12 luglio 2018

Amy Harmon
L'incantesimo della Spada

Serie The Bird and the Sword Chronicles 1
Titolo originale The Bird and the Sword

Trama
Newton & Compton
ebook | € 4,99

In un regno in cui gli incantesimi sono banditi, l’unica magia rimasta è l’amore. «Deglutisci, figlia. Ingoia le parole, bloccale nel profondo della tua anima. Nascondile, chiudi la bocca sul tuo potere. Non maledire, non curare. Non parlerai, ma imparerai. Silenzio, figlia. Rimani viva».
Il giorno in cui mia madre è stata uccisa, ha detto a mio padre che non avrei mai più pronunciato una sola parola e che se fossi morta, lui sarebbe morto con me. Predisse anche che il re avrebbe venduto la sua anima e avrebbe ceduto suo figlio al cielo. Da allora mio padre attende di poter avanzare la sua pretesa al trono e aspetta nell’ombra che tutte le parole di mia madre si avverino. Desidera disperatamente diventare re. Io voglio solo essere finalmente libera. Ma la mia libertà richiede una fuga e io sono prigioniera della maledizione di mia madre tanto quanto dell’avidità di mio padre. Non posso parlare o emettere suoni. Non posso impugnare una spada o ingannare un re. In un regno in cui gli incantesimi sono stati banditi, l’unica magia rimasta potrebbe essere l’amore. Ma chi potrebbe mai amare...un uccellino?


