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8 settembre 2016

Chiara Cilli
Uccidimi

Serie Blood Bonds 3

Trama
CreateSpace | ebook | € 4,99

Non avrei mai immaginato che la mia vita sarebbe finita così.
Non avrei mai creduto che la mia vita sarebbe dipesa dalla sua.
Ero pronta a morire per mano dell'uomo che mi aveva distrutto.
Ero pronto a uccidere la donna che si era presa tutto me stesso.
Ma la mia sofferenza non è ancora terminata.
Ma me l'hanno portata via.
Sta venendo a riprendermi, lo sento.
Me la riprenderò, a qualsiasi costo.
E questa volta non potrò fermarlo.
E questa volta non fallirò.
A meno che non sia io a ucciderlo.

Guardai la mia Aleksandra.
La mia ossessione, allora.
La mia agonia, adesso.
Il mio tormento, per sempre.
Commento
Sorprendentemente, ho pianto.
Quando mi sono avvicinata alla serie Blood Bonds l'ho fatto per curiosità e non per passione. L'ho fatto perché ero curiosa di leggere un titolo che appartenesse sul serio al genere dark romance e ho ampiamente approfittato del fatto che Chiara fosse generosa e disponibile con i suoi romanzi.
Il primo e il secondo, Soffocami Distruggimi, non mi avevano coinvolta emotivamente.
Sembra brutto a dirsi, ma più che altro la mia era una curiosità distaccata, una sorta di fascino morboso che alimentava il mio interesse verso la serie. Con Uccidimi mi aspettavo più o meno la stessa reazione, invece no.
Contro ogni mia previsione, ho trovato il capitolo conclusivo della serie estremamente emozionante, coinvolgente e drammatico.
Tanto per cominciare la trama è molto diversa rispetto ai primi due romanzi. O meglio, è diversa perché i due protagonisti, Henry e Aleksandra, sono separati e soffrono fisicamente ed emotivamente per cause diverse dalla loro vicinanza. E poi perché, finalmente, Aleksandra si trova in una situazione di pericolo che non viene compromessa dall'elemento sessuale/romantico che per entrambi i primi due romanzi aveva dato una sorta di giustificazione alla sua situazione.
Ora, invece, la violenza è pura, senza scuse e senza espedienti che la rendano più accettabile - per quanto possa esserlo - e tutto ciò che accade ai due personaggi è duro, crudo e, per la mia somma felicità, estremamente cattivo.
Il punto in cui si chiudeva Distruggimi ha aperto un mondo di nuove possibilità: quello che era il cattivo della situazione si trova messo da parte, in difficoltà, rimesso al suo posto e ridimensionato da chi, invece, si era eretto a paladino della giustizia. Oh yes, per chi conosce i personaggi, sapere che il nostro Re è tutto tranne che carino e coccoloso - in senso ironico, of course - e si appropria in modo sorprendente dello scettro del bastardo di turno è stato un filino destabilizzante.
