27 aprile 2020

Deborah Harkness
Il libro della vita e della morte

Serie All Souls 1
Titolo originale A Discovery of Witches

Trama
Piemme
pag. 754 | € 19,90
Quando Diana Bishop, una giovane storica studiosa di alchimia, scopre nella biblioteca Bodleiana di Oxford un antico manoscritto che vi era rimasto celato per secoli, non si rende conto di aver compiuto un gesto decisivo per la sua vita. Discendente da una stirpe di streghe, dopo la morte in circostanze misteriose di entrambi i genitori Diana aveva scelto di bandire la magia dalla propria esistenza. Ma la sua vera natura non è facile da relegare nell'ombra. Ora il potere del manoscritto è più forte di ogni sua decisione e, nonostante tutti i suoi tentativi, non riesce a metterlo da parte. Ma non è la sola a sentire con prepotenza l'attrazione per quell'antico testo, che nasconde oscure verità, incantesimi e sortilegi. Perché le streghe non sono le uniche creature ultraterrene che vivono a fianco degli umani, ci sono anche demoni, fantasiosi e distruttivi, e vampiri, eternamente giovani, e tutti sono interessati alla scoperta di Diana. Uno in particolare si distingue dagli altri, Matthew Clairmont, un vampiro, professore di genetica appassionato di Darwin. Il cui interesse per il manoscritto viene presto superato da quello per la giovane strega. Insieme intraprendono il viaggio per sviscerare i segreti celati nell'antico libro. Ma l'amore che nasce tra loro, un amore proibito da leggi radicate nel tempo, minaccia di alterare il fragile equilibrio esistente tra le creature e gli umani e di scatenare un conflitto che può avere conseguenze fatali.
Tutto ebbe inizio
con l'assenza e il desiderio.
Tutto ebbe inizio
con il sangue e la paura.
Tutto ebbe inizio
con la scoperta delle streghe.

Commento
Il libro della vita e della morte è la sorpresa di questa prima parte del 2020, è un romanzo che ho recuperato per pura curiosità tramite uno scambio e che è rimasto fermo per anni perché i due seguiti sono praticamente introvabili. Appena il libro è entrato nella mia libreria è uscita la serie TV e a quel punto ho capito che o leggevo prima il romanzo oppure guardavo la serie, ma in entrambi i casi avrei dovuto darmi una mossa. Non è successo niente: ho visto le prime due puntate della serie senza rimanerne particolarmente colpita e ho messo da parte tutto, serie e libro.
Con l'isolamento forzato a casa ho deciso di tentare ancora una volta con Audible, approfittando delle mille faccende di casa per ascoltare un audiolibro e smaltire la mia tbr cartacea. Ho pensato che la Harkness sarebbe stata la candidata perfetta per provare sia perché è a tutti gli effetti un mattone di oltre 700 pagine, sia perché tutti e tre i romanzi erano disponibili su Audible, e magari avrei maratonato la trilogia proprio tra una spolverata e l'altra.
Ho ascoltato i primi dieci capitoli del libro con Audible e, sarò sincera, ho pensato che questo romanzo fosse veramente noioso. Poi, per puro scrupolo e perché dovevo iniziare un altro libro, l'ho preso in mano per fare una sorta di prova del nove: se anche la lettura sarebbe stata noiosa avrei scartato il romanzo senza tanti pensieri.
Dopo neanche un capitolo ero completamente affascinata, non mi sono più riuscita a staccare fino alla sua fine e ho macinato le 754 pagine in pochissimi giorni. A quel punto ho capito che il problema non è mai stato il romanzo, la storia o lo stile della Harkness, il problema è la qualità dell'audiolibro. In particolare credo che a frenarmi sia stata la voce narrante, che non ha saputo riportare la fluidità della narrazione e l'atmosfera della storia, al punto che spesso le pause fatte dalla lettrice mi sono sembrate sbagliate e l'espressività troppo fredda e innaturale. L'audiolibro non mi è piaciuto per niente e non l'ho più aperto (in verità ho proprio disinstallato Audible), mentre il romanzo si è dimostrato una scoperta vera e propria.
Prima di entrare nel merito della trama vorrei soffermarmi un attimo sulla categoria e sul genere, sul tipo di contenuti e fare magari un paragone con qualche altro titolo. Il genere del libro è piuttosto facile da identificare: è un fantasy storico di ambientazione contemporanea dove l'elemento principale attorno al quale ruota la trama è la magia. La magia e la storia sono strettamente legate, tanto che l'una prende spunto e forza dall'altra al punto che non si capisce bene cosa è l'una e cosa è l'altra. La magia della Harkess è fatta di libri di incantesimi, streghe, poteri magici e case stregate ma ci sono altri due tipi di creature all'interno della storia: i vampiri e i demoni. Questi due, in particolare, potrebbero far pensare a corpi squartati, litri di sangue che scorrono, violenza di tutti i tipi ed evocazioni maligne, invece i demoni non dimostrano - per adesso - nessun potere particolare e i vampiri sono delle creature che richiamano tantissimo quelle di Anne Rice. Ecco qua il paragone: non tanto nello stile, quanto nel tipo di personaggio, la Harkess ha creato dei vampiri eleganti, puliti, ricchi, intelligenti ed estremamente potenti, scartando la versione romantica e sanguinaria del paranormal romance. In ogni caso sono la magia, le streghe e la storia a far girare il motore del romanzo e qua si sente quanto la Harkess sia preparata sull'argomento: oltre ad essere una docente universitaria di storia e storia della scienza, ha esplorato i luoghi importanti nel romanzo, come la Bodleiana.
Ora passiamo al romanzo. Diana Bishop è una strega ma, dopo la morte violenta dei genitori, ha ripudiato la magia. A niente sono valsi gli sforzi della zia e della sua compagna, entrambe streghe, Diana ha deciso di condurre una vita normale e ha preso la strada accademica diventando una storica esperta di alchimia. Durante un pomeriggio di ricerca alla Bodleiana, Diana si accorge che uno dei libri fatti arrivare dalle viscere della biblioteca ha qualcosa di diverso: le scritte si sovrappongono, mancano delle pagine e, a chiudere il cerchio, la sensazione che ci sia della magia coinvolta la spaventano al punto da farle restituire il libro e scappare dalla biblioteca. Nel momento in cui Diana ha toccato l'Ashmole 782 tutte le creature magiche della zona lo hanno sentito, e la Bodleiana comincia a popolarsi di streghe, demoni e vampiri. O meglio, di un vampiro in particolare, Matthew Clairmont che è in cerca dell'Ashmole 782 da secoli. Il motivo di tanto interesse è da far risalire al suo contenuto: tutti sono convinti che contenga la spiegazione sulla nascita dei demoni e dei vampiri, e quindi entrambi sono decisi ad impossessarsene per capire se c'è un modo per arginare un destino che sembra accumunarli, incluse le streghe: l'estinzione.
Clairmont è uno scienziato, si è dedicato allo studio delle discendenze, degli incroci di sangue e sta disperatamente cercando di capire perché i vampiri non riescono più a riprodursi; i demoni stanno impazzendo, e le streghe, in tutto questo, sono convinte di essere una specie di razza superiore che ha creato sia vampiri che demoni, e che l'Ashmole 782 contenga le istruzioni per distruggerli dando loro così la possibilità di essere la 'razza' più potente in circolazione.
Fin da subito Diana e Clairmont si alleano per evitare che il libro cada nelle mani di questi personaggi che la seguono ovunque e la minacciano se non fornirà loro il libro, ma fino alla fine il volume rimane ben nascosto nella Bodleiana: fa una sola apparizione, anche se tutta la storia gli gira attorno. Diana e Clairmont diventano intimi, come si può immaginare, e la situazione passa dall'essere pericolosa all'essere esplosiva: le streghe non accettano che le razze si mischino e fanno di tutto per separarli, ma i due ormai sono troppo legati e non hanno intenzione di seguire delle regole vecchie di mille anni. La verità viene fuori poco alla volta, timori e previsioni che si mischiano con la scienza e che fanno capire perché il divieto di mischiare le razze sia stato imposto, ma questa è una questione da scoprire con la lettura. L'avventura dei due personaggi è piena zeppa di magia e di storia, Clairmont è un personaggio affascinante perché ha un passato strabiliante e una personalità molto misteriosa, e Diana è una strega che sta riscoprendo i suoi poteri: magia, storia e soprannaturale si mischiano in modo elegante, mai improvvisato, e l'autrice si prende tutto il suo tempo perché gli eventi si srotolino nella narrazione senza strappi improvvisi.
Qua c'è un appunto da fare, a me non ha pesato affatto lo stile ma probabilmente alcuni potranno sentire una pesantezza e una lentezza che zavorrano la lettura. Il contenuto denso di storia e il ritmo lento della Harkness possono annoiare, è indubbio, ma personalmente sono il punto forte del romanzo. Senza la storia, senza lo sviscerare delle scene, dei dialoghi e dei pensieri, questo romanzo sarebbe stato l'ennesima storia d'amore tra una strega e un vampiro, e non avrebbe avuto assolutamente niente di speciale. Invece qui, considerando l'autorità dell'autrice sull'argomento, la struttura è solida come roccia, non vacilla mai, non ci sono buchi narrativi o domande lasciate a penzolare al vento. Ogni filo della trama viene intrecciato, ci sono i dovuti colpi di scena, la storia non si fossilizza su una singola ambientazione ma si muove nello spazio e - come si vedrà - nel tempo.
Di questo romanzo mi è piaciuto tutto, sia la sua pesantezza e la sua corposità, sia la trama, sia i personaggi e sono molto curiosa di vedere cosa succederà nel secondo volume, prevedo avventura vera e una dose ancora più massiccia di storia, ma spero anche che la magia arriverà ad occupare un posto principale nella narrazione e che Diana sfoderi il suo potenziale di strega.
Non mi resta che leggere, non affronterò subito il seguito perché non la versione cartacea e sono un po' restia ad affrontare un tale mattone in ebook, ma non è detto che non cederò ben prima del previsto. Per adesso mi limito a tenermi stretta la mia copia che, a quanto pare, non è più tanto rara dopo essere stata ristampata da Piemme, chissà se l'editore si sveglierà e ristamperà anche gli altri due. 

