Serie Outlander 8
Titolo originale Written in My Own Heart's Blood
Trama
TEA | pag. 659 | € 12,00 |
Claire Fraser, l'affascinante viaggiatrice nel tempo protagonista della serie «Outlander», si è ormai abituata alla vita dell'America nel Settecento e assiste con animo consapevole ai rivolgimenti che porteranno alla nascita degli Stati Uniti, anche se, nel 1778, agli occhi dei contemporanei, la situazione è ancora incerta. Washington ha costretto gli inglesi ad abbandonare Philadelphia e incomincia a profilarsi l'indipendenza delle colonie, ma l'elemento veramente rivoluzionario nella vita di Claire è il ritorno dell'adorato marito Jamie, dato per morto, il quale scopre che Claire si è nel frattempo risposata con Lord John Grey, il suo più caro amico. Intanto, nella Scozia del Ventesimo secolo, la figlia di Claire, Brianna, è disperata perché il primogenito Jem è stato rapito da un individuo determinato a scoprire il mistero del cerchio di pietre che fa viaggiare nel tempo. Il marito Roger si avventura nel passato alla disperata ricerca di Jem, senza sospettare che il bambino in realtà è più vicino nel tempo di quanto non creda...
TEA | pag. 531 | € 12,00 |
Giugno 1778. Nell'infuriare caotico della battaglia di Monmouth, che vede la vittoria definitiva dell'esercito guidato da George Washington, Claire Fraser viene ferita gravemente ed è in pericolo di vita. Jamie, terrorizzato all'idea di perdere ciò a cui tiene di più, non ha un attimo di esitazione ad abbandonare la divisa di generale per restarle accanto, prima durante la pericolosa operazione e poi durante la difficile convalescenza. Ancora una volta insieme e innamorati più che mai pur tra mille avversità, Jamie e Claire si trasferiscono Philadelphia, a casa di amici, i Fergus, intenzionati a ricostruirsi una vita e determinati a trovare, insieme, un luogo da poter chiamare di nuovo, e forse per sempre, "casa". Intanto, nel Ventesimo secolo, Brianna comincia a pensare che il posto più sicuro per lei e i suoi bambini sia il passato, dove, forse, potrà ritrovare l'amato marito Roger. Ma viaggiare nel tempo con due bambini piccoli può essere molto rischioso... I pericoli e gli imprevisti per la famiglia Fraser e per i loro amici sembrano non finire mai. Tanti dolori e tante gioie, tante sorprese e tanti colpi di scena li attendono, prima di poter scrivere la parola fine a una tumultuosa avventura che supera il tempo, riscrive la storia e travolge il lettore con la forza dell'ironia, del romanticismo e della passione.
Be', io suppongo che gli uomini possano inventare tutte le leggi che vogliono. Ma dio ha creato la speranza. Le stelle non si esauriranno. [...] E non succederà nemmeno a noi.
Commento
Mi ero dimenticata totalmente dello stile della Gabaldon, mi ero scordata della pazienza e dell'attenzione che i suoi romanzi pretendono dal lettore, e mi ero dimenticata che pure quando sta descrivendo il colore di un bottone non c'è verso di scollare gli occhi dalla pagina.
Siccome sono da poco uscita da un lunghissimo periodo di blocco del lettore, appena ho preso il ritmo mi sono buttata subito su Legami di sangue perché sapevo - proprio me lo sentivo - che la sua mole, la sua trama, lo stile dell'autrice e tutto quello che dovevo ricordarmi dall'ultimo romanzo avrebbero consumato le mie energie. Quale momento migliore se non questo, quando ho le pile cariche e sono pronta per un tomo di 659 pagine?