Ora, dal momento che Henry aveva dalla sua l'ossessione sessuale/amorosa verso Aleksandra che dava una dimensione personale e di più semplice comprensione per il lettore, avere di fronte un cattivo che non ha nessun interesse per la persona che maltratta al di là della sua utilità per i suoi piani è senza ombra di dubbio il propulsore perfetto per creare situazioni estremamente difficili, dure, pesanti ed emotivamente impegnative.
Ho pianto. Ho pianto per Aleksandra - in una scena in particolare, ma non dico quale - e ho pianto perché qui si sente veramente la disperazione, l'impotenza e il dolore della protagonista. E' una scena forte, pesante, e per questo è impossibile rimanere indifferenti.
Ma la cosa che mi è piaciuta di più in assoluto di questo terzo romanzo è proprio questa sensazione generale di pericolo vero, di impotenza, di dolore giustificato e contestualizzato. Manca quel piccolo brivido dato dal rapporto fisico tra Henry e Aleksandra, ma onestamente credo che la Cilli ce ne abbia data una dose più che sufficiente nei primi due romanzi.
Ora è il momento della resa dei conti e in questi casi non c'è spazio per il sesso, l'eccitazione, la morbosità. C'è solo spazio per lacrime e sangue, per difficoltà e morte e per nuovi risvolti per la trama.
Se da un lato Henry risulta essere un po' impotente - e molto spesso lo è sul serio - dall'altro abbiamo il Re che tenta - non dirò se ci riesca o meno - di prendersi con la forza una sorta di rivincita sui Lamaze e una Regina che, finalmente, esce dall'ombra e ci regala dei momenti di badass che mi hanno entusiasmata. Indubbiamente, un personaggio femminile così carismatico e pericoloso che tiene a bada Henry senza il minimo sforzo è quasi esaltante.
E poi abbiamo Armand e André, che pare abbiano più buon senso e senso pratico del fratello e che, quando serve, riescono a salvare capre e cavoli.
Per assurdo, pur essendo l'ultimo romanzo dedicato a Henry e Aleksandra, la loro storia mi è parsa leggermente in secondo piano, quasi schiacciata dall'importanza degli eventi, e la cosa non mi ha dato per niente fastidio perché tutto quello che succede è necessario non solo a loro due, ma anche a tutti gli altri.
Infatti la Cilli ci regala piccoli pezzetti che anticipano le storie di quasi tutti: ma in assoluto è André che ci lascia la curiosità di più forte e, onestamente, non vedo l'ora che tocchi a lui.
Piccola menzione speciale per il finale. L'ho apprezzato tanto, forse troppo. Per una storia così, ci voleva un finale altrettanto complicato e non so se sperare che nei prossimi romanzi ci sia un'altra evoluzione, o tenermelo così e metterci la parola fine.
Devo ancora decidere. L'unica cosa di cui sono sicura è che Uccidimi mi è piaciuto tanto e mi ha definitivamente convinta di seguire Chiara Cilli e attendere con pazienza i suoi prossimi romanzi. Potrei persino decidere di leggere i suoi titoli non DR, ma per ora la tengo in scorta.

