11 gennaio 2021

Tessa Dare
Say yes to the Marquess

Serie Castles Ever After 2

Trama
Avon | ebook | € 3,50
After eight years of waiting for Piers Brandon, the wandering Marquess of Granville, to set a wedding date, Clio Whitmore has had enough. She's inherited a castle, scraped together some pride, and made plans to break her engagement. Not if Rafe Brandon can help it. A ruthless prizefighter and notorious rake, Rafe is determined that Clio will marry his brother—even if he has to plan the dratted wedding himself. So how does a hardened fighter cure a reluctant bride's cold feet? He starts with flowers. A wedding can't have too many flowers. Or harps. Or cakes. He lets her know she'll make a beautiful, desirable bride—and tries not to picture her as his. He doesn't kiss her. If he kisses her, he definitely doesn't kiss her again. When all else fails, he puts her in a stunning gown. And vows not to be nearby when the gown comes off. And no matter what—he doesn't fall in disastrous, hopeless love with the one woman he can never call his own.
He held her firm. She didn't pull away. And the world shrank around them, to something the size of two stubborn heartbeats and a wilted bouquet.
Commento
In preda ad una qualche forma di raptus ho iniziato un altro romance storico, pur sapendo ormai che leggerne due di fila, e della stessa serie oltretutto, non è mai una buona idea. Però, dai, ero stanca e non sapevo cosa scegliere tra i millemila titoli che aspettano di essere smaltiti, inclusi alcune nuove uscite che non avrei dovuto comprare.
Per sfuggire alla pressione mi sono rifugiata nel mondo zuccheroso dei romance storici e ne sono uscita un pochino più rilassata, ma anche un filo annoiata perché, come ho già detto, a me i romance storici piacciono ma alternati a generi diversi altrimenti mi sale subito la saturazione e perdo interesse.
La serie della Dare Castles ever after, con questo secondo titolo, si conferma essere molto piacevole da leggere: lo stile è pressoché identico al primo romanzo, con quel pizzico di ironia e dialoghi molto animati e svelti, e la struttura stessa della storia ricalca quella poco impegnativa con zero cattivi e ostacoli non tragicamente insormontabili del primo romanzo.
Say yes to the Marquess è una lettura per niente impegnativa e per questo merita un voto alto: io sono una grandissima fan dei romance con trame un po' sciape, perché rispondono alla mia necessità di spegnere il cervello e non richiedono un investimento di attenzione che superi la soglia del normale. Intrattiene, diverte, alza un filo la temperatura e si inizia e si finisce con il vago sentore di sapere già cosa succederà ed è perfetto così, perché la sua forza sta nella sua semplicità.
La protagonista del romanzo è Clio, una donna che ha passato gli ultimi anni della sua vita fidanzata ad un Marchese che lavora come diplomatico per la Corona e che, quindi, non è mai a casa. L'accordo matrimoniale era stato fatto quando Clio era bambina e non nasce da un sentimento romantico, semplicemente è cresciuta sapendo che avrebbe sposato il Marchese. Quando, però, Clio diventa grande, per il Marchese ogni scusa è buona per posticipare il matrimonio fino ad arrivare al punto in cui la poverina è lo zimbello della società per il suo fidanzato sfuggevole e il matrimonio fantasma.
A questo punto Clio, che ha la sua età ed è stufa di aspettare, approfitta del fatto di aver ereditato un castello per decidere di dare una svolta definitiva alla sua vita rompendo il fidanzamento e mettendosi in proprio aprendo una produzione di birra nella sua tenuta. Per rompere il fidanzamento, in assenza del suddetto fidanzato, Clio conta sulla firma del fratello del Marchese, Rafe Brandon, noto per essere la pecora nera della famiglia e poco incline alla fedeltà ai legami e agli obblighi richiesti dal suo rango.