24 aprile 2020

K-drama della settimana: Flower Crew: Joseon Marriage Agency


Cresciuto come un comune fabbro di campagna, Lee Soo (Seo Ji Hoon) non immaginava che avrebbe controllato tutta Joseon; ma, all'età di ventitré anni, è esattamente questo che gli è successo. Ora da re, Lee Soo trova difficile adattarsi alle restrizioni della vita del palazzo, specialmente quando si tratta di questioni di cuore. Avendo amato Gae Ddong (Gong Seung Yeon) fin da quando ne aveva memoria, ha sempre pensato che sarebbe stata la persona che avrebbe un giorno sposato; ma ora, da re, questo sogno è diventato impossibile. Essendo lei una cittadina comune, Lee Soo non ha possibilità di rendere Gae Ddong la sua sposa ma questo non lo ferma dal provarci. Ingaggiata la migliore agenzia di incontri di Joseon, Lee Soo chiede alla talentuosa Flower Crew di trasformare il suo primo amore in una nobildonna. Accettata la richiesta del re, Ma Hoon (Kim Min Jae), Do Joon (Byun Woo Suk), e Go Young Soo (Park Ji Hoon) si prendono cura di Gae Ddong. C'è solo un problema, trasformazioni come questa non sono facili e c'è molto lavoro da fare! Rischiando la loro vita per aiutare il re, riusciranno quelli della Flower Crew ad aiutare Gae Ddong a sbocciare in un bel fiore nobile o questo lavoro proverà che ciò è impossibile?
Anno: 2019
Episodi: 16 (1 ora e 10 minuti circa a episodio)
Dove guardarlo: Viki sottotitolato in italiano
Genere: HistoricalComedyRomancePolitical

Diapositiva: 

Questo è il drama del miracolo, non sto scherzando. Ho passato un mese a iniziare drama per poi dropparli praticamente subito un po' perché non ci stavo proprio con la testa, un po' perché quelli che volevo veramente vedere ancora non erano completi e ho tentato di arginare il vuoto da drama con quello che passava al convento. Ci ho messo quasi un mese a trovare un drama che non fosse palloso, pesantone, o banale, e ora che sono riuscita a terminare questo sto gridando al miracolo.

Il titolo è un qualcosa di impossibile da ricordare, lungo com'è, ma è già un indizio sul tipo di storia che si andrà a vedere: Flower Crew è il nome dell'agenzia matrimoniale, Joseon è chiaramente il periodo storico e Marriage Agency è la definizione chiara ed inequivocabile sulla natura della loro impresa. Cosa faranno mai? Organizzano matrimoni, obvs, ma la cosa curiosa è che sono un trio di giovani uomini e non c'è nemmeno l'ombra di una donna.
Il trio di amici è quanto di più diverso ci possa essere: il capo Ma Hoon, intelligente, calcolatore e figlio del Primo Ministro, Do Joon, informatore e dongiovanni e Young Soo, il responsabile della componente estetica del processo. I tre sono diversi ma hanno ruoli ben definiti e una storia che li lega: prima di essere colleghi sono grandi amici e questa bromance, tra alti e bassi, non si sfalda e resiste fino alla fine.

Bene l'agenzia accetta, dopo numerosi tentativi, di trattare il matrimonio di un giovane fabbro, Soo, innamorato fin da piccolo di Gae Ddong, una giovane povera in canna che accetta qualsiasi lavoretto per guadagnarsi dei soldi da destinare alla ricerca del fratello perduto. Fin da subito non si capisce perché lei accetti, sì vuole bene a Soo e lo considera come la sua famiglia ma non è esattamente un sentimento romantico. In ogni caso la Crew accetta, con tutte le perplessità del caso perché Gae Ddong è tutto tranne che una signorina perbene, è sporca, volgare, si veste male e parla anche peggio ma, in fondo, è una persona che non possiede nulla se non la sua intraprendenza e il trio prende a cuore il suo caso quando, inaspettatamente, al giorno del matrimonio Soo sparisce lasciando Gae Ddong sull'altare.

Indebitata, depressa, incazzata come una biscia Gae Ddong decide di andare alla ricerca di Soo ma Ma Hoon, che ha capito che c'è sotto qualcosa, l'accompagna affinché non si faccia del male o finisca uccisa in un fosso. Essendo nullatenente, il trio decide di farla stare da loro finché non sarà in grado di andarsene e nel frattempo indagano sui fatti. Il matrimonio fallito, però, è tutta cattiva pubblicità e la Crew si trova vicina alla bancarotta dalla mattina alla sera.

La sparizione di Soo si ricollega alla parte più seria del drama, praticamente onnipresente negli storici, ovvero l'intrigo politico del solito Primo Ministro malvagio che vuole controllare il re. Il re, niente di meno, è Soo. Figlio del defunto re, Soo è stato mandato a vivere in incognito affinché non venisse assassinato e, quando il trono rimane vuoto, il Primo Ministro decide di andarlo a recuperare per metterlo sul trono, contando sulla sua inesperienza e sulla facilità di controllarlo. Soo, alla fine, è un ragazzo che è cresciuto modestamente e che è stato strappato dalla sua vita nel giorno del suo matrimonio: non riesce a farsi una ragione degli eventi e non riesce a separarsi da Gae Ddong. Ovviamente, essendo ormai la sua vita quella del re, si sposta in incognito e sarà Ma Hoon a capire che il ragazzo sta nascondendo qualcosa e a tenere Gae Ddong all'oscuro per proteggere i suoi sentimenti.

La storia è quella che si può immaginare: il trio è la parte frivola e meravigliosamente elegante, Gae Ddong è l'elemento comico mentre Soo e il Primo Ministro fanno parte della sezione drammatica. L'equilibrio è piuttosto buono perché l'intreccio della storia non si sofferma troppo né da una parte né dall'altra. Certo, io avrei gradito più gag comiche - ma una in generale più comicità - ma anche così il drama è assolutamente godibile e leggerino. C'è naturalmente una grossa componente romantica, il classico triangolo amoroso, che si protrae fino alla fine, ma c'è anche una storia d'amore secondaria che, secondo me, ha dato una soddisfazione maggiore sotto al profilo dell'angst.

