevole e a non aver nessun filtro o umiltà, e che all'improvviso non ha più nulla. La danza, l'unica cosa che la rende felice, le è improvvisamente preclusa e la sua personalità spigolosa diventa con il passare degli anni un vero campo minato.
Parallelamente abbiamo Kim Dan, angelo specializzato in salvare cuccioli e animali, alla sua ultima missione prima di entrare in Paradiso. Convinto di dover gestire un'anima semplice, Kim Dan rimane colpito dalla drammaticità di Yeon Seo, dalla sua tristezza e dalla evidente difficoltà che affronta a causa della cecità. In un certo senso, Kim Dan sceglie inconsciamente Yeon Seo come sua ultima missione perché la salva quando in realtà lei avrebbe dovuto morire. La sua seconda possibilità è la missione di Kim Dan: farle trovare l'amore, lei sarà felice e lui andrà in Paradiso.
La situazione, però, non è così semplice. Siccome ha interferito con gli umani, Kim Dan non è più un angelo invisibile, ma è diventato un vero essere umano costretto ad infilarsi nella vita di Yeon Seo come suo assistente e segretario, e questo è per lui una fonte inesauribile di difficoltà.
I due iniziano malissimo: lei è ingestibile, arrogante, cattiva, mentre lui si aspetta da lei gentilezza, umanità e dolcezza. I due bisticciano continuamente, si prendono letteralmente per i capelli per tutta la prima parte del drama e poi, purtroppo la situazione cambia.

Ecco, per me la prima parte del drama è bellissima. Proprio bellissima. Roba che ho aspirato le puntate alla velocità della luce, ridevo come una pazza, e loro due erano perfetti. Kim Dan, sopra le righe, caotico, rumoroso, con una gestualità esagerata e le fossette che spuntano fuori quando sorride e ti fanno venire voglia di morderlo in faccia. Yeon Seo antipatica, negativa, arrabbiata, l'opposto estremo di Kim Dan, che lentamente si scioglie e non può fare a meno di lui. Ripeto, bellissimo.
Purtroppo il melodramma diventa un protagonista invadente nella seconda parte, e tanti saluti al divertimento e al romanticismo. Tutto quello che fino a quel punto aveva reso speciale il drama diventa una ripetizione continua dello stesso schema, viene calcata la mano sul solito tema della famiglia bastarda che vuole eliminare la poverina sola, e - naturalmente - l'immancabile separazione tra i due che secondo me dovrebbe essere centrale ma che qui rimane in ultima battuta prima della sconfitta dei cattivi.

Aggiungo che c'è anche il second lead, uno dei peggiori che io abbia mai visto. Se c'era una scena con Yeon Seo e Kim Dan, il Direttore spuntava fuori. Era ovunque, sempre, anche quando nessuno lo voleva, senza motivo, senza utilità, presente solo e soltanto per rompere le palle e far saltare i nervi a me. Odioso, ossessivo, egoista, si pone come innamorato di Yeon Seo quando lei lo rifiuta continuamente, come se non gli importasse di lei ma volesse solo ripristinare una storia d'amore morta e sepolta. L'ho odiato, purtroppo si defila solo alla fine quando ormai il drama ha perso tutto il suo slancio.
In generale quasi tutti i personaggi secondari soffrono affiancati ai due protagonisti. C'è una sorta di sciatteria in loro che mi ha impedito di apprezzarli sul serio, soprattutto se penso alla varietà di livelli di cattiveria che portano su schermo. La zia è una stronza, vero, e lo zio pure, ma alla fine si dimostrano essere stronzi che giocano parzialmente pulito, la cugina ballerina è una fessa che non riesce a spiccare il volo neanche quando è prima ballerina mentre la cugina psicopatica combina casini ma viene messa all'angolo troppo in fretta per i miei gusti. Non so, tutta questa parte del tentato omicidio, del voler togliere la fondazione a Yeon Seo mi è sembrata una forzatura, un voler infilare a tutti i costi un elemento thriller e drammatico dopo un inizio così divertente e romantico. Non si sono mischiati bene, visto e considerato la ripetitività delle scene e il finale veramente sottotono.

Due parole per i protagonisti. Yeon Seo è interpretata da Shin Hye Sun, ormai specializzata nei ruoli da malata. Poverina, scherzo. Esteticamente l'ho trovata credibile, magrissima e sottile come una vera ballerina, è stata piuttosto brava nel ballare, ma è stata bravissima nel creare un personaggio che su carta è odioso, ma che è impossibile non apprezzare. E' brava, espressiva, molto bella, e credibile.
Kim Myung Soo (L) è un patatino tenerissimo, lo avevo visto in un solo drama e lì non mi era piaciuto granché perché la sua interpretazione era stata troppo caricaturale. Ma qui la sua stravaganza ha trovato il giusto personaggio e il giusto drama. Di lui mi è piaciuto tutto, e Kim Dan è uscito come un angelo innocente nel vero senso della parola, ma anche generoso e pieno d'amore. Con questo drama ho rivalutato L e non vedo l'ora di guardarlo nei suoi prossimi lavori.

Ammosciamento di entusiasmo a parte, Angel's Last Mission si lascia vedere con facilità e non si trascina al punto da dropparlo. Ha una colonna sonora decente, ma nessuna delle canzoni mi è rimasta in testa, mentre non mi ha colpita molto sotto l'aspetto estetico: al di là della bellezza dei due attori, solo i vestiti e gli accessori di Yeon Seo sono degni di nota, il resto è abbastanza banalotto.
All right, non ho altro da aggiungere a parte enjoy.

16 dicembre 2019

Adele Vieri Castellano
Il leone di Roma

Serie Roma Caput Mundi 4

Trama
Amazon Publishing
pag. 510 | € 9,99

Roma, 50 d.C. Massimo Valerio Messalla è nobile di nascita, colto per educazione e guerriero per scelta, ma la sua libertà sta per finire: il padre gli impone di sposarsi, per garantire una discendenza alla stirpe dei Valeri. Ottavia Lenate è una giovane inquieta e curiosa, appassionata di scienza e astronomia, che desidera la conoscenza, non un marito, specie non uno ruvido e affascinante come Messalla, l’uomo a cui scopre di essere destinata. Massimo e Ottavia si trovano così forzati in un’unione decisa da altri, finché il Fato non li porterà ad Alessandria d’Egitto. In quella terra arida, sterile come l’anima di Messalla e ricca di tesori nascosti come lo spirito di Ottavia, una terribile minaccia in arrivo dal passato metterà a rischio tutto ciò che Massimo, il Leone di Roma, ama e vuole proteggere.
Era stato la sua persecuzione, il suo salvatore, l'uomo destinato a diventare il compagno di vita. Il padre dei suoi figli. E adesso non era più niente.

Commento
Mi ricordo ancora quando Adele uscì con il primo romanzo della serie, ricordo l'entusiasmo e ricordo anche che mi era piaciuto da impazzire. Ok, era il mio periodo romance hard core, praticamente leggevo solo quello, ma anche se con gli anni ho ridimensionato drasticamente i romanzi d'amore letti in un anno non ho mai eliminato dalla mia libreria le copie di Adele, e sì che mi sono liberata di tantissimi libri, quindi qualcosa vorrà pur dire.
Il romanzo in questione mi è stato regalato da Adele durante un bel pranzo in centro a Milano, quando abbiamo riallacciato i fili di rapporti che si sono un po' persi per strada e la facilità con la quale siamo rientrate in sintonia mi ha lusingata davvero tanto. Ho tenuto il libro da parte perché non volevo rischiare di piegarmi alla costrizione del leggere e recensire subito, ormai quel ritmo e quello schema non mi appartengono più, e ora che sono qua a scrivere la recensione so di aver fatto bene.
La motivazione principale, che ho capito a posteriori, è che un romanzo - d'amore o meno - con una quantità tale di pagine e una presenza così massiccia di storia deve ricevere la giusta attenzione. Se avessi letto Il leone di Roma in tutta fretta non me lo sarei goduto, sarei passata sopra a tanti dettagli come un rullo compressore e non mi sarebbe rimasto in testa così come mi è successo adesso. Prenderlo con i suoi tempi, letto con calma e con la giusta attenzione è l'unico modo per godersi davvero questa storia.
Messalla è sempre stato uno di quei personaggi secondari troppo imponenti per starsene buoni in secondo piano, nei romanzi precedenti l'autrice ha saputo contenerlo solo perché Rufo era ancora più intenso di lui e aveva la priorità su tutto e tutti, essendo il protagonista. Una volta arrivato il suo turno, però, è come se Messalla avesse scalato la marcia e raffreddato i motori, si è ritirato nelle sue stanze e ci ha lasciate tutte fuori al gelo pronte ad elemosinare un briciolo di calore.
Quello che mi aspettavo da lui, non l'ho avuto. Il Messalla che pensavo di leggere nella sua storia non si vede da nessuna parte perché, al posto del giovane irrequieto, spericolato, selvatico, c'è un uomo che ha modellato la sua personalità a colpi di vita, una versione più dura, distaccata e razionale di sé, un uomo praticamente irraggiungibile sia per fama che per personalità. Se prima Messalla mi piaceva, in questo libro l'ho adorato proprio perché ho un debole per i protagonisti freddi e distanti, quelli che fanno penare la protagonista e che quando cedono - se cedono - regalano un'overdose di soddisfazione.
Messalla è un eroe di Roma. Spedito ad Alessandria per domare i bollenti spiriti, rimane per anni nella città e sviluppa verso di essa un amore particolare: non è Roma, non è casa, ma è dove è diventato libero, è dove è diventato l'uomo che è e non tornerebbe indietro per nulla al mondo. Solo i suoi doveri di figlio e di soldato di Roma lo riportano a casa, dove il padre lo pressa affinché si sposi e assicuri un erede alla sua famiglia. Messalla non è molto d'accordo sulla questione matrimonio e cerca di prendere la questione da un punto di vista logico per dare al padre un rifiuto che non potrà contestare. Le cose non vanno proprio come vuole e Massimo si ritrova a dover accettare un matrimonio con una ragazzina, una donna acerba che non lo attrae granché ma che trova almeno molto intelligente.
La ragazzina in questione è Ottavia ed è sì giovane e intelligente, ma è anche un esemplare rarissimo di donna che vuole emanciparsi, un esemplare raro per l'epoca. Anche a lei l'idea di matrimonio non attira, tanto più che passerebbe dal controllo del padre a quello del marito, ma il suo vero problema è che da sposata sarà costretta ad abbandonare le sue passioni, già segretamente e duramente conquistate sotto l'autorità del padre. Ottavia è una studiosa, ha una mente scientifica, è attratta dalla cultura e ne è ingorda, se fosse per lei leggerebbe tutto e imparerebbe tutto, ma ovviamente deve accontentarsi dei trattati sui quali riesce a mettere le mani, e sulle materie che riesce a studiare senza destare sospetti.
Massimo e Ottavia sono molto diversi, ma le loro strade continuano ad incrociarsi e a spingerli uno verso l'altra. Prima Massimo compra un trattato che era stato ordinato da Ottavia, dipingendolo così come un arrogante maleducato, e poi si incontrano ancora una volta quando Ottavia è in pericolo di vita e Massimo la salva. Massimo è incuriosito da Ottavia, ma è lei a cedere quasi subito all'attrazione. Come biasimarla, Massimo è bello, intelligente, eroico e non la tratta come se fosse una sciocca, l'ascolta e non la giudica. Per la giovane l'infatuazione è inevitabile, ma per Massimo è tutta un'altra storia. Fermo ancora al ricordo della sua giovane innamorata, Massimo non ha nessuna intenzione di lasciarsi andare all'amore, non ne sente il bisogno ed è contento così com'è. Eppure quando si rende conto che il matrimonio ci sarà e la sposa sarà Ottavia, capisce che cedere alle richieste del padre non sarà poi così dura. Le prime settimane da sposati sono un po' traballanti, lui si tiene a rispettosa distanza e Ottavia non capisce come muoversi attorno al marito, una volta consumato il matrimonio è come se a dividerli ci fosse un oceano. Poi Massimo parte per Alessandria e inevitabilmente i due rimangono separati per un lungo periodo: lui si concentra sullo scovare e sconfiggere il suo nemico giurato e un po' si dimentica di Ottavia, mentre lei rimane a Roma a prendersi cura del genero e a nutrire un sentimento che sa non essere ricambiato.
Il periodo di separazione, ovviamente, suscita nel mio cuoricino una sofferenza meravigliosa: i sentimenti non ricambiati, la solitudine di Ottavia e il suo struggimento per un uomo che è suo marito ma al tempo stesso un estraneo sono un dolore sottile abilmente modulato in modo da dare il massimo della pena con il minor spargimento di sangue possibile. Quando Ottavia parte per Alessandria non sa cosa e chi troverà: se Massimo sarà contento di vederla, se la rispedirà dritta a Roma, se lo troverà circondato da amanti, o se magari non  lo troverà affatto. Invece Massimo è più che presente: è all'erta, è attento e non può fare a meno di studiare la donna che ha di fronte. Ottavia non è più una ragazzina, ora si avvicina molto di più al suo ideale di donna ma, soprattutto, scopre che con lei può parlare sul serio, che hanno interessi in comune e che se si parlano riescono ad andare d'accordo e a superare la freddezza che aveva caratterizzato il loro matrimonio.
A questo punto la temperatura sale, nel senso che Massimo smette di scalare marce e parte a tavoletta, si concentra su Ottavia e decide che controllarsi è bene ma a volte non controllarsi è meglio e lo struggimento, l'angst e i patemi ormonali raggiungono un nuovo livello, con tanto di sublime ansia da finale che porca miseria ti fa stropicciare il libro perché se non se la cavano ti parte il neurone.
Beh, non so se si è capito, ma Il leone di Roma mi è piaciuto tanto. Al di là del fatto che ho ritrovato dei personaggi che già conoscevo e che qui si sono confermati essere veramente interessanti, ho conosciuto Ottavia, che è adorabile, intelligente, coraggiosa, e soprattutto ho visto germogliare l'abbozzo della storia di Raganhar e di Giulia (o almeno credo, non è mica detto). In più ho riscoperto il piacere di leggere un romance storico serio, corposo, che non si gioca tutto sulle solite scene di rotolamenti di letto ma che sfrutta al massimo l'attrazione di menti prima che di corpi. L'autrice, del resto, ha uno stile molto adulto, calcolato e in oltre 500 pagine si può permettere di sviscerare la narrazione in modo che ogni gesto e ogni decisione dei personaggi siano comprensibili e chiari al lettore. Di sicuro non è uno stile fast-food, ci vogliono un minimo di attenzione e di interesse per i dettagli legati al periodo storico, tanto per fare un esempio i termini per indicare l'abbigliamento o gli insulti  che non fanno parte del parlato attuale sono dei piccoli dossi ai quali ci si deve abituare, frenano un pochino lo slancio della lettura ma arricchiscono la narrazione e rafforzano la sensazione di essere immersi in quel periodo storico. Se Il leone di Roma è il vostro primo romanzo di Adele, spendete qualche ora in più nella lettura e favorite una lettura più lenta, poi una volta preso il ritmo si divora in un attimo.
Ho da poco scoperto che ai primi di Gennaio uscirà un altro titolo della serie e naturalmente sono già con il ditino pronto su compra con 1click.

