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26 giugno 2017

Serena Nobile aka Virginia De Winter
La musica delle tue parole

Serie Cinque Sensi 2

Trama
Harper Collins
ebook | € 6,99
Giovane ed esuberante soprano, Vittoria incarna la sensuale passionalità della terra in cui è nata e cresciuta, e ora incede sicura sul palco del San Carlo di Napoli come una diva d'altri tempi. L'unica persona che riesce a scalfire il suo aplomb è Lorenzo, posato e schivo quanto lei è egocentrica e spumeggiante. Sono diversi come il sole e la luna e vanno tutt'altro che d'accordo, eppure la voce vellutata del giovane tenore accende dentro di lei un'emozione bruciante che la turba al punto da farle perdere il controllo. Quando qualcuno si introduce in casa sua e lascia sul piatto del giradischi un vinile che lei è certa di non aver ascoltato, il passato che ha legato indissolubilmente la sua vita a quella delle sue più care amiche torna a perseguitarla. Di colpo la sicurezza dietro cui si è sempre nascosta svanisce, rivelando una ragazza fragile e dolce che desidera solo essere amata e protetta. Così Lorenzo, colpito da quel cambiamento, la porta via con sé, e in una notte di follia emerge tutto il desiderio che covava sotto l'apparente ostilità. Resistere è impossibile, dimenticare inaccettabile, e il pericolo si prepara a emergere dall'ombra.

Commento
Io, boh, sono senza parole.
Questa benedetta creatura in due settimane ha scritto un romanzo come questo mentre io neanche la lista della spesa riesco a buttare giù con un ordine logico, e lei mi spara fuori questo.
Io, cioè, boh.
Ormai non mi pongo nemmeno il pensiero, quando inizio un romanzo di Virginia. Tutte le pippe mentali che mi faccio di fronte ad una novità di qualsiasi autrice - e intendo proprio tutte - per lei non valgono. Non ha ancora scritto qualcosa che non mi sia piaciuta tanto, non ha ancora prodotto una sola frase che mi abbia fatto sanguinare il cervello, un solo personaggio che non mi abbia mandata in tilt, persino le scene di sesso esplicite sono tra le migliori che io abbia mai letto.
Ma, come ho detto, ormai avrei dovuto saperlo. Anche se cambia il genere, Virginia diventa Master and Commander al primo colpo. Scommetto che se la incatenassimo ad una sedia e la obbligassimo a scrivere Sci-Fi o fantascienza o saggistica sulla distribuzione di semi in terreni a coltura intensiva riuscirebbe comunque a produrre una figata pazzesca.
Dopo Quello che i tuoi occhi nascondono mi sono messa in paziente attesa del secondo romanzo della serie, senza nemmeno pensare ai personaggi, all'ambientazione, a niente di niente. Tu scrivi e pubblichi, io leggo. Stop.
Quindi, dicevo, ho atteso La musica delle tue parole con relativa calma, salvo poi avere un esaurimento nervoso quando il Kindle ha deciso che l'ebook non gli piaceva e lo ha troncato al terzo capitolo. Il capitolo dove le cose cominciano a farsi succose, interessanti, quello che trasforma la storia in droga potentissima era troncato di netto, rotto, corrotto, sfasciato, insomma la fine del mondo. Proprio quando stavo lì con la bava alla bocca, zero, il Kindle sciopera.
Essendo che con una sana dose di violenza si sistema tutto, un bel aggiornamento ha portato la situazione alla normalità e mi ha finalmente permesso di proseguire con la mia full immersion, senza alzare gli occhi dallo schermo nemmeno per un secondo.
Da brava psicopatica, ho letto questo romanzo in sei ore in un un'unica sessione (pause obbligatorie comprese) ed è stato intenso, gente. Intenso. Del tipo vampate, sudori, svenimenti, palpitazioni e poi lacrime e ugly crying con sottofondo tutte le arie del romanzo. Un po' come per Quello che i tuoi occhi nascondono, solo meno ormonale.
A questo secondo giro siamo a Napoli, città che personalmente non è mai entrata nella mia top ten ma che d'ora in poi terrò presente per un week end. Una Napoli che ammalia persino una ossessionata dal freddo del Nord come me, con il suo profumo di dolci e di fritto, la musica, la ricchezza, la vitalità. Rispetto alla Roma del primo romanzo, questo sfondo è più pittoresco, più carnoso e sostiene alla perfezione due personaggi che rubano la scena sotto ogni punto di vista. Il mondo dell'opera, del canto, dei tenori e dei soprani, immerso in una Napoli in technicolor è un'overdose continua di sensazioni e ti riempie fino al limite.
Come romance, La musica delle tue parole è un'esperienza decisamente coinvolgente, ha una passionalità meno sfacciata e più misurata, ma non per questo meno potente. Federico, protagonista del primo titolo, era più giovane, più irruento, più selvatico, mentre Lorenzo è un uomo adulto, si controlla, nasconde bene ma altrettanto bene scatena al momento giusto una sensualità decisa, matura, di quelle che ti fanno sciogliere in una pozza di bava e ormoni. Anche Vittoria, la protagonista, ha un carattere deciso e sanguigno e tiene testa in modo spettacolare a Lorenzo e mi ha lasciato l'impressione di essere uno di quei personaggi in grado di sostenere la trama senza rimanerne schiacciata.
Vittoria è una diva, è una di quelle protagoniste per cui tifare e che ti regalano tante soddisfazioni, e per la mia grandissima felicità non perde il suo bel caratterino con l'evolversi della trama. I pochi momenti di debolezza che Vittoria si permette sono sempre circondati da spine, da artigli, da un'armatura solida e scintillante. Lascia intravedere un cuore morbido ma non perde la sua forza, nemmeno quando è in balia dell'ormone per colpa di Lorenzo. Che poi, parliamone, Lorenzo è da bava alla bocca, un figo atomico ben vestito e profumato che ti scombussola il cervello appena compare e che non perde un briciolo di virilità nemmeno quando è mezzo incipriato e imparruccato sul palco. Tra tutti e due non so chi mi è piaciuto di più, ammetto che Lorenzo mi ha proprio presa di brutto ma anche Vittoria ha avuto delle chicche particolarmente divertenti, come il pappagallo addestrato per insultare Lorenzo.
Per quanto riguarda la trama - che, a mio modestissimo parere, nel primo libro era poco incisiva sull'aspetto mistero/pericolo - in questo romanzo ha uno sviluppo sostanzioso nel mistero della pazza psicotica che perseguita le amiche, soggetto disturbato che sembra possedere il dono dell'ubiquità e che qui trasmette un vero senso di pericolo, di ansia e di paura. Certo, non è un elemento che pesa in modo importante sulla trama, c'è ma non occupa tutta l'attenzione e lo spazio, perché la relazione tra Lorenzo e Vittoria è talmente tanta che non si può contenere o ridurre. E grazie al cielo, perché io non sono una grande fan di quei romanzi romantici con un elemento giallo/thriller che rovina la magia, anzi proprio non mi piacciono. Però ci sono degli sviluppi sostanziosi, un procedere nella questione che lascia ben sperare per i prossimi romanzi, già pregusto cosa combinerà l'inglesina precisina ma con l'acido muriatico che le scorre nelle vene.
La musica delle tue parole è proprio un romance con i fiocchi, bello intenso, romantico e sensuale e con una personalità spiccata, netta, che lo distingue dal primo titolo della serie e che fa capire in modo chiaro e preciso che ogni romanzo riflette la personalità dei suoi protagonisti.
Io spero con tutto il cuore che Harper Collins pubblichi anche i prossimi tre romanzi, anche se prevedo una lunga attesa, perché con i primi due sia Virginia che l'editore ci hanno viziate. Ci tocca tornare alla realtà del lettore: lunga e sofferta attesa dei seguiti.
Però Virginia tu scrivi, mi raccomando, perché posso sostenere l'attesa della mia dose di droga solo fino ad un certo punto. Poi è crisi nerissima.