Comincio da Gae Ddong. A me questa attrice non piace. Non ci posso fare niente, ha qualcosa nelle sue espressioni che me la rende antipatica. Per carità, è brava, ma fino ad ora l'ho sempre vista in ruoli molto simili e quindi non ho tanto materiale sul quale dare un giudizio completo. Ripeto, se mi fossi basata solo sulla simpatia personale, lei sarebbe stata un deterrente a iniziare il drama, ma per fortuna ho puntato su altro.
Essendo Gae Ddong un personaggio un po', come dire, fuori dalle righe, la Gong non ha nessun problema a rappresentare una giovane donna maschiaccia che si ritrova suo malgrado a giocare alla nobile e, nel frattempo, cade ai miei di Ma Hoon come una pera cotta. Non la si può biasimare, dal non avere nulla all'avere tutto e pure delle persone che la sostengono in un piano che ha tutto del casino e niente di logico. Ecco, lei non fa la fortuna del drama anche se è la protagonista femminile. E' quel tipo di personaggio che risplende di luce riflessa e che funziona solo quando inserito in un contesto e in scene ben precise, rette dalla trama e dai personaggi secondari.

Ma Hoon è - secondo me - il protagonista vero e proprio del drama. Anche se la natura del suo personaggio è quella di stare sempre in ombra e di tramare con discrezione, chissà come riesce sempre a finire in mezzo alla mischia e ad essere una pedina decisiva nel grande schema delle cose. Forse perché Ma Hoon sta a cavallo di due mondi e sa come muoversi in entrambi: è figlio del Primo Ministro ma rifiuta in toto la falsa rettitudine del padre, vede attraverso la sua apparenza e non ha paura di metterglisi contro. Dall'altra è un sognatore, porta avanti il sogno del fratello morto di dare un lieto fine all'amore delle persone ma ci apporta il suo contributo: Ma Hoon crede nella logica e nella pianificazione, non tanto nei sentimenti, e per lui un matrimonio è più un gioco di incastri perfetti che di amore. Il suo mondo controllato crolla quando Gae Ddong irrompe nella sua vita e la mette sotto sopra: Ma Hoon si impegna veramente tanto per non provare nulla nei confronti della ragazza ma è chiaro che prima o poi cederà. Come coppia sono carini, anche se forse un po' piatti.

Soo è la parte sfigata del triangolo amoroso. Inizia come eroe, come innamorato e come futuro marito e poi si prende una mazzata tra capo e collo e finisce a fare il burattino senza potere, spaventato dalla sua stessa ombra.
Ora, Soo non è mai, nemmeno per un momento, il personaggio che finirà con Gae Ddong, lo si capisce subito, viene friendzonato, rapito, maltrattato, minacciato e pure dopo aver resistito con tutto se stesso gli tocca ascoltare la dichiarazione d'amore di Gae Ddong per Ma Hoon.
Insomma, in amore è sfortunato da morire. Come re, invece, funziona stranamente bene. Da bamboccione creduole, poco alla volta Soo si fa furbo e impara a giocare con i Ministri che vogliono da lui tutto e in cambio dare niente. Regge contro ogni colpo e fa letteralmente buon viso a cattivo gioco: fa credere di essere un imbecille, ma poi sgancia contraccolpi decisivi che, insieme all'aiuto decisivo di Ma Hoon, lo renderanno praticamente inattaccabile. Ripeto, come re funziona alla grande, come terzo incomodo del triangolo non ha mai avuto speranza.

Dei cattivi non farò nemmeno parola, sono talmente banali che si può immaginare come siano e cosa vogliano, mentre i personaggi considerati secondari sono molto più affascinanti.
 
In particolare Do Joon è un qualcosa di assurdo, solo per vederlo discinto e mezzo nudo con i capelli sciolti che fa il cascamorto con tutte le donne vale vedere il drama. E' bello, altissimo, intelligente e capace di raccogliere informazioni di ogni tipo da ogni fonte. E' una specie di spia, di informatore, di imbroglione, e la sua natura lo costringe a infilarsi in situazioni che per lui sono tutto tranne che promettenti. Del resto Do Joon vive alla giornata, non ha progetti per il futuro perché la sua famiglia è in disgrazia e non ha interesse a redimere la sua reputazione, perché tutto sommato così vive bene.
Finché nel gioco entra lei, Ji Hwa, nobile figlia di uno dei Ministri, candidata a diventare regina, calcolatrice, crudele, fredda come un blocco di ghiacco: per Do Joon è una sfida troppo gustosa da non cogliere. Da una parte c'è lui che fa praticamente di tutto per sedurla e stuzzicarla, dall'altra c'è lei che lo maltratta, lo insulta, lo evita, e quando lo crede il re in incognito diventa una gattina. Il loro rapporto è pieno zeppo di angst, non vedevo l'ora che entrassero in scena, bramavo i loro battibecchi perché davano una soddisfazione crudele che i main si sognano, e il loro finale è dolce amaro, avrei preferito vederli limonare duro ma almeno non hanno una fine tremenda.

L'ultimo personaggio del trio è Young Soo e sono rimasta sorpresa di vedere il cambiamento del suo personaggio in termini di importanza. All'inizio non se lo fila nessuno, è una specie di damerino ossessionato dai profumi e dai bei vestiti, che si appoggia moralmente e professionalmente agli altri due. Il suo rapporto con Ma Hoon è quello di un fratellino minore che adora il suo senior, è tremendamente geloso di lui e delle attenzioni che riserva a Gae Ddong e con lei diventa competitivo. Dopo la seconda parte del drama Young Soo comincia lentamente a dare indizi sul suo passato, sul perché all'improvviso lo vogliono usare per controllare la Crew e non c'è verso di non rimanerci di merda. Il suo passato è il più drammatico del drama, il suo sviluppo il più triste e il fatto che sia stato messo in condizione di fare cose che non vuole perché ha paura fa crollare la certezza che il trio sia inattaccabile.
Ovviamente è un cuore di panna e il finale dimostra che il legame del trio va ben oltre i semplici inganni e pure lui ha il suo tranquillo lieto fine.

Quindi, sì, il drama mi è piaciuto, ha saputo intrattenermi quando niente lo faceva e mi ha dato la spinta per riprende la visione dei drama senza essere schizzinosa. Sicuramente in tempi di magra - o di crisi - è saggio buttarsi su qualcosa di non troppo impegnativo, evidentemente funziona per sbloccarmi.

20 aprile 2020

Sarah J. Maas
Il trono di ghiaccio

Serie Throne of Glass 1
Titolo originale Throne of glass

Trama
Mondadori Oscar
pag. 462 | € 13,00
Il tempo della magia è finito e sul trono di ghiaccio siede un re malvagio quando un'assassina giunge al castello. Il suo scopo non è uccidere, ma guadagnarsi la libertà. Dovrà sconfiggere ventitré contendenti in una sfida per diventare sicario di corte ed essere così rilasciata dalle terribili miniere di Endovier. Il suo nome è Celaena Sardothien. Presto la sua lotta per la vittoria si trasformerà in una lotta per la sopravvivenza, perché un oscuro pericolo minaccia il suo mondo. A lei il compito di estirparlo prima della distruzione.
Io sono Celaena Sardothien, assassina di Adarlan. Se questi uomini sapessero chi sono stata, smetterebbero di ridere. Io sono Celaena Sardothien. E vincerò. Non mi lascerò intimorire.