21 gennaio 2016

Chiara Cilli
Distruggimi

Serie Blood Bonds 2

Trama
ebook | € 4,99
Credevo di essere sopravvissuta all'orrore. Mi sbagliavo.
Credeva di potermi sfuggire. Ma non ha scampo da me.
Non riesco a liberarmi di lui.
Non le permetterò di cacciarmi dalla sua mente.
È nella mia testa, nel mio sangue, nelle mie ossa.
È un mostro che vuole impossessarsi della mia anima e farla a brandelli. 
Henri Lamaze è l'incubo di morte da cui non sarò mai in grado di svegliarmi.
Aleksandra Nikolayev è l'ultimo demone che devo sconfiggere. 
Questa volta non riuscirò a contrastare il suo veleno.

Questa volta sarò io a non sopravvivere a lei. 
È finita.
E non posso accettarlo.


Commento
Dopo un mese di pandoro e di elfi saltellanti, di a Natale puoi fino allo sfinimento e di cuori e amore ovunque, peggio che a San Valentino, dopo una sfilza di letture dove l'amore vince su tutto anche se un po' ti fa tribolare, era il momento di darci un taglio netto e di catapultarmi nell'esatto opposto.
Direte voi c'era bisogno di entrare nel dark? Per me sì, perché quando mi devo depurare da qualcosa che mi è venuto a noia, devo andarci giù pesante altrimenti non serve a niente.
Scegliendo la Cilli, ero sicura che avrei avuto tutta una serie di cattiverie estreme che mi avrebbero fatto sparire dal cervello coniglietti e cuccioli e tutto quell'amoreh innocente che, sì mi piace leggere, ma che a lungo andare mi nausea.
E poi, diciamocelo, quante volte avete pensato che alla protagonista o al protagonista serviva una sana sacagnata di botte per togliervi quello sfizio del lettore sadico? Io lo penso spesso e con Distruggimi non ho dovuto censurare il mio lato oscuro. Se ho pensato anche per solo un secondo che Henri si meritasse un calcio in culo, ecco che Alexandra fa il lavoro sporco per me. Stessa cosa per lei: è insopportabile? ecco che arriva la scrollata - o il pugno ma io non tocco certe vette di crudeltà - che mi ha fatto gongolare. Insomma, se mi sento incattivita e acida, un po' di sana crudeltà sfoga il mio lato oscuro e poi posso tornare ai gattini e agli unicorni.
Perché, quite frankly, a me Henri e Alexsandra non piacciono - non nel senso che intende la maggior parte dei lettori - e ho letto sia Soffocami che Distruggimi con un senso di distacco clinico, osservando tutto quello che i due personaggi passano senza scompormi più di tanto. Certo, con il secondo romanzo sapevo a cosa stavo andando incontro e secondo me la Cilli ha ridotto un po' il livello di violenza - oppure lo ha addolcito con questo amoreh distorto? - eppure non ho pensato che fosse troppo persino per una come me.
Henri e Alexsandra hanno quel tipo di rapporto che si basa su un odio amore decisamente malato: non tutti si amano con felicità, molti si odiano perché l'altro invade il proprio spazio personale più prezioso - la propria anima - e non tutti reagiscono bene a questa intrusione. L'amore non è sempre facile né felice e non va sempre di pari passo con lo sviluppo classico.
In questo romanzo, ad esempio, sarebbe stato facile addolcire gli angoli della storia trasformando Henri da spietato stupratore sequestratore ad aguzzino innamorato, da cattivo a rammollito nel giro di metà romanzo. Invece la Cilli ha mantenuto la coerenza non solo del genere e della trama, ma anche del personaggio, dandogli una dimensione in più agli occhi del lettore quando la sua ossessione maniacale si trasforma da omicida a semplice mania di possessione. C'è un briciolino di normalità che ti fissa dal buco nero di follia che controlla Henri, un puntino solo che fluttua nella melma nera che abita la sua testa. Basta questo puntino a dare una nuova aria al romanzo e basta che a questo puntino di Henri corrisponda un puntino altrettanto piccolo nel caos di Alexsandra.
Perché se lui ha dei problemi, lei non è da meno. La cosa che mi piace di questa serie è che la protagonista, seppure fisicamente vittima del protagonista, riesce sempre a trovare il modo per rivalersi. Che sia con le parole, con lo sguardo o anche con le azioni - quando ne è in grado - la vittima riesce a diventare carnefice quanto basta perché tutto non sia solamente una serie di violenze gratuite. In Soffocami il puntino solitario di Alexsandra era nascosto dalle circostanze, da questi eventi troppo - come dire - overwhelming per capire che possiede una vena masochista piuttosto imponente e che lei stessa ha paura di scoprire. In Distruggimi è, per me, abbastanza chiaro che ad Alexsandra la violenza eccita, la eccita al punto da riuscirne a godere, al punto da cominciare a vedere Henri in un modo totalmente diverso.
Non è che la loro relazione muta improvvisamente e si scambiano tenerezze, questo no, però si vede l'inizio di un cambiamento radicali in entrambi i personaggi che coinvolge prima di tutto le loro interazioni. Si menano? Sì, quell'aspetto non sparisce, eppure cambia la motivazione, cambia l'impulso che c'è dietro. Diciamo che se prima sembrava tutto così cattivo - crudele proprio - ora la violenza ha un sottotono disperato, più umano. Di sicuro chi non ha gradito il primo titolo, non cambierà idea con questo, però per me c'è un qualcosa di più e soprattutto la fine mi ha presa in contropiede. Naturalmente leggerò anche il terzo, perché devo sapere cosa succede e se questa serie di sfighe cosmiche avrà una fine.
Ultima nota, perché lo devo dire. Grazie Chiara per aver brutalmente ridotto la presenza di agghiacciare/ghiacciare nel testo. Grazie, sul serio, con questo repulisti il tuo stile vola sulle pagine.

