9 luglio 2018

Jennifer Niven
L'universo nei tuoi occhi

Titolo originale Holding up the Universe

Trama
De Agostini
pag. 416 | € 14,90
Affascinante. Divertente. Distaccato. Ecco le tre parole d'ordine di Jack Masselin, sedici anni e un segreto ben custodito. Jack non riesce a riconoscere il volto delle persone. Nemmeno quello dei suoi fratelli. Per questo si è dovuto impegnare molto per diventare Mister Popolarità. Si è esercitato per anni nell'impossibile arte di conoscere tutti senza conoscere davvero nessuno, di farsi amare senza amare a propria volta. Ma le cose prendono una piega inaspettata quando Jack vede per la prima volta Libby. Libby che non è come le altre ragazze. Libby che porta addosso tutto il peso dell'universo: un passato difficile e tanti, troppi chili per farsi accettare dai suoi compagni. Jack prende di mira Libby in un gioco crudele, un gioco che spedisce entrambi in presidenza. Libby però non è il tipo che si lascia umiliare, e il suo incontro con Jack diventa presto uno scontro. Al mondo non esistono due tipi più diversi di loro. Eppure...più Jack e Libby si conoscono, meno si sentono soli. Perché ci sono persone che hanno il potere di cambiare tutto. Anche una vita intera.