Di solito i romanzi lunghi non mi hanno mai fatto paura ma questa volta ho avvertito un brividino di terrore: e se mi annoio? Se l'amore che ho provato per anni per questa serie sfiorisce di fronte al terribile blocco? In mio aiuto sono arrivati alcuni elementi: primo l'edizione, le economiche TEA sono belle morbide e le apprezzo proprio per la sensazione che mi danno, con un'edizione così leggo praticamente qualsiasi cosa e pure con il sorriso sulle labbra; secondo, la divisione dei capitoli composti da poche pagine e spesso divisi internamente, tanto che potevo tranquillamente leggere un paio di pagine e fermarmi senza avere l'ansia perché non mi ero fermata alla fine di qualcosa; infine, ovviamente, c'è lo stile della Gabaldon che, come sempre, fornisce una quantità incredibile di informazioni e descrizioni senza cadere nel pantano della manualistica o della saggistica. Quello che l'autrice scrive è sempre appassionante, sempre interessante e qualsiasi scelta faccia riesce a far in modo che il lettore la accetti, persino quando non ne è particolarmente felice.
Ora parliamo della storia. L'ultima volta che ho letto un romanzo della serie risale al 2012 con An echo in the bone e poi più avanti nel 2017 con il racconto Virgins che, però, conta poco in termini di trama visto che è antecedente alla serie. Sette anni sono un'eternità, infatti non mi ricordavo più nulla, solo qualche elemento chiave per ricollegarmi alla trama di An echo. Ho fatto fatica, non lo nego, e ho dovuto recuperare il maggior numero di informazioni tramite internet per non aprire Legami di sangue e avere il vuoto assoluto. Una volta tirato le fila della storia, però, sono partita senza indugi e ho terminato la lettura in meno di due settimane. Per la seconda parte del romanzo, invece, ho evitato di aspettare e l'ho presa in mano appena tornata dalle ferie per sfruttare il ricordo fresco della lettura e per concludere definitivamente la lettura dell'ultimo capitolo della saga.
La storia, volendo essere pignole, è forse la meno appassionante dell'intera saga, non perché non succeda nulla - perché così non è - ma perché il mio interesse personale per la guerra di indipendenza americana è praticamente inesistente e si è risvegliato solo e soltanto in funzione degli eventi che coinvolgono i protagonisti.
Avendo ancora alcune storyline appese dal romanzo precedente, la Gabaldon ha pensato bene di dedicare alcune sezioni del romanzo alla conclusione di quegli eventi rimasti in sospeso creando un collegamento quasi scontato che il lettore sa che, prima o poi, arriverà. Quello che era stato troncato nel romanzo precedente era la trama legata al rapimento di Jemmy e, quindi, alla vita in Scozia di Roger, Brianna e i bambini. Il loro presente si concentra sul ritrovare Jem e sul mettersi in salvo e, ad un certo punto, diventa super dinamico quando Roger decide di attraversare le pietre perché convinti che Jem sia stato portato indietro nel tempo per recuperare l'oro dei Fraser. Personalmente ho trovato l'avventura di Roger molto bella, sia perché ci ritroviamo in Scozia sia perché, per un piccolo twist sulle teorie dei viaggi del tempo, Roger e il suo compagno arrivano in un anno che è molto indietro rispetto a quello a cui miravano. Possiamo incontrare, così, il papà di Jamie e Lallybroch prima del crollo degli eventi con l'arresto di Jamie e la morte di Brian. E' uno spaccato affascinante, la storia diventa oltre che avventurosa anche sentimentale, per noi e per i personaggi, e diventa anche un pretesto per arricchire il funzionamento dei cerchi di pietre. Roger e Brianna, quindi, si tengono per sé una buona parte del romanzo ma lo fanno con un vago desiderio di ricongiungimento alla famiglia.
La famiglia Fraser, invece, è sempre più invischiata allo scoppio della guerra: Jamie e Jenny si scoprono vivi, Claire e John e pure William vedono le loro vite messe sottosopra e finalmente tutti i pezzi tornano a posto. Jamie e Claire si ricongiungono, non prima che lui venga coinvolto da Washington stesso; John finisce in mano ai ribelli, William deve scendere a patti con la verità su suo padre e nel frattempo giostrarsi in una guerra che non è la sua.
