Serie Crash and Burn 1
Titolo originale From Here to You
Trama
Garzanti pag. 371 | € 17,60 |
Capelli color miele e sguardo impenetrabile, Darby Dixon ha tutta l'aria di essere una ragazza decisa e risoluta. In realtà, sta fuggendo da un uomo che non l'ha mai amata davvero e non vede l'ora di ricominciare da capo il più lontano possibile da lui. Ma adesso che è arrivata al Colorado Springs Hotel, dove lavora come receptionist, si rende conto che per lei il destino ha in serbo altri guai. E questi guai hanno un volto, quello di Scott «Trex» Trexler, noto per il suo fascino irresistibile e per il mistero che avvolge la sua storia personale, di cui nessuno conosce i dettagli. Nel momento stesso in cui Trex mette piede in hotel e incrocia il suo sguardo, Darby sa che non è l'uomo giusto per lei. Glielo dice anche il nodo che sente alla gola: non ha tempo né voglia di infilarsi in un'altra relazione complicata, fatta di segreti e bugie. Eppure, più ha a che fare con lui, più Trex dimostra una sensibilità inaspettata. Solo lui è in grado di andare oltre i silenzi di Darby. Di interpretare le sue insicurezze, i suoi desideri e quel bisogno di affetto e protezione che, anche se non vuole ammetterlo per non sembrare troppo fragile, cerca con tutta sé stessa. Forse Trex è l'occasione che aspettava per imparare di nuovo ad amare. Ma Darby, che teme un altro tradimento, non è ancora pronta ad affidargli il proprio cuore. E quando il passato si ripresenta deciso a farla soffrire ancora una volta, scoprirà insieme a Trex che le parole non dette possono far male più della verità.
Era bella, sì, ma c’era di più. Era quello che provavo ogni volta che la vedevo, che le stavo vicino, che udivo la sua voce. Era in parte sollievo, in parte terrore. Ero già stregato.
Commento
***spoiler***
***spoiler***
Non ho nemmeno finito di leggere il romanzo e già ho iniziato a scrivere la recensione.
Faccio una premessa, perché sento che è importante spiegare il mio atteggiamento.
Pur avendo letto tutti i romanzi della McGuire e averne anche testato il lento e costante declino, le ho sempre dato una possibilità. La maggior parte dei romanzi, ad essere onesta, li ho ricevuti dall'editore perciò non mi pesava affatto leggerli. Mi pesava, invece, dare spesso un voto basso e tentare di trovare qualcosa che la salvasse dall'essere definitivamente eliminata dalle mie letture.
La mia decisione di chiudere con la McGuire è in parte dovuta alla sua produzione letteraria ormai lontana dai miei interessi e in parte dovuta a delle scelte personali che non condivido affatto. Ho deciso di smettere di seguirla come autrice e come essere umano e di non leggere più niente di suo.
Sono qui perché, ovviamente, sto leggendo Sei il mio danno che ho ricevuto in regalo.
Non l'ho iniziato subito proprio perché non ero interessata, ma per non fare un torto alla persona che me lo ha regalato ho deciso di leggerlo e di decidere poi cosa farne in base a quanto mi fosse piaciuto.
Ho affrontato la lettura senza pregiudizi, perché non sono proprio il tipo, e ho dato alla McGuire una chance vera.
A lettura completata posso confermare in maniera definitiva che questo sarà il suo ultimo romanzo che leggo, perché purtroppo la qualità è veramente molto ma molto scarsa. Di romance è pieno il mercato, di romance scadenti ce ne sono anche di più e di romance mediocri, banali e vuoti che raggiungono gli scaffali ce ne sono anche troppi. Sei il mio danno fa parte di quest'ultima categoria e non si schioda neanche a piangere lacrime di sangue. Banale, piatto, spesso noioso e pieno stra pieno di richiami autoreferenziali che attivano il cringe factor in modo fortissimo.
Colorado Springs, ancora una volta, fino alla nausea. Ama quel posto? Ci vive? Buon per lei, ma a me non interessa, è solo uno sfondo, è solo una location poteva usarne un'altra e forse evitare l'ennesima ripetizione di luoghi, eventi e personaggi.
Vende trucchi nella vita reale e fa soldi a palate? Mi ero accorta che il calo di qualità dei romanzi andava di pari passo con la sua discesa nel mondo di SeneGence e della vendita di trucchi. Era necessario ficcarlo pure nei romanzi? Perché ci devono essere sempre riferimenti alla sua vita privata? Cringe potentissimo.
