A diciotto anni, Choi Jun Woo (Ong Seong Woo) ha consolidato la sua nomea di lupo solitario. Incapace di esprimere le proprie emozioni in modo adeguato, a chi non lo conosce dà sempre l'impressione di essere freddo e distaccato, quando di fatto è tutto il contrario. Oltre la superficie, è un ragazzo ingenuo e gentile che ha solo bisogno di essere attorniato dalle persone giuste per far emergere la sua vera natura. Quando cambia scuola, Jun Woo incontra Yoo Soo Bin (Kim Hyang Gi), studentessa modello che ha trascorso la sua intera vita sotto il controllo di una madre iperprotettiva. Soffocata dalle attenzioni della madre, Soo Bin trascorre la maggior parte della giornata a sognare il giorno in cui diventerà una donna indipendente. Nel frattempo, c'è Ma Hwi Young (Shin Seung Ho), apparentemente il perfetto gentiluomo. Dall'esterno forte e sicuro di sé, Hwi Young sembra non mancare di nulla, ma dentro si rivela un timido diciottenne alla ricerca del proprio posto nel mondo. Ognuno di loro ha le proprie sfide da affrontare, ma quando si ritrovano insieme le loro vite iniziano lentamente a cambiare.
Anno: 2019
Episodi: 16 ( 60 min. circa a episodio)
Dove guardarlo: Viki sottotitolato in italiano
Genere: Friendship, Romance, Life, School, Youth, Drama, Family
Diapositiva:
Ancora un volta il mio istinto ci ha visto giusto. L'ho curato, ho aspettato che fosse completo e poi me lo sono gustato dalla prima all'ultima puntata. A me gli scolastici piacciono, ma purtroppo ne trovo pochi che mi piacciano sul serio. Ho appena droppato il super famoso Heirs perché mi annoiava da morire e non ho nessun interesse per l'altrettanto iper lodato Boys over flowers. Quel genere di scolastico non è per me, per quanto il trash adolescenziale abbia un posto speciale nel mio cuore mi sono stufata di vedere gli adolescenti rappresentati sempre nello stesso identico modo, e spessissimo lontano dalla realtà.
Moment at eighteen (18 Anni su Viki) è un drama scolastico che non vuole ricalcare il modello degli scolastici infarciti di belloni cattivoni ricconi e belline poverine vittimine. C'è sicuramente una buona dose di romanticismo, c'è il cattivo di turno, c'è la vittima, ci sono quasi tutte le pedine sulla scacchiera degli scolastici, ma è il modo in cui vengono rappresentati a rendere tutto - esagero - unico.
La storia, tanto per cominciare, essendo ambientata nelle superiori e in una classe in particolare ha una coralità costante e importante. C'è un protagonista principale, quello che è poi il punto di collegamento con tutti i fili della trama, c'è la protagonista che sarà il suo interesse amoroso e poi ci sono altri personaggi, forse non altrettanto centrali ma comunque importanti. Ognuno di loro, dal primo all'ultimo, non importa quanto tempo passino sulla scena, ha qualcosa da dire e da fare, ha un'identità precisa, ha un motivo per esserci ed è perfettamente immerso nella storia. La coralità creata dal gruppo con il corso degli episodi diventa qualcosa da anticipare, come se senza di loro il protagonista si muovesse nel nulla.
L'aspetto che più ho gradito del drama è stato il voler rappresentare gli adolescenti in un modo quasi realistico, sicuramente con le dovute pulizie per renderli più drama friendly, ma non troppo lontani dalla realtà. La varietà delle tipologie di persone è sufficiente a soddisfare qualsiasi richiesta del pubblico: il leader bravo in tutto ma dall'animo oscuro, il bello e problematico, la brava studentessa, le amiche belle, cattive, sfortunate o bruttarelle, l'antagonista cattivello ma intelligente, l'amico zerbino e quello gay; la varietà in questo drama è la sua ricchezza e lo stesso concetto vale per gli adulti del drama, dai genitori (buoni, cattivi, una via di mezzo) agli insegnanti, che con la loro invasione di campo finiscono per influenzare i figli o, nel caso dei professori, sostenerli quando più ne hanno bisogno. Altra considerazione, gli attori non sono particolarmente belli. Cioè lo sono, ma in un modo molto ordinario: lei ad esempio è bassina con le gambette tarchiate e lui è un po' ingobbito e ciondolante, non proprio due modelli stereotipati da drama.
