21 novembre 2016

Trudi Canavan
Il segreto dei maghi

Trilogia The Black Magician 3
Titolo originale The High Lord

Trama
TEA | pag. 534 | € 10,00
Da quando ha assistito alla morte di un uomo per mano del Sommo Lord, Sonea vive giorni di angoscia. E non le è certo di consolazione aver conquistato la fiducia e il rispetto degli altri novizi grazie alle sue eccezionali capacità magiche. Infatti Akkarin non solo le ha rivelato che una minaccia mortale aleggia sulla Corporazione dei maghi e sulla città di Imardin, ma le ha anche mostrato alcuni antichi tomi, in cui viene chiarito il motivo per cui la magia nera è stata bandita: molto tempo addietro, uno dei novizi l'aveva usata contro gli altri maghi della Corporazione e l'esito era stato drammatico. Sonea è confusa: il Sommo Lord l'ha resa partecipe di quei segreti perché è in ansia per il destino della regione di Kyralia o perché vuole servirsi di lei per i suoi oscuri piani? Poi uno schiavo della vicina Sachaka confessa alla ragazza di essere una spia, incaricata di scoprire i punti deboli della Corporazione, e allora Sonea, abbandonato ogni indugio, comprende che, se dovesse succedere qualcosa ad Akkarin, nessun altro potrebbe contrastare i maghi di Sachaka. A meno che lei, a sua volta, non venga iniziata ai misteri della magia nera.