13 dicembre 2019

K-drama della settimana:
The Boy Next Door
I picked up a celebrity on the street




College students, Park Kyu Tae and Sung Gi Jae are two awkward neighbours that have a small disliking towards each other. After an accident the two boys move in together. They soon figure out that they are both friends with Kim Min Ah. The two end up in hilarious, awkward situations that leads Min Ah and her closeted boyfriend to believe they are gay.
Anno: 2017
Episodi: 15 (6 minuti circa a episodio)
Dove guardarlo: è disponibile su YouTube, diversi canali lo hanno caricato con i sottotitoli.
Genere: FriendshipComedyRomance

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Qualsiasi cosa sia questo drama è trash puccioso allo stato puro. Ovviamente mi sono avvicinata a questo web drama per la sola presenza dello splendido a destra, ma mi sono trovata a ridere come una cretina mentre mi sparavo tutte e 15 le puntate.
Kyu Tae è un ragazzetto normale, un po' quattrocchi, fissato con la pulizia, e si è appena trasferito in un appartamento che sembra una scatola di scarpe. In fianco a lui, speculare al suo, c'è l'appartamento di Gi Jae, suo coetaneo bello come il sole ma maschiaccio: fuma, è disordinato e poco pulito, e passa le giornate a giocare ai videogames. All'inizio Kyu Tae tenta di fare amicizia, ma Gi Jae non lo fila di striscio così cominciano a non sopportarsi. Un giorno l'appartamento di Kyu Tae prende fuoco e il proprietario gli dice di stare per qualche settimana a casa di Gi Jae, così dividono l'affitto e le spese. I due non si soffrono ma la cosa più divertente è che ogni santa volta che succede qualcosa e interagiscono la gente che li vede li scambia per una coppia. Se uno cade addosso all'altro pensano che stiano per saltarsi addosso, i loro dialoghi sono sempre letti in chiave sessuale, tutti persino la loro amica comune pensa che abbiano una tresca quando gli episodi hanno tutti una spiegazione logica. I misunderstadings sono esilaranti e l'elemento omosessuale è sempre trattato con rispetto: c'è ironia, si prendono molto in giro, ma non c'è discriminazione. Ad esempio il proprietario li vede insieme e dice eh, è così che fanno i giovani oggi? Non c'è mai il sotto inteso che sia qualcosa di sporco, quanto di sorprendente. Certo che poi, visti come coppia ad una scoppia il cervello perché, belli come sono, sarebbero un sogno. Bromance potentissima, quindi, scambiata per amore e tante tante gag comiche.
Peccato sia corto, ma forse è meglio così perché certe gag erano talmente cringy che in dosi massicce avrebbero bruciato qualsiasi divertimento per cadere nel trash brutto, invece sono 90 minuti di puro divertimento.