E ora la trama. Jun Woo si è appena trasferito in una nuova scuola dopo che era stato allontanato dalla precedente a causa di un'accusa di furto. Jun Woo è silenzioso, vive da solo lontano dalla mamma, ed è abituato a doversi comportare come un adulto. Lavora part-time, lava, cucina, studia, ha sempre un pensiero per la madre che si ammazza di lavoro e - in generale - ha dei problemi più pressanti di quelli che affliggono i suoi coetanei. Non si mischia con le ondate di crisi adolescenziali, non cerca il gruppo, sta benissimo anche per conto suo e non gliene importa di nulla purché lo lascino in pace.
Appena arriva alla nuova scuola Jun Woo fa due conoscenze: la prima è Soo Bin, la cui madre stava quasi per investire Jun Woo, e Hwi Young, il presidente della classe che lo prende sotto la sua ala per aiutarlo ad adattarsi. Entrambi sono gentili, ma Jun Woo capisce subito la differenza: mentre Soo Bin è davvero preoccupata per lui, le attenzioni di Hwi Young sono interessate e finalizzate ad alimentare la sua reputazione di studente modello. Jun Woo sarà anche solitario e silenzioso ma non è scemo, anche se il suo primo istinto è quello di passare inosservato e ingoiare il rospo, ha un limite che viene superato quando Hwi Young inscena un furto scaricando subdolamente la colpa su Jun Woo. Messo di fronte alla scelta tra l'ennesimo trasferimento forzato - con conseguente ammissione di colpa - o rimanere e stringere i denti, Jun Woo decide di agire in modo diverso e rimanere. La sua presenza destabilizza l'equilibrio della classe: Hwi Young perde lentamente presa sui compagni ma, soprattutto, su Soo Bin per la quale ha una cotta epocale, mentre Jun Woo dimostra poco alla volta la sua vera personalità a chi compie lo sforzo di guardare oltre i pregiudizi. Jun Woo è un personaggio che può essere frainteso e che all'inizio causa enorme frustrazione, quello che può essere risolto reagendo rimane immutato perché lui non crede nello sforzo e non crede che le persone gli vogliano dare davvero una seconda possibilità. Quando inizia a combattere per se stesso, a perseguire ciò in cui crede e a scoprire per la prima volta l'amore il suo personaggio si trasforma, e da silenzioso e passivo diventa sicuro, attivo e intraprendente.
Soo Bin è una ragazzina come tante, carina, gentile, divertente, brava a scuola, eppure la sua normalità è appesantita dalle aspettative della madre. Per lei la figlia deve essere la prima della classe, deve avere voti alti per poter entrare all'Università di Seoul, non deve mischiarsi con i peggiori della sua classe, non deve distrarsi, deve seguire tutti i corsi extra anche se per farla ammettere deve umiliarsi. Il livello di oppressione che questa donna esercita sulla figlia è tremendo, ma il suo punto di vista viene spesso spiegato attraverso delle scene toccanti madre/figlia, dove con lo scontro le due tirano fuori le vere motivazioni e i veri sentimenti che stanno dietro a certi pensieri. La madre di Soo Bin non è cattiva, non cerca la gloria e non vuole vantarsi con le altre madri, semplicemente ha vissuto sulla sua pelle quanto sia difficile fare carriera se si è donna e non vuole che la figlia faccia la sua stessa fatica. Per lei vuole il meglio e non vede altra strada per ottenerlo se non attraverso l'eccellenza scolastica. Ovviamente il loro rapporto non è sempre facile così come non è sempre idilliaco, ma è realistico e spesso emozionante. Soo Bin, tra l'altro, pur essendo una bravissima ragazza soffre parecchio per la pressione della madre e si trova tra l'incudine e il martello: non vuole deludere la madre ma non vuole nemmeno soffrire per dei voti che per lei non determinano il suo valore come persona. Questa individualità è espressa attraverso il suo rapporto con Jun Woo: dove gli altri lo evitano o lo fraintendono, lei gli da la possibilità di riscattarsi; dove gli altri vedono un fallito, lei vede un ragazzo timido e gentile che la fa sentire bene. Il suo amore per Jun Woo, in un certo senso, la rende più forte e la mette nella giusta posizione per maturare.