Commento
Dopo il trauma dell'ultimo romanzo della Harmon - Il segreto di Eva QUI la recensione - ho avuto un momento di tentennamento. La leggo, non la leggo, aspetto, rimando? Poi mi sono rivista al RARE, con la Harmon meravigliosa, bellissima, sorridente, mentre mi firmava un quadretto di carta e io in preda al deliquio da fan e mi sono detta falla finita e leggila.
Per quanto il suo ultimo romanzo sia stato per me uno strazio assoluto, non ho mai dubitato della bravura della Harmon ed ero molto curiosa di leggere il suo fantasy. Non so perché, però, mi aspettavo qualcosa di impegnativo, drammatico, una versione fantastica delle sue storie, insomma.
L'incantesimo della spada (il titolo non è male, dai, anche se non è proprio preciso) è un fantasy molto delicato e leggero che non ha molto delle particolarità del genere al di là dell'elemento magico - se così lo posso definire -, e non ha nemmeno la stratificazione della trama che caratterizza questo genere di romanzo. Il fatto che sia superficiale - nel senso positivo del termine - secondo me è un bene: permette al romanzo un'incursione nel fantasy senza appesantirsi con un world building complicato, e la caratterizzazione dei personaggi richiede meno fatica, anche nella loro comprensione.
Più che un fantasy io definirei questo romanzo una favola, oltre a starci benissimo un inizio alla c'era una volta, tutta la sua struttura sia per tema che per svolgimento ricorda la leggerezza di una favola d'altri tempi. Sarà che romanzi simili mi fanno venire in mente romance fantasy d'annata, sarà che lo stile unito al contenuto mi ha fatta tornare indietro di parecchi anni, per me questo romanzo è come un viaggio indietro nel tempo quando un romance casto, leggermente antiquato e dotato di un lieve elemento fantastico mi regalava materiale a sufficienza per sospirare e sognare.
Unico difetto, se così si può dire, è proprio la sua levità: se da un lato è un fattore positivo perché rende la lettura facile e veloce, dall'altra pecca di inconsistenza. In particolare per me il world building è assolutamente inesistente ed è per questo che ho definito il romanzo una favola, perché in questo caso le ambientazioni non sono necessarie, solo gradite e il contorno serve solo a far muovere i personaggi. Stesso discorso per l'elemento magico che non viene mai spiegato veramente, solo illustrato ai fini della trama e inizia e finisce con i due protagonisti. Nel suo contesto va bene, non pesa più di tanto, ma per come sono fatta io avrei gradito un po' più di precisione e di descrizione.
L'ambientazione, non molto curata e decisamente sfocata e indefinita, richiama un periodo quasi medievale con dame, cavalieri, castelli e torrioni, e ci presenta un regno dove la popolazione a volte nasce con dei poteri: mutare la propria forma in animale, intessere oggetti in altri oggetti, curare, vedere il futuro o creare incantesimi per il dono delle parole.
Protagonista del romanzo è Lark, che fin da bambina è stata capace di infondere potere alle parole, ma dopo aver visto morire la madre per mano del Re, non è più stata in grado parlare. Ultimo regalo della madre, anche lei dotata di poteri, Lark viene privata della parola affinché il suo potere non la metta in pericolo e la sua vita viene intrecciata a quella del padre. Se lei muore, muore anche lui. Così Lark diventa una reclusa a tutti gli effetti, senza amici a parte un grottesco troll, senza amore paterno, senza istruzione, chiusa nel suo torrione con pochissima libertà.
Un bel giorno (si sente la favola, eh?) l'arrivo inaspettato del nuovo Re manda tutti nel panico: cosa vorrà, perché e soprattutto come può fare Lark ad arrivare per prima e nascondersi? Il nuovo Re è un uomo bellissimo, dai candidi capelli bianchi e dal modo di fare autoritario. Perfettamente calato nel suo ruolo di Re guerriero, Tiras decide di approfittare della situazione e usare Lark come leva affinché il padre di lei invii i suoi soldati per combattere i Volgar, mostruose creature alate che stanno sterminando gli abitanti del regno.
Quando Lark arriva al castello è chiaro che, pur essendo ostaggio del Re, gode di un certo rispetto e di un trattamento di favore da parte di Tiras. Buona parte del romanzo si basa sui giorni che Lark passa rinchiusa nel torrione, a imparare a leggere e a entrare in confidenza con Tiras, così che la loro relazione si sviluppa in modo graduale e con fin troppi dettagli. Ci sono un paio di misteri legati ai due personaggi che dovrebbero aumentare la tensione della trama, ma sappiamo subito senza grande fatica cosa sta succedendo proprio perché la trama non ha nessuna intenzione di risultare complicata. La concentrazione massima risiede nella storia d'amore, e non c'è molto che io possa dire a riguardo: è pudica, romantica all'eccesso, discretamente ben riuscita, ma presa singolarmente e fuori dal contesto del romanzo non è niente di che. Purtroppo devo dire la stessa cosa dei personaggi: insieme e inseriti nel contesto funzionano, ma se isolati e analizzati come ormai è abitudine fare vengono fuori grossi difetti di caratterizzazione. Tiras è un eroe discreto, è un uomo adulto e un re quindi non si lascia andare a reazioni sciocche, e la sua situazione - evito lo spoiler - aumenta il conflitto e la tensione romantica, però per me non esce dalle pagine. E' il re delle favole, né più né meno. Lark invece non mi ha colpita per niente, è generalmente infantile, superficiale, a volte pure sciocca e risente del modello fanciulla che aspetta che l'eroe la salvi. Ripeto, nel modello della favola, nel contesto, nel romanzo preso nella sua totalità, anche Lark funziona, ma è talmente poco incisiva come protagonista che francamente credo sia l'elemento che meno ho preferito di tutto il romanzo.
Appena il blocco romantico e i conflitti secondari arrivano alla loro realizzazione, l'autrice finalmente si concentra su quello che sarà il conflitto finale, tirando fuori i cattivi e schierando i buoni nella prevedibile ma corretta lotta tra bene e male. Sempre seguendo la linea guida della favola, il finale va bene perché è talmente essenziale nel suo sviluppo che non c'è molto da contestare, ma se lo si paragona ad un fantasy la sua debolezza è uno schiaffo in piena faccia.
Esattamente con per la storia d'amore e i personaggi che funzionano inseriti nel contesto, anche il finale e le sue macchinazioni ben poco misteriose funzionano se lette e considerate come parte in una favola.
Ed è per questo che ho dato un voto alto, perché questo romanzo è una favola romantica che non vuole essere complicata, non vuole distrarre il lettore, non vuole affaticare la lettura, e si snoda semplice e prevedibile perché è la sua natura. Se poi si tiene presente che lo stile della Harmon si adatta perfettamente alla storia e che è pur sempre un'autrice che scrive bene, allora è chiaro che il voto alto è determinato dall'insieme di tutti gli elementi.
L'incantesimo della spada non è un capolavoro del genere, e nemmeno un romanzo che rimarrà nel mio cuore per sempre, però è stato estremamente piacevole, dolcemente romantico e sufficientemente magico da farmi dire grazie al cielo Amy sei tornata in riga.

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