Commento
Ahem, sono perplessa.
Insomma, lungi da me giudicare negativamente tutte le persone che lo hanno adorato, ma niente mi vieta di esprimere la mia perplessità a riguardo. Davvero, non capisco. Sarà forse la mia età ormai avanzata, sarà che ho letto fantasy nettamente superiori, sarà che la Maas ha scritto una serie (quella di ACOTAR) che mi era piaciuta davvero tanto, ma questo romanzo non mi ha presa poi più di tanto. Per carità c'è sempre di peggio in giro, ma dopo aver letto e visto lodi e amore in lungo e in largo mi aspettavo un romanzo davvero bello. Complesso, con una protagonista difficile ma particolare, un worldbuilding tosto, una trama contorta ed eventi e plot twist come se piovesse. Ecco, no.
Facciamo un piccolo riassuntino della storia, anche perché c'è talmente poco da dire che non saprei nemmeno come allungare il brodo.
Allora, Celaena è una ragazza di diciassette? diciotto? anni, è giovane e ha un passato travagliato. Morti i genitori e rimasta orfana, viene 'adottata' da un soggetto famosissimo per essere capace di formare assassini super mega deadly. Celaena è la sua pupilla, la cresce a suon di mazzate e di prove fino a farla diventare, in tenerissima età, l'assassina più famosa ed efficiente di tutto il globo terracqueo. Celaena è, tipo, velocissima, spietatissima, fortissima, furbissima, intelligentissima, con il più alto numero di assassini, insomma è una leggenda vivente. La Maas non si addentra in ulteriori dettagli quando ci dice che, un giorno, rimane vittima di un agguato e viene catturata dall'esercito del re mega cattivo del regno. Ma come? Non era l'assassina più veloce e pericolosa di sempre? Pare di no, e viene mandata come schiava nelle miniere di Moria - ehm nelle cave o miniere dove la gente vive sotto terra, muore sottoterra, e piccona sottoterra. Celaena viene sempre affiancata da un reggimento di guardie, perché è pericolosissima, infatti tenta la fuga uccidendo tutti con un fresbee, ma viene catturata ancora. Un bel giorno arriva alla cava Aragorn - ehm Dorian, il principe ereditario che la sceglie come sua paladina per un torneo indetto dal padre, il re mega galattico crudele. Dorian e Celaena stringono un patto: lei deve assolutamente vincere, e in cambio dopo quattro anni di servizio come assassina del re potrà andarsene per la sua strada libera e felice come una farfalla.
Celaena accetta, ovviamente, e il gruppetto si incammina verso il magico regno di Gondor.
Ora, insieme a Celaena e a Dorian c'è un terzo personaggio, Faramir - ehm Chaol, capitano della guardia del re, o capitano delle guardie, o capitano dell'esercito del male, insomma non mi ricordo è capitano. I tre, ma in particolare Chaol e Celaena diventano a subito super amiconi: lei è talmente piccina, emaciata, provata, ma fiera e presente a se stessa che Chaol diventa subito suo fan. Non si fida, mica è scemo, ma in un certo senso la stima per essere rimasta viva nonostante tutto; Dorian, invece, gioca benissimo il ruolo del principino stupidino, e con lei fa le moine da gatto in calore, insomma gioca al super simpatico, al poliziotto buono mentre Chaol è il cattivo.
In realtà in mega cattivo supremo è il padre di Dorian, il re che ha sterminato intere popolazioni e regni per soddisfare la sua sete di potere, e che conosce benissimo la fama di Celaena: lui sì che non è scemo, accetta di farla partecipare al torneo perché tanto ha il suo Duca con il suo paladino aka la Montagna e lei è talmente piccina picciò che non vincerà mai contro il loro piano diabolico.
Come qualcuno ha già scritto su Goodreads, in questo romanzo succede solo una cosa, anzi due: il torneo e le limonate di Dorian e Celaena. Ho spoilerato la coppia, scusate.
A questo punto ci si aspetterebbe una serie di prove difficili, pericolose, una narrazione serratissima di questa tizia che sfoggia le sue immense abilità per sbaragliare tutto e tutti e invece no! Dorian e Faramir il friendzonato decidono di darle un'identità farlocca perché nessuno deve sapere chi è, così lei dovrà sopprimere le sue abilità per passare inosservata fino alla vittoria. Ed ecco che le magiche e presunte abilità di assassina finiscono dritte dritte nello scarico del cesso. In nessun momento Celaena dimostra di essere particolarmente abile o pericolosa, almeno non lo è più della media, e noi ci dobbiamo sempre fidare di quello che dice lei - e qui avrei cose da dire ma lo faccio dopo.
Quindi questo famoso torneo alla fine viene ridotto a poche prove fisicamente narrate nel romanzo, alcune assolutamente ridicole - come il tiro con l'arco - e alcune un po' più interessanti ma sempre piatte come la nebbia in val padana. La scusa, secondo me, è che la Maas ha voluto camuffare il vero pericolo presente con questo torneo, in modo che il lettore ad un certo punto si dica ohmiodiononpotevoimmaginarequestocolpodiscena anche se è citofonato mille volte e più volte vengono sparsi indizi sul chi come dove e quando. Hey, mi sta bene, ormai è chiaro che il livello di complessità della trama è molto al di sotto delle mie aspettative. Quindi arriviamo al duello finale, McGregor vs Celaena e qui io mi preparo a vederla macellare il bestione. Dico solo una cosa, Celaena si salva, ovviamente, ma non per le sue stratosferiche abilità di assassina, anzi tutto l'opposto.
E qui devo sparare tutta la mia delusione sul personaggio. Su Celaena ho letto di tutto: è bellissima, bravissima, fantastica, così come è una lagna, è insopportabile è una stronza. Per me la verità sta nel mezzo, il problema non è suo, è della Maas che non ha saputo uscire dallo schema della ragazzina bella bellissima e bravissima che tutti desiderano, e si è infilata nel tranello della vita di corte per avere la scusa di creare una storia d'amore che fosse almeno un pochino credibile. Se Celaena fosse rimasta in pantaloni, a vivere nelle segrete e ad allenarsi con Faramir-Chaol, lei non avrebbe avuto l'occasione di fare conversazione con Dorian come se fosse al suo livello, non avrebbe potuto indossare bei vestiti e sfoggiare la sua bionda capigliatura, la sua bellezza di giovincella che si è ripresa da un anno nel sottosuolo a picconare dopo pochi giorni di cibo e pizzi, insomma se fosse rimasta fedele alla natura del personaggio - o meglio, alla sua fama - non ci sarebbe stato Dorian.
La love story è un qualcosa di assolutamente noioso, banale, prevedibile, una roba che ti chiedi perché ma che evidentemente ha acceso i cuori di tante. Celaena e Dorian limonano tranquillamente, flirtano senza problemi e solo Chaol si chiede che cazzo stanno combinando e vede chiara e limpida la fine di questa tresca. Poverino, lui sì che avrebbe potuto essere un interesse amoroso sensato, invece rimane sempre indietro a fare l'amico e la spalla e a pulire il sangue.
Dicevo, Celaena è tutto fumo e niente arrosto. Ci fa gentilmente sapere che lei potrebbe uccidere tutti e 250 i soldati che la stanno scortando usando soltanto un legnetto, ma ovviamente non lo fa; dice che potrebbe uccidere il re e salvare il mondo usando una spilla da balia, ma ovviamente non lo fa; dice di essere capace di fare qualsiasi mirabolante cosa, ma ovviamente non lo fa; insomma Celaena è una bugia ambulante. Al momento tutto quello che dice di poter fare, non lo fa, e quando ci prova fallisce miseramente, spero vivamente che questa sua fantomatica abilità di assassina spunti fuori perché altrimenti la Maas ha toppato veramente alla grande.
Comunque non ho odiato Celaena, è un personaggio abbastanza piatto senza grossi difetti che segue la storia senza colpi di testa, ma è anche vero che alla fine è un'adolescente e che il romanzo non aspira ad essere il nuovo LotR, quindi facciamocela andare bene.
Sullo stile dico solo che è talmente basic e lineare che le oltre 400 pagine scorrono senza pesare nemmeno una volta, non ho riconosciuto lo stile della Maas di ACOTAR, ma è anche vero che l'ho sempre letta in inglese e forse la traduzione italiana rende più facile la lettura; probabilmente, però, la grossa attenuante è che questo è stato il suo primo romanzo scritto da giovanissima, quindi lo stile è ancora acerbo.
Ho nella libreria anche il secondo titolo della serie, quindi sicuramente per ora andrò avanti, una volta terminato anche quello deciderò come e se proseguire. Nel frattempo non mi sbilancio più di tanto e rimango su un voto medio, in attesa di vedere come si svilupperà tutto l'ambaradan.

17 aprile 2020

J.K. Rowling
Harry Potter e la Pietra Filosofale

Titolo originale Harry Potter and the Philosopher's Stone
Serie Harry Potter 1

Trama
Salani | pag. 293 | € 13,00

Harry Potter è un predestinato: ha una cicatrice a forma di saetta sulla fronte e provoca strani fenomeni, come quello di farsi ricrescere in una notte i capelli inesorabilemte tagliati dai perfidi zii. Ma solo in occasione del suo undicesimo compleanno gli si rivelano la sua natura e il suo destino, e il mondo misterioso cui di diritto appartiene. Nello scatenato universo fantastico della Rowling, popolato da gufi portalettere, scope volanti, caramelle al gusto di cavolini di Bruxelles, ritratti che scappano, la magia si presenta come la vera vita, e strega anche il lettore allontanandolo dal nostro mondo che gli apparirà monotono e privo di sorprese. Il risveglio dalla lettura lo lascerà pieno di nostalgia, ma ancora illuminato dai riflessi di questo lussureggiante fuoco d'artificio.
Non serve a niente rifugiarsi nei sogni e dimenticarsi di vivere.