Contract worker Lee Yeon Seo daydreams about teaching her manager a lesson, but accidentally acts out her fantasy on none other than top Hallyu star Kang Joon Hyuk. Thinking she killed him but afraid to be labeled a murderer, she takes him home and prepares to get rid of the body. But Joon Hyuk wakes up and seeing her preparations thinks he has been kidnapped by a murderous psychopath. Seeing no other option, she keeps him hostage so he doesn't turn her in to the police. How long can she keep him hidden and can she ever convince him she's not an evil person?
Anno: 2018
Episodi: 10 (1 ora circa a episodio)
Dove guardarlo: Viki sottotitolato in italiano
Genere: FriendshipThrillerBusinessComedyRomance

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Delusione. Forte.
Sono una donna debole, vedo in un drama un attore che mi piace e le aspettative - e l'eccitazione - sale alle stelle. Verso la fine del 2018 I picked up a celebrity on the street era uno dei drama che aspettavo con più impazienza. La trama sembrava carinissima e in più l'attore protagonista è Sung Hoon, una botta di vita per i neuroni dormienti - e per gli ormoni comatosi, in più con soli 10 episodi mi aveva convinta in partenza.
Ora, la presenza del bonazzo Hoon può aiutare solo fino ad un certo punto, il resto dovrebbero farlo l'attrice protagonista e la storia. Premesso, quindi, che sono arrivata alla fine solo perché - cito Alice - lui è bono, questo drama è stato, purtroppo, una grossa delusione.
La protagonista è una lavoratrice precaria indebitata e sempre a corto di soldi, il fatto che non riesca a trovare un lavoro fisso e che debba inventarsi scuse per sopravvivere l'ha resa una persona materialista e la praticità portata all'estremo ha tolto qualsiasi forma di innocenza e dolcezza dalla sua personalità. Dopo l'ennesima ingiustizia sul lavoro decide di farla pagare al capo e, sbronza, lo aspetta in un vicolo buio per picchiarlo, dando un colpo così forte da far crollare a terra il poverino. Convinta di averlo ammazzato, si rende conto di aver abbattuto la persona sbagliata e in particolare di aver ucciso un attore famosissimo. Presa dal panico si trascina il corpo fino a casa dove tenta di sbarazzarsi del cadavere ma, all'improvviso, l'uomo si sveglia e lei decide di imprigionarlo per evitare di venir arrestata. Il drama si basa su questo rapporto rapitrice/vittima e dovrebbe far ridere. Dovrebbe, perché personalmente ho trovato abbastanza divertenti solo le prime gag e il resto è diventato presto un mischiotto di nonsense e cringe fortissimo. Il fatto che lei riesca a tenere imprigionato un uomo grande e grosso, che lui non sia abbastanza furbo da scappare, che quando ci riesce si fa beccare da lei, che sembrano più amici che altro, che alla fine pure si mettono insieme a me è sembrata una trama idiota.
Quando la questione rapimento viene a noia, all'improvviso si passa ad un'altra situazione: ora i due fanno gruppo per scovare chi (chi?) sta tentando di far fuori l'attore, e il trio diventa super unito. Il lieto fine è d'obbligo ma per niente logico o sentito. La storia d'amore è una delle più fredde e meno emozionanti mai viste in un drama, roba che onestamente era meglio se rimanevano amici e basta.
Oltre alla trama totalmente assurda e piena zeppa di idiozie, la protagonista femminile è talmente odiosa che avrei droppato solo per colpa sua, le avrei dato un scarica di mazzate.
Non ho la più pallida idea del perché non abbia droppato questo orrore, o del come abbia fatto a finire le 10 puntate, nemmeno la gnoccaggine di Hoon valgono le dieci ore buttate, certo è che non lo reputo un drama decente e mi dispiace per l'attore che finisce in drama bruttini ad interpretare sempre lo stesso tipo di personaggio.

9 dicembre 2019

Cora Carmack
All Lined Up

Serie Rusk University 1

Trama
William Morrow
ebook | € 6,70
In Texas, two things are cherished above all else—football and gossip. My life has always been ruled by both. Dallas Cole loathes football. That's what happens when you spend your whole childhood coming in second to a sport. College is her time to step out of the bleachers, and put the playing field (and the players) in her past. But life doesn't always go as planned. As if going to the same college as her football star ex wasn’t bad enough, her father, a Texas high school coaching phenom, has decided to make the jump to college ball… as the new head coach at Rusk University. Dallas finds herself in the shadows of her father and football all over again. Carson McClain is determined to go from second-string quarterback to the starting line-up. He needs the scholarship and the future that football provides. But when a beautiful redhead literally falls into his life, his focus is more than tested. It's obliterated. Dallas doesn't know Carson is on the team. Carson doesn't know that Dallas is his new coach's daughter. And neither of them know how to walk away from the attraction they feel.
You're the only thing that makes me feel better when I'm tired or frustrated. You're the thing that quites all my worries and doubts and fears. You're it for me. So run if you'd like, but I'll follow. You can try to hold me at arm's lenght, but I'll never stop trying to pull you close. Be scared if you must, but you're not going to lose me.

