Serie L'Attraversaspecchi 3
Titolo originale La Mémoire de Babel
Trama
Edizioni e/o Ebook | € 11,99 |
Commento
In questi giorni di isolamento ci sono poche cose che posso fare, a parte disinfettare la casa con litri di Amuchina. Una di queste è leggere, azione ormai rara nella mia routine quotidiana. In attesa di giorni negativi, approfittando di una strana quanto sospetta lucidità mentale e di insonnia da immobilità, mi sono attaccata al Kindle e ho terminato di leggere La memoria di Babel, che languiva da settimane e accusava delle mie brevi sessioni di lettura.
Essendo questo il terzo romanzo della serie, un po' mi aspettavo il calo fisiologico perché si sa che nelle serie il terzo è sempre il libro più critico, e sebbene questo calo ci sia stato devo dire che non ho accusato granché del senso di vaga delusione generale. La prima parte è sicuramente quella meno appassionante, ma la seconda riesce a riprendere il ritmo e a catturare l'attenzione, tanto che mi sono sparata gli ultimi 30% in una volata unica.
La storia inizia dopo tre anni dagli eventi del secondo romanzo e Ofelia, che è tornata sulla sua Arca senza troppa resistenza, si ritrova in una posizione per lei ormai troppo stretta. Viene tenuta d'occhio e ogni sua azione è controllata e giudicata al punto che si lascia andare ad uno stato di inerzia totale. Non lavora più al Museo, ormai censurato e rovinato, non desidera nemmeno cercare altrove un lavoro che le riempia le giornate, semplicemente si limita a sopportare il passare delle giornate rimuginando su quello che è successo e sulla grande assenza nella sua vita: Thorn.
In questa situazione Ofelia comincia a stufarsi del silenzio, delle assenze e della sua incapacità di uscire da uno schema che l'ha sempre resa spettatrice e mai protagonista della sua vita. Un giorno, finalmente, l'Ambasciatore rientra nella sua vita per salvarla e per darle l'occasione di agire, una volta ogni tanto.
Così Ofelia decide che è arrivato il momento di smettere di stare in attesa che le cose accadano e, invece, di prendere in mano la situazione e cominciare lei stessa la ricerca. Oggetto della spedizione: trovare Thorn e venire a capo di questo mistero legato a Dio e per farlo Ofelia si infiltra nella maglie di un'Arca molto lontana e molto diversa dalla sua.
Babel è l'Arca ideale, tutti sono rispettosi delle regole, c'è una censura totale che, per assurdo, è ben accettata dalla popolazione che inneggia allo stile di vita retto e giusto di Babel. Con l'obiettivo di svelare il mistero di una vecchia cartolina e di penetrare negli archivi segreti di Babel, Ofelia intraprende il lungo e difficile percorso per entrare nel gruppo di studiosi che si occupa di analizzare tutti i libri di Babel e catalogarli in base a delle strane richieste da parte del capo del Memoriale, un certo sir Henry.
Ofelia passa mesi a superare test, prove sfiancanti, minacce, percosse, tutto per raggiungere il centro del Memoriale, salvo poi incontrare il famoso sir Henry e scoprire che le cose, finalmente, stanno prendendo la giusta piega.
Proprio quando pensavo di aver raggiunto il punto più noioso del romanzo ecco che le cose di fanno interessanti e la storia prende un bel ritmo serrato fino al culmine del finale che è sia ben fatto che sorprendente. Ora, per quanto abbia trovato alcune parti molto intriganti e certe scene avventurose e curiose, il mood generale non è allo stesso livello dei primi due romanzo. L'ambientazione è sempre meravigliosamente dettagliata e varia, l'autrice non si ripete mai e la sua fantasia e il dettaglio delle sue descrizioni è ancora il punto forte della serie, eppure Babel è forse meno carismatica rispetto ad Anima o Polo, perché anche Ofelia ha poco spazio di manovra e si sposta poco, ma quel poco che si vede è molto affascinante.
I personaggi secondari nuovi non sono molti e, onestamente, sono poco eccentrici ma forse l'autrice mi ha abituata troppo bene e mi mancano le stranezze di una Berenilde o dell'Ambasciatore. L'unico nuovo personaggio veramente interessante è Vittoria ed è grazie a lei che il romanzo si chiude su un cliffhanger che è un oh shit detto ad alta voce con sentimento.
Credo sia inutile dire che andrò avanti con la serie perché ormai devo sapere come finisce e il mondo creato dalla Dabos mi piace veramente tanto ed è un piacere da leggere. Spero di riuscire a smaltire altro e non cadere subito nella tentazione di buttarmi sul quarto romanzo (anche perché non ce l'ho ancora...).
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