29 novembre 2021

Samantha Harvey
Vento dell'ovest

Titolo originale The Western Wind

Trama
Neri Pozza
pag. 304 | € 18,00
Somerset, XV secolo. Oakham è un piccolo villaggio diviso a metà da un fiume senza ponti. Una mattina, alle prime luci dell’alba, John Reve, il parroco, viene svegliato da Herry Carter, un giovane noto a tutti in paese. Con voce concitata Carter gli dice che c’è un annegato nel fiume, giù a West Fields. Il corpo si è impigliato in un tronco e ci sbatte contro come uno straccio. Reve afferra l’ampolla del vino consacrato e quella dell’olio santo, e si precipita al fiume per impartire l’estrema unzione all’annegato. Una corsa a perdifiato alle calcagna di un giovanotto basso di statura ma di buone gambe, e il parroco è a West Fields. Del corpo, però, non c’è più alcuna traccia, tutto ciò che rimane è un pezzo di stoffa, una bella camicia olandese di buon lino, verde come i campi in primavera. Un indumento prezioso che può appartenere soltanto a una persona a Oakham, al benestante del paese che risponde al nome di Thomas Newman. Newman, del resto, è scomparso da due giorni, dalla mattina in cui il corpulento Robert Tunley, di ritorno forse da una delle sue numerose conquiste femminili, ha visto qualcuno rotolare nel fiume e svanire tra i flutti. È chiaro che l’uomo, che ha appena donato una cospicua somma per la costruzione di un ponte, non può essere annegato, né per accidente né per mano di qualcuno, senza che si indaghi attentamente sulla sua sorte. Il solo sospetto che possa essere stato ucciso spinge il vicario episcopale a recarsi a Oakham e dà inizio a una convulsa serie di false ammissioni, intrighi e sospetti che John Reve ha l’ingrato compito di raccogliere nel segreto della confessione. Thomas Newman è stato ucciso davvero? E chi può essere l’assassino? Il violento Oliver Townshend, signore del villaggio? O l’esangue Sarah Spenser che va dicendo di essere lei la colpevole? Oppure ancora Tunley, il seduttore abile nell’uso del veleno? Del resto, a Oakham, tutti hanno i loro segreti…
Places you know can seem like foreign lands when your mind's lost itself to the dark.
Commento
Come volevasi dimostrare, chiudo la carrellata di mystery con un'altra lettura poco soddisfacente in termini di gusto più che di forma. Mi sa che il down iniziato con Morte di una sirena mi ha negativamente influenzata, perché secondo me se avessi pescato questo romanzo per primo dalla pila non avrei avuto una reazione così tiepida.
Partiamo da quello che mi è piaciuto, che poi sono le ragioni che mi hanno spinta a sceglierlo. La prima in assoluto è l'ambientazione: le campagne umide e bagnaticce del Somerset del 1400 hanno avuto un grosso ascendente sulla mia fantasia, ho immaginato un bel mistero da risolvere tra le nebbie e i prati, con il freddo dell'umidità che ti entra nelle ossa. La seconda ragione è l'aura elegantemente depressa della trama con il prete che deve fare i conti con un morto e con - forse - un assassino che mi ha ricordato Padre Brown (una delle poche cose che guardo in tv), e che ha sempre un certo fascino. La terza è che essendo un Neri Pozza mi aspettavo già di base un prodotto finito estremamente curato nei dettagli. Check, check, check. Tutto presente, in modi a volte meno intensi e coinvolgenti di quelli che piacciono a me, ma pur sempre presenti.
L'ambientazione è estremamente presente e vivida nella narrazione, la realtà rurale è la condizione che determina buona parte della storia, dall'isolamento fisico a quello mentale degli abitanti, fino al creare a tutti gli effetti le circostanze che portano alla scoperta del morto. Il fiume, elemento ingombrante nella storia, divide il paesello dal resto dei territori tagliandolo fuori dai commerci, diventa un nemico da sconfiggere o da superare e spinge il prete a mire che hanno poco a che fare con lo spirito.