Il terzo personaggio chiave è Hwi Young. Lui è il classico perfettino che suscita immediatamente antipatia, la sua apparente gentilezza, il suo saper fare tutto e bene, il voler essere a qualunque costo in cima alla lista degli studenti sono una corazza che usa per tenersi nascosto. La sua vera indole non è così gentile, né così altruista, ma il ragazzo deve essere così per ottenere ciò che vuole. Hwi Young è crudele, ma vigliacco, tira i fili da dietro le quinte e fa in modo che siano gli altri a incassare il colpo. L'accusa di furto per Jun Woo non parte da lui, ma è lui la causa, così come tantissimi altri episodi di diversa gravità. Non è un ragazzo facile, non piace e lui non vuole piacere ma sotto - ancora una volta - c'è qualcosa di più grande di lui. Se a scuola e all'esterno Hwi Young sembra perfetto, con una vita perfetta, ricco, con dei genitori potenti, la sua realtà tra le pareti di casa è totalmente diversa. Il padre è ossessionato dalla perfezione, si aspetta che il figlio salga la scala sociale schiacciando gli altri e al tempo stesso lo disprezza per la sua evidente incapacità di raggiungere l'obiettivo senza il loro intervento. Ad ogni voto che non sia il massimo, Hwi Yung viene picchiato, umiliato, denigrato, e come si può immaginare la vittima diventa carnefice per sfogare il suo senso di impotenza e di inadeguatezza. Il percorso di Hwi Young è complesso e si risolve solo quando il ragazzo è costretto ad affrontare le conseguenze delle sue azioni. Di lui ho apprezzato la coerenza, fino alla fine è quello che è solo con meno cattiveria dentro.
Tra i tre personaggi adulti del drama voglio parlare solo del professore Han Gyul. Il suo personaggio è adorabile, non è particolarmente intelligente, ha un ruolo precario, è single, ha un debole per lo shopping di lusso che puntualmente lo lascia con il conto in rosso e si lascia mettere i piedi in testa dagli alunni. Han Gyul è una persona gentile, timida, fondamentalmente buona che ancora crede che le persone siano innocenti fino a prova contraria. Forse perché viene costantemente messo da parte dal corpo docenti e ignorato dagli studenti, riversa su Jun Woo la sua voglia di rivincita. Nel ragazzo vede una vittima presa di mira e usato come capro espiatorio nella lotta alla scalata alla vetta degli studenti più prestigiosi, così decide di aiutarlo, di credere in lui e di fornirgli - quando può e quando riesce - le occasioni e i mezzi per cancellare la nomea di ladruncolo che gli hanno affibbiato. Han Gyul trova nel percorso di Jun Woo lo stimolo per uscire dal suo guscio, così con la sua gentilezza e una ritrovata fermezza rimette al posto Hwi Young e stabilisce un contatto vero con i ragazzi della sua classe. Il legame che si crea con Jun Woo, con Hwi Young e con gli altri protagonisti è bellissimo, commovente e divertente e lascia spazio ad un'ondata di affetto per questo professore goffo ma gentile che diventa il vero e unico protettore dei ragazzi.
Ci sarebbe tantissimo da aggiungere su questo drama, ma elencare tutti gli argomenti di attualità toccati sarebbe come sradicarne il significato e lasciarlo vuoto e insipido. C'è la storia d'amore, che è di una dolcezza e di una delicatezza meravigliose, c'è la amicizia, c'è la realtà della corruzione del mondo scolastico, c'è violenza e morte, ma anche spensieratezza e comicità. La sceneggiatura e il montaggio del drama sono stati fantastici, non c'è un solo momento vuoto, una sola puntata inutile, un personaggio che potrebbe essere dimenticato, si capisce che è tutto pensato e costruito con attenzione ma l'esperienza è troppo trascinante perché ci si soffermi a meditare su queste cose.
La cura della produzione è lampante nella fotografia, con la scelta di creare scene poetiche e esteticamente bellissime, con setting fin troppo perfetti e una colonna sonora che esalta le emozioni suscitate dalla storia. Gli attori, poi, sono stati tutti veramente bravi, intensi ed espressivi, hanno dato vita ai loro personaggi e li hanno resi reali, veri, vivi.
