18 luglio 2022

Christelle Dabos
La memoria di Babel

Serie L'Attraversaspecchi 3
Titolo originale La Mémoire de Babel

Trama
Edizioni e/o
Ebook | € 11,99
Dopo due anni e sette mesi passati a mordere il freno su Anima, la sua arca, per Ofelia è finalmente arrivato il momento di agire, sfruttare quanto ha scoperto nel Libro di Faruk e saputo dai frammenti di informazioni divulgate da Dio. Con una falsa identità si reca su Babel, arca cosmopolita e gioiello di modernità. Basterà il suo talento di lettrice a sventare le trappole di avversari sempre più temibili? Ha ancora una minima possibilità di ritrovare le tracce di Thorn?






Commento
In questi giorni di isolamento ci sono poche cose che posso fare, a parte disinfettare la casa con litri di Amuchina. Una di queste è leggere, azione ormai rara nella mia routine quotidiana. In attesa di giorni negativi, approfittando di una strana quanto sospetta lucidità mentale e di insonnia da immobilità, mi sono attaccata al Kindle e ho terminato di leggere La memoria di Babel, che languiva da settimane e accusava delle mie brevi sessioni di lettura.
Essendo questo il terzo romanzo della serie, un po' mi aspettavo il calo fisiologico perché si sa che nelle serie il terzo è sempre il libro più critico, e sebbene questo calo ci sia stato devo dire che non ho accusato granché del senso di vaga delusione generale. La prima parte è sicuramente quella meno appassionante, ma la seconda riesce a riprendere il ritmo e a catturare l'attenzione, tanto che mi sono sparata gli ultimi 30% in una volata unica.
La storia inizia dopo tre anni dagli eventi del secondo romanzo e Ofelia, che è tornata sulla sua Arca senza troppa resistenza, si ritrova in una posizione per lei ormai troppo stretta. Viene tenuta d'occhio e ogni sua azione è controllata e giudicata al punto che si lascia andare ad uno stato di inerzia totale. Non lavora più al Museo, ormai censurato e rovinato, non desidera nemmeno cercare altrove un lavoro che le riempia le giornate, semplicemente si limita a sopportare il passare delle giornate rimuginando su quello che è successo e sulla grande assenza nella sua vita: Thorn.
In questa situazione Ofelia comincia a stufarsi del silenzio, delle assenze e della sua incapacità di uscire da uno schema che l'ha sempre resa spettatrice e mai protagonista della sua vita. Un giorno, finalmente, l'Ambasciatore rientra nella sua vita per salvarla e per darle l'occasione di agire, una volta ogni tanto.
Così Ofelia decide che è arrivato il momento di smettere di stare in attesa che le cose accadano e, invece, di prendere in mano la situazione e cominciare lei stessa la ricerca. Oggetto della spedizione: trovare Thorn e venire a capo di questo mistero legato a Dio e per farlo Ofelia si infiltra nella maglie di un'Arca molto lontana e molto diversa dalla sua.
Babel è l'Arca ideale, tutti sono rispettosi delle regole, c'è una censura totale che, per assurdo, è ben accettata dalla popolazione che inneggia allo stile di vita retto e giusto di Babel. Con l'obiettivo di svelare il mistero di una vecchia cartolina e di penetrare negli archivi segreti di Babel, Ofelia intraprende il lungo e difficile percorso per entrare nel gruppo di studiosi che si occupa di analizzare tutti i libri di Babel e catalogarli in base a delle strane richieste da parte del capo del Memoriale, un certo sir Henry.
Ofelia passa mesi a superare test, prove sfiancanti, minacce, percosse, tutto per raggiungere il centro del Memoriale, salvo poi incontrare il famoso sir Henry e scoprire che le cose, finalmente, stanno prendendo la giusta piega.
Proprio quando pensavo di aver raggiunto il punto più noioso del romanzo ecco che le cose di fanno interessanti e la storia prende un bel ritmo serrato fino al culmine del finale che è sia ben fatto che sorprendente. Ora, per quanto abbia trovato alcune parti molto intriganti e certe scene avventurose e curiose, il mood generale non è allo stesso livello dei primi due romanzo. L'ambientazione è sempre meravigliosamente dettagliata e varia, l'autrice non si ripete mai e la sua fantasia e il dettaglio delle sue descrizioni è ancora il punto forte della serie, eppure Babel è forse meno carismatica rispetto ad Anima o Polo, perché anche Ofelia ha poco spazio di manovra e si sposta poco, ma quel poco che si vede è molto affascinante.
I personaggi secondari nuovi non sono molti e, onestamente, sono poco eccentrici ma forse l'autrice mi ha abituata troppo bene e mi mancano le stranezze di una Berenilde o dell'Ambasciatore. L'unico nuovo personaggio veramente interessante è Vittoria ed è grazie a lei che il romanzo si chiude su un cliffhanger che è un oh shit detto ad alta voce con sentimento.
Credo sia inutile dire che andrò avanti con la serie perché ormai devo sapere come finisce e il mondo creato dalla Dabos mi piace veramente tanto ed è un piacere da leggere. Spero di riuscire a smaltire altro e non cadere subito nella tentazione di buttarmi sul quarto romanzo (anche perché non ce l'ho ancora...).

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