Titolo originale The Graves of Whitechapel
Trama
Neri Pozza pag. 368 | € 18,00 |
Londra vittoriana, 1882. Londra, 1882. Conosciuto come «il paladino degli innocenti», l’avvocato Cage Lackmann non ha mai perso una causa, nemmeno quando si è trattato di difendere i peggiori tagliagole. L’arte teatrale, del resto, così come l’inganno e la simulazione, ce le ha nel sangue: sua madre, Honor Dossett, è una consumata attrice. Ora, però, la carriera di Cage Lackmann rischia di essere travolta da uno scandalo che scuote la buona società londinese. Cinque anni prima, Cage ha difeso con successo Moses Pickering, accusato di uno di quegli omicidi spettacolari che sono la delizia dei quotidiani: il figlio quindicenne dell’abbiente famiglia Crewler, presso cui Pickering alloggiava, era stato trovato vestito da donna, violentato e strangolato. In realtà, l’accusa non aveva in mano niente contro il gentile e sofisticato Moses Pickering. Certo, Moses si trovava in quella casa la sera in cui il ragazzo era stato ucciso, ma erano presenti anche il fratello maggiore della vittima e l’intera servitù. A far cadere il sospetto su di lui erano stati solo e unicamente i suoi modi effeminati. Il caso vuole, però, che a un tiro di sasso dalla casa di Cage, in una delle strade più pericolose di Whitechapel, cinque anni dopo il caso Crewler, venga rinvenuto il corpo di un altro ragazzo vestito da donna e strangolato. Gli indizi sembrano condurre nuovamente a Pickering, svanito nel nulla proprio il giorno dell’omicidio. Incalzato dall’ispettore Jack Cross, più che mai intenzionato a smascherarlo come il peggior bugiardo che abbia mai calcato le aule di un tribunale, l’infallibile avvocato deve trovare Pickering al più presto e provare a salvarlo per la seconda volta con una delle sue magie. Tra false piste, intuizioni geniali e un’indagine dal ritmo serrato, l’autrice della "Quattordicesima lettera" ritorna con un thriller che trasporta il lettore nelle incantevoli, oscure atmosfere della Londra vittoriana.
L’odio verso se stessi rende gli uomini ambiziosi.
Commento
La spooky season ha fatto effetto anche su di me, cosa mai accaduta prima e al momento fonte di grande crisi d'identità per la sottoscritta. Se mi seguite da un pochino avrete notato come i i mystery siano casi più unici che rari nella mia scaletta di letture, semplicemente perché non è un genere che mi attira.
Non so come, non so perché, mi sono ritrovata a fare una mega richiesta in biblioteca dove, su cinque libri, tre erano classificati come mystery. Ho una mia teoria a riguardo, ma è molto debole: essendo tutti e tre Neri Pozza, ed avendo tutti e tre copertine meravigliose oltre che titoli estremamente accattivanti, sono propensa ad ipotizzare una infatuazione estetica prima che contenutistica. Poi, chissà, magari semplicemente il mio neurone della lettura aveva voglia di aromi diversi, un po' più dark e ferrosi (notare l'allusione al sangue), e quindi inconsciamente mi ha spinta verso questi romanzi, in ogni caso li sto macinando uno dietro l'altro alla velocità della luce.
Il primo titolo del trio oscuro è stato Le tombe di Whitechapel. Insomma, dai, con questo titolo e questa copertina quante possibilità avevo di resistere? Era ovvio che lo avrei scelto per primo e il mio istinto aveva ragione perché l'ho letto in pochissimi giorni e mi è piaciuto davvero molto.
La storia non è nulla di speciale, è un qualcosa di già letto in diverse salse, ma l'ambientazione, il protagonista e lo stile lo hanno trasformato quasi più in un'avventura che in un mystery di quelli cervellotici nei quali ogni indizio è da tenere a mente altrimenti non si capisce una mazza.
Il protagonista e voce narrante è Cage Lackmann, un avvocato della zona di Whitechapel noto per essere talmente abile da far scagionare anche i criminali più incalliti, oltre che per essere strumento a uso e consumo di Obediah, il capo boss della zona. Cage è consapevole di difendere i colpevoli ma non ha scelta, è un uomo di Obediah e deve obbedire e, in cambio della sua totale fedeltà, può scegliere altri casi purché i clienti siano veramente innocenti, così che possa salvare le apparenze e rabbonire l'opinione pubblica. Purtroppo per Cage, la sua reputazione lo ha messo in cima alla lista dei nemici di Jack Cross, detective della polizia, che le tenta tutte per mettere una pezza ai danni causati da Cage.
Il momento più alto della loro faida è stato cinque anni prima, quando Cage ha difeso e fatto scagionare Moses Pickering, un illustratore accusato di aver ucciso un giovane di buona famiglia. Per tutti Moses era colpevole, tranne che per Cage che è riuscito a smontare le accuse e a ridare all'omino la sua vita. Ora la situazione pare sotto controllo, Cage ha instaurato una routine e si è accomodato in una vita sospesa che non lo rende felice, impossibilitato com'è a svolgere seriamente il suo lavoro e ad avere una relazione con Emma, la donna che ama, in quanto sposata.
La situazione peggiora quando un altro ragazzo viene trovato morto con le stesse modalità dell'omicidio del caso Pickering, con la conseguenza che Moses viene nuovamente accusato e Cage si ritrova da incudine e martello: Obediah non tollera che Cage richiami scandali e cattiva pubblicità, così lo costringe con una minaccia nemmeno troppo velata di trovare una soluzione o cominciare a pregare. Cage, che dopo tutto è un uomo dotato di un grande spirito di autoconservazione e una morale molto elastica, si butta a capofitto nell'indagine per trovare Moses, nel frattempo sparito nel nulla, e consegnare alla giustizia il vero assassino.
Il punto di forza del romanzo, come ho anticipato, è Cage per il semplice fatto che è un uomo che vive nelle sfumature del grigio, spesso del nero, e che non si dipinge come eroe che salva gli innocenti. Cage ha tantissimi difetti, molti vizi, ma ha anche la maledizione di essere nato come merce di scambio e di essere stato passato a Obediah come cucciolo da allevamento. Per Cage, anche volendo, la moralità non può che essere mooolto flessibile, deve farlo se vuole sopravvivere e in lui è estremamente sviluppato un istinto di autoconservazione che gli permette di agire senza porsi troppi scrupoli di coscienza. Vagando nei bassifondi e nella malavita, Cage ha un'aria un po' maledetta ma non si veste mai dei panni dell'eroe romantico tormentato. In lui di romantico non c'è nulla, vive con lo scopo di salvarsi la pelle e solo durante il caso decide che, per disperazione, vuole tirarsi fuori da un meccanismo logorante che lo ha plasmato fino a farlo diventare cinico ed egoista.
Il caso, ripeto, è molto semplice ma ben pensato, ci sono degli ottimi plot twist che ti accompagnano fino alla fine e persino io che sono una tardona ho saputo tenere il ritmo della narrazione senza perdermi indizi importanti. Attribuisco allo stile della Evans il merito di essere chiaro e semplice, e di calzare a pennello al periodo e al luogo raccontati. L'autrice non è prolissa, anzi, è stranamente stringata e le poche pagine del romanzo sono tutte fitte di scene importanti, al punto che alla fine della lettura ho pensato che non avrei tagliato nulla.
Siccome questo romanzo mi è piaciuto così tanto, sicuramente metterò in lista la Evans in caso - nel futuro - senta ancora il bisogno di fare una scorpacciata di mystery.
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