24 ottobre 2022

Christelle Dabos
Echi in tempesta

Serie L'Attraversaspecchi 4
Titolo originale La Tempête des échos

Trama
Edizioni e/o
ebook | € 11,99
Crollati gli ultimi muri della diffidenza, Ofelia e Thorn si amano ormai appassionatamente. Tuttavia non ufficialmente: la loro unione deve infatti rimanere nascosta perché possano continuare a indagare di concerto sull’indecifrabile codice di Dio e sulla misteriosa figura dell’Altro, l’essere di cui non si conosce l’aspetto, ma il cui potere devastante continua a far crollare interi pezzi di arche precipitando nel vuoto migliaia di innocenti. Come trovare l’Altro, senza sapere nemmeno com’è fatto? Più uniti che mai, ma impegnati su piste diverse, Ofelia e Thorn scoprono che i crolli sono collegati agli echi, che sempre più spesso alterano le comunicazioni radio. Ma come sono fatti gli echi? È ciò che viene studiato all’osservatorio delle Deviazioni, un istituto avvolto dal segreto più assoluto e gestito da una setta di scienziati mistici in cui, dietro la facciata di una filantropica clinica psichiatrica dedita ad aiutare i cittadini colpiti da infermità mentale, si cela un laboratorio dove vengono condotti esperimenti disumani e terrificanti. È lì che si recheranno Ofelia e Thorn, lì capiranno tutto quello che c’è da capire e da lì proveranno a fermare i crolli e a riportare il mondo in equilibrio.
Da dove vengono le guerre? Da cosa hanno origine i conflitti? Dall'insoddisfazione. Dietro le ideologie c'è sempre una motivazione materiale.
Commento
Sono molto combattuta e confusa. Come già si può vedere qui sopra, il voto non è per niente in linea con gli altri dati al resto della serie. Siamo molto più in basso, molto sotto la media e molto sotto le mie aspettative.
Certo, sono felice di aver concluso la serie in tempi relativamente brevi e di averla tutto sommato gradita nella sua totalità, eppure il finale mi ha delusa e non tanto per i contenuti o la forma, ma per la struttura narrativa.
Se da un lato non posso lamentarmi della forma e dello stile, che rimangono inalterati e coerenti ai romanzi precedenti, dall'altro posso sicuramente soffrire per la brusca frenata che il ritmo narrativo ha subito in questo ultimo libro.
Il ritmo, la velocità - o la sua assenza - la staticità e, in alcuni punti, la confusione sono stati la ragione del mio voto basso. Già i libri di questa serie sono lunghi e molto densi, già la trama ha un filo abbastanza aggrovigliato e ci vuole un pizzico di attenzione in più per non perdere pezzi, ma se poi si entra nella nebbia e si rimane lì per un po', tutto l'entusiasmo e lo slancio accumulati spariscono.
La trama è estremamente statica e, se da un lato ha senso considerando dove Ofelia si trova perché rappresenta proprio la sua situazione, dall'altro ci vuole un contrappeso che permetta al lettore di mettere radici, di non annoiarsi, di non faticare nella lettura. Questa è la mia impressione, poi ovviamente c'è il contesto da considerare: leggo meno di prima e per tempi più brevi, quindi ci metto molto di più a finire un libro. Ma questo è un mio problema e influisce in parte alla sensazione generale che questo finale di serie abbia perso un pizzico di magia e si sia scontrato con la complessità della trama risentendo della sua ricchezza.
In breve Ofelia e Thorn, per trovare questo benedetto Corno dell'abbondanza, decidono di entrare volontariamente in un luogo dal quale è molto difficile uscire, una specie di sanatorio dove - dicono - si curano le devianze ma dove in realtà si deviano ancora di più per raggiungere una specie di stato di grazia che permetta al Corno di funzionare. In questo sanatorio si rimane per quasi tutto il tempo del romanzo e ho tentato di vedere al di là e anticiparmi così una gustosa svolta negli eventi, in attesa della chiusura chiara e cristallina della storia.
Il punto è: tutta questa questione di Dio e degli echi viene spiegata in modo soddisfacente? La risposta è in parte sì, in parte no e in parte è avrei preferito non saperlo considerato il prezzo da pagare. Perché ovviamente c'è un lato negativo in questa chiusura, una specie di colpo di scena che mi ha lasciata appesa e incredula e anche un po' infastidita. Ha senso? Sì. Porta un valore aggiunto al romanzo? Di sicuro è una scelta coraggiosa. Mi è piaciuta? In realtà ci sono rimasta veramente male, perché dopo quattro romanzi il desiderio di una chiusura netta, definitiva ma - soprattutto - positiva era in cima alla lista.
Ecco quindi spiegato il mio voto: staticità, una spiegazione della trama schiacciata dalla sua progressiva costruzione, un personaggio che paga lo scotto della fine e il lettore che rimane un po' stordito dal brusco passaggio dalla noia allo sconcerto.
Mi pare chiaro che il romanzo di per sé non è brutto né da buttare via nella sua totalità, e che il voto è semplicemente frutto di un paragone e di aspettative nate durante la lettura della serie. Io mi aspettavo qualcosa di più, qualcosa che fosse sì quello che la Dabos ha scritto ma magari in una forma più materiale e tangibile, non così per aria e da immaginare e intuire.
Quando ci penso a mente fredda (perché questa rece l'ho scritta molto dopo la fine della lettura), vedo la forza delle scelte fatte dalla Dabos e la coerenza con la visione generale del mondo che ha creato, forse questo ultimo romanzo non è nelle mie corde quanto i precedenti, ma ho capito che va bene essere delusi da alcune parti, l'importante è avere il quadro generale della serie e quella è super promossa.

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