Commento
Quando stavo leggendo Raccontami di un giorno perfetto arrivata neanche a metà ho prenotato nella mia biblioteca L'universo nei tuoi occhi. Poi, siccome la Niven mi ha letteralmente strappato il cuore, ho avuto un mese per superare la paura di soffrire ancora così tanto. Se mi avesse riproposto una storia anche solo un briciolo come quella di Finch probabilmente avrei mollato il colpo. Ho tenuto questo libro da parte fino ad una settimana prima della scadenza del prestito, ho fatto terapia preventiva leggendo una manciata di romance e mi sono buttata.
Fin da subito ho avvertito una certa differenza tra i due romanzi, una leggerezza diversa e quasi una voglia di disincastrarsi dalla tragedia del precedente romanzo. Solo a lettura completata posso confermare che la paura di soffrire qui non serve, perché la Niven ha mantenuto lo stesso registro ma ha cambiato la struttura. Ci sono comunque delle tematiche importanti che tratta con una consapevolezza data solo dall'esperienza diretta (come per Raccontami di un giorno perfetto, l'autrice ha scritto di ciò che ha vissuto), ma il sottofondo che si percepisce è quello della speranza.
Prendendo per buono quello che la Niven ha creato, la storia si basa principalmente sullo scontrarsi con gli altri: bullismo ed emarginazione in primis, ma anche accettazione, empatia e altruismo. Insomma, di temi importanti il romanzo è pieno e la Niven li ha trattati con equilibrio dando il giusto spazio ad ogni singolo elemento. Avendo come base una storia d'amore è chiaro che l'autrice ha sviluppato alcune parti più di altre, ma il punto di vista narrativo alternato ha permesso di comprendere sia il bullo - anche se Jack non è esattamente un bullo, eh - sia chi è vittima di bullismo.
In particolare ho gradito il punto di vista di Libby soprattutto quando ragiona sulla sua storia e perché non si nasconde, esterna tutto fino all'onestà più estrema. Il percorso di perdita di peso, l'accettazione della morte della madre, la forza per tornare nella società e immergersi in un gruppo spietato come quello degli adolescenti: Libby affronta tutto con grinta, senza false speranze, consapevole dei propri punti di forza e per niente in imbarazzo della sua nuova forma fisica.
L'universo nei tuoi occhi merita un voto alto anche solamente per la scelta dei protagonisti. Fino ad oggi non avevo mai - e sottolineo mai - incontrato un personaggio femminile sovrappeso. Mai. A volte erano in carne, rotondette, o considerate curvy e morbide ma sempre con quella bellezza sfacciata di chi è comunque perfetto. Libby pesa 150 kg, è obesa. Lo è, non è una finta grassa, o una finta curvy. Libby è così, la sua forma fisica non si può camuffare o nascondere ed è una meraviglia.
Finalmente, per una volta, la protagonista femminile di YA non è esteticamente perfetta: è un modello nel quale tantissime adolescenti ma anche ragazze e donne possono rispecchiarsi. E' assurdo che ci sia una discriminazione in questo genere, come a dire se non sei bellissima o perfetta non meriti una storia d'amore epica. Che cazzo, gente siamo nel 2018 i ragazzi si meritano di fantasticare nonostante il loro aspetto esteriore: Libby è una figa atomica perché ha accettato il suo corpo. Ci convive, ha imparato ad amarsi, a valorizzarsi e non capisce perché agli altri importi così tanto del suo peso. La Niven ha dimostrato che persino con 150 kg si può essere toste, divertenti, attraenti e piene di forza.
Libby è anche un personaggio che risponde, le dici una cattiveria e lei ripaga con la stessa moneta ma in modo più elegante, non si fa maltrattare, non subisce, non perdona e non permette agli altri di influenzare le sue scelte: mi rendo conto che non sia molto realistica, ma mi piace pensare che là fuori qualche ragazzina alla quale danno della cicciona sappia trovare il coraggio di rispondere per le rime.
Se Libby è una carinissima ragazza di 150 kg, Jack è un afroamericano con tanto di capelli leonini e pelle color nocciola. Qua la Niven non ha potuto farne a meno e lo ha reso bello, affascinante, popolare, un po' strafottente ma con un deficit del sistema nervoso centrale, la prosopagnosia, che non gli permette di riconoscere i volti delle persone. Jack, però, vivendo in una famiglia caotica con due fratelli e due genitori un po' assenti, ha progressivamente nascosto la sua condizione al punto che ha costruito una personalità attorno alle sue difficoltà, con tanto di fidanzata riconoscibile per un neo, amici che si distinguono dalla massa per i capelli strani e cose simili.
Dal mio punto di vista, Jack è un personaggio con un ottimo potenziale ma con una resa meno riuscita di Libby, e mi ha lasciata un po' indifferente - non è per niente come Finch anche se quel filo di originalità e di genialità lo contraddistinguono più del colore della sua pelle. Quello che un po' ha smontato l'entusiasmo per il protagonista è il fatto che si faccia definire in modo così invalidante dalla sua malattia - che ci sta, per carità - fino a trasformarlo in un bullo contro la sua volontà. Con una condizione del genere le circostanze per avere una storia ricca di angst erano le migliori, invece viene sfruttata in parte e solo come un segreto che Jack non vuole condividere con nessuno.
Non ho capito, ad esempio, perché la sua famiglia non sia a conoscenza della sua malattia, né come sia possibile che nessuno si sia accorto che Jack ha qualcosa che non va. Va bene essere assenti, va bene avere tre figli da gestire, ma se il maggiore non trova il fratellino in un gruppo di cinque persone fatevi due domande. Sempre per me, è incomprensibile la fissazione di Jack di nascondere la malattia agli altri. Va bene che gli adolescenti sanno essere crudeli, ma così mi sembra solo un accanirsi su se stesso e peggiorare una situazione difficile e penosa.
Al di là di questo, però, il romanzo è bello perché è scritto bene, la Niven è molto brava nel delineare personaggi vividi, reali e belli da leggere, ed è solamente perché sa usare le parole che la trama non risulta eccessivamente banale o superficiale. Il lieto fine arriva inaspettato - fino all'ultimo pensavo che la mazzata fosse in agguato - e soddisfa il lato romantico tipico del genere YA. Più di Raccontami di un giorno perfetto, L'universo nei tuoi occhi parla ai ragazzini, ha un ritmo, un lessico e un tema che sono facili da sentire propri ad una certa età e riesce a far passare un messaggio importante senza quel tono saccente e pedante tipico degli adulti.
Ora che non ho più romanzi della Niven da leggere ho quasi voglia di riprendere in mano Finch e soffrire come una bestia un'altra volta, ma non lo farò perché certe storie meritano di essere metabolizzate con i loro tempi.

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