L'aura depressa è stemperata da una leggerezza ironica e autocritica che esce fuori dallo stile dell'autrice, che con una certa facilità dipinge un protagonista che ha in sé sacro e profano e che non fa mai nascere fastidio nei confronti della tematica religiosa.
Sulla forma, i colori, la traduzione non serve aggiungere lodi, Neri Pozza è un editore che mette in commercio libri che sono sempre belli da leggere, anche quando non sono esattamente di nostro gusto.
Ora veniamo a quello che non mi è piaciuto. Purtroppo, rispetto a quello che mi aspetto io in un mystery qua c'è poco per chi non ha il palato allenato al genere, nel senso che è talmente sottile e talmente intrecciato nella struttura della narrazione che, per farla breve, se sei tardona come me neanche ti rendi conto di quello che sta succedendo, e le parti importanti ti sfilano sotto al naso non viste così che poi, alla resa dei conti, tenti disperatamente di riprendere il filo ma non ci riesci.
Ho fatica molto a capire quale fosse la direzione della storia e perché mancasse il tipico elemento del mystery: l'assassino. Fino all'ultimo mi sono aspettata che spuntasse fuori in tutta la sua macabra persona, invece l'autrice tira fuori una carta strana e ci sono rimasta un po' male. Non che questo renda la storia meno interessante, solo toglie quella parte morbosa che spinge a leggere gialli e mystery.
Un altro aspetto che poco mi è piaciuto è stata la struttura a ritroso della narrazione; all'inizio neanche avevo capito che si andava avanti per tornare indietro, o che ci fossero dei flashbacks che prendevano il controllo totale della narrazione fino a diventare interi capitoli. Questa disattenzione è stata ovviamente colpa mia, ma forse la mancanza di chiarezza ha contribuito al senso di confusione e di disorientamento che questo avanti e indietro narrativo hanno causato. Forse è un punto di forza del romanzo, se visto da un'altra prospettiva, ma per una come me la solidità e la chiarezza sono componenti fondamentali per il gradimento di una lettura, e io ho faticato parecchio per trovare il filo della narrazione e alla lunga mi ha dato noia.
In ultimo forse l'aspetto che più mi ha delusa, ma probabilmente si cade nello spoiler quindi occhio.
In questo romanzo il crimine da risolvere e l'assassino da trovare sono solo una scusa per sviscerare la quotidianità e la privacy di persone semplici che vivono una vita difficile senza agi, senza cultura, senza grandi aspirazioni, e il fatto che sia chiarisca fin da subito che il morto è un morto non ammazzato rovina la lettura perché si fa subito intendere che non c'è un assassino da scovare, solo segreti da rivelare, e anche se a volte è molto curioso scoprire la vera natura e i veri pensieri dei personaggi, alla lunga quel briciolo di morbosa curiosità si perde tra i continui tentativi di creare una fascinazione verso motivazioni e colpe che è meglio tenere oscure.
Insomma, sì, il prete è un prete anomalo e ogni paesano ha qualcosa da nascondere, ma da qui a costruirci sopra un assassinio mi pare un po' troppo.
Per terminare due parole sulla fine del romanzo, che mi ha lasciata completamente indifferente considerando che non è una vera chiusura ma più una porta chiusa su una questione risolta e chiarita, come a dire ora che ho ribaltato tutti i sassi e messo alla luce tutti i vermi tornatene a casa che non c'è altro da dire. Insomma, io ci passo ore, ci metto impegno e attenzione e tu mi butti fuori così, senza darmi nemmeno la soddisfazione di vedere concretamente conclusa questa storia? Mi ha lasciata proprio interdetta, ed è anche per questo che il voto è molto tiepido. Non credo che prenderò in mano altri titoli della signora Harvey, evidentemente il suo stile narrativo non è tra i miei preferiti, quindi tanto vale non farsi del male e buttarsi su altre avventure.

Nessun commento: