Serie The Black Magician Trilogy 2
Titolo originale The Novice
Trama
Nord | pag. 420 | € 18,60 |
Commento
Signora Canavan, dove cavolo è la magia?
Dopo la lettura del primo libro della serie - La corporazione dei maghi - ho deciso che era necessario proseguire almeno con il secondo se non addirittura con il terzo (e chiudere, così, la prima trilogia) per capire se io e la signora Canavan potevamo essere compatibili.
Ovviamente, giusto per sottolineare la cosa, non sono riuscita a farmi un'idea precisa nemmeno con La scuola dei maghi: non so se questa serie mi piace, non so cos'è che mi piace e cosa no, insomma, sono ancora in quella fase in cui si rimugina e poi si raggiunge un verdetto.
Il mio è mah?! O meglio, è ma dove cavolo è la magia?
Dopo 800 pagine il mio dubbio è sempre più forte. Se questa è tutta la magia che avrò dalla lettura della Canavan, non so se ne vale la pena. Conseguentemente il voto è nella media ma per niente entusiasta.
Per prima cosa mi sento di dire che la trama, ancora un volta, esce decisamente in difetto in rapporto al numero di pagine, esattamente come per il primo romanzo. Sarà anche un tratto distintivo dello stile della Canavan, questo allungare un brodo sciapo, ma alla lunga sono sicura che mi verrà un po' a noia. Un fantasy che si basa sulla magia deve per forza essere ricco di azione, di intrighi, anche solo di qualcosa che renda possibile ai personaggi l'uso di questa benedetta magia.
Ne La scuola dei maghi, invece, l'autrice si focalizza su una routine scolastica che non spicca per originalità o ricchezza e che viene alternata da un'unica storia parallela che risulta essere il diversivo che salva il lettore dal coma totale. In sostanza c'è questo blocco centrale dedicato a Sonea, e tante piccole ramificazioni che smuovono la storia, che forniscono la scusa perché la magia venga usata e che smorzano il tono adolescenziale a favore di uno più o meno adulto.
In sostanza, per me, questo romanzo è un fantasy per ragazzi che non temono una lettura lenta, ed è anche un fantasy per adulti che non si aspettano granché e non vogliono impegnarsi troppo.
Però, ecco, che delusione. Io voglio la magia. La voglio, e qui ce n'è poca ed è sempre isolata alle stesse pratiche. L'unico guizzo sono le poche scene di Akkarin ma, anche qui, la Canavan castra la storia a favore di poche magie politically correct. Trudi, escila questa magia nera.
In La scuola dei maghi Sonea ha iniziato l'anno, è entrata nella sua classe ed è pronta per imparare ma, come si può immaginare, le sue origini la pongono subito nel ruolo della disadattata. Ne conseguono pagine e pagine e pagine di bullismo capitanato da questo Regin - che è un total douche - che si spertica per umiliare e maltrattare Sonea. Ora, qualche episodio di bullismo può anche aggiungere dramma alla storia della ragazza, ma che lei si rifiuti di reagire perché ha il blocco se uso la magia ammazzo qualcuno, quando basterebbe usare il cervello, la fa diventare una debole. Senza contare che le scene praticamente si ripetono con solo qualche variante e, a meno che non intervengano altri personaggi, Sonea non sembra essere un personaggio chiave. C'è e non c'è, è come una bambina che dipende in tutto e per tutto dalle decisioni degli adulti. Quindi, oltre ad essere un'alunna vittima di bullismo, Sonea viene usata come pedina da Akkarin (che la controlla da vicino) e dalla scuola (che controlla i suoi poteri da vicino), impara - forse - cose sulla magia, anche se non ci è dato sapere, e solo alla fine per grazia divina butta fuori tutta la sua forza in un duello di magia che avrebbe dovuto dettare il tono di tutto il libro.
Almeno, in tutto questo, ci sono altri personaggi che agiscono e vivono la trama in maniera decisiva: Lorlen, tra tutti, è quello che mi ha incuriosita di più. Vive un'avventura interessante, pratica la magia, incontra diversi maghi e diversi personaggi affascinati, non è per niente statico e lascia intendere cose su di sé che stuzzicano il lettore. La sua storia scorre parallela a quella di Sonea e si intreccia in alcuni punti ma, per la maggior parte, è indipendente.
Lord Rothen viene messo da parte un pochino per favorire il personaggio che mi affascina di più: Akkarin. Ora, se la Canavan non lo sfrutta a dovere anche nei prossimi libri mi imbestialisco perché se non ci fosse lui a dare un tono oscuro e misterioso al romanzo, ad aspettare Sonea facciamo in tempo a diventare vecchi e decrepiti.
Un po' subisco il fascino del pericolo, lo ammetto, ma Akkarin è decisamente un gran figoh, visto che è anche l'unico a usare questa benedetta magia senza stare a rimuginarci sopra. E poi sa tutto di tutti, ha una storia intrigante che non è stata nemmeno svelata ed è potente. Insomma, per me potrebbe essere protagonista della serie, visto la poca incisività di Sonea.
Eppure, nonostante la trama non mi abbia soddisfatta appieno, sono decisa a proseguire la serie. Il terzo romanzo, Il segreto dei maghi, pare essere quello più movimentato ed eccitante quindi per ora non ho intenzione di fermarmi. Prendo una pausa, però, perché digerisco il ritmo lento e pacato della Canavan solo a piccole dosi e non voglio rischiare di iniziare il capitolo finale con la noia come compagna.
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