Commento
Essendo nel pieno del periodo più stressante dell'anno (se si lavora in un negozio), la mia attenzione alla lettura ha risentito parecchio della stanchezza che mi porto a casa ogni sera. Senza contare la totale mancanza di concentrazione che mi costringe a rileggere anche tre volte la stessa frase.
Questa nebbia cerebrale, unita alla imminente scadenza della mia challenge annuale su Goodreads mi portata a orientarmi su romanzi leggeri, e con leggeri intendo di quel tipo che puoi leggere anche mentre stai per entrare nella fase rem.
La mia riscoperta di YA e la mia mai sopita passione per i NA mi ha spinta verso autrici che sono rimaste ad ammuffire nella libreria e nel Kindle per veramente troppo tempo. Una di queste, a suo tempo seguita con ingordigia ma mai filata di striscio, è Cora Carmack con la sua serie Rusk University. Non ricordo esattamente cosa mi aveva attratta, ma diciamo che ci sono due componenti che, di solito, vincono subito il mio interesse: è un new adult e il protagonista gioca a football. I'm sold.
Ora, siccome non avevo tante energie non avevo nemmeno grandi aspettative su All lined up, anzi a dirla tutta mi aspettavo di droppare l'ebook dopo tipo un capitolo.
Invece no, non solo non l'ho droppato ma l'ho proprio divorato con una smania che mi ha ricordato i bei tempi andati, quando mi nutrivo di NA, e mi ha fatto cercare tutti i titoli della serie - ma questo è un altro discorso.
All lined up è ambientato alla Rusk University dove la squadra di football ha avuto momenti migliori e dove se non ami il fooball sei considerato uno strano. O una strana, come nel caso di Dallas. Ma per lei la questione è complicata perché il padre è allenatore della squadra ed è cresciuta a pane e schemi di gioco, ha avuto come fidanzato un quarterback e le partite del venerdì erano sacre come la messa della domenica. Poi per Dallas le cose sono cambiate, è cresciuta e il padre è diventato sempre più distante, sempre più fissato con il football e il fidanzato che tanto amava si è dimostrato essere un coglione assoluto. Le due cose hanno decretato la fine dell'idillio e l'inizio di una vita a boicottare il football. Per Dallas è anche complicato vivere come una studentessa normale, perché il padre è severo con lei come con i suoi atleti e il suo spazio di manovra per feste e ragazzi è molto limitato.
Una sera Dallas viene trascinata dalla sua amica Stella ad una festa dove, guarda caso, ci sono i giocatori della squadra e dove, guarda caso, c'è anche il suo ex Levi. Dallas ce la mette tutta a divertirsi, addirittura flirta con uno dei giocatori ma proprio sul più bello sente il suo ex e la sua nuova conquista fare una scommessa su di lei: portarsi a letto la figlia frigida del coach. Per Dallas è l'ennesima conferma di quanto i giocatori siano dei coglioni, così tenta la fuga dal balcone di una delle stanze e cade proprio sopra Carson, un ragazzo che si era nascosto nel giardino perché nemmeno lui va matto per la squadra di football. Tra i due nasce subito un'intesa particolare, scherzano e parlano e, alla fine, limonano pure al punto che se non fosse per Stella chissà cosa combinerebbero nel giardinetto.
Quello che Carson non dice è che anche lui fa parte della squadra, anche se è solo una riserva per il QB, e che il football è la sua carta vincente per permettersi un'università migliore e più cara. Il progetto di Carson è chiaro: dare il 200%, studiare come un pazzo, rubare il ruolo di QB a Levi ed evitare come la peste le distrazioni, incluse le ragazze. Il problema è che Carson ha perso la testa per Dallas, e lei ricambia l'attrazione, e quando i due scopriranno le rispettive identità la loro relazione passerà dall'essere un flirt innocuo ad un vero caso diplomatico. Dallas non ha intenzione di frequentare un altro giocatore, anche se Carson è adorabile e sexy da morire, e lui non può rischiare il suo ruolo perché Dallas è la figlia del coach e, quindi, off limits.
Il tira e molla romantico è assolutamente soddisfacente, la tensione tra i due personaggi aumenta gradualmente e in modo coerente alla storia, non ci sono grosse esagerazioni che rovinano l'atmosfera e il fatto che la storia rimanga in un certo senso privata, che i due tentino di tenere tutto sul piano platonico e falliscano miseramente aumenta il coinvolgimento nella storia.
Ci sono chiaramente delle svolte nella trama che migliorano - e di parecchio - lo sviluppo dei personaggi, e ho gradito in particolare che gli ostacoli alla coppia o i momenti di crisi venissero risolti con una buona dose di razionalità, realismo e no nonsense che ha fatto salire alle stelle il mio voto. Ha aiutato anche che la parte romantica fosse veramente coinvolgente, la sexitudine mai esagerata e la dose di sentimenti ben modulata ed inserita. I due protagonisti mi sono piaciuti tanto, sia Carson che Dallas e persino i secondari hanno dato un bel contributo, in particolare il papà coach e Stella. Per quanto riguarda lo stile, avendo letto il romanzo in lingua, siamo sul semplice andante con lessico colloquiale facile da capire, non ho fatto fatica nemmeno alle 19,30 sul treno con l'emicrania e il vagone pieno come un carro bestiame. Appena ho finito All lined up mi sono buttata a pesce sul secondo e sento arrivare la crisi d'astinenza perché gli altri ebook sono ancora troppo cari e ho fatto un fioretto di non comprare più niente fino alla fine dell'anno. Soffro immensamente.

6 dicembre 2019

K-drama della settimana: Moment at eighteen


A diciotto anni, Choi Jun Woo (Ong Seong Woo) ha consolidato la sua nomea di lupo solitario. Incapace di esprimere le proprie emozioni in modo adeguato, a chi non lo conosce dà sempre l'impressione di essere freddo e distaccato, quando di fatto è tutto il contrario. Oltre la superficie, è un ragazzo ingenuo e gentile che ha solo bisogno di essere attorniato dalle persone giuste per far emergere la sua vera natura. Quando cambia scuola, Jun Woo incontra Yoo Soo Bin (Kim Hyang Gi), studentessa modello che ha trascorso la sua intera vita sotto il controllo di una madre iperprotettiva. Soffocata dalle attenzioni della madre, Soo Bin trascorre la maggior parte della giornata a sognare il giorno in cui diventerà una donna indipendente. Nel frattempo, c'è Ma Hwi Young (Shin Seung Ho), apparentemente il perfetto gentiluomo. Dall'esterno forte e sicuro di sé, Hwi Young sembra non mancare di nulla, ma dentro si rivela un timido diciottenne alla ricerca del proprio posto nel mondo. Ognuno di loro ha le proprie sfide da affrontare, ma quando si ritrovano insieme le loro vite iniziano lentamente a cambiare.
Anno: 2019
Episodi: 16 ( 60 min. circa a episodio)
Dove guardarlo: Viki sottotitolato in italiano
Genere: FriendshipRomanceLifeSchoolYouthDramaFamily

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Ancora un volta il mio istinto ci ha visto giusto. L'ho curato, ho aspettato che fosse completo e poi me lo sono gustato dalla prima all'ultima puntata. A me gli scolastici piacciono, ma purtroppo ne trovo pochi che mi piacciano sul serio. Ho appena droppato il super famoso Heirs perché mi annoiava da morire e non ho nessun interesse per l'altrettanto iper lodato Boys over flowers. Quel genere di scolastico non è per me, per quanto il trash adolescenziale abbia un posto speciale nel mio cuore mi sono stufata di vedere gli adolescenti rappresentati sempre nello stesso identico modo, e spessissimo lontano dalla realtà.

Moment at eighteen (18 Anni su Viki) è un drama scolastico che non vuole ricalcare il modello degli scolastici infarciti di belloni cattivoni ricconi e belline poverine vittimine. C'è sicuramente una buona dose di romanticismo, c'è il cattivo di turno, c'è la vittima, ci sono quasi tutte le pedine sulla scacchiera degli scolastici, ma è il modo in cui vengono rappresentati a rendere tutto - esagero - unico.

