15 novembre 2021

Naomi Mitchison
Il viaggio di Halla

Titolo originale Travel Light

Trama
Fazi Editore
pag. 180 | € 15,00
Per la prima volta in Italia un classico della letteratura fantasy del Novecento scaturito dalla penna di una scrittrice tutta da riscoprire, grande amica e prima lettrice di J.R.R. Tolkien. 
Questa è la storia di Halla, figlia di un re che decide di abbandonarla nei boschi. Qui viene accudita dagli orsi e poi cresciuta dai draghi sulle montagne rocciose; ma il tempo dei draghi, minacciati dagli odiosi e crudeli esseri umani, sta per finire. Odino, Padre di tutte le cose, offre ad Halla una scelta: vivere alla maniera dei draghi, accumulando tesori da difendere, o viaggiare leggera e attraversare il mondo con passo lieve? Iniziano così le fantastiche avventure della ragazza, che girovagherà alla scoperta di nuove terre e antiche leggende, in mezzo a creature incredibili, luoghi misteriosi e magie dimenticate. La sua conoscenza di tutti i linguaggi, sia quelli umani che quelli animali, la aiuterà ad andare oltre le apparenze, ma anche a mettere in discussione ciò in cui ha sempre creduto, mentre affronta, una dopo l’altra, le nuove sfide sul suo cammino. Mitchison ci prende per mano e ci conduce in una favola senza tempo, dove le divinità dei miti nordici convivono con i personaggi della letteratura fantasy per mostrare il valore di comprensione e tolleranza. Il viaggio di Halla è un racconto agile, profondo e divertente che trasporterà il lettore in un mondo dove si può incontrare un basilisco nella steppa, dove gli eroi vengono portati nel Valhalla dalle valchirie, e dove si può fare fortuna chiacchierando con il cavallo giusto. Più di una semplice fiaba: una volta giunti alla fine, questo romanzo si dimostra una vera e propria mappa di vita.
Commento
Primo, sante subito le biblioteche, perché al pensiero che avrei rischiato di comprare questo libro mi salgono i brividi. Secondo, il paragone con le saghe di Tolkien non sta né in cielo né in terra. Terzo, questo è un libro per bambini, ma non c'è scritto da nessuna parte e a te tocca scoprirlo da solo, quel LainYA è fuorviante.
Ora i pochi aspetti positivi: è un libro corto, lo stile non è impegnativo, non succede praticamente nulla quindi anche se vaghi con la mente per un minuto non ti perdi granché.
Sono cattiva, lo so, mi rendo conto che sto stroncando un libro che su Goodreads ha una valanga di voti alti (alcuni sfacciatamente inquinati dal romanzo 'sola del 2020 Così si perde la guerra del tempo, che cita questo titolo), un libriccino scritto da un'autrice che ha avuto una bella carriera prolifica ma che - guarda caso - nessuno conosce. Viene addotta la scusa che la Mitchison fosse stata nascosta dall'ombra di Tolkien, forse è vero, forse semplicemente non aveva la sua fantasia e la sua genialità, infatti questo libro è tutto tranne che simile ai libri di Tolkien.
Per carità, non dico che non valga la pena leggere Il viaggio di Halla, che sia una perdita di tempo o simili, dico solo che le premesse creano un'aspettativa che non trova un corrispettivo - per me - nel romanzo. Che poi, chiamarlo romanzo è una forzatura perché fin da subito la storia viene definita come favola, lunghetta, ma favola e la natura stessa della trama ti fa subito intendere che di romanzo non c'è molto e che probabilmente questo libro era stato scritto con una precisa utilità e cioè quella di leggerla ai bambini con la supervisione di un adulto.
Io non leggo favole, non leggo libri per bambini, non nessun interesse per questi generi e quindi è stato inevitabile che dopo poche pagine la mia attenzione si perdesse completamente e la concentrazione passasse dall'essere focalizzata sulla storia ad essere tutta concentrata a trovarne i difetti. Meno di 200 pagine si leggono in fretta, ma se ti annoi si trascinano. Non chiedetemi perché non ho droppato perché non lo so, non ne ho idea, avrei potuto farlo e ci avrei guadagnato due giorni per un altro libro, invece sono qui a sparare a zero.
La protagonista è una bambina, Halla, che come in ogni favola che si rispetti nasce da un re e una regina e finisce presa di mira dalla matrigna cattiva. Salvata dalla balia che si trasforma in orso, Halla cresce come un piccolo Mowgli, convinta di essere orso ma rimanendo una bambina. La balia orsa, capito che ormai non può più gestire la pargola perché se ne vuole andare in letargo, la scarica senza cerimonie nelle mani di un drago di passaggio che, sostanzialmente, la adotta e se la porta nella sua tana per insegnarle la vita da drago. 
Una volta iniziata la vita da drago, Halla impara un principio base che sta alle fondamenta della vita di ogni creatura: gli eroi sono malvagi. Gli uomini in generale rappresentano un pericolo ma gli eroi in particolare sono pericolosi, desiderano i tesori dei draghi e li uccidono. Così il primo contatto di Halla con gli uomini è drammatico, sanguinoso e la spinge lontano dalla sua tana, sola, in cammino verso non sa bene dove. Durante un momento di solitudine nel bosco, Halla incontra Odino, che le suggerisce di lasciarsi alle spalle l'oro dei draghi e viaggiare leggera. Halla accetta il suggerimento e inizia un viaggio accompagnando un gruppo di uomini verso una città - Costantinopoli - dove si dice regni un potente drago. Io pensavo che, a questo punto, la trama prendesse spessore e che effettivamente degli eventi degni di essere letti sarebbero arrivati, invece si rimane ancora in superficie, non c'è profondità nella storia o nei personaggi, è una semplice sequenza di eventi che come arrivano se ne vanno senza lasciare niente al lettore.
Non sto a pontificare sulla povertà del contenuto, ognuno la vive e la sente a seconda della propria sensibilità, io se leggo una storia mi aspetto che abbia corpo, che abbia un motivo di essere raccontata e qui non ho trovato nulla. Il finale, poi, arriva un po' a casaccio e pare essere predestinato, come a dire sì ok succede questo e questo ma tanto alla fine finisce lì a fare questo. Non c'è nessuna magia nella lettura, gli elementi norreni o fantastici non sono sufficientemente incisivi e personalizzati per rendere speciale la favola, e onestamente sono arrivata alla fine chiedendomi il senso di questo libretto.
Non è che non mi sia piaciuto - in quel caso il drop sarebbe stato inevitabile - semplicemente mi è sembrato inutile, e mi spiace dirlo ma una storia inutile per me non ha senso. Poi, ripeto, ognuno la vede come vuole, io avrei preferito qualcosa con più carattere o anche solo più spessore, invece di una favoletta che sembra aspirare solo a riempire un vuoto che non si sa come colmare.
Passo oltre, passo ad altro, ma lo faccio con la luna storta e mi sa che chiuderò questo mini haul di letture in modo negativo, ma va bene lo stesso, ci sta beccarsi un libro no ogni tanto.

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