Commento
Ok, no, questa non è la prima volta che leggo Harry Potter. 
Essendo oggi un evento che capita una volta sola nella vita di un blog, ho deciso di festeggiare il traguardo delle mille recensioni con un romanzo che è più che altro un universo nel quale noi Potterheads ci rifugiamo quando ne abbiamo bisogno.
Mille recensioni e mai nemmeno una su HP per il semplice fatto che, quando ho letto la saga, del blog non c'era nemmeno l'ombra o l'idea, così ho scelto il primo libro per fare da anello tra la lettrice che ero - e che qua non è stata documentata - e quella che sono, perché alla veneranda età di 37 anni non ho nessuna intenzione di far finta che Harry Potter non sia ancora la mia serie preferita.
Quindi gioia! gaudio! festeggiamo! dopo mille recensioni (alcune più riuscite di altre) sono ancora qui a perdere tempo. Ammetto di aver pensato alcune volte di chiudere il blog, perché spesso la soddisfazione  non vale lo sbattimento - considerando quanto sono diminuite le interazioni con il pubblico - eppure non sono mai riuscita a mettere una parola fine, e adesso che sono in quarantena scrivere le recensioni sul blog mi aiuta a darmi un finto senso di purpose, di avere qualche scadenza da rispettare, una sorta di lavoro da eseguire. Pur avendo letto molti romanzi nuovi, ho sentito praticamente da subito il bisogno di rileggere HP. Ho resistito finché ho potuto, finché Alice e Mara hanno iniziato una lettura di gruppo e io mi sono aggregata.
Non c'è bisogno di dire nulla sulla storia, così come non c'è bisogno di fare una vera recensione (infatti il post sarà corto), però ho voluto festeggiare con HP e rileggere la saga perché in questo momento complicato è il mio antidepressivo. Harry Potter è stato con me durante gli anni difficili dell'università - ricordo ancora quando uscì l'ultimo romanzo, stavo studiando per l'ultimo esame di storia contemporanea e nevicava, il corriere me lo ha portato fin sotto la porta superando i cumuli di neve -, è stato con me quando ho avuto una batosta sentimentale di proporzioni epiche, è stato con me sempre, sia in forma di libro che di film, e ho sempre sentito una speciale affinità con questa storia. Il fatto che sia una saga che segue la crescita di Harry, che lo accompagni da quando è un bimbo fino a quando è un giovane uomo, tra alti e bassi, tra amici e nemici, è una specie di percorso che si segue empatizzando con lui: io adoro Harry, lo trovo adorabilmente comune, è un ragazzino speciale che non sa di esserlo e si comporta come qualsiasi altro ragazzino, non c'è l'ombra di grandezza nei suoi pensieri, si limita ad affrontare i problemi come gli capitano una alla volta senza paura. Ecco cosa mi ha insegnato Harry: anche se te la fai addosso, buttati. Spesso nella vita ci si deve buttare, e non c'è altro modo per affrontare le cose, così anche Harry non si lascia schiacciare da cose più grandi di lui, resiste sotto pressioni diverse e costanti - i Dursley sono ancora oggi delle bestie di satana che odio con tutto il cuore - senza perdere mai la capacità di voler bene alle persone, di essere gentile, di non perdere la speranza.
Ci sarebbero mille altre cose da dire su questa saga, non le dirò. Non serve a niente, sono qui oggi a darmi una pacca sulla spalla, mangiando patatine e rileggendo HP per la pura e semplice gioia di farlo, e da quando l'ho ripreso in mano dormo sonni più tranquilli, sento meno la paura e l'ansia di questa pandemia, riesco a distrarmi e a tenere a bada l'ansia che ogni tanto arriva senza preavviso.
Harry Potter per me è questo: è una terapia, ed è anche pura gioia di lettura, e non potevo festeggiare questo momento senza di lui. 
Chiudo qui, non c'è altro da dire a parte grazie a chi mi ha seguita e mi ha letta in tutti questi anni.

13 aprile 2020

J. K. Rowling & British Library
Harry Potter: A History of Magic

Trama
Bloomsbury | pag. 256 | € 37,00
Harry Potter: A History of Magic is the official book of the exhibition, a once-in-a-lifetime collaboration between Bloomsbury, J.K. Rowling and the brilliant curators of the British Library. It promises to take readers on a fascinating journey through the subjects studied at Hogwarts School of Witchcraft and Wizardry – from Alchemy and Potions classes through to Herbology and Care of Magical Creatures. Each chapter showcases a treasure trove of artefacts from the British Library and other collections around the world, beside exclusive manuscripts, sketches and illustrations from the Harry Potter archive. There's also a specially commissioned essay for each subject area by an expert, writer or cultural commentator, inspired by the contents of the exhibition – absorbing, insightful and unexpected contributions from Steve Backshall, the Reverend Richard Coles, Owen Davies, Julia Eccleshare, Roger Highfield, Steve Kloves, Lucy Mangan, Anna Pavord and Tim Peake, who offer a personal perspective on their magical theme. Readers will be able to pore over ancient spell books, amazing illuminated scrolls that reveal the secret of the Elixir of Life, vials of dragon's blood, mandrake roots, painted centaurs and a genuine witch's broomstick, in a book that shows J.K. Rowling's magical inventions alongside their cultural and historical forebears. This is the ultimate gift for Harry Potter fans, curious minds, big imaginations, bibliophiles and readers around the world who missed out on the chance to see the exhibition in person.
Many treasures await - whether you are curled up on the sofa with this book upon your lap or exploring the exhibition at the British Library. As you gaze at the astonishing collection of artefacts in Harry Potter: A History of Magic, we hope you will be spellbound, too.
Commento
Quale momento migliore per tirare fuori dalla libreria questo mattone meraviglioso se non in questi giorni, spararsi le ore di luce sul divano per guardare bene le illustrazioni, sfruttare i cuscini per ammortizzare il peso del volume, e godersi con calma la lettura delle didascalie.
Se c'è un lato positivo in questa quarantena è quello di aver ritrovato la pazienza della lettura, soprattutto per quei libri che si comprano perché ne siamo attratti, ma che alla fine non leggiamo mai per vari motivi. Ho comprato il volume illustrato della mostra di Harry Potter qualche anno fa, in entrambe le edizioni - cartonata e brossurata - perché sono una collezionista di HP e mi piacciono moltissimo le edizioni illustrate. Ovviamente, essendo una specie di illustrato/catalogo/saggio, AHoM non è proprio comodo da portare in giro, e non ha nemmeno una trama che ti faccia dire voglio proprio leggerlo!, è un libro da collezione, da consultazione e, come tale, richiedere non solo la giusta dose di attenzione ma persino il momento adatto perché, pesante com'è, di sicuro non te lo puoi portare in giro.
Ho approfittato di un paio di pomeriggio di nervoso, quando non mi andava di fare nulla e tutto mi innervosiva, pensando che ritornare nel mondo di HP anche se solo per vie traverse mi avrebbe aiutata a ristabilire un minimo di pace mentale. As always, c'è qualcosa in questo universo che placa la mia mente e mi rende felice, e non è solo la storia, è tutto - l'ambiente, le parole, l'autrice - è la mia personale copertina di Linus, che ho tirato fuori nel corso degli anni quando mi sono arrivate delle brutte batoste.
Anche in questo caso, seppur in misura minora, aprire le pagine di qualcosa che sia HP related ha riacceso la mia passione e mi sono ritrovata a gustarmi questo volume in entrambe le versioni e a vedere il lavoro della Rowling sotto una luce completamente diversa. Fino ad ora si poteva solo immaginare la complessità del lavoro dietro alle sue scelte, leggere di sfuggita le origini dei nomi dei personaggi, oppure la ragione della presenza di alcuni elementi tradizionali della magia, ma con questa mostra ci si addentra veramente nella parte meno 'magica' e più di ricerca che sta alla base della serie. Non mi ha sorpresa affatto che un'autrice come la Rowling abbia scavato fino al fondo e abbia tirato fuori degli elementi minuscoli e invisibili, oppure esclusiva di chi studia accademicamente queste materie, e li abbia trasformati e plasmati per i suoi romanzi, c'è qualcosa di estremamente metodico e preciso nel modo in cui - da un elemento che nei romanzi pare essere superficiale - si possa tirare fuori della storia vera, quella con la s maiuscola. Ecco quindi la ragione di questa mostra e del catalogo stesso, fatta apposta per dare una spiegazione storica di alcuni elementi presenti della serie.
Non nascondo che il catalogo, nell'edizione cartonata, è sicuramente un prodotto per adulti e che un bambino faticherebbe non poco a trovarlo anche solo interessante. Ci sono didascalie a volte complesse, a volte noiose perché per niente 'magiche', e ci sono veramente tantissimi pezzi di archivio, di testi antichi, che appassionano principalmente chi è già un patito di archivi storici. Non ha aiutato che l'inglese usato è, ovviamente, tecnico e per certi versi ancora più ostico per chi non mastica affatto questo ambiente - come me, del resto, in italiano è un conto ma in un'altra lingua diventa complicato.
Eppure c'è tantissimo da imparare, curiosità, cenni storici, collegamenti alla serie che si trovano solo se sai dove guardare e che una serie di specialisti hanno messo insieme per farcela vedere con facilità. E' l'obiettivo delle mostre, ovviamente, ma in questo caso il tirare in superficie un mondo nascosto fatto di libri vecchi di centinaia di anni, ossa millenarie, leggende e miti, nonché storia vera e propria della stregoneria è come togliere un velo alla serie. Una volta che scopri certe cose è impossibile non ritrovarle nei romanzi, e secondo me questo arricchisce ulteriormente un'esperienza che è diventata ormai emozionale più che ludica. Insomma, il mondo di HP non fa che diventare ogni volta sempre più complesso, sempre più a tutto tondo, e finalmente con questa mostra anche gli adulti hanno avuto la loro benedizione: non è solo un mondo per bambini, non è solo un mondo per chi vuole sognare, è anche un mondo per gli adulti che non possono permettersi di sognare nella vita reale e hanno disperatamente bisogno di una via di fuga sicura senza perdere il contatto con la realtà.
Questo libro è come se dicesse sei un adulto, ti piace HP, ecco un altro motivo - come se ce ne fosse bisogno - per non vergognartene, ti forniamo materiale di conversazione, di approfondimento e di grande interesse, ma soprattutto materiale storico, reale, tangibile, niente che qualcuno possa sminuire o liquidare con una risata. Qui dentro c'è la Storia, e il fatto che la si possa trovare anche dentro la serie è solo l'ennesima dimostrazione di come HP sia molto più che un semplice romanzo di fantasia.
Piccolo appunto sull'edizione brossurata che, con il senno di poi, probabilmente non avrei comprato. Mentre l'edizione cartonata è chiaramente per adulti, questa è per bambini: contiene una versione estremamente riassunta dei contenuti della cartonata e ha delle piccole aggiunte volte a catturare l'attenzione dei bambini, come attività ed esperimenti da fare a casa. Ovviamente per me ha un valore diverso e inferiore ma è comunque un ottimo libro da regalare se si hanno bimbi appassionati alla saga.
In più, per questi giorni di isolamento, la mostra è stata resa fruibile online a questo indirizzo, un'occasione da non farsi sfuggire.

10 aprile 2020

K-drama della settimana: 5 drop dramosi


Sottotitolo, 5 drop di drama noiosi.
Sì perché la maggior parte dei miei drop è dovuto alla noia mortale. Alcuni vengono droppati perché non mi piacciono, ma più spesso è per colpa di una mancanza di feeling assoluto che si può manifestare subito alla prima puntata, oppure ben oltre la metà quando a quel punto uno si stava fidando del drama.

Non farò finta che questo non è un altro post tappabuchi, perché al momento non ho drama completi da recensire. Giuro che ce la sto mettendo tutta, ma nel frattempo abbiate pazienza e fingete con me che questi post siano interessanti.

Enjoy.

A Korean Odyssey
(2017)
Drop 1/20

In 2017, Son Oh Gong and Ma Wang are in conflict with each other as they look for a true light in a dark world where evil thrives. Having made a contract with Seon Mi 25 years ago, entitling her to seek help from Son Oh Gong whenever she calls him in exchange for letting him free, the two meet again in a fateful encounter. From there, Son Oh Gong is bound to his protective role towards Seon Mi, the little girl he had met years ago.
Di questo drama ho letto commenti sempre entusiasti, eppure io ci ho provato ben due volte. Alla prima visione della prima puntata mi sono addormentata; alla seconda ho preso in mano il cellulare e mi sono distratta. Mi sembrava un segno chiaro e cristallino della mancanza di feeling, così l'ho droppato. Ora, non so se un giorno proverò ancora a vederlo, mai dire mai, ma per adesso rimane nella lista dei droppati.

Blade Man
(2014)
Drop 2/18
Hong Bin is an arrogant man with an anger problem. He runs a game company and the employees are all afraid of him. He holds a grudge against his father , because his father broke up his relationship with Tae Hee and he still can't get over her. Recently, he seems angry all the time and his sense of smell has gotten more sensitive. His secretary hasn't told him that when he gets angry, blades come out of his body. He is the only person that knows about that. One day, Hong Bin goes to the hospital to see his employees who were beaten by him. There, he notices the scent of Tae Hee, but the woman who has her scent is Se Dong.
Sull'ondata del mio acerbo amore per i drama, dopo aver visto Goblin, ho iniziato Blade Man solo perché c'è dentro Mietitore. Matreh MIA che noia mortale. Lui sembra uno psicopatico bipolare che lancia i mobili addosso ai dipendenti e la storia è piuttosto piatta. Credo sia stato il mio primo drop, e ci ho messo un pochino a perdonarmi, ma alla fine non c'è abbastanza tempo da perdere dietro a qualcosa che non mi piace. Quindi addio.

Warm and Cozy
(2015)
Drop 3/16
A man and a woman hit by setbacks and spurned by lovers meet one another on Jeju Island. The woman needs time to nurse her wounds after her career and relationship implode. The man is still smarting from a bad relationship that has closed his heart. When together, they become themselves again, warm and friendly. Neither too hot nor cold. This TV miniseries is about two people recovering from their life troubles to bring warmth back into their lives. Kun Woo is following in the footsteps of the Great Gatsby who was hopelessly in love with Daisy and sacrificed everything. But then Kun Woo faces an obstacle in pursuing his love interest. It's time for him to make a stand. He will save his Daisy from all of her troubles. As he finds himself inextricably linked with a blunt and coarse woman who has no idea what true love is, he finds that he has a soft spot for her. Warm and mild...
Come per Blade Man, ho tentato con questo drama dopo essermi innamorata di Dong-Mae in Mr. Sunshine. La beffa assoluta è che per trovare questo drama ho dovuto immergermi nel sottobosco dei siti di spaccio di drama, per poi scoprire che mi annoiava a morte. Per carità, la storia è ok, ma non ha nulla di veramente accattivante, senza contare che detesto i drama dove c'è di mezzo il cibo (ristoranti, chef e compagnia bella). Addio anche a questo.

The Third Charm
(2018)
Drop 4/16
The Third Charm tells the 12-year love story of how two young people with completely different personalities manage to find each other again. From the tender age of 20 to 27 years old, and then to the matured age of 32, will they find love for the third time? At 20 years old, On Joon Yeong is a nerdy, smart university student who wears plain clothes, plain glasses, and doesn't obsess over fashion. He plans everything in his day meticulously, grows frustrated easily, overthinks things, and is very sensitive. With the guidance of his friends, he takes part in a blind date where he meets Lee Yeong Jae. Lee Yeong Jae is also 20 years old, doesn't attend university and instead works as an assistant hairdresser. Lee Yeong Jae has had a difficult life and is an orphan who looks up immensely to her brother, Lee Soo Jae, a barista. She is honest, hardworking, and somewhat daring: the complete opposite to Oh Joon Yeong. Her dream is to become rich, though she would rather get there by her own perseverance. One day, her friend takes her to a blind date group with university students. At the meeting, she encounters Joon Yeong and goes on a date with him. From there, at 20 years old, their love story begins.
Davvero ho visto solo quattro puntate? Mi sembra di aver passato decine di ore davanti alla TV. Ecco il classico esempio di drama noioso, dove succede poco e quel poco non è nemmeno particolarmente eccitante. A me piacciono i drama lentoni, ma devono avere spessore: qui l'unico spessore è quello della protagonista femminile, nel senso che è GROSSA esattamente come lui. Non ha aiutato l'antipatia che ho provato per lei, perché è il classico personaggio che si boicotta e combina cazzate, e non ha nemmeno aiutato la presenza del fulgido e magnifico Seo Joon. Ho dovuto mollare, stavo per anestetizzare la mia anima.

Queen: Love and War
(2019)
Drop 8/16
Kang Eun Bo is a woman on a mission. When her twin sister is murdered, she vows to find the killer and bring them to justice. But during the ultra-conservative Joseon Dynasty era (1392-1910), the only woman with the power to order a manhunt for a murderer is the Queen. So Kang Eun Bo resolves to win the prized royal title so she can one day avenge her sister’s death. To do so, however, she must first win the heart of Joseon King Lee Kyung . Lee Kyung grew up in a time of great political unrest, and is less interested in matters of the heart – and more concerned with bringing peace to the realm. Kang Eun Bo soon discovers that winning the king’s favor will not be easy; the royal court is also inundated with beautiful young women, many of whom hope to wed the king. But when the king suddenly realizes that he recognizes Kang Eun Bo from a dream, the two begin to form an unlikely bond. Will Kang Eun Bo ever find her twin’s killer? And could love bloom between the streetwise Kang Eun Bo and the idealistic king?
Drop di un drama recentissimo che mi ispirava pure. A me gli storici piacciono e di solito sono pronta alla lentezza e alla presenza dei soliti schemi/espedienti, eppure qui ragazzi che palle...non ci si schioda MAI. Gli episodi sembrano essere uno uguale all'altro, l'evoluzione della storia è di una lentezza esasperante e i personaggi non sono nemmeno particolarmente riusciti. Il protagonista, in particolare, è un piagnucolone lacrimoso che passa il tempo a rincorrere la protagonista e a piangere, insomma sei il maledetto re datti un contegno! Ho resistito fino alla metà, poi ho detto basta, mi stavo facendo violenza per guardarlo. 

6 aprile 2020

J.R. Ward
Where Winter Finds You

Serie Black Dagger Brotherhood 18

Trama
Simon and Schuster
pag. 450 | € 8,70

When Trez lost his beloved to a tragic death (The Shadows, Black Dagger Brotherhood #13), his soul was crushed and his destiny seemed relegated to suffering. But when he meets a mysterious female, he becomes convinced his true love has been reincarnated. Is he right? Or has his grief created a disastrous delusion? Therese has come to Caldwell to escape a rift with her bloodline. The revelation that she was adopted and not born into her family shakes the foundations of her identity, and she is determined to make it on her own. Her attraction to Trez is not what she’s looking for, except the sexy Shadow proves to be undeniable. Has fate provided a grieving widower with a second chance...or is Trez too blinded by the past to see the present for what it really is? In this sensual, arresting book full of the themes of redemption and self-discovery, two lost souls find themselves at a crossroads where the heart is the only compass that can be trusted...but that may require a courage that neither of them possesses.
Blessed are those who believe in all that two hearts aligned achieve. For once united, no matter where winter finds them, they will always be warm.

Commento
Sarò onesta, con Where winter finds you ho solo e soltanto fatto i compiti, niente di più e niente di meno. L'ho preso per amore della serie e della Ward, l'ho letto per avere tutti gli avvenimenti in testa per proseguire la serie senza buchi, ma non avevo altri ulteriori motivi.
Non è un mistero che non sia mai stata attratta dalle storylines delle due Ombre, e che il romanzo di Trez e Selena sia stato uno dei più noiosi mai letti nella serie; purtroppo per me, la Ward ha deciso di dover infilare un romanzo breve per dare a Trez il suo maledettissimo lieto fine, e quindi eccomi qui.
Domanda di rito, mi è piaciuto? Tutto sommato direi di sì, se penso al fatto che sono partita con il fastidio nel cuore e che i personaggi sono gli ultimi nella mia lista dei preferiti. Mi aspettavo molto ma molto di peggio, mi aspettavo di odiarlo e di non sopportare praticamente nessuno, ma evidentemente la formula del romanzo breve totalmente slegato dalla trama portante della serie ha funzionato.
Partiamo, quindi, dal presupposto che questa storia e questo romanzo, pur essendo inseriti nella trama portante della serie, ne sono in un certo senso separati. Gli eventi avvengono nello stesso tempo e negli stessi luoghi, ma non influenzano e non vengono influenzati dal resto della storia. Trez, che dopo il suo romanzo è rimasto in ombra a digerire il lutto, qua si prende una specie di rivincita e completa la costruzione del suo personaggio. Non mi sorprenderebbe se, dopo di questo, la Ward lo lasciasse definitivamente in disparte perché ora che il suo lieto fine è arrivato, per me, ha ben poco altro da aggiungere. Nonostante la sua storyline arrivi alla sua conclusione non ho cambiato la mia opinione nei suoi confronti: Trez è un personaggio ok ma non regge il confronto con gli altri protagonisti sia per carattere che per utilità; alla fine Trez gira attorno alla sua compagna in entrambi i casi e sembra non essere in grado di funzionare al di fuori di questo schema. Ora, nel primo romanzo questo aspetto mi aveva dato a noia molto in fretta, anche se avevo apprezzato il coraggio della Ward di accoppare Selena, ma in questo seguito funziona meglio proprio perché tutto il romanzo ha un'identità molto precisa: è un paranormal romance classico, senza la pretesa di aspirare alla complessità e alla ricchezza dei romanzi portanti della serie. In un certo senso questo contesto è quello che ha dato la possibilità a Trez di prendersi una rivincita come eroe e protagonista, anche se ovviamente per me rimane uno dei personaggi maschili meno riusciti.
La maggior parte del tempo Trez lo passa a - giustamente - piangere Selena, quindi da lui oltre tendenze suicide, depressione e passività non ci si può aspettare. Quando incontra Therese la sua somiglianza con Selene lo fa sbarellare definitivamente: è convinto che la ragazza, in qualche modo, sia la reincarnazione di Selena e non accetta né consigli né razionalità da nessuno.
In realtà Therese è una persona fatta e finita e non è Selene (oppure lo è?), ha ricordi della sua infanzia, ha una famiglia, ha una vita, ma soprattutto ha una personalità, dei gusti e delle abitudini completamente diverse rispetto a quelle di Selene. All'inizio Trez fa finta di non vederle, è più facile convincersi che la sua fantasia sia la realtà se non vede le differenze, ma man mano che i due entrano in confidenza è chiaro che la sua illusione sta cominciando a vacillare.
Therese è quello che Selene non ha potuto essere: non è una chosen, non è malata, ha un carattere ben definito, non è una donnina sottomessa e passiva e non si lascia infinocchiare da Trez, anche se a lei sembra proprio quel tipo che sogna continuamente.
La loro relazione nasce male, in un certo senso, perché è quasi una menzogna: Trez finge che sia Selene mentre lei si fida dei suoi nuovi sentimenti convinta di essere all'inizio di una nuova e meravigliosa relazione. Niente di più falso, ovviamente, perché quando Trez finalmente si decide a raccontarle la verità la poverina ci rimane di merda: non solo lui è ancora innamorato di una donna morta, ma ha proiettato la presenza di Selene al suo posto solo perché sono praticamente due gocce d'acqua. Therese non è mai stata parte di questa relazione, è stata solo un involucro dove Trez ha sostituito i nomi, usandola per fantasticare sulla compagna morta. Creepy, no?
Ovviamente questo è il punto di rottura di tutto il romanzo, con Therese che manda Trez a quel paese e si dedica completamente alla sua famiglia e con Trez che, capito l'errore, comincia a vedere chiaramente le differenze tra le due donne e a capire che, tutto sommato, la personalità di Therese è proprio quella che lo ha fatto innamorare nuovamente, anche se in modo completamente diverso.
Ora, essendo Trez quello che è, per lui Therese è comunque la sua compagna: non sarà Selene, ma è in ogni caso la sua compagna, mentre per lei la situazione è più complicata. Quindi il vero twist, o per meglio dire lo spiegone che porta al lieto fine, arriva quando Therese è in pericolo e Trez la salva. A me non fanno impazzire gli spiegoni che durano tre secondi netti e ti fanno capire che le cose sono così e basta e fattela andare bene. Non mi piace, non mi soddisfa, ma a questo punto ero pronta ad accettare qualsiasi cosa perché ero alla fine e non vedevo l'ora di mettermi tutta questa baraonda alle spalle, chiudere la storia di Trez e buttarmi su altro.
Lo spoiler qui è praticamente inesistente, Lassiter ci ha messo lo zampino e Therese è veramente Selene, end of story, e vissero tutti felici e contenti. Tranne me, perché per quanto abbia sopportato tutto senza troppi drammi, un bel rolleyes potente non me lo ha tolto nessuno. Diciamo che la Ward in linea di massima sa fare molto di meglio, ma invece ha scelto di dare a questa storia una connotazione puramente romantica e pure natalizia per farci mandare giù il boccone amaro.
Com'è che dice Mary Poppins? Con un poco di zucchero la pillola va giù, la pillola va giù. A mai più, Trez, spero.