Moment at eighteen mi è piaciuto veramente tanto ma mi rendo conto che per alcune persone potrebbe avere delle pecche imperdonabili: la lentezza, ad esempio, che per me si traduce in cura del dettaglio fino al laccio delle scarpe, e la personalità sfuggente di Jun Woo, che è il protagonista principale ma che esce dallo schema del solito protagonista da drama. Personalmente ho trovato tutto perfetto, tutto ben fatto e niente mi ha lasciato l'amaro in bocca.
PS: Jun Woo, nella sua gestualità e un po' nei lineamenti mi ha ricordato un ragazzino che era in classe con me alle medie, anche lui problematico ma in realtà molto gentile.
Diapositiva:
Ancora un volta il mio istinto ci ha visto giusto. L'ho curato, ho aspettato che fosse completo e poi me lo sono gustato dalla prima all'ultima puntata. A me gli scolastici piacciono, ma purtroppo ne trovo pochi che mi piacciano sul serio. Ho appena droppato il super famoso Heirs perché mi annoiava da morire e non ho nessun interesse per l'altrettanto iper lodato Boys over flowers. Quel genere di scolastico non è per me, per quanto il trash adolescenziale abbia un posto speciale nel mio cuore mi sono stufata di vedere gli adolescenti rappresentati sempre nello stesso identico modo, e spessissimo lontano dalla realtà.
Moment at eighteen (18 Anni su Viki) è un drama scolastico che non vuole ricalcare il modello degli scolastici infarciti di belloni cattivoni ricconi e belline poverine vittimine. C'è sicuramente una buona dose di romanticismo, c'è il cattivo di turno, c'è la vittima, ci sono quasi tutte le pedine sulla scacchiera degli scolastici, ma è il modo in cui vengono rappresentati a rendere tutto - esagero - unico.
La storia, tanto per cominciare, essendo ambientata nelle superiori e in una classe in particolare ha una coralità costante e importante. C'è un protagonista principale, quello che è poi il punto di collegamento con tutti i fili della trama, c'è la protagonista che sarà il suo interesse amoroso e poi ci sono altri personaggi, forse non altrettanto centrali ma comunque importanti. Ognuno di loro, dal primo all'ultimo, non importa quanto tempo passino sulla scena, ha qualcosa da dire e da fare, ha un'identità precisa, ha un motivo per esserci ed è perfettamente immerso nella storia. La coralità creata dal gruppo con il corso degli episodi diventa qualcosa da anticipare, come se senza di loro il protagonista si muovesse nel nulla.
L'aspetto che più ho gradito del drama è stato il voler rappresentare gli adolescenti in un modo quasi realistico, sicuramente con le dovute pulizie per renderli più drama friendly, ma non troppo lontani dalla realtà. La varietà delle tipologie di persone è sufficiente a soddisfare qualsiasi richiesta del pubblico: il leader bravo in tutto ma dall'animo oscuro, il bello e problematico, la brava studentessa, le amiche belle, cattive, sfortunate o bruttarelle, l'antagonista cattivello ma intelligente, l'amico zerbino e quello gay; la varietà in questo drama è la sua ricchezza e lo stesso concetto vale per gli adulti del drama, dai genitori (buoni, cattivi, una via di mezzo) agli insegnanti, che con la loro invasione di campo finiscono per influenzare i figli o, nel caso dei professori, sostenerli quando più ne hanno bisogno. Altra considerazione, gli attori non sono particolarmente belli. Cioè lo sono, ma in un modo molto ordinario: lei ad esempio è bassina con le gambette tarchiate e lui è un po' ingobbito e ciondolante, non proprio due modelli stereotipati da drama.
E ora la trama. Jun Woo si è appena trasferito in una nuova scuola dopo che era stato allontanato dalla precedente a causa di un'accusa di furto. Jun Woo è silenzioso, vive da solo lontano dalla mamma, ed è abituato a doversi comportare come un adulto. Lavora part-time, lava, cucina, studia, ha sempre un pensiero per la madre che si ammazza di lavoro e - in generale - ha dei problemi più pressanti di quelli che affliggono i suoi coetanei. Non si mischia con le ondate di crisi adolescenziali, non cerca il gruppo, sta benissimo anche per conto suo e non gliene importa di nulla purché lo lascino in pace.