Per me i personaggi che si sono giocati una posizione importante in tutto il romanzo, oltre a Jamie e Claire, sono William, John, Ian e Rachel. Claire è molto attiva sul fronte medico, ma ho apprezzato che qui venga messa più in prima linea del solito e che finalmente anche lei risenta della guerra con tanto di ferite e traumi. La sua età comincia a farsi sentire soprattutto nella sua fragilità emotiva, nel modo in cui risente ancora di traumi passati e di come anche il minimo pericolo riesca a scuotere un carattere che è sempre stato forte. Intendiamoci, Claire è sempre lei, non si tira mai indietro, ma ha un lato più materno e mortale che fino ad ora era apparso pochissime volte. La sua voce narrante è diventata meno energica e più materna, in un certo senso, e trasmette una stanchezza che spesso vocalizza con Jamie. La stanchezza per le guerre, per i morti, per l'insicurezza, la nostalgia del Ridge e dell'avere una casa loro, una vita loro. Jamie, d'altro canto, prova in tutti i modi a schivare l'arruolamento ma la sua fama lo precede e lo incastra nel ruolo di comandante, come se non ne avesse le tasche piene di soldati, battagli e morte. Jamie, però, ha un carattere saldo e si rassegna ad affrontare l'ennesima guerra con l'unico obiettivo di rimanere vivo e di levare le tende il più in fretta possibile con tutta la famiglia. Loro due sono i soliti Jamie e Claire, con un po' più di acciacchi, più stanchi e desiderosi di pace, ma pur sempre solidi e tridimensionali, tanto li conosciamo.
Ian e Rachel sono la vera nuova coppia, se mettiamo da parte Roger e Brianna. Ian mi è sempre piaciuto e ho gradito che finalmente il suo punto di vista facesse luce su una personalità che all'esterno sembra viva con scioltezza, ma che dentro ribolle con una complessità sorprendente. Rachel è per lui una compagna perfetta, è capace di guardare senza pregiudizi e di comprendere quando è quasi impossibile farlo, per lei la natura mista di Ian così come la sua distanza morale dagli Amici non è un fattore negativo, la sua diversità è ciò che lo rende così speciale. Lei stessa dimostra di essere coraggiosa in modo sorprendente e di avere un nucleo avventuroso che la rende la metà perfetta per Ian.
William, infine, è un personaggio che spesso prende la direzione opposta a quello che vorremmo. La sua animosità per Jamie, il suo rifiutarsi di affrontare John, il voler a tutti i costi rimanere solo in una situazione già di per sé complicata lo rendono incline a cacciarsi nei guai e a farlo con un trasporto quasi suicida. Forse non ha niente da perdere, a parte la vita, e difende con i denti quel poco di dignità che sente di avere: prende sotto la sua protezione una prostituta e la sua sorellina, si fa carico della loro sopravvivenza e fino alla fine - anche se a distanza - non perde di mente tutte le persone a cui è legato. C'è un momento molto bello, verso la fine, quando ingoia il boccone amaro e chiede aiuto a Jamie, il loro confronto è quasi alla pari ed è una scena che desideravo vedere dall'inizio del romanzo. William e Jamie sono molto simili, ma allo stesso tempo sono diversi ed è giusto così, non c'è bisogno di un clone ma di un erede degno.
Tutti gli altri personaggi che entrano nella storia lo fanno in modo pacato e non sento l'esigenza di commentare più di cosi: Fergus, Marsali e i bambini sono una presenza costante in tutto il romanzo e la scena più crudele e drammatica è legata proprio a loro, per il resto credo che altro non ci sia da dire.
Sono lontani i tempi in cui divoravo i romanzi con un trasporto quasi maniacale, anni da quando l'entusiasmo della serie era al suo massimo, ma se anche la storia e la mia percezione di essa risentono del tempo e dei cambiamenti personali in fatto di gusti, questa saga rimane sempre una delle migliori che abbia letto, è un'avventura continua scritta con un dettaglio e una cura impossibili da non apprezzare, e con uno stile che ti fa entrare - sempre - nel vivo dell'azione, come se le pagine fossero degli ingressi e la Gabaldon avesse il potere di aprire le loro porte per te.
Ancora una volta inizia la lunghissima attesa, solo che a questo giro l'affronterò con la calma zen di una veterana.
Nessun commento:
Posta un commento