La storia, tanto per cominciare, essendo ambientata nelle superiori e in una classe in particolare ha una coralità costante e importante. C'è un protagonista principale, quello che è poi il punto di collegamento con tutti i fili della trama, c'è la protagonista che sarà il suo interesse amoroso e poi ci sono altri personaggi, forse non altrettanto centrali ma comunque importanti. Ognuno di loro, dal primo all'ultimo, non importa quanto tempo passino sulla scena, ha qualcosa da dire e da fare, ha un'identità precisa, ha un motivo per esserci ed è perfettamente immerso nella storia. La coralità creata dal gruppo con il corso degli episodi diventa qualcosa da anticipare, come se senza di loro il protagonista si muovesse nel nulla.

L'aspetto che più ho gradito del drama è stato il voler rappresentare gli adolescenti in un modo quasi realistico, sicuramente con le dovute pulizie per renderli più drama friendly, ma non troppo lontani dalla realtà. La varietà delle tipologie di persone è sufficiente a soddisfare qualsiasi richiesta del pubblico: il leader bravo in tutto ma dall'animo oscuro, il bello e problematico, la brava studentessa, le amiche belle, cattive, sfortunate o bruttarelle, l'antagonista cattivello ma intelligente, l'amico zerbino e quello gay; la varietà in questo drama è la sua ricchezza e lo stesso concetto vale per gli adulti del drama, dai genitori (buoni, cattivi, una via di mezzo) agli insegnanti, che con la loro invasione di campo finiscono per influenzare i figli o, nel caso dei professori, sostenerli quando più ne hanno bisogno. Altra considerazione, gli attori non sono particolarmente belli. Cioè lo sono, ma in un modo molto ordinario: lei ad esempio è bassina con le gambette tarchiate e lui è un po' ingobbito e ciondolante, non proprio due modelli stereotipati da drama.

E ora la trama. Jun Woo si è appena trasferito in una nuova scuola dopo che era stato allontanato dalla precedente a causa di un'accusa di furto. Jun Woo è silenzioso, vive da solo lontano dalla mamma, ed è abituato a doversi comportare come un adulto. Lavora part-time, lava, cucina, studia, ha sempre un pensiero per la madre che si ammazza di lavoro e - in generale - ha dei problemi più pressanti di quelli che affliggono i suoi coetanei. Non si mischia con le ondate di crisi adolescenziali, non cerca il gruppo, sta benissimo anche per conto suo e non gliene importa di nulla purché lo lascino in pace.
Appena arriva alla nuova scuola Jun Woo fa due conoscenze: la prima è Soo Bin, la cui madre stava quasi per investire Jun Woo, e Hwi Young, il presidente della classe che lo prende sotto la sua ala per aiutarlo ad adattarsi. Entrambi sono gentili, ma Jun Woo capisce subito la differenza: mentre Soo Bin è davvero preoccupata per lui, le attenzioni di Hwi Young sono interessate e finalizzate ad alimentare la sua reputazione di studente modello. Jun Woo sarà anche solitario e silenzioso ma non è scemo, anche se il suo primo istinto è quello di passare inosservato e ingoiare il rospo, ha un limite che viene superato quando Hwi Young inscena un furto scaricando subdolamente la colpa su Jun Woo. Messo di fronte alla scelta tra l'ennesimo trasferimento forzato - con conseguente ammissione di colpa - o rimanere e stringere i denti, Jun Woo decide di agire in modo diverso e rimanere. La sua presenza destabilizza l'equilibrio della classe: Hwi Young perde lentamente presa sui compagni ma, soprattutto, su Soo Bin per la quale ha una cotta epocale, mentre Jun Woo dimostra poco alla volta la sua vera personalità a chi compie lo sforzo di guardare oltre i pregiudizi. Jun Woo è un personaggio che può essere frainteso e che all'inizio causa enorme frustrazione, quello che può essere risolto reagendo rimane immutato perché lui non crede nello sforzo e non crede che le persone gli vogliano dare davvero una seconda possibilità. Quando inizia a combattere per se stesso, a perseguire ciò in cui crede e a scoprire per la prima volta l'amore il suo personaggio si trasforma, e da silenzioso e passivo diventa sicuro, attivo e intraprendente.

Soo Bin è una ragazzina come tante, carina, gentile, divertente, brava a scuola, eppure la sua normalità è appesantita dalle aspettative della madre. Per lei la figlia deve essere la prima della classe, deve avere voti alti per poter entrare all'Università di Seoul, non deve mischiarsi con i peggiori della sua classe, non deve distrarsi, deve seguire tutti i corsi extra anche se per farla ammettere deve umiliarsi. Il livello di oppressione che questa donna esercita sulla figlia è tremendo, ma il suo punto di vista viene spesso spiegato attraverso delle scene toccanti madre/figlia, dove con lo scontro le due tirano fuori le vere motivazioni e i veri sentimenti che stanno dietro a certi pensieri. La madre di Soo Bin non è cattiva, non cerca la gloria e non vuole vantarsi con le altre madri, semplicemente ha vissuto sulla sua pelle quanto sia difficile fare carriera se si è donna e non vuole che la figlia faccia la sua stessa fatica. Per lei vuole il meglio e non vede altra strada per ottenerlo se non attraverso l'eccellenza scolastica. Ovviamente il loro rapporto non è sempre facile così come non è sempre idilliaco, ma è realistico e spesso emozionante. Soo Bin, tra l'altro, pur essendo una bravissima ragazza soffre parecchio per la pressione della madre e si trova tra l'incudine e il martello: non vuole deludere la madre ma non vuole nemmeno soffrire per dei voti che per lei non determinano il suo valore come persona. Questa individualità è espressa attraverso il suo rapporto con Jun Woo: dove gli altri lo evitano o lo fraintendono, lei gli da la possibilità di riscattarsi; dove gli altri vedono un fallito, lei vede un ragazzo timido e gentile che la fa sentire bene. Il suo amore per Jun Woo, in un certo senso, la rende più forte e la mette nella giusta posizione per maturare.