27 luglio 2015

Chiara Cilli
Soffocami

Serie Blood Bonds 1
Trama
ebook | € 4,99
Avevo tutto ciò che ho sempre sognato.
Non ho mai avuto la vita che sognavo.
Avevo lavorato sodo per arrivare dov'ero.
Violenza, soprusi e crudeltà mi avevano segnato per dieci anni.
Ero pronta a portare l'azienda di famiglia ai vertici del successo.
Ero pronto a saziare la mia vendetta contro chi aveva abusato di me per lungo tempo.
Poi mi hanno rapita.
Così ho preso la figlia di Nikolayev.
Ora devo sopravvivere a un uomo che mi consuma l'anima.
Non importa quanto lotterà, non ha scampo.
Non posso lasciare che mi soffochi con la sua presenza letale.
Perché la ucciderò.

Commento
***spoilers***
Parola d'ordine menamose duro.
A quanto pare Miss Cilli - come dicono gli ammericani - popped my dark romance cherry. Sono, o dovrei dire ero, una verginella del genere, avendo solo assaggiato qualche romanzo a tema dark, quindi Soffocami è stato il mio primo. Miss Cilli ha subito messo le mani avanti: se non ti piace mollalo, se è troppo estremo non ti preoccupare, eccetera eccetera, però mi aveva messo così tanta curiosità addosso che mi ci sono messa d'impegno e l'ho finito anche in breve tempo.
Devo fare la moralista e dare un warning iniziale? Non ne sento particolarmente la necessità ma, visto che qualche anima pia ogni tanto mi legge, lo faccio.
Quanto è dark Soffocami? Nella mia modesta conoscenza del genere darei un bel 8. Direi che non si tira indietro per niente sui temi forti, non si censura e non si giustifica. Quindi, se avete lo stomaco deboluccio, se vi aspettate una finta brutalità e un romanticismo stucchevole camuffato che spunta fuori per salvare capre e cavoli beh, mollate il colpo e compratevi una Mary Balogh e facciamola finita. Se, invece, vi sentite avventurose e se non vi scandalizzate allora provateci. Poi se non vi piace è un altro discorso ancora, ma prima si deve arrivare alla fine.
Eccomi, quindi, a spiegare la mia parola d'ordine per questo romanzo. I due protagonisti si menano forte, e non uno schiaffetto indignato da parte della signorina o uno spintone da parte di lui, si prendono a calci, pugni, morsi. La violenza c'è e si vede, si sente ed è la componente più importante della storia. Si fa fatica ad accettarlo? Direi di no e per due motivi. Il primo è che la presenza massicia e invasiva - brutale, estrema - della violenza è coerente con la storia e con la strutturazione della trama; il secondo è che c'è uno strano equilibrio nella distribuzione del dolore fisico. Ciò che inizia come una situazione vittima/carnefice si trasforma sottilmente in vittima che è vittima ma picchia duro e fa un sacco male/carnefice. E' chiaro, però, che se non si sopporta la violenza è inutile stare a considerare questo romanzo. O la superi e procedi oppure molla e basta, non ha senso farsi del male.
Veniamo alla storia. Alexsandra è giovane, bella, ricca e di buona famiglia. Lavora nella scuderia di famiglia ed è non solo competente, ma fortunata. Non ha un pensiero al mondo e la sua vita è bellissima. Durante una serata di gala incontra un uomo affascinante ma inquietante che la destabilizza, portandola ad isolarsi dalla folla e a finire dritta nelle braccia di un altro soggetto ancora più temibile che la tramortisce e la carica su una macchina. Al suo risveglio Alexsandra si trova di fronte i suoi rapitori che le sbattono in faccia una realtà che da subito non ha nessuna intenzione di accettare: sarà una vittima sacrificale da immolare sull'altare della vendetta personale. Si scopre, così, che il padre di Alexsandra era un pedofilo stupratore, particolarmente appassionato di un bambino di nome Henri, i cui fratelli André e Armand non sono altri che i suoi rapitori. Henri la vuole uccidere e spedire al suo aguzzino il cadavere di Alexsandra e chiudere i conti con il suo passato.