12 giugno 2017

Virginia De Winter
La Spia del Mare

Trama
Mondadori
pag. 408 | € 19,00
Venezia, 1741.
Cordelia Sheffield è una spia inglese, bella, intelligente e letale. Cassandra Giustinian invece è una nobile veneziana dalla grazia incantevole, colpita da una misteriosa malattia. Nessuno sa che sono gemelle, che dividono un'unica vita e l'amore per lo stesso uomo: lo splendido Cassian d'Armer, una spia del Doge, tormentato da un passato di guerra e violenza. Quando gli Inquisitori della Serenissima allungheranno le loro ombre sui segreti dei Giustinian, Cassian rischierà ogni cosa per salvare dalla morte la donna che ama. La lotta lo legherà fatalmente a tre uomini: un nobile francese fuggito dalla Corte di Versailles, un pari di Spagna in esilio volontario e un giovane abate, Giacomo Casanova, perfetto spadaccino e donnaiolo impenitente che li guiderà attraverso le calli e i balli fastosi, nella frenesia del meraviglioso carnevale veneziano. Agenti segreti e alchimisti, crudeli assassini coi volti della Commedia dell'Arte convergono nella Serenissima e danno avvio a un pericoloso gioco di spie, alla ricerca di un mistero sepolto sul fondo della laguna, dove una fanciulla dorme in una bara di cristallo, custode di un segreto che potrebbe far vacillare l'esistenza stessa della Repubblica di Venezia.
Le acque della laguna si chiusero sopra i suoi occhi aperti e cessò di esistere.
Commento
Quasi mai mi capita di organizzare le letture in base a ciò che ho programmato nella mia quotidianità, come attività, esperienze o viaggi. Per questa volta, però, ho deciso di leggere un romanzo ambientato in una città che avrei visitato, e la fortuna di avere per le mani La Spia del Mare e poter decidere di leggerlo neanche un mese prima del mio week end a Venezia mi ha proprio soddisfatta.
Ho sentito che quello era il momento giusto per leggerlo, che avevo la giusta impostazione mentale ed ero persino nel luogo perfetto perché sono riuscita a finirlo mentre ero alla casa al mare che, guarda caso, è a pochi chilometri da Venezia.
C'è stata una congiunzione astrale che ha reso la lettura di questo romanzo assolutamente perfetta.
Certo, devo dire che portarsi in spiaggia un libro del genere quando sei incremata e tuo nipote ti lancia la sabbia addosso non è proprio il massimo, ancora oggi se lo apro la sabbia scappa via dalle pagine e la rilegatura ha le mie impronte di crema solare. Però me lo sono goduto. Mi sono spupazzata la mia copia senza pensare alle orecchie, alle sbucciature, alle macchie, l'ho proprio spolpato con amore. Ora, naturalmente, lo sto ripulendo perché non posso vivere se so che un libro, sotto la copertina, è sporco lurido. Ma questo è un altro discorso.
Veniamo al voto. Ci ho pensato un secondo, mentre ero spalmata sul lettino e mi mangiavo il Cremino. Ho pensato cinque saranno troppi? Quattro e mezzo sono onesti, ma lo struggimento è stato forte. Okey cinque. Voto alto perché tra pesantoni ci si intende, perché two pesantoni is megl che uan, perché gli altri personaggi sono nel mio cuoricino ma Cassian, Cassian oh il mio povero cuore.
Ecco, quando io parlo di struggimento, intendo questo tipo di struggimento.
La sua espressione cambiò, di nuovo la rabbia si alternò al tormento. Sollevò una mano e arrestò le dita a un soffio da una macchia al di sopra della trina della scollatura, la fissò con un'intensità bruciante e dopo gettò un'occhiata a James che si stava rialzando, ingaro di ciò che aveva scatenato.
"Per quante volte" disse, a voce bassa, "per quante volte mi strapperete di nuovo il cuore dal petto e lo getterete all'inferno?"
Per una volta non farò la solita sbrodolata su quanto adori lo stile di Virginia e su quanto mi siano piaciuti tutti i suoi romanzi. No, questa volta farò il contrario e dirò che all'inizio ero scettica. Temevo che il tema della storia andasse a schiantarsi contro il mio non gradire romanzi su spie, spionaggio e simili, temevo che nemmeno la bravura di Virginia potesse distrarmi dalla parola spia, temevo che l'insieme dei suoi elementi distintivi mi rimanesse indigesto.
Invece no, nemmeno per una volta ho avuto i brividi di fronte alle attività di Cordelia, e non ho sofferto per l'argomento perché tutto funziona, perché i personaggi sono più che semplici spie e perché questa non è una semplice storia di spionaggio. Certo, sono quello che sono e fanno quello che fanno, ma tutto è immerso in un'atmosfera sontuosa e misteriosa che dopo un po' non ho più prestato attenzione a ciò che normalmente non mi sarebbe piaciuto, perché tutto il contorno ne aveva cambiato la natura, in un certo senso.
Ed è qui che ci si rende conto che c'è molto altro sotto al primo strato di romanzo storico con spie, è qui che ti fermi un secondo e pensi ma forse che...e sì, ti arriva la conferma più avanti e gioisci come una pazza perché è questo che vuoi, è questo che trasforma la lettura ed è questo che ha cambiato la mia percezione dello spinoso soggetto.
Virginia insinua l'elemento paranormale quando meno lo si aspetta, quando mi ero ormai adagiata sul genere storico, quando la densità di contenuto, la precisione tecnica e storica mi avevano impressionata fino al mutismo, ecco allora che il carico aumenta e la goduria altrettanto, trasformando la narrazione in un tripudio di opulenza storica e di avventura all'ennesima potenza.
Quello che normalmente mi avrebbe fatto storcere il naso qui mi ha incollata alle pagine, mi ha convinta che è bastato trovare un autore capace di toccarti il cuoricino e non c'è niente che possa non piacerti.
Infatti la protagonista, Cordelia, spia dall'identità segreta e leggendaria nel suo ambiente con il nome di Belladonna, è un personaggio che va al di là del primo impatto, e non si limita ad essere una spia. Cordelia è tante cose, è un'assassina, una spia, una funambola in grado di scappare tra le calli senza lasciare traccia, è un'attrice capace di ingannare tutti, è una sorella, una figlia, lasciata indietro e quasi dimenticata ed è un'arma al servizio di un bene più grande. Mi è piaciuta tanto, mi è piaciuto che di lei non rimanesse solo l'arroganza e la pericolosità della spia ma che, con l'evolversi della storia e man mano che interagiva sempre di più con gli altri personaggi, affiorasse il lato normale di Cordelia, con le sue paure e i suoi sentimenti. Ovvio che non si poteva una protagonista del genere ad una controparte maschile che non fosse in grado di tenerle testa. Ecco che Cassian entra in scena come il promesso sposo e man mano che viene invischiato alla storia si spoglia delle bugie e diventa il Nadir (oddio, quanti ricordi, avevo una cotta per un ragazzo di nome Nadir quando ero ragazzina), capace di tenere testa alla Belladonna e di essere suo pari per astuzia e coraggio.
Cordelia e Cassian sono i due protagonisti. Sono due testoni, indipendenti, con un carattere forte, abituati ad essere così e così soltanto e se non ti sta bene addio, ciao, arrangiati. Sono due personaggi che reggono la storia da soli senza problemi, ma che hanno per forza bisogno dei secondari per esprimere lati che altrimenti rimarrebbero in ombra. Così Cordelia ha bisogno di Cassandra per accettare di provare affetto, ha bisogno di Cassian per assaporare sensazioni che si era sempre vietata di provare, e Cassian ha bisogno della gentilezza di Cassandra per scoprire che non è poi così malvagio, ha bisogno dell'ambiguità e della forza di Cordelia per uscire dal buio e dalla disperazione, e ha bisogno dei suoi amici diversi l'uno dall'altro come sono per ritrovare fiducia negli altri, in se stesso e avere sostegno come mai ne aveva avuto.
Naturalmente Cordelia e Cassian sono due colossi, sono due personaggi come solo Virginia sa creare, potenti, intensi, complessi, pieni di segreti ma aperti al lettore, non lasciano niente indietro, raccontano tutto, così che pure tu ti struggi d'amore e di paura pur seguendo una trama che - finalmente - è intricata e misteriosa ma di facile comprensione.
Chi ha letto la serie Black Friars sa quanto Virginia sia in grado di rendere tutto assolutamente oscuro e fumoso, quanto ti possa lasciare al buio senza farti capire un accidente. Ma qui niente è tenuto nascosto, tutto viene spiegato, persino il più piccolo dettaglio è su carta per essere assorbito, finché ogni colpo di scena, ogni nuova scoperta, ogni singolo elemento sono tessere di un puzzle che il lettore può comporre da solo senza sentirsi un perfetto imbecille e senza arrivare alla fine con un grosso punto di domanda in testa.
La trama è un insieme perfettamente bilanciato di storia, avventura e paranormale (o magico? o fantasy? non so come definirlo) e si rafforza con il lavoro di fino di ricerca che si intuisce in sotterranea, un continuo dare nozioni, descrizioni precise e nomi che solamente con un lavoro certosino si poteva raggiungere. Ma c'è un altro elemento che rende questo romanzo assolutamente perfetto: l'ambientazione. Venezia è sì la città dove la storia si svolge, ma è anche un personaggio a se stante, silenzioso ma determinante senza il quale probabilmente la magia di questa storia sarebbe stata smorzata.
Venezia è una città pericolosa dove ambientare un romanzo, può essere magnifica, può essere parte integrante e determinante della storia, oppure può diventare uno sfondo ridotto a pochi scorci da cartolina, una rappresentazione cheap e grossolana della città, facendo franare rovinosamente il romanzo nella categoria ci hai provato, non ci sei riuscito.
La Spia del Mare, però, è una mappa alternativa della città, è una visione di cunicoli, viuzze, corti, calli sconosciute, di palazzi, approdi e piazze per chi Venezia la vede in modo diverso, una Venezia più oscura e segreta e tremendamente affascinante. Tutto, di questa Venezia, attira il lettore perché è una protagonista indiretta della trama, senza di lei niente e nessuno sarebbero stati lo stesso, ed è una città che si è gentilmente prestata ad un romanzo che la trasforma in una sua versione magica, oscura, misteriosa, una Venezia fantastica che è un po' vera e un po' camuffata, proprio come i suoi protagonisti.
Ammetto che la mia idea iniziale di prendere appunti per visitare angolini della città presenti nel romanzo è svanita praticamente subito: non potevo staccarmi dalla lettura, tanto meno perdere tempo per cercare carta e penna, e figuriamoci se ho trovato accettabile perdere il filo della narrazione o bloccarmi durante una scena particolarmente appassionante o emozionante. Vorrà dire che dovrò riprenderlo in mano, prima di partire, e almeno segnarmi qualche posticino da visitare sognando un po' ad occhi aperti.