Il terzo personaggio chiave è Hwi Young. Lui è il classico perfettino che suscita immediatamente antipatia, la sua apparente gentilezza, il suo saper fare tutto e bene, il voler essere a qualunque costo in cima alla lista degli studenti sono una corazza che usa per tenersi nascosto. La sua vera indole non è così gentile, né così altruista, ma il ragazzo deve essere così per ottenere ciò che vuole. Hwi Young è crudele, ma vigliacco, tira i fili da dietro le quinte e fa in modo che siano gli altri a incassare il colpo. L'accusa di furto per Jun Woo non parte da lui, ma è lui la causa, così come tantissimi altri episodi di diversa gravità. Non è un ragazzo facile, non piace e lui non vuole piacere ma sotto - ancora una volta - c'è qualcosa di più grande di lui. Se a scuola e all'esterno Hwi Young sembra perfetto, con una vita perfetta, ricco, con dei genitori potenti, la sua realtà tra le pareti di casa è totalmente diversa. Il padre è ossessionato dalla perfezione, si aspetta che il figlio salga la scala sociale schiacciando gli altri e al tempo stesso lo disprezza per la sua evidente incapacità di raggiungere l'obiettivo senza il loro intervento. Ad ogni voto che non sia il massimo, Hwi Yung viene picchiato, umiliato, denigrato, e come si può immaginare la vittima diventa carnefice per sfogare il suo senso di impotenza e di inadeguatezza. Il percorso di Hwi Young è complesso e si risolve solo quando il ragazzo è costretto ad affrontare le conseguenze delle sue azioni. Di lui ho apprezzato la coerenza, fino alla fine è quello che è solo con meno cattiveria dentro.

Tra i tre personaggi adulti del drama voglio parlare solo del professore Han Gyul. Il suo personaggio è adorabile, non è particolarmente intelligente, ha un ruolo precario, è single, ha un debole per lo shopping di lusso che puntualmente lo lascia con il conto in rosso e si lascia mettere i piedi in testa dagli alunni. Han Gyul è una persona gentile, timida, fondamentalmente buona che ancora crede che le persone siano innocenti fino a prova contraria. Forse perché viene costantemente messo da parte dal corpo docenti e ignorato dagli studenti, riversa su Jun Woo la sua voglia di rivincita. Nel ragazzo vede una vittima presa di mira e usato come capro espiatorio nella lotta alla scalata alla vetta degli studenti più prestigiosi, così decide di aiutarlo, di credere in lui e di fornirgli - quando può e quando riesce - le occasioni e i mezzi per cancellare la nomea di ladruncolo che gli hanno affibbiato. Han Gyul trova nel percorso di Jun Woo lo stimolo per uscire dal suo guscio, così con la sua gentilezza e una ritrovata fermezza rimette al posto Hwi Young e stabilisce un contatto vero con i ragazzi della sua classe. Il legame che si crea con Jun Woo, con Hwi Young e con gli altri protagonisti è bellissimo, commovente e divertente e lascia spazio ad un'ondata di affetto per questo professore goffo ma gentile che diventa il vero e unico protettore dei ragazzi.

Ci sarebbe tantissimo da aggiungere su questo drama, ma elencare tutti gli argomenti di attualità toccati sarebbe come sradicarne il significato e lasciarlo vuoto e insipido. C'è la storia d'amore, che è di una dolcezza e di una delicatezza meravigliose, c'è la amicizia, c'è la realtà della corruzione del mondo scolastico, c'è violenza e morte, ma anche spensieratezza e comicità. La sceneggiatura e il montaggio del drama sono stati fantastici, non c'è un solo momento vuoto, una sola puntata inutile, un personaggio che potrebbe essere dimenticato, si capisce che è tutto pensato e costruito con attenzione ma l'esperienza è troppo trascinante perché ci si soffermi a meditare su queste cose.
La cura della produzione è lampante nella fotografia, con la scelta di creare scene poetiche e esteticamente bellissime, con setting fin troppo perfetti e una colonna sonora che esalta le emozioni suscitate dalla storia. Gli attori, poi, sono stati tutti veramente bravi, intensi ed espressivi, hanno dato vita ai loro personaggi e li hanno resi reali, veri, vivi.
 
Moment at eighteen mi è piaciuto veramente tanto ma mi rendo conto che per alcune persone potrebbe avere delle pecche imperdonabili: la lentezza, ad esempio, che per me si traduce in cura del dettaglio fino al laccio delle scarpe, e la personalità sfuggente di Jun Woo, che è il protagonista principale ma che esce dallo schema del solito protagonista da drama. Personalmente ho trovato tutto perfetto, tutto ben fatto e niente mi ha lasciato l'amaro in bocca.
PS: Jun Woo, nella sua gestualità e un po' nei lineamenti mi ha ricordato un ragazzino che era in classe con me alle medie, anche lui problematico ma in realtà molto gentile.
 