Ma non è così semplice: Henri, André e Armand sono dei veri e propri signori della tratta delle donne. Ognuno ha il suo ruolo e ognuno ha le sue caratteristiche. Armand è il manager dell'azienda, André addestra le ragazze per farle diventare delle killer professioniste e Henri è specializzato nel piegare a suon di stupri le ragazze da vendere come prostitute.
Alexsandra finisce nel mezzo, dritta dritta dalla padella alla brace. Henri, il suo aguzzino, è uno psicopatico che la minaccia di morte ad ogni secondo, la picchia brutalmente, la sodomizza, la violenta, la mortifica ma che, allo stesso tempo, esercita su di lei una strana attrazione.
Alexsandra non è una vittima passiva, non rimane immobile e non subisce senza cercare di scappare o di ferire gravemente, eppure risente della classica Sindrome di Stoccolma e si infatua del suo aguzzino. Naturalmente, tra un manrovescio e un pungo, Henri ci infila dentro una sorta di vulnerabilità e di passione che destabilizza il loro rapporto e cambia il registro delle loro interazioni: se prima lui era al 100% malvagio, ora vacilla e si lascia andare a esternazioni di un'ossessione che esclude alla grande la morte di Alexsandra e apre la possibilità ad una relazione, malata ma pur sempre relazione.
Così, a grandi linee, la storia si svolge tra una violenza, un pungo, una tentata fuga, sangue che scorre a fiumi, morti seminati in tutto il castello e una chiusura finale che cancella ogni dubbio su quanto Alexsandra sia una spaccaculi e lascia spalancata la porta per il seguito.
Dal punto di vista qualitativo, al di là della storia, devo dire che la Cilli mi ha sorpresa: scrive bene, non ci sono strafalcioni, non ci sono buchi di piattume e di noia e, tutto sommato, c'è una certa ricercatezza nel lessico. Ecco, se devo fare una critica scelgo il lessico. La trama è brutale e, secondo me, necessitava di un lessico forte e secco e non delle raffinatezze della varietà o di termini elaborati, ricercati e fin troppo altisonanti che la Cilli scarica a vagonate nel testo. Si crea una sorta di controsenso: una scena di violenza o un pensiero orrendo del protagonista non esprimono al meglio la loro essenza con termini eleganti, mentre una brutalizzazione del lessico avrebbe dato ancora più grinta al romanzo.
Altro piccolo appunto alla Miss Cilli: ti piace così tanto il verbo ghiacciare? Ad un certo punto ho pensato di averlo incontrato mille mila volte nel testo e un po' di è venuto a noia; così come le ripetitive e corsive rafforzative tra due elementi contrastanti che vanno bene, sì, ma solo a piccolissime dosi. Non che queste cose siano un ostacolo insormontabile, sto parlando di piccoli fastidi che sono del tutto personali, però magari - se Miss Cilli accetta il consiglio - meno sforzo tecnico e più spontaneità nello stile non fanno scadere la qualità del romanzo, lo rendono solo più genuino.
Bene, questo è quanto. Come prima vera esperienza di Dark Romance ne sono uscita tutta intera e per niente schifata. Magari, un giorno, tenterò qualche altro titolo (me ne hanno scaricati addosso una quantità da non credere), certo è che questo nuovissimo genere del romance non è esattamente il mio preferito, non mi ha toccata granché. Ci riproverò, per il gusto di farlo, ma non lo farò con l'entusiasmo che provo per altri generi.