18 maggio 2017

Serena Nobile (aka Virginia De Winter)
Quello che i tuoi occhi nascondono

Serie I Cinque Sensi 1

Trama
Harper Collins
pag. 332 | € 14,90
Bianca ama guardare il mondo attraverso l'obiettivo della sua reflex, cogliere suggestivi scorci delle vie romane e fuggevoli istanti delle vite altrui. Una sera, mentre sta scattando fotografie sui gradini di un negozio chiuso, si avvicina un ragazzo. Poche parole sussurrate, istanti di fuoco e poi solo la curva perfetta delle sue spalle impressa sulla pellicola, unico ricordo di quell'incontro. Per Bianca, il desiderio sembra incarnarsi in quella pelle color del latte e in quella bocca dalla bellezza struggente e malinconica, ma quando per caso si incontrano di nuovo, capisce che i loro mondi sono in collisione: lei giudica l'ambiente della televisione cui Federico appartiene superficiale e falso, lui ritiene Bianca solo una ragazza presuntuosa e arrogante. A quel punto, però, la scintilla è scattata e, carezza dopo carezza, Bianca scopre nel corpo di Federico un linguaggio che parla direttamente ai suoi occhi e al suo cuore. Eppure non ha il coraggio di lasciarsi andare, perché mentre lui lascia nella sua vita indelebili tracce di passione, un passato mai sepolto del tutto riemerge con prepotenza: sia lei che le sue migliori amiche hanno la sensazione di essere seguite, osservate da una misteriosa presenza, e strane coincidenze le riportano ai tempi dell'università, alla notte terribile che ha segnato in maniera indelebile il loro futuro. Dimenticare è impossibile, l'assoluzione inaccettabile, la vendetta in agguato.

Commento
Ormai da un po' di tempo faccio parte del gruppo di fangirls di Virginia De Winter. Nella mia personalissima ondata di amore sono arrivata persino al punto di leggere le sue fan fiction nel tentativo di soddisfare le smanie periodiche. Insomma, La Spia del Mare è uscito e tanti saluti arrangiamoci alla lunga attesa del prossimo romanzo.
Poi la Virgy sgancia la bomba che sta per uscire in libreria con un nuovo romanzo e tu, che non ne sapevi niente, rimani a fissare come una scema il post su Facebook e pensi Dio, sì.
La devozione assoluta mi ha resa cieca, sorda e muta. Non ho letto la trama - che senso ha quando sai già che lo leggerei a prescindere dal genere?-, ho guardato di sfuggita la copertina e non mi sono quasi nemmeno accorta che il nome sulla cover è uno pseudonimo. Per me avrebbe anche potuto esserci scritto Pinco Pallino alla ricerca di Puci Paci e lo avrei letto lo stesso. Cioè, sono - siamo - a quel livello.
Quindi, beata e ignara del suo contenuto, ho cominciato a leggere Quello che i tuoi occhi nascondono con l'hype a manetta, e mi sono ritrovata ad aspirare il romanzo come un'indemoniata, mentre il neurone dedicato allo sbrodolamento da romance è andato in overdose per la carica erotica della storia. In sostanza, non essendo preparata, la crisi ormonale che mi ha investita è stata potente, una cosa da ricovero immediato.
Riassumendo, ho iniziato il romanzo perché è di Virginia e avevo già il cervello in pressione, poi mi sono resa conto che era un romance e pure super hot con un protagonista mega gnocco atomico e che la protagonista femminile ha ufficialmente reso normale, legale e auspicabile sbavare sui ragazzi più giovani. Ah, ed è scritto in classico stile VdW quindi orgasmi lessicali e sintattici multipli.
L'implosione estatica delle mie celluline cerebrali ha creato un nuovo universo parallelo nel mio cuoricino pieno di Federichi (e Axeli, e Drachi, e Gabrieli) a cui attingere nei momenti più bui, una specie di scorta segreta post-atomica per farmi riprendere dalla depressione più nera.
Ma sto divagando fangirlando.
Andiamo per ordine. Quello che i tuoi occhi nascondono è innegabilmente una storia d'amore con molti e succosi momenti hot, e se questo non è nelle vostre corde leggetelo lo stesso. Se vi piace crogiolarvi in storie un po' proibite/taboo/contorte ma con la sicurezza di un lieto fine buttatevi a pesce e sguazzate. Certo, la copertina è leggermente fuorviante con il visino carino puccioso e quest'aria da women's fiction con tanto di vegetazione bucolica, ma rispecchia la trama solo se la si considera con un punto di vista molto aperto.
La storia inizia con un gruppo di amiche messe di fronte alle conseguenze delle loro azioni, una scena presa dal passato che fuorvia leggermente il lettore: sembra che il romanzo sia un contemporaneo con uno sfondo giallo, con un mistero da risolvere e poi si spara avanti nel tempo catapultando il lettore in una Roma dei giorni nostri, pulita, scintillante, viva, una Roma da cartolina o da fiction. In questa città si muove Bianca, la protagonista, una fotografa famosa che vive in una bolla tutta sua a metà strada tra la vita elitaria della famiglia di diplomatici e la vita più popolare fatta di aperitivi in piazza, manga e giri in motorino. Bianca ha superato abbondantemente i trent'anni ed è in quella fascia d'età in cui non sei né giovane né matura, è al picco massimo assoluto prima del declino: nel cuore e nell'anima è ancora com'era a vent'anni, ma nel corpo è una donna fatta e finita. Non c'è niente di immaturo in lei, non si lascia andare a quei classici comportamenti che rovinano un personaggio, niente piagnistei e nessuna reazione senza motivazione. In sostanza Bianca, a parte l'aspetto da strafiga spaziale da stella del cinema francese anni '60, è la donna moderna per eccellenza: di successo, con una vita piena e ricca, tanti amici, una famiglia che la stressa perché si accasi, con una sfilza di amori finiti male e qualche segreto da tenere nascosto.
Poi arriva la mazzata tra capo e collo. La mazzata di nome Federico. Anni 24, alto, biondo, bellissimo, attore di fiction aspirante attore di qualità, giovane studente di letteratura francese con un debole per le donne più grandi di lui e il super potere di far sciogliere le ovaie alle femmine soltanto perché respira. Ora, il binomio lui più giovane e lei più matura di solito fa pensare ad un personaggio vanitoso e immaturo, un ragazzino che cerca la sicurezza materna o il brivido della donna più vecchia. Federico è un ragazzo giovane ma con un'anima molto più vecchia, con una mentalità molto più avanti e matura dei suoi anni e con un attitude completamente diversa da quella dei coetanei. Il contrasto tra la sua faccia d'angelo e lo sguardo di fuoco spiazza e rimani lì e pensi dio mio, ma sei vero? (perché sì, Virginia lo rende reale a tutti gli effetti) e non puoi assolutamente biasimare la reazione di Bianca.
Ammetto di aver avuto un lieve mancamento nel leggere delle sue parti nelle fiction (cosa che non mi attira granché) ma per fortuna tutto viene elegantemente messo da parte fino al momento giusto, ovvero quando la sua carriera diventa motivo di attrito.
La relazione tra Bianca e Federico è intensa e sviluppata su più livelli. Non c'è solamente il lato passionale - per quanto sia dominante - perché c'è un coinvolgimento sentimentale molto forte che bilancia la presenza massiccia delle scene di sesso. E' come se più le scene hot sono esplicite e potenti, tanto più il coinvolgimento emotivo aumenta così che la relazione che si crea è ricca e i contrasti che nascono non piovono dal cielo senza una motivazione.
A questo proposito devo per forza sottolineare come Bianca e il suo struggimento interiore sui dubbi che sorgono di fronte all'età di Federico e a quella sua presunta fissazione per le donne più grandi non siano falsi, forzati, ma piuttosto realistici e credibili, persino la sua disfatta di fronte all'evidenza dei fatti - se così possiamo dire - è umana e tenera.
Unico appunto personalissimo che ho espresso a Virginia e che lei non ha per niente condiviso è stata la mia necessità di un livello di angst molto più estremo di quello presente nella storia. Per come sono fatta io, questo romanzo avrebbe potuto regalarmi dei picchi di sofferenza idilliaci, delle scene di dolore e struggimento divini e fantastici, invece quello che è il punto di rottura lascia solo un lieve rossore e niente tagli o ematomi. A me piace soffrire, e questo romanzo ha un livello di angst troppo basso per me o comunque troppo basso rispetto alle mie previsioni. Poi, per carità, il finale è comunque preciso e perfetto e non ho veramente nulla da dire, ma se solo avessi potuto piangerci sopra avrei potuto fargli un altarino.
Non perdo la speranza, visto che è il primo titolo di una serie di cinque romanzi chissà mai che la mia voglia di sofferenza verrà soddisfatta più avanti. Per ora, sbrodolo senza pudore alcuno.

4 aprile 2016

Virginia De Winter
Il cammeo di ossidiana

Trama
Harper Collins
ebook | € 5,99
Londra, fine 1800 - Raven Armitage non si dà pace per la morte improvvisa dell'amata sorella Elizabeth ed è disposto a tutto pur di venire a capo del mistero che l'avvolge, dunque anche a carpire i segreti di Sebastian Darlington, l'uomo che avrebbe dovuto sposarla, oltre che il più affascinante libertino del ton dopo Dorian Gray. Il loro primo incontro, sul selciato umidoLondra, fine 1800 - Raven Armitage non si dà pace per la morte improvvisa dell'amata sorella Elizabeth ed è disposto a tutto pur di venire a capo del mistero che l'avvolge, dunque anche a carpire i segreti di Sebastian Darlington, l'uomo che avrebbe dovuto sposarla, oltre che il più affascinante libertino del ton dopo Dorian Gray. Il loro primo incontro, sul selciato umido di una strada di Mayfair, non sembra nascere sotto i migliori auspici, e neppure quelli successivi, che culminano in un duello tra i brumosi prati di Battersea. Miracolosamente usciti quasi indenni dallo scontro, Raven e Sebastian capiscono che il destino ha legato le loro esistenze. Scoprono così la passione dopo la violenza, il tocco caldo sulla pelle dopo il gelo della voce, i segreti celati dietro un battito di ciglia e la dolcezza di un sorriso fatto per sedurre. Ma il tempo dell'amore dovrà aspettare perché le ricerche sull'inspiegabile morte di Elizabeth, che ruota intorno a un elegante cammeo di ossidiana, fa compiere loro un pericoloso viaggio nelle più oscuri perversioni dell'animo umano.
Il respiro di Sebastian Fane odorava di fumo e champagne, la sua pelle aveva l'aroma sottile del sole e tracce di colonia costosa. Era piegato su di lui, i capelli biondi scompigliati che gli sfioravano il viso, le labbra vicine all'orecchio vi lasciavano scivolare parole che lui ascoltava appena, preso dalla perfidia incantevole della sua voce.
Commento
Non vi sto a spiegare quanto ho penato per leggere questo ebook.
Le diottrie che ho perso mentre leggevo su PC - perché ho potuto leggerlo solo su pc -, il nervoso che mi è salito perché Adobe Digital Editions mi ODIA e non sono riuscita ad attivare l'account sul tablet, sul lettore ereader o sul cellulare, le pause forzate che ho dovuto sopportare perché non sempre avevo il computer disponibile (causa aggiornamento a Windows 10).
Se mi mettessi ad articolare le mie sfighe staremmo qui due ore.
Vi basti sapere che, se dopo tutto questo, ho dato il voto massimo è amore. AMOREH.
Se al mondo - cioè, nel nostro piccolo mondo di lettori italiani di genere - esiste ancora qualcuno che non ha mai letto nulla di Virginia (anche tu, o mitica sorella De Winter che la snobbi) ve lo chiedo per favore, leggetela.
Compratevi questo ebook che costa come una piadina alla Nutella, vi mettete comodi sul divano, sulla poltrona, a letto, a testa in giù, nella vasca da bagno, dove diavolo volete e leggetelo.
Lo so, lo so. E' una storia m/m, e vi capisco. Giuro che vi capisco, io non leggo storie m/m o f/f perché, se c'è una storia d'amore, devo potermi immedesimare. Quindi, a chi ha terrore di leggere un m/m e salta questo ebook senza nemmeno porsi il problema dico: fidati sorella, non aver paura.
Perché la prima cosa che mi ha colpita di questa storia è che l'amore, l'attrazione e la sensualità non sono di genere. I protagonisti sono due uomini ma potrebbero anche non esserlo. Non c'è l'estremismo di certi romanzi m/m dove il sesso sembra essere l'unico strumento di comunicazione, o l'unica via verso l'amore.
Il rapporto tra Raven e Sebastian per me è stato quasi cerebrale. La loro attrazione vola su un piano che non è volgarmente carnale, sta nei gesti, nelle parole, negli sguardi; è sensoriale al massimo e non si riduce a due palpatine o a qualche amplesso frettoloso.
Complice la fedeltà della storia alle regole sociali dell'Inghilterra vittoriana, la distanza fisica e il distacco emotivo tra i due protagonisti amplificano ogni cosa, così che un singolo bacio ha una potenza incredibile.
Il sapore che gli penetrò le labbra, morbido e maschile, schiantò qualcosa nella sua mente e gli tolse per un attimo coscienza del proprio corpo.

Superato lo scoglio della paura per il genere, è facilissimo lasciarsi risucchiare dalla storia.
Un pizzico di paranormale movimenta le pagine. La morte misteriosa della fidanzata di Sebastian porta in scena Raven, di lei fratellastro e soggetto alquanto interessante. Raven sembra essere un super eroe dal sorriso disarmante, agile e veloce come un ladro ma intelligente e sottile. I suoi occhi e i suoi sorrisi nascondono una mente che analizza e vede, che si lascia trasportare dalle sensazioni e non teme di esporsi. Raven è scuro e intenso, caldo e affascinante. Il suo gelido opposto è Sebastian, biondo, glaciale, cinico, spietato. Una mente che vive su un piano lontano da quello degli uomini comuni, egoista e crudele ma anche irresistibile. Dove Raven è una fiamma calda che ti attira e ti conforta, Sebastian è il predatore che incanta la preda e poi la divora.
Io, da sempre, ho un debole per i personaggi cattivelli e Sebastian ha ampiamente soddisfatto il mio lato masochista, ma anche Raven ha saputo equilibrare le sensazioni. Devo per forza di cose nominare anche Colin perché a tratti mi ha ricordato il mio preferito del cuore Bryce, della serie Black Friars.
Tutto il resto, ma proprio tutto dalla struttura della storia, alla trama, alla scelta lessicale, è così in linea con lo stile dewinteriano da rendermi follemente felice. Mi sono crogiolata con una certa ingordigia tra le parole, ho fatto il pieno con i meravigliosi dialoghi, e mi sono lasciata prendere dalla storia fumosa e misteriosa, dove l'avventura e gli intrighi si nascondono e si fanno scoprire solo se presti attenzione ad ogni virgola.
Menzione d'onore per i miei preferiti: il cinismo e l'acidità che sanno divertire e l'eleganza dell'insulto colto e articolato. Io non so come fa Virginia, ma voglio imparare da lei a lanciare certe frecciatine senza trasformarmi in una camionista infernale.
Unica pecca è il formato. Il fatto che non esista la possibilità di avere Il cammeo di ossidiana in carteceo mi sta facendo ammattire. Di fianco alla serie Black Friars c'è un buco vuoto per lui, anche se so che non lo riempirò mai lo lascerò vuoto. In memoriam.

18 gennaio 2016

Virginia De Winter
Cinque Falci di Luna. Missing Moments

Serie Black Friars 1.5

Trama
Ebook | GRATIS
Cinque frammenti di vita dei personaggi di Black Friars, cinque momenti originati dall'Ordine della Spada e dall'Ordine della Chiave, approfonditi e ampliati per un nuovo, breve viaggio nella Vecchia Capitale.
Commento
In questi quattro minuti sputati che ci si mette a leggere il commento mi dovrete immaginare nella mia versione peggiore: quella in cui, da brava fan, mi lascio andare ad uno sfogo brutto, di quelli in cui ti strappi i capelli, urli, spacchi cose, insulti e poi alla fine piangi come una dannata. Trucco sbavato, occhi pesti, depressione a bomba compresi.
Su Facebook tutti cavalcavano l'unicorno felice. Oh che bello! Gli outtakes revisionati, quale meraviglia! E sì, persino io ho vomitato arcobaleni per un buon quarto d'ora. Eppure - EPPURE - se ci pensate bene questo ebook è una tortura con tutti i crismi e c'è poco da essere felici.
Una tortura di quelle sottili, cattive, subdole. Guarda il nuovo ebook! Guarda solo 50 pagine! Guarda ci sono i tuoi personaggi preferiti! Guarda! Vedi come ti fa sentire la nostalgia? Ecco, ora attaccati al tram perché non c'è più nient'altro. AH! Sei felice adesso? E invece devi soffrire!
Cara Virginia, stellina, hai un lato oscuro che ti spinge a farci male, vero? Cioè, non ti bastava darmi un Axel e poi finire la serie. No, dovevi ridarmene un pezzettino, sbandierarmelo sotto il naso e poi PUF! farlo sparire, perché è solo un dannatissimo outtake.
Cara Virginia, ti lovvo abbestiah ma in questo momento ti farei un sacco di male. Sappilo. Sappilo quando mi vedi online su Facebook. Sappi che sto fissando il tuo nick e ti sto inviando vibrazioni disperate. Sadica, sadica e cattiva. Sadica, cattiva, e ti voglio bene. TI. VOGLIO. BENE. Sappilo quando mi vedrai online e ti sentirai un po' strana. Sono io che ti mando vibrazioni disperate e cuoricini sanguinanti.
Quanti minuti mi avanzano? Tre - sì, mi sono cronometrata. Allora passo all'altro lato di questa crisi depressiva. Prima l'odio, poi l'accettazione e poi la pace interiore. Almeno così dicono.
Accettazione. Questo ebook è un'incursione velocissima nella serie Black Friars, sono bricioline che ti fanno sentire il sapore sulla lingua e ti fanno capire che non è abbastanza. C'è la nostra Eloise, e c'è il MIO Axel - attaccatevi, non è nostro è mio - e ci sono piccoli flash di Ashton e degli altri personaggi. E' un po' come ricordarsi a distanza di anni di qualcuno che ti piaceva veramente tanto e sapere che non si torna indietro. Ah, che sensazione dolce amara.
Pace interiore. Forse si può andare avanti? Da brava fan spero - come tutti - che questo mondo non sarà lasciato al passato ma che Virginia, come noi, non potrà rimanere lontana.
Sentile le vibrazioni, Virginia, questa volta non sono solo io. Siamo tutti noi, poveri fan in piena crisi depressiva dopo questo ebook che fa tanto trullalà e poi ti lascia agonizzante sul pavimento.
Sono scaduti i quattro minuti. Vado a farmi una maschera per il gonfiore agli occhi. Addio mondo.
Ah, dimenticavo. QUI potete trovare i link per scaricarlo, a vostro rischio e pericolo.

28 settembre 2015

Virginia De Winter
L'ordine della Croce

Serie Black Friars 3
Trama
Fazi | pag. 517 | € 18,00
Eloise Weiss è alle prese con il misterioso ritrovamento di uno scheletro di un giovane ragazzo, la cui identità è ignota, e questa volta non potrà ricorrere ai suoi poteri di evocatrice ma solo alle sue conoscenze mediche. Dalle indagini emerge a poco a poco un'oscura e inquietante verità: le ossa rinvenute sono solo il coperchio di un vaso di Pandora che sigilla i segreti più oscuri della Vecchia Capitale; segreti di personaggi potenti disposti a tutto pur di mantenerli tali. In Aldenor intanto il re Fabian Vambenberg è gravemente ferito, e il suo erede Axel, fidanzato di Eloise, è costretto a tornare lasciando sola Eloise in questa che si preannuncia come la missione più rischiosa della sua vita. Un mistero irrisolto, una città dai mille segreti, l'ultimo viaggio nel mondo di Black Friars.


"Siete splendido", disse. Non era un complimento, era una constatazione, e Bryce non batté ciglio. "Una bellezza che ho ammirato tante volte dal fondo di uno specchio", aggiunse. "Se desiderate conservarla per sempre, senza che sfiorisca come le vostre rose, cercatemi dietro il vostro riflesso, sarò lì ad attendervi".
"Attendereste invano", ribatté Bryce, pronto ma con la massima cortesia. "Ho sempre pensato che la perfezione delle rose fosse insita nella loro caducità. Quando la mia bellezza sarà sfiorita, nel ricordo sopravviverà ancora più fulgida di quanto sia realmente stata".
Commento
This is the end, beautiful friend
This is the end, my only friend, the end
Of our elaborate plans, the end
Of everything that stands, the end
No safety or surprise, the end
I'll never look into your eyes
Again
Come soffro. Soffro so very much in questo momento che non ve lo sto nemmeno a spiegare. Soffro così tanto che mi sono pure messa a cantare i Doors nonostante non mi piacciano. Insomma, sto' messa uno schifo.
Sì, lo so, non è sempre un male che una serie finisca, solo che quando succede e io non sono pronta ci soffro, ecco.
Ci soffro perché vorrei sapere tutto di tutti, perché avrei voluto storie per ognuno dei personaggi, perché il mio lato ficcanaso/morboso non è soddisfatto finché non conosce pure il colore delle mutande dei personaggi, perché voglio andare avanti ad oltranza anche quando la fine è citofonata, arriva e chiude baracca e burattini.
Per fortuna, però, c'è modo e modo di finire una serie. Prima di tutto, perché il lettore non soffra troppo, non bisogna avere tanti titoli: si perde non solo l'interesse (sempre che l'editore continui a pubblicarla), ma si rischia di scordare i dettagli della trama, i collegamenti e gli avvenimenti che danno senso a tutta la storia.
Come seconda cosa assolutissimamente necessaria si devono chiudere le fila della storia: i blocchi narrativi portanti devono arrivare ad una risoluzione, le storie dei protagonisti devono - o dovrebbero - avere un lieto fine e i cattivi devono prendersi un sacco di mazzate.
Quando tutto questo viene rispettato e, in più, hai apprezzato ogni romanzo della serie, la sua fine è sempre dolce amara. Sei felice perché è giusto così, ogni cosa ha trovato il suo posto, ma senti la nostalgia che avanza e sai che prima o poi penserai ne avrei voluto di più.
Bene per me, che sono partita poco convinta, la serie Black Friars è stata una rivelazione. Della serie se tieni duro avrai grandi e magnifiche soddisfazioni.
Io ne ho avute un sacco, di soddisfazioni: due epic crush (Axel e Gabriel), una protagonista che mi è piaciuta moltissimo (Sophia) e una che mi è piaciuta nonostante non abbia fatto amicizia con me (Eloise), una serie lunghissima di personaggi che vorrei avere come amici e uno in particolare che vorrei fosse un'estensione della mia persona (Bryce). Ho avuto un'ambientazione oscura e gotica con quel pizzico di giovialità da taverna che illumina il buio, ho avuto vampiri - bellissimi, alla Anne Rice - ho avuto giustizieri incappucciati, matricole incontrollabili, duelli, magia, omicidi, sangue a fiumi, possessioni demoniache, amore in ogni forma, colore ed espressione; ho avuto un tripudio di sensualità lessicale e una vagonata di ironia, di dialoghi geniali, di battute al limite della spanciata e ho avuto una storia con un senso.
Badate bene, non faccio mistero della mia totale incapacità di intuire i risvolti oscuri e contorti di questa serie, eppure per me anche questa è una soddisfazione. Sì, ho seguito il filo conduttore, ho capito quali erano gli elementi più evidenti di tutto il marchingegno ideato dalla De Winter, ma ancora sento di non aver capito tutto. So che il mondo Black Friars ha tantissimo da dire, e so che non lo scoprirò mai, ed è una bellissima sensazione. E' come se fosse una realtà parallela, viva e in continua evoluzione. Una di quelle dove - forse - un giorno l'autrice potrà ritornare, pescare a caso un episodio e costruirci attorno un'altra serie.
Che sbrodolata colossale, eppure è genuina.
Dal voto si capisce che L'ordine della Croce non è il mio preferito in assoluto, ma anche così è chiaro che ho avuto esattamente quello che volevo. Finalmente - sentite il coro degli angeli che cantano Alleluja? - Eloise e Axel chiudono il loro percorso, anche se trovano sempre una miriade di ostacoli riescono a driblarli con grazia e fare cose contro le pareti di qualsiasi stanza del mondo *bollori*. E qui sono costretta ad abbracciare la Virginia perché graziegraziegrazie ci hai regalato qualche scena piccantella. Sono una vecchia maniaca, ma con Axel non ho freni. Abbiate pazienza.
Sophia e Cain prendono spazio nello snodarsi della parte finale e decisiva di fronte ad un nemico quasi intoccabile e indistruttibile: uno perché è il ponte fatto di ricordi tra il passato e il presente, e l'altra perché è la chiave per sbloccare un potere tale da smantellare qualsiasi minaccia.
Non ho colto le sfumature, ma il colore è troppo sgargiante per non vederlo. Quindi sì, qualche momento di panico l'ho avuto ma proseguendo con la lettura ho ripreso il ritmo e ho dimenticato qualsiasi intoppo ho trovato sulle pagine.
Menzione speciale e obbligatoria per Bryce. Come posso non amare un personaggio ipocondriaco, fissato con la perfezione in ogni cosa, capace di battute al limite tra cinismo e sociopatia e di una profondità di sentimenti tale da non poterla nemmeno esprimere? Come? COME?
La prima manifestazione del Presidio da queste parti sembra sia sempre una diabolica sciatteria.

[...] era inutile dire a Bryce Vandemberg che qualcosa, un giornom, avrebbe smesso di fargli male. Si portava immutati dentro di sé i suoi dispiaceri da sempre, nascondendoli dietro l'eterno sorriso per riuscire ad affrontarli nell'unico modo che conosceva. Da solo.

Mi sarebbe tanto piaciuto avere un romanzo con Bryce come unico protagonista. Non necessariamente sullo stesso modello di Axel, di Sophia, di Eloise, ma avere la possibilità di vederlo padrone della storia, della scena e del lettore. D'altronde sono anche costretta ad accettare le scelte dell'autrice, quindi mi piego di fronte al poco - ma bellissimo - di Bryce che c'è nei romanzi e mi accontento.
Lo so, lo so, ancora una volta ho scritto un commento senza ordine né struttura, ma cosa ci posso fare? La De Winter prosciuga completamente le mie energie, come una dose massiccia della tua droga preferita: una botta di beatitudine che rade al suolo ogni guizzo di attività cerebrale e lascia attivi solo i muscoli facciali per sorridere.
Ci ho messo un po' ad abituarmi al tuo stile, cara la mia Virginia, ma una volta che ci sono riuscita quasi mi sono rovinata. Ora cerco l'opulenza e la ricercatezza lessicale, se non le trovo mi viene il nervoso. Cerco una sottigliezza che molti autori non hanno, smaniosi come sono di dire tutto e subito. Mi hai rovinata, ma ti adoro lo stesso.
E comunque tutti quelli che lisciano il fantasy straniero, prima di vomitare veleno sugli italiani dovrebbero stare zitti cinque minuti, leggersi un capitoletto di Black Friars e mettersi un cilicio. Se non è un'ottima serie gothic fantasy (ma esiste questo genere?) questa, allora niente lo è!

1 giugno 2015

Virginia De Winter
Black Friars. L'ordine della Penna

Serie Black Friars 2
Trama
Fazi | pag. 485 | € 17,50
Altieres, l’antica dinastia regnante nel Vecchio Continente, si è estinta dopo la violenta morte di tutti i suoi eredi e a portare il nome dell’antica casata sono rimasti solo i vampiri Blackmore, creature immortali a cui regnare non è permesso. Ma qualcosa ora è cambiato: Sophia Blackmore, unica erede della dinastia, creduta morta da anni, è stata ritrovata, e la Vecchia Capitale non sarà più la stessa. Gli oscuri segreti degli Altieres stanno tornando a calare ombre sulla città e spettri senza volto si aggirano per le strade terrorizzando cittadini e studenti. Mentre Sophia sta invece imparando a conoscere la sua nuova vita e cosa significhi essere una Blackmore, Eloise Weiss, coraggiosa eroina protagonista dei due romanzi precendenti, deve affrontare forze che nemmeno i suoi poteri possono governare. I morti non possono infatti riposare in pace, disturbati nel loro eterno sonno da forze oscure e implacabili, forse collegate al ritorno dell’erede di Altieres e alle sconvolgenti verità che i vampiri Black-more nascondono da secoli e ora sono sfuggite al loro controllo.
Sophia serrò gli occhi e socchiuse piano le labbra, stava baciando la pioggia sulla bocca di lui e aveva un sapore che non sarebbe mai riuscita a dimenticare.
Commento
***Spoiler***
*Questo amore e' una camera a gas
e' un palazzo che brucia in citta'
questo amore e' una lama sottile
e' una scena al rallentatore
questo amore e' una bomba all'hotel
questo amore e' una finta sul ring
e' una fiamma che esplode nel cielo
questo amore e' un gelato al veleno*
Mi riuscite ad immaginare mentre canto a squarciagola Fotoromanza con il libro in mano? Vedete il luccichio nei miei occhi? Vedete i cuoricini che sprizzano dai miei pori? Sono io appena finito L'ordine della Penna. Letto a tempo di record in tre giorni con la bava alla bocca, lo aprivo ad ogni secondo libero disponibile compresi i momenti di attesa: sulle scale mobili, nella pausa pranzo, mentre cuoceva la pasta, mentre mangiavo la pasta, mentre mettevo lo smalto, mentre mi spogliavo per entrare in doccia, durante la pubblicità, durante il film. Praticamente non ho fatto altro mentre vivevo. A parte dormire, respirare e lavorare, ho letto L'ordine della Penna.
Questa serie migliora ad ogni titolo, non so come farò quando avrò finito i libri disponibili e non ci sarà più niente da leggere. Mi verrà una crisi esistenziale.
Per scrivere un commento che non fosse caos puro ho buttato giù una mini scaletta, anche per essere sicura di toccare i punti che più mi sono rimasti impressi durante la lettura.
Il primo che mi è uscito d'istinto è stato il nome della protagonista, Sophia.
Rispetto ai due romanzi precedenti, dove Eloise era il centro dell'universo - nostro e di Axel - e dove il suo stesso personaggio ruotava attorno al concetto di coppia inteso come anime gemelle, in Sophia spicca fortissima la sua identità. Eloise era poetica, struggente, una protagonista che ci faceva vacillare nel suo stesso stato emotivo e che rimaneva confusa (non in senso negativo) esattamente come le sue capacità, ancora da scoprire.
Sophia invece è energica, schietta, brillante: spicca su tutto ed emerge con i contorni ben definiti dalle ombre densissime di questa serie. Ne L'ordine della Penna la sua identità, e le conseguenze che ne derivano, giocano un ruolo decisivo nell'evoluzione del suo carattere e dei suoi sentimenti. Obbligata a fare i conti con un futuro che non aveva messo in conto, Sophia oscilla tra scoppi di emozioni fortissime - odio e amore - e momenti di pace emotiva. Ad ogni eccesso, ad ogni alto e basso corrisponde una nuova amicizia e una nuova scoperta sugli altri e su di sé; scopre il potere dell'amore del suo popolo e per contro l'odio che i suoi detrattori le scagliano addosso.
Sophia mi è piaciuta tantissimo, così come ho adorato la storia d'amore tra Sophia e Gabriel. A.D.O.R.A.T.O. Se con Axel avevo raggiunto lo sbrodolamento emotivo, con Gabriel ho toccato quel livello di sanguinamento felice che solo i cattivelli sanno regalarti. Cattivo ma non troppo, aggressivo, sinceramente convinto di dover battere Sophia nel gioco del potere, Gabriel è l'heartthrob per eccellenza, quello che ti ferisce ma che riesce a segnarti il cuore oltre che l'anima. Ah...che sublime sofferenza, quanta perfezione. Io AMO queste storie, amo con tutto il cuore le relazioni difficili, lacrime, sangue, dolore e un lieto fine dolcissimo che ti spedisce dritta nel reame del sogno. A.D.O.R.O.
Nonostante Sophia e Gabriel occupino gran parte dell'attenzione, altri personaggi trovano spazio e aggiungono un altro strato alla loro personalità in continua evoluzione: su tutti Bryce, che prosegue con il ruolo di dandy ipocondriaco, fissato con la scelta della bara e una singolare quanto affascinante passione per il giardinaggio. Oltre ai suoi momenti da fratello minore con Axel, Bryce sfoggia una maturità come tutore di Sophia che sorprende tutti tranne me. E' sempre così con i personaggi che si dipingono come frivoli, sotto nascondono una profondità che è la salvezza di chi gli sta intorno.
A coronare questo idillio si aggiune una cosa che, per me, è fondamentale: finalmente sono riuscita a seguire la trama e a capirla. Lo so, sembra una sciocchezza e detta così passo per un'imbecille, ma negli altri due romanzi ciò che l'autrice voleva far emergere della storia era decisamente meno immediato. La natura dei vari Ordini, la natura stessa di personaggi come Eloise, Sophia, Ashton, tutto diventa all'improvviso semplice, e la storia fila liscia senza buchi neri. Anche il Presidio, i Blackmore e il loro ruolo nel controllo delle creature, tutto assume contorni definiti e i personaggi che agiscono nella trama hanno un compito che si capisce, senza momenti in cui ti chiedi cosa, chi, come e perché.
Il ritmo della narrazione è piuttosto vario, un momento scorre veloce e quello dopo si sofferma su scene che hanno bisogno di un briciolo di attenzione in più per essere assaporate, ma in linea di massima tutta la lettura scorre che è un piacere e in men che non si dica il libro è finito.
Come romanzo è sicuramente più equilibrato rispetto ai due precedenti ma, forse, nonostante l'ordine e la bellezza della storia e dei personaggi manca di quella pesantezza che dava un tono più personale, più sentito. L'autrice nei due titoli iniziali della serie è chiaramente più coinvolta e si sente, mentre qui sembra meno travolta dalla forza della storia. Ma è solo un'impressione personale perché io, Axel a parte, ho preferito questo romanzo al primo e lo metto quasi pari al prequel.
Insomma, cara Virginia De Winter, sto cercando di fare proseliti spacciando i tuoi romanzi come merce rara di contrabbando: io ti procuro nuovi lettori e tu scrivi, per cortesia. Scrivi.