2 dicembre 2019

Jennifer L. Armetrout
Il Ritorno

Serie Titan 1
Titolo originale The Return


Trama
Hodder & Stoughton
pag. 335 | € 8,90
È passato un anno da quando Seth ha stretto il suo folle patto con gli dei, accettando di mettere la propria vita al loro servizio. Da allora gli hanno affidato ogni sorta di lavoro sporco, missioni violente e sanguinose che non gli creano nessun problema di coscienza, anzi. Ora, però, Apollo ha in mente qualcosa di diverso. Vuole che protegga una ragazza, e per giunta senza sfiorarla con un dito. Il che, per uno come lui, che ha qualche problema a controllare le proprie pulsioni, potrebbe rivelarsi la sfida più difficile che abbia mai dovuto affrontare. Perché Josie non ha la minima idea dell'effetto che ha su di lui ma, quel che è peggio, non immagina neanche lontanamente l'incubo in cui sta per precipitare. E l'attrazione irresistibile che la spinge tra le braccia del bellissimo giovane dagli occhi ambrati e colmi di segreti potrebbe non essere il minore dei pericoli che l'aspettano.
"Say that I'm not just the Apollyon," he whispered, his voice harsh.Tears built in my throat. "You're not just the Apollyon, Seth."His eyes drifted shut, his face tensed as his fingers splayed across my cheeks. "I don't even know who I am anymore. Or what I ever was."Oh goodness, that ripped right through my chest. "You're just...you're just Seth."A tremor moved through his arms. "And you...you're just my salvation.”
Commento
Causa congiunzione astrale composta da assenze di colleghi molesti e sabati lavorativi vuoti ho iniziato e finito The Return con un ritmo quasi sbalorditivo. Tre giorni con molto relax riempiti da Seth e dalla Armentrout, e la mia voglia di leggere a manetta si è risvegliata dal torpore invernale.
Faccio una piccola nota tecnica, io ho letto l'edizione americana (all'epoca costava di meno di quella italiana) ma il link ad Amazon è di quella italiana.
Quando ho letto la serie Covenant sapevo senza ombra di dubbio che Seth sarebbe stato il personaggio migliore creato in questa serie, né Alex né Aiden mi hanno mai convinta del tutto e soltanto la presenza ballerina di Seth mi stimolava a scoprire le evoluzioni della trama. Ammetto anche che se non ci fosse stato Seth a scuotere la situazione la serie Covenant si sarebbe sgonfiata senza possibilità di ripresa, invece il suo ruolo ha portato una svolta interessante e il suo personaggio si è definitivamente stabilito in cima all'elenco dei preferiti.
The Return e, credo, la serie Titan girano attorno alla liberazione dei Titani e al pericolo che portano con sé: sterminio degli Dei e distruzione della Terra. Anche se non sono grande fan dell'idea di base (mi sembra troppo simile a quella della serie Covenant), ho apprezzato lo sviluppo di questo primo titolo e il modo in cui l'autrice ha introdotto per bene la sua nuova protagonista. Opposta al genere di Alex, combattiva, aggressiva, la classica eroina che alla lunga urta i nervi, abbiamo Josie, una giovane studente di psicologia allergica all'attività fisica, insicura, ma con una personalità adorabile. Josie non lo sa, ma è un semidio e suo padre è Apollo ed è una pedina decisiva nell'imminente guerra con i Titani. Secondo Apollo, il piano degli dei per salvare il mondo consiste nel raggruppare tutti i semidei e risvegliare i loro poteri in modo che poi possano confinare ancora una volta i Titani, salvando capre e cavoli. Josie è più a rischio degli altri perché Hyperion, uno dei Titani, ha un conto in sospeso con Apollo e lei è il suo primo obiettivo per fargliela pagare.
Quando un giorno si trova di fronte un ragazzo bellissimo e un po' inquietante, Josie comincia a far girare le rotelle nella sua testolina perché bello o meno, questo biondone meraviglioso spunta fuori nei momenti più strani e conosce il suo nome. Quello che Seth le dice non ha alcun senso, all'inizio lo prende come uno scherzo ma proprio nel suo campus viene aggredita da un'Ombra e Seth e la sua unica amica Erin, in realtà una delle Furie, la salveranno da morte certa. Di fronte all'evidenza dei fatti, di fronte al pericolo e alla trasformazione di Erin, Josie non ha altra scelta che credere ciecamente a Seth e affidarsi a lui perché strano o meno, Josie ha tutta l'intenzione di rimanere viva. Seth, dopo aver stipulato il patto per prendere il posto di Aiden, è diventato una specie di tuttofare per Apollo. Consapevole di dover espirare le sue colpe, non si lamenta mai e porta a termine i suoi compiti con un'efficienza a tratti inquietante. Quando Apollo gli affida il compito di proteggere Josie e scortarla al Covenant, Seth non prende la missione alla leggera: Josie è carina, è sveglia, è facile da gestire, ma è prima di tutto un semidio ed è la figlia di Apollo, quindi off limits per tutta una serie di ragioni. Ovviamente essendo Seth quello che è con il carattere che ha fin da subito stuzzica la povera Josie. Lei, invece, messa di fronte ad un cambiamento epocale si affida a Seth e, invece di sclerare o diventare una isterica rabbiosa, instaura con lui un rapporto di fiducia cieca e di complicità. I due si stuzzicano, si prendono in giro, ma soprattutto diventano uniti al punto che Seth, noto per avere un carattere difficile, poco alla volta si apre alla gentilezza e alla normalità di Josie.
Come si può immaginare, Seth e Josie oltre ad essere protagonisti assoluti del romanzo, formano la coppia del libro e insieme funzionano. Josie è particolarmente facile da apprezzare per il suo modo di fare, la sua umanità e la sua normalità, anche perché è l'opposto non solo di Seth ma soprattutto di Alex, che sappiamo essere stata l'interesse amoroso di Seth nella serie precedente. Credo che abbia funzionato particolarmente bene perché il suo essere così ordinaria ha tirato fuori un lato più umano di Seth e lo ha spogliato poco alla volta della sua patina di cattivo.
Seth in questo primo romanzo cerca in tutti i modi di lasciarsi alle spalle quello che è stato, di riparare quando può, di rendersi utile, di fare qualcosa che risponda a quello che sente dentro di sé, senza che nessuno gli dica cosa fare o cosa provare. Per la prima volta Seth ha la possibilità di essere se stesso, Josie non lo conosce il Seth di prima, e con lei può provare a ricominciare da capo. Il suo cambiamento viene messo in luce anche dai personaggi secondari, che per una volta non lo trattano come un serial killer ma come un componente del gruppo del quale non possono fare a meno. Ho avuto la conferma che Seth è un bel personaggio, con tante sfumature, sexy ma anche divertente, tutto l'opposto del rigido e moralista Aiden. 
Per quanto riguarda la trama non ho grosse obiezioni, anzi, ho apprezzato parecchio che il patatrac accada verso la fine e che non occupi capitoli e capitoli, ma che si concluda in modo piuttosto soddisfacente senza fili aperti. Certo, ovviamente la questione dei Titani non si risolve, ma il primo pericolo che si presenta per tutto il romanzo è quello che costituisce lo scontro finale. Insomma c'è stato un assaggio di quello che verrà senza l'overdose tipica dei romanzi che scaricano sul lettore tutto e subito. Non ho dato un voto molto alto perché tutto sommato stiamo parlando di un genere che a me non fa impazzire - il fantasy YA della Armentrout è sempre un rischio - anche se ha avuto il grosso merito di dare una scossa al mio ritmo di lettura. Probabilmente seguirò il resto della serie in ebook (in italiano) perché ho deciso di cominciare a tagliare i libri in inglese in cartaceo, ho avuto troppe fregature e poi non riesco a rivenderli. Sad, but true.