27 marzo 2023

Julia Wertz
Drinking at the movies. Un anno a New York

Titolo originale Drinking at the Movies

Trama
Eris | 204 pag. | € 16,00
Avere vent'anni. Trasferirsi a New York perché è la città in cui tutto è possibile. Realizzare i proprio sogni. Assolutamente no.
L'acclamata fumettista statunitense Julia Wertz racconta in questo graphic novel autobiografico il suo primo anno a New York: quattro diversi appartamenti, sette terribili lavori, tragedie familiari, viaggi disastrosi e troppe bottiglie di whiskey.
Un libro esilarante a tratti commovente, che smonta l'immaginario idilliaco di una generazione globalizzata che vede nella Grande Mela il paradiso delle occasioni che cambiano la vita.



Commento
Durante l'ultima incursione in biblioteca del 2022 ho tirato su questa graphic novel solo ed esclusivamente perché mi piaceva il tratto dell'autrice.
Devo dire che non è stata proprio una decisione saggia, considerato il mio rapporto conflittuale con le graphic novel in generale e, a pensarci ora, non è stata nemmeno la GN con la quale avrei voluto chiudere il 2022.
Drinking at the movies è un fumetto autobiografico che ripercorre il momento in cui l'autrice decide di trasferirsi a NY e segue tutti i problemi, le tribolazioni e la vita quotidiana di quei primi mesi.
In linea di massima la trama è anche interessante, il problema vero per me è che lo stile della narrazione non è proprio nelle mie corde perché la volgarità in generale mi diverte solo a piccolissime dosi.
In più il personaggio di lei, se mi posso togliere il sassolino dalla scarpa, se la rappresenta in modo realistico, è l'emblema di quel tipo di persona con la quale non diventerei mai amica. Sfaticata, un po' trasandata, creativa solo perché deve sbarcare il lunario, tendente all'alcolismo, insomma non è che la sua immagine ne esca proprio benissimo. Poi, per carità, il fumetto è il suo e se le va bene così chi sono io per giudicare, però in generale stile e vibes in generale hanno smesso di essere spassosi praticamente dopo i primi capitoli.
Il tratto del disegno, invece, rientra nella categoria di quelli che piacciono a me: fumettosi, poco realistici per le persone ma molto accurati per gli spazi e gli oggetti, visivamente divertente anche se magari il contenuto non rispecchia questo vibe, in generale è il tipo di tratto che mi piace e anche il fatto che sia in bianco e nero ha di molto alleggerito il peso della trama che, dopo un po', mi ha stufata.
Detto questo credo che terrò d'occhio l'autrice, magari con una GN non autobiografica potrebbe piacermi molto.

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