Appena arriva alla nuova scuola Jun Woo fa due conoscenze: la prima è Soo Bin, la cui madre stava quasi per investire Jun Woo, e Hwi Young, il presidente della classe che lo prende sotto la sua ala per aiutarlo ad adattarsi. Entrambi sono gentili, ma Jun Woo capisce subito la differenza: mentre Soo Bin è davvero preoccupata per lui, le attenzioni di Hwi Young sono interessate e finalizzate ad alimentare la sua reputazione di studente modello. Jun Woo sarà anche solitario e silenzioso ma non è scemo, anche se il suo primo istinto è quello di passare inosservato e ingoiare il rospo, ha un limite che viene superato quando Hwi Young inscena un furto scaricando subdolamente la colpa su Jun Woo. Messo di fronte alla scelta tra l'ennesimo trasferimento forzato - con conseguente ammissione di colpa - o rimanere e stringere i denti, Jun Woo decide di agire in modo diverso e rimanere. La sua presenza destabilizza l'equilibrio della classe: Hwi Young perde lentamente presa sui compagni ma, soprattutto, su Soo Bin per la quale ha una cotta epocale, mentre Jun Woo dimostra poco alla volta la sua vera personalità a chi compie lo sforzo di guardare oltre i pregiudizi. Jun Woo è un personaggio che può essere frainteso e che all'inizio causa enorme frustrazione, quello che può essere risolto reagendo rimane immutato perché lui non crede nello sforzo e non crede che le persone gli vogliano dare davvero una seconda possibilità. Quando inizia a combattere per se stesso, a perseguire ciò in cui crede e a scoprire per la prima volta l'amore il suo personaggio si trasforma, e da silenzioso e passivo diventa sicuro, attivo e intraprendente.
Soo Bin è una ragazzina come tante, carina, gentile, divertente, brava a scuola, eppure la sua normalità è appesantita dalle aspettative della madre. Per lei la figlia deve essere la prima della classe, deve avere voti alti per poter entrare all'Università di Seoul, non deve mischiarsi con i peggiori della sua classe, non deve distrarsi, deve seguire tutti i corsi extra anche se per farla ammettere deve umiliarsi. Il livello di oppressione che questa donna esercita sulla figlia è tremendo, ma il suo punto di vista viene spesso spiegato attraverso delle scene toccanti madre/figlia, dove con lo scontro le due tirano fuori le vere motivazioni e i veri sentimenti che stanno dietro a certi pensieri. La madre di Soo Bin non è cattiva, non cerca la gloria e non vuole vantarsi con le altre madri, semplicemente ha vissuto sulla sua pelle quanto sia difficile fare carriera se si è donna e non vuole che la figlia faccia la sua stessa fatica. Per lei vuole il meglio e non vede altra strada per ottenerlo se non attraverso l'eccellenza scolastica. Ovviamente il loro rapporto non è sempre facile così come non è sempre idilliaco, ma è realistico e spesso emozionante. Soo Bin, tra l'altro, pur essendo una bravissima ragazza soffre parecchio per la pressione della madre e si trova tra l'incudine e il martello: non vuole deludere la madre ma non vuole nemmeno soffrire per dei voti che per lei non determinano il suo valore come persona. Questa individualità è espressa attraverso il suo rapporto con Jun Woo: dove gli altri lo evitano o lo fraintendono, lei gli da la possibilità di riscattarsi; dove gli altri vedono un fallito, lei vede un ragazzo timido e gentile che la fa sentire bene. Il suo amore per Jun Woo, in un certo senso, la rende più forte e la mette nella giusta posizione per maturare.
