Serie A Gathering of Dragons 1
Trama
Berkley | ebook | € 4,42 |
There are enemies, and there are monsters. Always slay the monsters first, because enemies may one day become allies – but monsters never will.
Commento
Parto con la premessa che non conosco l'autrice sia sotto questo nome che sotto Meljean Brook, non ho mai letto nulla di suo in italiano o in inglese, quindi non ho idea se tenere AHOBAA come riferimento sia una buona idea. Quindi, detto questo passo con il dire che ci ho messo una vita a decidermi di leggere questo romanzo e, ora che l'ho fatto, dare un 3 e mezzo mi sembra un esito deludente per un titolo che suscita un interesse molto alto ma delivers an it's ok. Elaboro: ho visto questo titolo spinto spesso nel panorama del romance americano e me lo sono segnato perché la trama mi sembrava succosa e diversa dal solito. Un fantasy romance con guerrieri, matrimonio combinato, il trope enemies to lovers e una lunghezza a dir poco allarmante per il genere con 555 pagine sul Kindle. Mi è sembrato un romanzo impegnativo nella sua categoria ma affascinante per la sua trama, così l'ho preso ma ho faticato a convincermi ad iniziarlo.
Una volta aperto, una volta letto il primo capitolo ho capito che avrei avuto difficoltà a digerire lo stile: per farvi capire in fretta senza citazioni, tutto il romanzo è scritto con un vago stile Yoda (es: felice lei è, pericoloso è combattere) che in italiano stimola malissimo i miei centri nevrosi ma in inglese scatena una confusione e una repulsione tali da avermi fatto prendere una pausa di un paio giorni prima di tornarci sopra. Lo stile non mi è piaciuto, capisco il desiderio di usarne uno che si adatti alla trama e capisco che così facendo sembri di essere più coinvolti dalla storia, ma è stato difficile superare questo scoglio fisico. Spesso ho dovuto rileggere due volte le frasi perché il mio cervello riconosceva le parole ma non la loro posizione e quindi il significato si mescolava nella mia mente. Insomma, già il romanzo è lungo, già abbiamo nomi strani e cose strane da ricordare, se poi mi shakeri le parole io devo proprio farmi violenza per procedere con la lettura allora anche no, non ci siamo.
Ipotizziamo, però, che questo stile da Maestro Yoda non sia un ostacolo e che la lettura scorra liscia, rimane la trama da analizzare e qui o è il tuo genere o non lo è, c'è poco da fare. Personalmente trovo che l'idea di base sia stata interessante ma che la resa spesso non fosse all'altezza, come se l'idea iniziale non riuscisse a trovare una realizzazione sulla carta, perdendo gran parte della sua originalità. In generale, quindi, mi è sembrato quasi di leggere una versione personalizzata e più civilizzata di una storia in stile Dothraki (e su Goodreads in molti la pensano come me), con il Ran (Khal) che si ritrova una moglie piccolina e deboluccia con la famiglia disagiata ma che alla fine è potente e sconfigge il mondo. Ecco, mi sembra chiaro che le somiglianze siano sostanziali, però per fortuna man mano che si legge ci si dimentica del retrogusto da serie tv e ci si concentra su quello che invece è presente nel libro.
La storia si basa sulla formazione di un'alleanza, nata sotto la stella della vendetta. Da un lato abbiamo Maddek, figlio dei Ran di Parsathe, che desidera vendicare l'omicidio dei due genitori e dall'altra abbiamo Yvenne, figlia dell'uomo che ha ucciso i Ran e pedina nel progetto di potere del padre. I due si trovano insieme con l'obiettivo comune di uccidere non solo il padre della ragazza, ma praticamente tutti i fratelli, che per anni hanno tramato per aumentare il loro potere, rinchiudendo la madre e la sorella discendenti di una stirpe ormai persa di donne guerriere.