Infarcito di luoghi comuni del romance e del Sud, pieno zeppo di banalità da romance che con quella concentrazione decompongono quel poco di salvabile che c'è, questo romanzo inizia normale e procede normale e poi si ferma sul gradino della noia senza salire mai. La trama, i personaggi, gli eventi, non c'è niente da salvare, niente che scuota dal torpore e niente che annulli la colata di melassa salvando capre e cavoli.
Darby è un personaggio che sembra uscito da un romance di Diana Palmer (solo che lei poteva permetterselo negli anni '80) ed è un cliché ambulante. Donna del sud, gentile (e zerbino), timorata di Dio, bionda, formosa, bellissima, ex reginetta di bellezza, famiglia povera e disastrata, vittima di violenze sessuali da bambina (perché va di pari passo con la famiglia povera del Sud), fidanzata con un soldato violento, è incinta. Capite cosa intendo quando dico che è un cliché, in lei non c'è niente di originale, di moderno, di grintoso. Fino alla fine Darby è la damigella da salvare e da coccolare, la bambolina incinta che scappa sul Greyhound e trova sulla sua strada solo persone gentili che la accolgono e la aiutano. E' un personaggio debole, a tratti irritante, che obbliga tutti gli altri personaggi a seguirla nella scampagnata della mediocrità, e che trascina la trama verso il baratro della banalità. Se non fosse chiaro abbastanza, Darby è una protagonista molto al di sotto della media delle eroine create dalla McGuire. Qui siamo proprio all'opposto.
Ovviamente anche il personaggio maschile cade in disgrazia. Scottie Trexler, ex-marine, ex-forze speciali, pieno di traumi, pieno di segreti, anche lui famiglia super bacchettona ma cresciuto ateo e rinnegato, fin da ragazzino è innamorato della sua donna ideale che sa essere là fuori e che ancora non ha incontrato (vomito). Appena Darby e Trex si incrociano lui subito capisce che lei è la sua anima gemella e comincia la campagna di conquista vista probabilmente solo negli Harmony Collezione degli anni '90.
Badate bene, io sto paragonando il romanzo agli Harmony non perché questi facciano schifo, ma perché il romanzo si spaccia per qualcosa che non è. Un Harmony ha un'identità e un pubblico precisi, la McGuire invece dovrebbe aver ampiamente superato certi stereotipi e certe costruzioni di trama, invece qui ci cade in pieno e rimane impantanata.
Il momento di rottura della coppia sono due e, anche se gestiti con logica è il modo a renderli prevedibili, banali e tristemente non emozionanti. Abbiamo da una parte Trex che mente continuamente a Darby sul suo passato e si strugge sul dirle o meno che era un Marines (perché lei avendo quasi sposato un soldato psicopatico fa di tutta l'erba un fascio), dall'altra abbiamo questo ex psicopatico che compare alla fine per mettere in atto un rapimento fantozziano e farsi accoppare all'Autogrill. Entrambe le questioni, gestite insieme, non riescono a dare un vero scossone alla storia e a svecchiarla.
Non sto nemmeno a commentare la questione gravidanza. E' di un melenso, patetico e stucchevole da non credere, doveva stare tra i confini blindati del mondo Harmony e non sconfinare. La nausea che questi due mi hanno scatenato a fronte di questa bambina è pari alla nausea che mi viene in piena gastrite dopo un cono gelato. Devastante, insomma.
Per quanto riguarda i personaggi secondari compaiono - ovviamente - tutti i Pinco Pallino della squadra anti incendio, con tanto di comparsata delle ragazze dei gemelli Maddox, ma mi hanno lasciata indifferente perché quei personaggi in quelle stesse scene sono stati già visti e letti, anche se da un punto di vista diverso. Il team di Trex è forse la parte più razionale del romanzo, ma purtroppo viene sporcato da quei comportamenti e da quelle frasi fatte del mondo militare che suonano tanto anni '90.
Non salvo il romanzo, nonostante lo abbia iniziato con tutta la bontà d'animo possibile, mi è difficile trovare qualcosa che lo possa salvare o qualcosa che abbia un briciolo di influenza sulla mia decisione di chiudere i ponti con la McGuire.
Da tempo penso che la McGuire abbia esaurito le cartucce nel suo arsenale e che non sia più in grado di tenere il passo con il genere che scrive. Credo inoltre che queste storie abbiano un senso e un valore solo se inserite nel loro ambiente commerciale, con la giusta definizione e la giusta confezione, e che travestirle con un bell'abito e spacciarle per qualcosa che non sono sia un colpo basso per i lettori.
Detto questo io chiudo il capitolo McGuire e passo oltre.
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