26 aprile 2021

Matt Haig
La biblioteca di mezzanotte

Titolo originale The Midnight Library

Trama
Edizioni E/O
pag. 329 | € 18,00
Fra la vita e la morte esiste una biblioteca.
Quando Nora Seed fa il suo ingresso nella Biblioteca di mezzanotte, le viene offerta l’occasione di rimediare agli errori commessi. Fino a quel momento, la sua vita è stata un susseguirsi di infelicità e scelte sbagliate. Le sembra di aver deluso le aspettative di tutti, comprese le proprie. Ma le cose stanno per cambiare. Come sarebbe andata la vita di Nora se avesse preso decisioni diverse? I libri sugli scaffali della Biblioteca di mezzanotte hanno il potere di mostrarglielo, proiettando Nora in una versione alternativa della realtà. Insieme all’aiuto di una vecchia amica, può finalmente cancellare ogni suo singolo rimpianto, nel tentativo di costruire la vita perfetta che ha sempre desiderato. Ma le cose non vanno sempre secondo i piani, e presto le sue nuove scelte metteranno in pericolo la sua incolumità e quella della biblioteca. Prima che scada il tempo, Nora deve trovare una risposta alla domanda di tutte le domande: come si può vivere al meglio la propria vita?
Se volessimo cercare una definizione più appropriata, si tratta di un mondo di mezzo. Non è vita. Non è morte. Non è il mondo reale nel senso convenzionale del termine. Ma non è neppure un sogno. Non è né una cosa né l'altra. Per farla breve, è la Biblioteca di Mezzanotte.
Commento
Ma che bello questo romanzo, per una volta lasciarmi convincere dalla classifica ha dato un esito positivo. Non ho mai letto nulla di Haig, per anni ho girato al largo dalla narrativa classica perché ero alla ricerca di altro, ma in questi ultimi due anni mi sono avvicinata al genere pescando un po' a caso e un po' seguendo i titoli del momento. Conoscendomi, affidarmi alla classifica o alle recensioni di lettori molto diversi da me è sempre un rischio perché spesso questi romanzi - sicuramente pregevoli in forma e contenuto - non mi lasciano nulla né durante né dopo la lettura.
Con La biblioteca di mezzanotte, invece, ho sentito una connessione non perché io soffra di depressione o perché conosca persone che hanno vissuto un episodio tanto doloroso, ma perché l'autore ha saputo presentare un momento difficile ed estremamente personale affidandolo ad un personaggio che di speciale non ha poi molto.
Lo spaccato di vita di una persona comune che non ha avuto un'esistenza speciale, una persona che non lascia l'impronta nel mondo e nelle persone, e che vive come dimenticata è un esempio molto calzante di una società che spesso dimentica che là fuori ci sono persone che si sentono sole, anche se magari non lo sono, e che soffrono per un senso di inadeguatezza e fallimento derivati da aspettative fantasmagoriche ma assolutamente inarrivabili. Una società dove le persone che vivono vite comuni si sentono fuori luogo, anonime, inutili, è una società dove la felicità non ha casa e dove il saper riconoscere la bellezza delle piccole cose è svanito dietro carriere sfolgoranti, soldi e apparenza.
Haig ci presenta la sua protagonista Nora come una donna arrivata ad un punto della sua vita dove ogni sua azione e la sua stessa esistenza vengono rifiutate dal mondo che la circonda. I genitori sono morti, il fratello non le parla più, l'ex fidanzato è un lontano rimpianto, il suo gatto muore, perde il lavoro e il vicino non ha più bisogno di lei: Nora si sente abbandonata, inutile, e la sofferenza della sua condizione si accentua man mano che pensa al passato e alle azioni che ha compiuto per farla arrivare lì. Lo sconforto di Nora e la sua sofferenza sono delicatamente rappresentate, senza fronzoli o esagerazioni, con una scelta di parole che colpisce nel segno e ti suscita una forte di empatia. Nora sarà anche una donna che ha fatto scelte sciocche o che si lascia schiacciare da una depressione apparentemente evitabile, ma è anche una persona comune che soffre come fanno in tanti e che nel momento più buio della sua vita non trova altra soluzione che porre fine al suo tormento e alla sua vita.
Quando Nora tenta il suicidio la sua esistenza si ferma in un limbo dove non si è né vivi né morti e dove lo spazio si trasforma in un luogo che è stato importante nella sua vita. Per Nora questo posto è una biblioteca e il suo guardiano è la bibliotecaria della scuola e i libri sono le sue possibili vite: nella biblioteca di mezzanotte ogni libro è una vita e ogni vita è una chance per Nora di ritrovare la voglia di vivere. All'inizio Nora non vede l'utilità di questo luogo, la sua determinazione a morire è tale che le sembra tutto inutile e ogni cosa irreversibile, ma appena comincia a sperimentare le sue vite - dalle più scontate a quelle più imprevedibili - il suo desiderio muta e, invece di continuare a desiderare la morte, comincia a riconoscere che i suoi rimpianti sono stati dei macigni che hanno influenzato la sua esistenza nonostante fossero spesso solo produzione della sua depressione.
Le vite che Nora sperimenta sono poche ma hanno per lei un significato particolare: ogni volta che pone rimedio ad un suo rimpianto si rende conto che le sue paure sono infondate e che quella vita, quella che pensava sarebbe stata migliore, non è affatto come se la immaginava. Quello che cambia Nora non è sperimentare le vite possibili, ma vivere attraverso di esse esperienze che la fanno ritrarre sempre più dalla fantasia e tornare a desiderare la sua vita, quella imperfetta e infelice, ma che è sua e di nessun'altra Nora.
Il messaggio di Haig a me pare chiaro, e cioè che non importa quando il mondo ti paia oscuro e inospitale, quanto tu ti senta inadeguato o inutile, là fuori ci sono innumerevoli piccole cose che colorano la tua vita e ti permettono di sentire una felicità che non dipende dagli altri, che non può risentire di scelte diverse ma che è lì pronta per essere riconosciuta e vista. Le piccole cose, una volta che si distoglie lo sguardo da improbabili desideri e si mette a fuoco il qui e ora, sono ciò che porta una contentezza solida e semplice ma non per questo meno significativa.
Leggere questo romanzo ha sicuramente messo in prospettiva un senso di infelicità troppo dipendente da oggetti e attività e aspettative che possono essere ridimensionate, e spinge a mettere a fuoco quanto non sia necessario vivere vite da film per vedere quanto sia bello e soddisfacente vivere una vita semplice che non ha bisogno di likes e ostentazione.
Naturalmente, ad ogni persona corrisponde una percezione differente, e chi ha sofferto o soffre di depressione magari vede in questo romanzo una possibile interpretazione della loro condizione, ma il modo in cui Haig ha presentato Nora l'ha resa facile da comprendere anche a chi non è vittima di questa malattia. Lo stile di Haig è semplice ma efficace, con delicatezza tira fuori verità scomode e riesce a far sentire il dolore e la lotta interiore di Nora ed infine la speranza dolce e amara che prova durante la sua ultima vita. Il finale, secondo me, è perfetto e non ne avrei desiderato uno diverso perché Nora non aveva bisogno di essere diversa da quello che era, ma di scoprire che la sua vita valeva la pena di essere vissuta.
Ora mi farò una ricerca tra i vecchi titoli di Haig e magari proverò a leggere qualcos'altro, ho come l'impressione che potrebbe essere un autore da tenere in lista quando mi torna il desiderio di narrativa e non mi sento particolarmente avventurosa.

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