9 aprile 2015

Virginia De Winter
Black Friars. L'ordine della chiave

Serie Black Friars 0.5

Trama
Fazi | pag. 454 | € 18,00
Axel Vanderberg, giovane erede al trono di Aldenor, non è altro che una matricola il cui sogno è diventare un giorno Duca dell'Ordine della Chiave, conquistando prestigio e rispetto.
Adesso la carica è ricoperta da Rafael Valance, sul quale all'improvviso ricadono ricadono i sospetti per l'omicidio della fidanzata Emelyn.
Ma quel delitto sarà solo il primo di una lunga serie.
Per le strade della capitale qualcuno sta uccidendo bellissime vampire ricomponendo i loro corpi in modo da richiamare le fiabe classiche.
Quando Axel salva Alise, vampira che ricorda nelle fattezze il suo grande amore, non sa che il suo gesto lo condurrà nella rete di Belladore, una creature della notte la cui bellezza è eguagliata solo dalla sua crudeltà.


Combattere era come amare, fu il suo pensiero fugace. Passione pura.
Commento
Un anno e mezzo fa ho tirato fuori dalle scatole post-trasloco L'ordine della Spada, il primo romanzo della serie Black Friars. Da quella lettura sono uscita affaticata ma stranamente incuriosita, praticamente innamorata di Axel e convinta che i romanzi seguenti sarebbero stati migliori del primo.
Ho aspettato un po', è vero, ma ho dovuto per cause di forza maggiore. Seguire le serie è un impegno estremamente costoso che alimenta la mia mania di collezionare libri, anche se poi non li leggo. Così ho deciso di prenderlo in biblioteca - sorry Fazi, so' povera - e solo questo mese, con l'apertura del sistema globale mondiale di Milano, ho potuto richiederlo.
Ma, siccome non sarei io senza una cantonata colossale, ho iniziato a leggere convinta che questo romanzo seguisse il primo in linea temporale. Ci ho messo circa trenta pagine a capire che i tempi non tornavano, che alcune cose non erano ancora successe e che i due personaggi chiave del primo romanzo dovevano ancora percorrere certe strade. Così ho dato uno sguardo ai commenti e per caso ho scoperto che L'ordine della chiave è un prequel e non il seguito di L'ordine della spada, e solo allora mi si è illuminata la lampadina.
Che pazienza ci vuole con le vecchie come me, prendiamo ciecamente in mano un libro e permettiamo che la storia ci isoli dal resto del mondo. Se non mi fosse caduto l'occhio su quel 0.5 di Goodreads avrei arrancanto, confusa e rimbambita, fino all'illuminazione.
L'ordine della spada, se non si è pronti ad uno stile vischioso e denso, è difficile da digerire. Ci vuole una buona dose di costanza e, naturalmente, una predisposizione naturale a gradire un livello massiccio di pomposità. Lo dico con il sorriso sulle labbra...lo stile di Virginia De Winter non è per tutti: o lo ami o lo odi (e i voti estremi lo provano).
La mia natura masochista mi ha fatto fluttuare in uno stato di trance da overdose di VDW e lo dico...un trip può essere fantastico ma anche distruttivo. Temevo che L'ordine della chiave fosse impegnativo tanto quanto il primo romanzo - se non di più. Invece no, questo è decisamente meglio.
È quasi del tutto sparita la massa di allegorie/metafore/analogie/similitudini misto a descrizioni dettagliate e cariche di aggettivi. Svanita la pesantezza dell'eccesso, la ripetitività del voler a tutti i costi sviscerare ogni sfumatura e trovare una parola (o mille) per descriverla.
Non facciamoci illusioni, lo stile non è certo frizzarello e leggiadro ma è molto più scorrevole e immediato, alleggerito sì ma senza togliere identità allo stile di Virginia.
Il miglioramento è sensibile e la lettura ne gioisce. A dispetto dei mie timori ho impiegato poco meno di 10 giorni (pausa week end compresa) per godermi questo romanzo. Per una come me è un tempo lunghissimo eppure ogni sessione è stata amoreh, una goduria cosmica unica. Mi sono presa i miei tempi per un motivo. Veniamo, quindi, alla storia.
Virginia tu lo chiami stalker folle io lo chiamo EPIC CRUSH.
Axel Vandemberg mi fa fremere i neuroni, mi manda in deliquio e mi rincretinisce. Axel è uno di quei personaggi che unisce il lato buono a quello tormentato, uno di quelli che ti fa struggere d'amore senza farti sentire una psicopatica grazie al suo animo buono. Nobile ma abbastanza realistico da possedere un lato oscuro, Axel - finalmente - esce dall'ombra e racconta la sua storia, regalandoci il suo punto di vista, i suoi pensieri e i suoi sentimenti. E io sbrodolo senza ritegno.
Ma andiamo oltre la mia sconveniente cotta per un personaggio inventato di 19 anni.
Stesse ambientazioni, stessi personaggi, con l'aggiunta di sangue, omicidi, misteri e intrighi. In questo romanzo c'è di tutto e ogni cosa ha il suo spazio senza prevaricare sul resto: gli omicidi sono cruenti, inquietanti e richiamano le favole per bambini. I misteri strisciano da una pagina all'altra senza farsi notare e poi esplodono in tutta la loro chiarezza e, infine, gli intrighi manipolano le azioni dei personaggi e influenzano permanentemente i protagonisti.
Pregio che non si può ignorare, in questo romanzo l'autrice non si fa scrupoli a falciare personaggi che si vorrebbe vedere vivi, mantenuti in salute, sani e salvi. Non ci pensa due volte a modificare il lieto fine e a plasmarlo in modo da avere sempre l'oscurità a bilanciare il rosa. Non c'è felicità senza un filo di dolore, non c'è tranquillità senza sacrificio, non c'è Axel senza struggimento.
Sì, finisco sempre lì, perdonatemi.
Ho avuto la conferma che, oltre ai due personaggi principali Axel ed Eloise, anche i secondari sono veramente fantastici. Attraverso gli occhi di Axel Bryce diventa divertente, profondo, affettuoso; il piccolo Stephen si definisce in modo netto, secco, spassoso, e tutti gli altri amici riescono ad esprimersi e a guadagnarsi un angolino del cuore del lettore (Ross, per esempio, mi attira parecchio).
Non ho dubbi che proseguirò con la serie, non temo più il ritmo lento e lo stile ricco di Virginia anzi, quasi non vedo l'ora di ritrovarlo.

