6 marzo 2023

Haruki Murakami
Ranocchio salva Tokyo

Titolo originale かえるくん、東京を救う Kaerukun, Tōkyō o sukuu

Trama
Einaudi | pag. 60 | € 15,00

Uno dei racconti più surreali, delicati ed emozionanti di Murakami si anima grazie alle illustrazioni di Lorenzo Ceccotti.Quando Katagiri rientrò nel suo appartamento, ad attenderlo c'era un ranocchio gigante. Eretto sulle zampe posteriori, superava i due metri. E aveva anche un fisico massiccio. Katagiri, alto appena uno e sessanta e mingherlino, si sentì sopraffatto dal suo aspetto imponente.
– Mi chiami Ranocchio, – disse il ranocchio.



Commento
Quanto deve aver mangiato pesante, Murakami, per aver partorito una storia del genere?
Scherzi a parte, questo è il mio primissimo approccio al famoso autore giapponese e, sarò onesta, forse nemmeno quello più saggio da leggere. Non che la storia non mi sia piaciuta, tra la sua brevità e le illustrazioni si legge in un baleno, ma forse per apprezzarlo al meglio avrei dovuto prima conoscere lo stile dell'autore. Mea culpa, quindi, anche se alla fine il voto è più che discreto e il mio ricordo di questa lettura è più che positivo.
La storia può essere letta come se steste sognando, con questo Ranocchio enorme che spunta all'improvviso e non solo parla ma vuole che lo aiutate a salvare Tokyo da un vermone nel sottosuolo che si è svegliato dal suo sonno. Tutto questo è anche molto originale e curioso, forse un po' poco appassionante perché è breve, ma in generale è un volumetto per chi già conosce l'autore o per chi se ne frega altamente e ha una passione per le storie strane. Io non appartengo a nessuna delle due categorie, però non ne sono uscita sconfitta perché ero consapevole del mio errore praticamente già alla prima pagina.
Ripeto, non avrei dovuto sceglierlo come primo incontro, ma visto che ormai la frittata era fatta tiro le fila: a me è piaciuto proprio perché è fuori dall'ordinario, perché la sua originalità sta nella scelta di piazzare Ranocchio in casa di un uomo trasparente nella sua banalità e socialmente invisibile, perché l'idea di salvare Tokyo da un super terremoto e che i terremoti sono causati dai vermoni nel sottosuolo è talmente assurda da essere perfetta (insomma, perché no?). Con la mente aperta, con il giusto mood, questo racconto è uno spasso, a tratti anche divertente, purtroppo però senza la giusta conoscenza dell'autore forse si perde il senso nascosto (se c'è).

Nessun commento: