14 ottobre 2019

Laini Taylor
Il Sognatore

Serie Strange the Dreamer 1
Titolo originale Strange the Dreamer


Trama
Fazi Editore
pag. 524 | € 14,50
In un mondo indefinito, devastato dai postumi di una guerra fra dèi e uomini, il piccolo Lazlo Strange, orfano, viene allevato da monaci arcigni che tentano con la forza di strappare il germe della fantasia dalla mente del bambino. Ma Lazlo è nato sognatore. Rimane impressionato dai racconti di un anziano monaco, che parlano di una misteriosa città, un luogo di cui si è persa la memoria ma nel quale è accaduto qualcosa di tragico, qualcosa di enorme. Conoscere questa città, chiamata Pianto, diventa il suo sogno, la sua ossessione. Anni dopo, ormai ventenne, Lazlo lavora come bibliotecario; passando tutto il suo tempo fra libri e documenti, appaga la sua sete di ricerca e di storie. Finché un giorno arriva nientemeno che una delegazione di guerrieri proveniente proprio dalla mitica Pianto, guidata da un comandante soprannominato il Massacratore degli Dei, il quale spiega che sta girando per tutto il territorio alla ricerca di uomini e donne in possesso di capacità intellettuali e manuali che possano servire a ricostruire la città, devastata dalla guerra. Lazlo chiede di essere arruolato e ottiene il posto. Inizia così un viaggio avventuroso verso la meta cui ambisce fin dall'infanzia...
Il sogno di Lazlo venne rovesciato nell'aria e la tempesta e i colori di cui era composto non furono più un futuro da raggiungere, ma un ciclone che si scatenava in quel momento. Lazlo non sapeva che cosa, ma, con la certezza con cui si sente la puntura di una scheggia quando una clessidra cade da uno scaffale e si rompe, seppe che qualcosa stava accadendo. In quel momento.