Il progetto di Maddek, in linea con la sua origine, è più brutale e istintivo: a lui interessa solo la vendetta e nella sua rabbia cieca non pensa ai risvolti diplomatici e al rischio di scatenare su Parsathe una guerra illegittima. Maddek è un guerriero, non sa fare altro, e pur essendo il miglior condottiero delle armate dell'Alleanza, è pur sempre abituato a usare le mani prima che il cervello. Questo suo carattere, che spesso lo limita in questioni più sottili e di astuzia, non lo rende uno scimmione incapace di buon senso. Affiancato dal suo Dragone, un gruppo tra i migliori soldati parsathe, Maddek riesce a filtrare la sua rabbia e a pianificare la vendetta. Ma sarà l'ingresso in scena di Yvenne a cambiare la situazione perché lei è più astuta, furba e lungimirante di Maddek. Yvenne ha avuto anni per superare la fase iniziale di rabbia e odio e ha avuto anni per decidere il suo piano d'azione, scegliendo Maddek come mano armata del suo cervello sceglie non solo lo strumento per portare la vendetta sul padre ma anche il mezzo per diventare regina. L'alleanza tra i due si basa sul matrimonio: Yvenne, che ancora non è in età per diventare regina, per salire al trono in modo legittimo deve avere un erede, mentre Maddek, sposando Yvenne avrebbe legittimato la sua vendetta detronizzando - e uccidendo - il suo nemico.
E' chiaro che il grosso della trama si basa sul rapporto tra i due e sui problemi che nascono da un'alleanza romantica tra un bestione guerriero e una focaccina piccolina che non ha mai visto il mondo. Seppur godibile, alla lunga il ripetersi delle scene tra i due mi ha annoiata, perché anche se l'autrice ha trovato una giustificazione per la totale assenza di comunicazione, dopo un po' la frustrazione ha preso il sopravvento, soprattutto quando le cose si ripetevano nello stesso identico modo. Un'altra cosa che mi ha lasciata con l'amaro in bocca è che le scene di combattimento venivano preannunciate da lungo tempo e poi al suo svolgersi erano meno epiche di quello che pensavo: non c'è rischio di scambiare questo romanzo per un fantasy epico, perché alla fine è un romance e come tale ha degli schemi da rispettare, ma un filo in più di dettaglio mi sarebbe piaciuto. Alla fine con tutte quelle pagine la Vane avrebbe potuto benissimo dilungarsi un pochino e nessuno si sarebbe lamentato, gli elementi c'erano tutti perché la parte forte del romanzo è l'ambientazione. Se si considera che siamo nei limiti di un genere preciso, i luoghi, le tradizioni, i nomi, le creature e persino i personaggi avevano un'identità precisa e ben presentata, e nel contesto ogni elemento ha funzionato benissimo.
Mi è piaciuto molto anche il rapporto tra Maddek e i guerrieri del Drago, forse perché erano molto vari in personalità e rappresentazione, uomini e donne visti sullo stesso piano e con la stessa forza, sessualità libera e senza malizia e pudore, per il poco spazio che hanno avuto ognuno di loro ha portato qualcosa alla storia e hanno stuzzicato abbastanza la mia curiosità da farsi tenere d'occhio i seguiti della serie. Per una volta, poi, non abbiamo il solito guerriero bellissimo e gay, ma una guerriera talmente libera nella sua fisicità e nella sua sessualità da essere un genere a se stante; ma soprattutto l'autrice non ha sentito la necessità di sottolineare la diversità, semplicemente l'ha inserita e le ha dato il giusto spazio. Detto questo il romanzo ha i suoi pregi e i suoi difetti, e forse il fatto di avere due piedi in due staffe diverse ha reso un po' estrema la differenza tra romance e fantasy, lasciando la trama a metà senza una definizione precisa. Il problema di fondo per me è stata la ripetitività nei tira e molla tra i due protagonisti, a volte erano succosi ma altre erano deludenti perché l'angst era solo un'illusione mai realizzata. Ora, non so se e quando proseguirò questa serie, alla fine il romanzo mi è piaciuto con qualche riserva e non ho avuto un colpo di fulmine tale da farmi correre sui seguiti, però me lo tengo in lista perché è difficile trovare titoli di fantasy romantico che abbiano un po' di sostanza oltre alla storia d'amore.
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