28 ottobre 2013

Virginia De Winter
Black Friars. L'ordine della Spada

Serie Black Friars 1

Trama
Fazi | pag. 682
€ 19,50 | ebook € 1,99
Chi è Eloise Weiss? Perché il più antico vampiro della stirpe di Blackmore abbandona per lei l’eternità suscitando le ire di Axel Vandemberg, glaciale Princeps dello Studium e tormentato amore della giovane? La Vecchia Capitale si prepara alla Vigilia di Ognissanti e il coprifuoco è vicino perché il Presidio sta per aprire le sue porte. Il lento salmodiare delle orde di penitenti che si riversano per le vie, in cerca di anime da punire, è il segnale per gli abitanti di affrettarsi nelle proprie case, ma per Eloise Weiss è già troppo tardi. Scambiata per una vampira, cade vittima dell’irrazionalità di una fede che brucia ogni cosa al suo passaggio. In fin di vita esala una richiesta d’aiuto che giunge alle soglie della tomba dove Ashton Blackmore, un redivivo secolare, riposa protetto dalle ombre della Cattedrale di Black Friars. Il richiamo della ragazza è un sussurro che si trasforma in ordine, irrompe nella sua mente e lo riporta alla vita. Nobili vampiri di vecchie casate, spiriti reclusi e guerrieri, eroici umani e passioni che il tempo non è riuscito a cancellare: Black Friars – L’ordine della Spada è un mondo nuovo che profuma di antico, un romanzo che si ammanta di gotico per condurre il lettore tra i vicoli della Vecchia Capitale o negli antri del Presidio, in un viaggio che continua oltre la carta e non finisce con l’ultima pagina.

Commento
First thing first. Devo chiedere scusa alla ragazza di Fazi - non ho idea se lavori ancora per loro - che mi spedì questo romanzo alla sua uscita solo perché voleva avere il mio parere. Il mio parere, santo cielo, e io come una perfetta cretina l'ho sepolto nella libreria e me ne sono scordata. E' risorto 2 anni fa, dopo il trasloco, e solo ora sono riuscita a superare la vergogna di averlo trascurato. Quindi chiedo umilmente scusa a quella gentilissima ragazza. Scusa.
A distanza di 3 anni e con il quarto titolo appena uscito, mi sono finalmente decisa ad iniziare il romanzo. Un bel volume di 676 pagine esclusa la lista dei personaggi, con un peso specifico notevole, tanto che il mio braccio sinistro - quello che normalmente regge i libri quando leggo in piedi - ha sviluppato una muscolatura mai vista prima e sproporzionata rispetto a quella del braccio destro. Aggiungo anche che, quando lo avevo in mano, aspettare il treno in una stazione buia non mi preoccupava più di tanto. Provate a calarlo su una qualsiasi parte del corpo e vedrete l'effetto: ematoma assicurato.
Partiamo subito con il voto. Quattro cuoricini, anche se non se sono particolarmente convinta. Il mio giudizio oscilla tra i 3 pieni e strabordanti e i 4 indecisi. Alla fine mi sono buttata sul voto più alto per un semplice motivo: è un romanzo che spiazza. O meglio, lo inizi pensando che sia il classico romanzo gotico, Anne Rice wannabe, di quelli in cui le somiglianze con i guru del genere si sprecano e si tingono di un tono giovanile, e poi appena superi il primo capitolo ti rendi conto che hai tra le mani qualcosa di completamente diverso.
La mazzata che cala tra capo e collo è gradevolmente intensa. Ammetto senza tante storie che ci ho messo un po' per entrare in sintonia con lo stile di Virginia: una delle utenti del mio forum ha usato un aggettivo che trovo perfetto per descrivere il modo di scrivere della De Winter. Denso. Densissimo di parole, di metafore, di similitudini e di altre figure retoriche di cui ignoro il nome. Insomma, non è una lettura che scorre veloce, le parole ti bloccano sulla pagina e ti obbligano a vedere oltre che leggere. Naturalmente questo può scoraggiare di brutto con il rischio che si definisca il romanzo noioso, pesante, pomposo. Non lo è, però. Ci vuole una buona dose di pazienza e, appena si entra nel mood e nel ritmo, praticamente si rimane incollati alle pagine fino alla fine.
Spiazza, quindi. Spiazza perché non mi aspettavo una scrittura così ricca e carica e perché non pensavo di poterla trovare particolare e vincente; eppure funziona talmente bene che ci si convince che non c'è un altro modo per raccontare il mondo creato dalla De Winter.
Naturalmente questo è un romanzo che va letto con calma e con attenzione per non lasciarsi passare sotto il naso le rivelazioni della trama, ben nascoste tra aggettivi e svolazzi gotici.
Ecco che a questo punto devo tirare fuori quello che, secondo me, è il difetto più grosso del romanzo: la trama si perde nello stile, nell'uso delle parole. Più di una volta mi sono sentita costretta a segnare con un post-it il punto in cui finalmente succedeva qualcosa di significativo per ricordarmelo durante la lettura. Non mi piace molto quando non capisco dove la storia vuole andare a parare e quando ci vogliono centinaia di pagine perché si chiarisca la trama e/o la direzione del romanzo. Mi fa sentire un'imbecille, perché tutti capiscono cosa succede tranne me.
Però questo difetto sparisce durante la lettura. Infatti appena mi innervosivo perché non riuscivo a cogliere le sfumature ecco che mi dimenticavo completamente di tutto, presa com'ero da Eloise, da Axel e da Ashton. Chi mi conosce sa che io adoro soffrire quando leggo. Mi piace da impazzire quando ci sono sentimenti contorti e contrastanti, quando non c'è romanticismo fine a se stesso, quando ogni gesto ha un significato che va al di là delle apparenze e che ferisce con una sottigliezza che confonde. Piacere e dolore si mischiano tanto che non sai se odi o ami, se vorresti picchiare Axel o se vorresti scioglierti ai suoi piedi in stile faidimeciòchevuoi. Mi sono crogiolata nella difficile relazione tra Axel ed Eloise, ho avuto i brividi per quanto mi è piaciuta e mi sono affezionata a tutti i personaggi secondari, nessuno escluso.
Non posso riassumere in poche righe le vicende di tutto il romanzo, posso però affermare che il mondo fantastico, iper gotico e oscuro creato dalla De Winter è affascinante, con un grande potenziale non espresso al suo massimo in questo primo titolo della serie. Nonostante a volte si rischi la confusione, tutto è ben amalgamato e il ritmo di lettura non si ferma né singhiozza. Considerando il numero di pagine e lo stile ricco direi che questo è già un grandissimo punto a favore del romanzo.
Ora il quesito esistenziale è: andrò avanti con la serie? Dopo lunga e meditata riflessione ho deciso che sì, non voglio dire è stato bello grazie e addio. Sicuramente andrò avanti con il secondo romanzo però ho bisogno di un po' di tempo, prima di buttarmi nel prossimo titolo. Anche se, onestamente, non so quanto resisterò visto che il protagonista è Axel.