Commento
Dopo un paio di letture tradizionali il mio cervello ha mandato segnali forti e chiari sul suo desiderio di fantasy YA e di nient'altro che non fosse questo. Per un attimo ho valutato l'opzione Cassandra Clare, ma non ero in vena di leggere in lingua e così mi è caduto l'occhio sui due romanzi della dilogia della Taylor, comprata subito alla sua uscita e - giustamente - lasciata a decantare in libreria.
Ora, sarà stata la brama del mio cervello, sarà stato il mood, sarà che la Taylor è un'autrice che è entrata in ritardo nella mia routine ma lo ha fatto con il botto, fatto sta che questo romanzo è stato aspirato in pochissimo tempo. L'ho iniziato e finito senza che quasi me ne rendessi conto e la sua fine - cliffhangerissima, vi avviso - è una di quelle che sì, ti lascia il bisogno di continuare, ma non necessariamente subito, righ away. E' il tipo di romanzo del quale avevo bisogno, un fantasy nuovo, ricco di immaginazione ma in un certo senso familiare (ricorda moltissimo l'universo della trilogia della Chimera di Praga), con una storia che ha un inizio e una fine che si intravede all'orizzonte e che - a seconda di cosa si decida di fare - può arrivare subito o più tardi. Io ho deciso di prendere una pausa tra il primo e il secondo libro, ma giusto perché voglio godermi i romanzi e non voglio bruciarli entrambi in tempi brevi.
Veniamo alla storia, che si apre su un Lazlo bambino alle prese con la sua fredda, noiosa e brutale esistenza. Lazlo fa di cognome Strange, dato d'ufficio a tutti gli orfani e che li distingue in modo semplice e impersonale dal resto delle persone. Uno Strange, oltre ad essere solo nel mondo, è anche privo di qualsiasi diritto o desiderio di uscire dall'ultimo livello della scala sociale. Il problema, per Lazlo, non è nemmeno l'assenza totale di prospettive sociali quanto il rigido divieto di potersi rifugiare in un mondo inventato e gioire per un pochino della sua immaginazione. La forza di Lazlo è tutta nella sua mente e, purtroppo, verrà quasi subito domata, costringendolo ad una esistenza di silenzi e servizi. Solo più in là negli anni la sua esistenza vedrà un netto cambio di rotta quando diventerà apprendista nella più grande biblioteca del regno, dove finalmente potrà scatenare la sua insaziabile sete di storie. Fin da piccolo Lazlo ha sempre trovato affascinante la storia della città di Pianto, ormai diventata una leggenda quasi dimenticata, e la sua passione divampa ancora quando - ormai uomo - trova nell'enorme biblioteca dove lavora una quantità di libri e di storie legate alla città dimenticata. Nella sua smania di trovare nuove informazioni, Lazlo diventa un vero topo di biblioteca e la sua conoscenza sulla storia di Pianto si estende là dove gli altri non si sono mai avventurati.
Il punto di rottura della routine di Lazlo arriva quando, per la prima volta dopo decine di anni, arrivano nel regno i guerrieri Tizerkane della città di Pianto. Lazlo è l'unico a non essere impreparato, ma è anche l'unico che viene escluso dall'incontro a causa della sua posizione sociale. La vera personalità di Lazlo, soppressa per tutti questi anni, affiora in superficie e rivela a tutti la sua competenza, la sua dignità, la sua pura passione per Pianto e l'onesta partecipazione emotiva alla loro storia. L'avventura di Lazlo, la sua vera avventura, inizia quando si unisce alla carovana di Eril Fane - il Massacratore di Dei - diretta verso Pianto, con l'obiettivo di aiutare la città e, in un certo senso, salvarla da un qualcosa che Eril Fane è restio ad anticipare al gruppo di studiosi.
Parallela alla storia di Lazlo si sviluppa anche quella di cinque ragazzi, cinque figli di Dei - gli stessi dei uccisi da Eril Fane - che fin dalla loro nascita vivono segregati nella fortezza sospesa nel cielo sopra Pianto, isolati dal mondo, senza possibilità di uscire e senza che nessuno possa entrare. La loro vita ha pochissime distrazioni, men che meno cibo o attività, e si concentrano tutti su un unico sentimento forte: l'odio. Nonostante quattro di loro, Feral, Sparrow, Ruby e Sarai, fossero troppo piccoli per ricordare, l'odio vero gli abitanti di Pianto e verso Eril Fane, che ha ucciso i loro genitori e tutti i bambini rimasti, è una costante alimentata da Minya, la più crudele del gruppo e colei che ha memoria del massacro. Per anni la vendetta è stata il loro unico desiderio finché sono cresciuti e la solitudine e la monotonia hanno attutito i ricordi e lasciato spazio al desiderio di entrare in contatto con il mondo esterno. Questo contatto è Sarai, nata con il dono di entrare nei sogni delle persone e manipolarli a suo piacimento, per anni li ha trasformati in terribili incubi che hanno alimentato il timore delle persone verso la fortezza. Sarai, pur avendo seguito la via della vendetta per la maggior parte della sua vita, comincia a sentire il peso di questo sentimento e a desiderare qualcosa di diverso per sé e per gli altri quattro: una vita, ordinaria come quella che spia nei sogni delle persone, ma preziosa perché impossibile per loro.
Tra i superstiti del massacro e gli abitanti di Pianto c'è un legame difficile da spezzare, un odio troppo radicato per poterlo razionalizzare, e una disperazione che permea le vite di tutti avvelenando le loro esistenze. Nel momento in cui le due storylines si toccano si crea il punto di non ritorno, quello che cambia il ritmo della narrazione e lascia intendere che le storie dei singoli personaggi diventeranno un filo nella trama della storia.
Lazlo e Sarai sono i due protagonisti, è vero, ma non monopolizzano la narrazione e lasciano ampio spazio a quei personaggi che hanno qualcosa da dire, azioni da compiere e scelte da fare che influenzeranno l'esito della storia. Da parte di Lazlo c'è Thyon Nero, un giovane alchimista che oscilla tra l'essere un eroe all'essere antagonista di Lazlo, ha una personalità molto interessante e per ora è sempre rimasto dietro le quinte, mai immobile ma non attivo nella storia. Da parte di Sarai il personaggio più forte dopo di lei è sicuramente Minya, che non nasconde il suo lato oscuro e che fin da subito mina l'equilibro del gruppo prendendone il controllo. Anche Feral, Sparrow e Ruby hanno una loro importanza, ma sono più che altro di contorno e il loro scontro è più un triangolo amoroso adolescenziale che stona con la gravità della storia. Naturalmente ci sono anche Eril Fane e gli altri Tizerkane ma anche loro rimangono un pochino in disparte.
Il romanzo ha i suoi tempi narrativi, ci vuole pazienza perché la prima parte è - forse - un filo lenta ma costruisce il personaggio di Lazlo fin nei minimi recessi della sua personalità e per me è stata parecchio affascinante. Quando la storia diventa più avventurosa e la narrazione prende un ritmo diverso anche la lettura diventa più serrata, c'è un crescendo piuttosto netto in tutto il romanzo che culmina nel finale. Onestamente non mi aspettavo che una certa cosa accadesse sul serio ma ho veramente apprezzato che la Taylor sia uscita - o forse è meglio dire che si è buttata fuori - dallo stereotipo del lieto fine. Il twist in chiusura è veramente intenso, drammatico, e cambia totalmente le carte in tavola, ma allo stesso tempo mi ha messo un po' di sana paura per il secondo romanzo della dilogia. Per questo ho deciso di fare una pausa, perché devo digerire tutto e avere la mente sgombra e fresca.
Sullo stile della Taylor non penso di dover aggiungere altro rispetto a quello che ho segnalato nelle recensioni dei suoi altri romanzi, dico solo che confermo e sottoscrivo: la Taylor non è una scrittrice frettolosa e superficiale, non lesina sulla ricchezza delle descrizioni, non ha paura di soffermarsi sui dettagli e riesce a non far pesare decine di pagine in cui - obiettivamente - succede poco o nulla. E' una brava autrice, scrive fantasy a target YA ma non usa lo stile semplicistico che purtroppo in genere si associa al genere e questo la rende godibilissima anche da un pubblico adulto.

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