Titolo originale Klara and the Sun
Trama
Einaudi | pag. 250 | € 19,50 |
Mr Capaldi pensava che dentro Josie non ci fosse niente di tanto speciale da non poter essere proseguito. Diceva alla Madre che aveva cercato dappertutto e non l'aveva mai trovato. Ma adesso credo che non cercasse nel posto giusto. C'era invece qualcosa di molto speciale, ma non era dentro Josie. Era dentro quelli che l'amavano.
Commento
In linea generale non sono una grande appassionata di AI e di romanzi o film a tema, ma avendo letto solo recensioni positive di Ishiguro e volendo ritentare di leggere qualcosa di suo dopo Non lasciarmi andare, ho prontamente approfittato della presenza di Klara e il Sole nella mia biblioteca.
L'ho finito due giorni fa e sono ancora un po' triste, ma la cosa stupefacente è che ci ho messo meno di un secondo a decidere il voto che gli avrei dato.
Se dovessi usare un solo aggettivo per descrivere questo romanzo, il primo a venirmi in mente è dolce. La dolcezza esce a ondate dalla purezza e dalla totale assenza di filtri sociali di Klara, la voce narrante, che con un misto tra ingenuità e saggezza racconta la sua storia fino ad un progressivo frammentarsi dei suoi ricordi, per poi chiudersi alla fine della sua storia. Ovviamente dire che questo è un romanzo dolce è una semplificazione brutale della delicatezza che Ishiguro riesce a trasmettere con il suo stile che riconosco da Non lasciarmi andare e che, sono sincera, mi causa sempre una certa ansia perché temo l'arrivo di una bordata emotiva epica.
Klara e il Sole è una di quelle storie che ha un'ambientazione fumosa con elementi di fantascienza estremamente immersi nella trama del vissuto dei personaggi, al punto in cui tutto viene dato per conosciuto e assimilato ma che, ovviamente, il lettore è costretto a scoprire con tutta una serie di indizi e informazioni che emergono durante la lettura. Onestamente a me questo accorgimento è piaciuto perché l'autore usa una certa fantasia senza che questa prenda il sopravvento sulla storia, in questo caso se il romanzo si fosse limitato ad essere un trattato romanzato sulle AI probabilmente avrei mollato tutto. Invece qua la presenza delle AI ha una contestualizzazione lieve, è un elemento del vissuto consolidato, per cui attraverso le scene raccontate si capisce che ruolo hanno nella società, quale la loro importanza e quale l'utilizzo, ma soprattutto è una porta che si apre verso altri contenuti un po' più criptici ma che, alla fine, non necessitano di grandi spiegazioni affinché la trama sia capita.
Klara è la protagonista del romanzo ed è un esemplare di AI non di ultimissima generazione. Esposta nel suo negozio, con una rotazione gerarchica per essere messi in vetrina, Klara dimostra subito di avere una sensibilità e una capacità critica molto più sviluppate rispetto ai suoi simili, addirittura più dell'ultimo modello che è più richiesto del suo. Klara adora stare in vetrina perché così può guardare fuori, vedere le persone, gli oggetti ma più di ogni altra cosa è l'esposizione al sole a renderla felice. Gli esemplari di AI come Klara si alimentano con il sole che, per loro, assume un ruolo quasi benevolo, come se toccandoli con la sua luce li benedisse con la sua forza vitale. Ovviamente gli AI, per quanto siano geniali e speciali, non conoscono tutto e questo si capisce quando Klara comincia a interpretare la presenza o meno del sole come a movimenti di un'entità senziente.
Quando Klara viene scelta, finalmente, si ritrova ad essere l'amica di Josie, una bambina che fin da subito ha dimostrato di volere Klara e le due sviluppano subito un legame molto stretto. Con il passare del tempo Klara capisce che Josie è malata e che lei, al di là dell'amicizia, deve fornire anche un servizio di assistenza, stando attenta a quando sta male e a comunicarlo subito alla Madre.
La malattia di Josie è un'ombra che non verrà mai messa in luce ma che viene vagamente definita durante il romanzo come una conseguenza mortale di un processo di potenziamento a cui i bambini vengono sottoposti e che dovrebbe renderli più intelligenti, migliori sotto ogni punto di vista. Chi si sottopone al trattamento può uscirne potenziato, oppure non uscirne affatto, come il caso di Josie che per quasi tutta la durata del romanzo oscilla tra stati di malattia e salute cagionevole.
Il fulcro del romanzo, una volta stabilita una routine familiare, si sposta all'improvviso sul ruolo di Klara, sulle aspettative della Madre e sul fragile equilibrio della sua amicizia con Josie che, spesso, con i suoi sbalzi di umore diventa un mistero che Klara fatica a risolvere. C'è dietro tutto un ragionamento sui rapporti tra persone e sulle loro paure e cosa fanno in momenti di crisi con scene che a tratti hanno dell'inquitentate.
Al di là degli aspetti insoliti della trama, Ishiguro riesce a presentare contenuti strani in un modo lieve e delicato che non esaspera la drammaticità delle scene ma ne esalta la semplicità. Il romanzo mi è piaciuto molto perché, attraverso Klara, tutto viene filtrato con il filtro dell'essenzialità delle cose e delle persone, in modo che l'esubero si elimina e rimane solo ciò che è veramente importante.
Non nego che il finale abbia un sapore dolce amaro, perché Klara è un personaggio così buono, gentile e interessante, e la sua parabola mette tristezza: dall'essere necessaria, ad essere dimenticata senza mai perdere di vista ciò che l'ha resa felice di esistere. Ho speso qualche lacrima sul finale, che fa male ma non distrugge come temevo all'inizio.
Ora credo di poter davvero far rientrare Ishiguro tra i miei autori a rotazione fissa, credo di aver capito il suo stile e di aver trovato il modo di entrarci in sintonia, quindi quando avrò voglia di dolce soffrire con lacrimuccia saprò a chi rivolgermi.
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