Commento
Prima di scrivere qualsiasi cosa, devo liberarmi.
Non ero pronta. Non l'ho previsto, non l'ho capito, non l'ho accettato. Chi ha letto il romanzo sa di cosa sto parlando. Conosce il mio dramma, prova la stessa confusione e la stessa sorpresa. Non eravamo e non siamo pronti, punto e basta.
Prima di leggere il terzo romanzo della prima trilogia della saga dei maghi, mi sono imbattuta nella trama dei seguiti spoilerandomi, così, le relazioni tra i personaggi. A parte il fastidio, ho trovato la conferma ai miei sospetti e ho iniziato Il segreto dei maghi rilassata e motivata. Stavo per leggere il romanzo più importante dei tre e avevo dalla mia parte la consapevolezza che alcune cose sarebbero andate per il verso giusto.
E poi il dramma, in chiusura di romanzo.
Non so se stimo la Canavan per la sua scelta narrativa, o se la prenderei a schiaffioni per quello che ha combinato. Probabilmente solo proseguendo la lettura della serie riuscirò a metabolizzare la cosa. Per ora continuo a fissare il libro e a scuotere la testa - e a mandare messaggini sconvolti a Morwen.
I primi due romanzi della trilogia mi erano piaciuti ma mi ero tenuta da parte un po' di entusiasmo, perché in fin dei conti sono stati belli ma non eccezionali. La curiosità mi ha spinta a proseguire e a caricare Il segreto dei maghi di tutte le mie aspettative.
A parte quella cosa, il romanzo mi è veramente piaciuto.
Prima di tutto perché tutto quello che prima era sembrato un continuo dilungarsi, qui trova uno scopo, una motivazione, un'utilità. Quello che sembrava essere trascurato, esplode prepotentemente sulla scena. Quello che dava l'impressione di non seguire un filo logico, qui trova la sua spiegazione. E' come se in questo terzo romanzo confluiscano tutte le fila dei primi due romanzi, per trovare non solo una spiegazione, ma anche uno svolgimento ricco di azione e una risoluzione radicale.
Per questo devo ammettere che la Canavan è stata coraggiosa: ha mantenuto i primi due romanzi sullo stesso livello, seguendo un ritmo lento ma costante, intrecciando la trama senza anticipare troppo e senza dare più importanza ad un elemento a discapito di altri. Ha preparato una base solida, ha posizionate le sue pedine e poi ha scatenato l'inferno.
Il segreto dei maghi è un movimento continuo, una continua fuga, una continua lotta, ed è un'ecatombe. Un fiume di sangue. Uno sterminio di massa. Con leggerezza, la Canavan elimina sistematicamente i personaggi - alcuni più importanti di altri - e non torna indietro senza nessuna pietà. Ad un certo punto ho cominciato a temere di dover chiudere il romanzo con pochi superstiti, ma grazie al cielo non muoiono proprio tutti. Cioè, potrei aprire una parentesi grossa come lo spoiler del secolo, ma non lo farò. Vi basti sapere che i morti non si contano.
Forse proprio perché i personaggi giocano il tutto e per tutto, emergono dalla storia e si trasformano - a modo loro - in protagonisti. Su ogni fronte ci sono trame che si evolvono e personaggi le cui decisioni influenzano e determinano gli eventi: ognuno di loro, se prima era solo una comparsa o un personaggio secondario, diventa importante esattamente come i due protagonisti.
Perché non c'è alcun dubbio che Sonea è, finalmente, protagonista. Così come non c'è dubbio su chi sia il secondo personaggio a dominare la storia. A me è bastato conoscere il titolo originale (The High Lord) per capire che tutto sarebbe ruotato attorno alla figura misteriosa, pericolosa ed affascinante di Akkarin.
Ora, Sonea nel primo romanzo era giovane e vittima delle circostanze, mentre nel secondo romanzo più che studiare e subire gli scherzi degli altri ragazzi non ha fatto, ma qui è finalmente adulta, è finalmente autrice del suo destino perché si toglie i paraocchi, mette in dubbio tutto e lascia che siano i fatti a dimostrare quale sia la verità. Il cambiamento che compie dal primo al terzo romanzo è anche frutto di un percorso che dura anni e non mesi, e che la vede diventare adulta: anche la percezione che ha delle persone cambia, se prima vedeva tutti dal basso verso l'alto, adesso è una pari, consapevole della natura umana dei maghi e dei sentimenti che li dominano.
Sonea è una protagonista attiva con un ruolo importante: è lei che sostiene una causa in cui nessuno crede, ed è sempre lei - con il suo grande potere - a dare un contributo determinante nella storia.
Akkarin, invece, è il personaggio che svela se stesso, quello che racconta il suo passato e rende chiare le sue motivazioni, perché compie determinate scelte e perché, fino all'ultimo non teme di essere giudicato per il bene comune. Non posso dire molto su di lui, perché poi dovrei spoilerare alla grande, vi basti sapere che l'ho adorato (tranne per una scelta che, onestamente, mi ha mandata al manicomio).
Come per Sonea e Akkarin, anche gli altri personaggi entrano nel cuoricino: Lorlen, che fino alla fine ha Akkarin nel cuore, Rothen, che trova un coraggio che non pensava di avere, Cery, che trova amore e prestigio e che non si tira indietro di fronte al nemico.
E poi c'è il nemico: i maghi neri che vogliono distruggere la Corporazione, partendo da Akkarin fino al più umile servo, prosciugando la magia, seminando devastazione e morte. Un nemico che non si limita a fare una debole comparsa, ma che butta giù tutti gli ostacoli che trova come birilli, un nemico che non si ferma e non si lascia sconfiggere con facilità.
L'ansia, la mia, è stata la compagna di lettura, alimentata dal pericolo, dalle difficoltà dei personaggi e dalla sensazione che un lieto fine non era in programma per nessuno di loro.
Ma la Canavan è carogna solo fino ad un certo punto, perché non permette che tutto finisca così e ci regala un finale dolce amaro, uno di quelli che ti fanno pensare è finita, ma con le lacrime agli occhi.
Se prima di leggere Il segreto dei maghi ero indecisa se proseguire o meno la serie, ora non ho proprio dubbi: a volte è meglio arrivare alla fine con un ritmo lento, e poi lasciarsi trasportare dalla storia, piuttosto che bruciare tutto subito e non provare emozioni.

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