Rafe, in assenza del fratello, ha dovuto mettere da parte la sua carriera di pugile per portare avanti il titolo di marchese, gestendo i beni di famiglia per il fratello. Quando Clio si presenta per fargli firmare i documenti, Rafe entra nel panico perché, nonostante sia innamorato di lei fin da quando erano ragazzini, è deciso a non rovinare nulla di ciò che appartiene al fratello - incluso il fidanzamento - mentre è sotto il suo controllo. Rafe decide così di mettere in atto una campagna di convincimento, sommergendo Clio di ogni possibile pizzo, svolazzo e merletto per farla entrare nel mood matrimoniale.
Clio, pur essendo una donna di ottima famiglia con tutti i modi che ne conseguono, si è letteralmente rotta le palle di aspettare e decide di prendere in mano la situazione attuando un'opera di convincimento al contrario su Rafe, approfittando del fatto che l'uomo, nella sua disperazione, si è trasferito nel suo castello così come le sorelle di Clio. La poverina è sola contro tutti: mentre Rafe e le sorelle si coalizzano tra torte a 3 piani, vestiti da sposa e menù, lei si dedica a ciò che veramente le interessa, ovvero il birrificio e Rafe. Come si può immaginare tra i due c'è subito una grandissima attrazione, Rafe si trascina dietro i suoi sentimenti da anni e Clio, che è un po' meno datata, riscopre la sua simpatia per l'uomo e si lascia trascinare dall'attrazione che prova per lui.
Rafe è il classico personaggio maschile tutto muscoli, ma ho apprezzato che la Dare non gli abbia appioppato soldi, fama e fisicata, lasciandolo invece quasi mezzo povero e con un intelletto assolutamente nella media. Rafe è consapevole delle sue mancanze, sa di non essere particolarmente intelligente, ma ciò che non ha in cervello lo mette con il suo senso pratico e il suo buon cuore, perché sotto alla scorza da duro e sotto al suo atteggiamento da burbero c'è un tenerone che vuole solo essere amato e non usato come stallone da monta. Clio, invece, è una protagonista che beneficia del corollario che la circonda: circostanze, eroe, personaggi secondari, autrice, e che senza uno solo di questi elementi sarebbe uscita un po' interessante e molto simile alla sfilata di eroine di romance storico sciape e fatte con lo stampino. C'è una bella dose di scene piccanti, però sono inserite in modo tale da non essere troppe o troppo esplicite, hanno un loro senso e regalano un'ulteriore caratteristica al romanzo: oltre ad essere già svelto di suo grazie allo stile della Dare, c'è anche un vago sentore di modernità che svecchia i romance storici di annata. Storia semplice, ma stile moderno questa è la formula che mi piace.
Quando intendo semplice, mi riferisco all'assoluta mancanza di un villain, cosa ormai nota e risaputa essere il classico ostacolo al lieto fine della coppia. In questo romanzo l'unico ostacolo è rappresentato dal ritorno del Marchese e da quello che significa per Clio e Rafe ma, anche qui, la Dare ha gestito tutto con una logica e un buon senso tali che la risoluzione è talmente liscia che non urta i miei nervi già tesi.
Insomma c'è il solito blocco prima del finale, ma non è niente di così assurdo e fantasioso da far finire il romanzo nella categoria dei romance che hanno aspirazioni ben oltre le loro possibilità. Bisogna cominciare ad apprezzare di più la semplicità di una trama banale, e cercare intrighi e matasse da sciogliere là dove c'è terreno fertile per loro. A me i romance storici piacciono così, facili da leggere e da gestire, come una pizza surgelata: poco sbattimento, medio rendimento.
Per quanto riguarda il voto medio tutto sta nel momento in cui l'ho letto, perché la storia mi ha annoiata per il semplice fatto che l'ho letta di seguito al primo romanzo della serie e così ha perso un po' del suo essere piacevole e spassosa. Sicuramente se lo avessi preso in mano dopo una sana pausa con altri romanzi nel mezzo lo avrei apprezzato molto di più. In ogni caso letto il primo e il secondo sono sicura che la serie sarà tutta godibilissima, infatti non vedo l'ora di farmi la scorta per i momenti bui del mio neurone, e ne prevedo moltissimi nei prossimi mesi.

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