3 aprile 2020

K-drama della settimana:
3 mini drama da maratonare
quando non sai cosa guardare


Kim Yeon Do (Lee Eun Jae) è una liceale che sta cercando di liberarsi di un ragazzo del suo passato che non la lascia in pace. In preda alla disperazione, pubblica sui social la foto di un altro ragazzo, sperando che questo sia sufficiente a scoraggiare il suo fastidioso e persistente ammiratore. Non sa tuttavia che il ragazzo nella foto non è altro che Ji Hyun Ho (Kang Yool), compagno di scuola un po' selvaggio ma molto popolare. La notizia del suo post si diffonde rapidamente in tutta la scuola, e poco a poco finisce per conoscere Ji Hyun Ho, nonostante il fatto che anche la sua migliore amica sembri avere una cotta per lui. Questa serie è ispirata ad un gioco storia per cellulare del 2016 chiamato "Il Miglior Errore"."
Anno: 2019
Episodi: 15 (10 minuti circa a episodio)
Dove guardarlo: Viki sottotitolato 
Genere: ComedyRomanceSchoolYouth


Diapositiva: 
Nel momento di crisi, Viki riesce sempre a tirare fuori qualcosa da vedere. Ho iniziato Best Mistake solo perché era breve e non mi aspettavo niente di niente. Anzi, temevo la trashata urenda, invece è piuttosto carino e si guarda senza grosse difficoltà. Esteticamente si difende, anche se c'è un buon margine di miglioramento, e la storia è carina. Tutto gira attorno a Yeon Do che, per scoraggiare un corteggiatore insistente, carica su IG una foto di un ragazzo fingendo che sia il suo fidanzato. Ha pescato la foto da internet, ma ha scelto quella di un suo compagno di classe, uno di quelli famosi e desiderati e scontrosi. Per farsi perdonare Yeon Do si offre di portargli un panino ogni giorno e, così facendo, si infila nel loro gruppo di amici diventando subito l'interesse amoroso di entrambi i ragazzi. Da un lato c'è Hyun Ho che ha un carattere brusco e non sa come esprimere i suoi sentimenti, e dall'altro c'è Joo Ho, il capoclasse bravo e gentile che nasconde una vena ribelle. Il mini drama ruota attorno a questa specie di triangolo amoroso, ma non ha grossi colpi di scena e si risolve nel modo che ci si aspetta. Mi è piaciuto, mi ha aiutata a passare una serata di scazzo fortissimo.

Sohn Anna (Nam Gyu Ri) è una specie di reclusa. Restia ad avventurarsi all'esterno, preferisce stare a casa davanti al computer e la televisione. I suoi due più grandi hobby sono guardare canali di shopping a casa e bloggare. In realtà, è diventata così brava in quest'ultimo che è diventata un'influencer i cui post sono letti in tutta la Corea del Sud. Park Ji Yong (Im Seulong), nel frattempo, è un affascinante MC degli acquisti per la casa. Un giorno, gli viene affidato un incarico insolito: Deve trovare una influencer da portare nello show che presenta. La ricerca lo porta ad Anna che si dimostra molto riluttante ad apparire in diretta tv ma Ji Yong non si farà scoraggiare facilmente!
Anno: 2017
Episodi: 5 (15 minuti circa a episodio)
Dove guardarlo: Viki sottotitolato
Genere: Romance, Comedy


Diapositiva: 
Dei tre mini-drama, questo è quello che mi è piaciuto di meno. L'idea di base non è male: una ragazza viene mollata il giorno dal matrimonio dal fidanzato che scappa con il suo amante uomo, così si chiude in casa e per due anni passa le sue giornate a recensire i prodotti che compra online. La sua fama di blogger, Queen Anna, arriva fino agli studi di televendite più famoso e prestigioso perché Anna, recensendo la loro diretta, ha fatto crollare le vendite. Per tenerla buona decidono di assumerla e di mandare il loro presentatore più famoso a farlo. Ji Yong, per quanto ora sia affascinante e famoso, all'inizio della sua carriera era grasso e timido e ancora ha paura di tornare così, la sua ansia viene fuori quando deve affrontare nuove persone. All'inizio Anna lo rifiuta, salvo poi decidersi che due anni a piangersi addosso in tuta sono più che abbastanza, così si mette in tiro e va alla ricerca di Ji Yong per accettare il lavoro. E' un mini-drama romantico piuttosto lineare, ha qualche momento divertente, ma non spicca per bellezza estetica o originalità. Anche lui occupa una serata, anche meno, ed è talmente breve che non passa nemmeno per la testa il pensiero del drop.

Il suo fascino imbranato è irresistibile. Kwon Mi Na (Kwon Mina) è una studentessa vicace, che continua a ficcarsi in situazioni difficili a causa del suo essere maldestra. Ma questo non sembra frenare quattro ragazzi, molto diversi tra loro, ad interessarsi a lei. Kim Ro Woon (Ro Woon) è il pitcher, stella della squadra di basebell. Kim Da Won (Da Won) è il miglior studente della scuola, ed amico di lunga data di Mi Na. Baek Ju Ho (Ju Ho) si comporta come un freddo ragazzaccio di strada, ma ha il cuore d'oro, quando qualcuno riesce a guadagnare la sua fiducia. Kang Cha Ni (Cha Ni) è il membro di una boy band, con la passione della danza. Quale dei quattro conquisterà il cuore di Mi Na? “Click Your Heart” è una web series sudocreana del 2016, in cui gli spettatori potevano scegliere il finale di ciascun episodio attraverso i loro voti.
Anno: 2016
Episodi: 7 (15 minuti circa a episodio)
Dove guardarlo: Viki sottotitolato
Genere: ComedyRomanceSchoolYouth
Diapositiva: 
Sulla scia del primo mini-drama, ho iniziato questo completamente ignara che ci fosse Rowoon tra i protagonisti. Già solo per questo andrebbe guardato, per ripulirti gli occhi dalle brutture della vita. Allora, il dramino è da vedere con questo pensiero in testa: è stato messo in onda per essere interattivo, cioè alla fine di ogni episodio gli spettatori votavano per far scegliere alla protagonista cosa fare nell'episodio successivo. Ci sono quindi due scenari diversi, con due triangoli amorosi diversi. Il primo è tra Rowoon e Dawoon, rispettivamente superstar del baseball della scuola e miglior amico della protagonista; il secondo è tra Ju Ho, una specie di teppista, e Cha Ni, un aspirante idol. La protagonista è Mi Na e la sua particolarità è che porta sfiga. Appena arriva lei la gente si fa male o capitano le sfighe più assurde, la sua fama la segue ovunque anche quando cambia scuola. La prima sfiga che porta è quella di far infortunare Rowoon, ma lui è più che contento perché così si può prendere una pausa e dedicarsi a tormentare Mi Na, anche se poi casca come una pera cotta. La scelta della protagonista sarà quindi tra il bellissimo Rowoon e l'amico Dawoon, che è innamorato di lei fin da quando sono piccoli. Il secondo triangolo è quello meno interessante, presuppone una storia pregressa che qua non si vede e cade nel melodramma: Ju Ho è il classico bad boy dal cuore tenero, ed è il suo ex ragazzo, mentre Cha Ni è una specie di folletto ballerino che appena compare vorresti dargli uno sberlone. Il finale da fiume di lacrime è abbastanza ridicolo. Sinceramente a me è piaciuta solo la prima parte con Rowoon, il resto è piuttosto noioso, ma anche qui non ha senso droppare considerato quanto è breve. Ah, praticamente tutti i personaggi sono interpretati da idols, e si vede.