Il terzo personaggio chiave è Hwi Young. Lui è il classico perfettino che suscita immediatamente antipatia, la sua apparente gentilezza, il suo saper fare tutto e bene, il voler essere a qualunque costo in cima alla lista degli studenti sono una corazza che usa per tenersi nascosto. La sua vera indole non è così gentile, né così altruista, ma il ragazzo deve essere così per ottenere ciò che vuole. Hwi Young è crudele, ma vigliacco, tira i fili da dietro le quinte e fa in modo che siano gli altri a incassare il colpo. L'accusa di furto per Jun Woo non parte da lui, ma è lui la causa, così come tantissimi altri episodi di diversa gravità. Non è un ragazzo facile, non piace e lui non vuole piacere ma sotto - ancora una volta - c'è qualcosa di più grande di lui. Se a scuola e all'esterno Hwi Young sembra perfetto, con una vita perfetta, ricco, con dei genitori potenti, la sua realtà tra le pareti di casa è totalmente diversa. Il padre è ossessionato dalla perfezione, si aspetta che il figlio salga la scala sociale schiacciando gli altri e al tempo stesso lo disprezza per la sua evidente incapacità di raggiungere l'obiettivo senza il loro intervento. Ad ogni voto che non sia il massimo, Hwi Yung viene picchiato, umiliato, denigrato, e come si può immaginare la vittima diventa carnefice per sfogare il suo senso di impotenza e di inadeguatezza. Il percorso di Hwi Young è complesso e si risolve solo quando il ragazzo è costretto ad affrontare le conseguenze delle sue azioni. Di lui ho apprezzato la coerenza, fino alla fine è quello che è solo con meno cattiveria dentro.
Tra i tre personaggi adulti del drama voglio parlare solo del professore Han Gyul. Il suo personaggio è adorabile, non è particolarmente intelligente, ha un ruolo precario, è single, ha un debole per lo shopping di lusso che puntualmente lo lascia con il conto in rosso e si lascia mettere i piedi in testa dagli alunni. Han Gyul è una persona gentile, timida, fondamentalmente buona che ancora crede che le persone siano innocenti fino a prova contraria. Forse perché viene costantemente messo da parte dal corpo docenti e ignorato dagli studenti, riversa su Jun Woo la sua voglia di rivincita. Nel ragazzo vede una vittima presa di mira e usato come capro espiatorio nella lotta alla scalata alla vetta degli studenti più prestigiosi, così decide di aiutarlo, di credere in lui e di fornirgli - quando può e quando riesce - le occasioni e i mezzi per cancellare la nomea di ladruncolo che gli hanno affibbiato. Han Gyul trova nel percorso di Jun Woo lo stimolo per uscire dal suo guscio, così con la sua gentilezza e una ritrovata fermezza rimette al posto Hwi Young e stabilisce un contatto vero con i ragazzi della sua classe. Il legame che si crea con Jun Woo, con Hwi Young e con gli altri protagonisti è bellissimo, commovente e divertente e lascia spazio ad un'ondata di affetto per questo professore goffo ma gentile che diventa il vero e unico protettore dei ragazzi.
Ci sarebbe tantissimo da aggiungere su questo drama, ma elencare tutti gli argomenti di attualità toccati sarebbe come sradicarne il significato e lasciarlo vuoto e insipido. C'è la storia d'amore, che è di una dolcezza e di una delicatezza meravigliose, c'è la amicizia, c'è la realtà della corruzione del mondo scolastico, c'è violenza e morte, ma anche spensieratezza e comicità. La sceneggiatura e il montaggio del drama sono stati fantastici, non c'è un solo momento vuoto, una sola puntata inutile, un personaggio che potrebbe essere dimenticato, si capisce che è tutto pensato e costruito con attenzione ma l'esperienza è troppo trascinante perché ci si soffermi a meditare su queste cose.
La cura della produzione è lampante nella fotografia, con la scelta di creare scene poetiche e esteticamente bellissime, con setting fin troppo perfetti e una colonna sonora che esalta le emozioni suscitate dalla storia. Gli attori, poi, sono stati tutti veramente bravi, intensi ed espressivi, hanno dato vita ai loro personaggi e li hanno resi reali, veri, vivi.
Moment at eighteen mi è piaciuto veramente tanto ma mi rendo conto che per alcune persone potrebbe avere delle pecche imperdonabili: la lentezza, ad esempio, che per me si traduce in cura del dettaglio fino al laccio delle scarpe, e la personalità sfuggente di Jun Woo, che è il protagonista principale ma che esce dallo schema del solito protagonista da drama. Personalmente ho trovato tutto perfetto, tutto ben fatto e niente mi ha lasciato l'amaro in bocca.
PS: Jun Woo, nella sua gestualità e un po' nei lineamenti mi ha ricordato un ragazzino che era in classe con me alle medie, anche lui problematico ma in realtà molto gentile.
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