29 marzo 2021

J.R. Ward
Consumed

Serie Firefighters 1

Trama
Piatkus | ebook | € 3,99
Anne Ashburn is a woman consumed...
By her bitter family legacy, by her scorched career as a firefighter, by her obsession with department bad-boy Danny McGuire, and by a new case that pits her against a fiery killer. Strong-willed Anne was fearless and loved the thrill of fighting fires, pushing herself to be the best. But when one risky decision at a warehouse fire changes her life forever, Anne must reinvent not only her job, but her whole self. Shattered and demoralized, Anne finds her new career as an arson investigator a pale substitute for the adrenaline-fueled life she left behind. She doesn't believe she will ever feel that same all-consuming passion for her job again--until she encounters a string of suspicious fires setting her beloved city ablaze. Danny McGuire is a premiere fireman, the best in the county, but in the midst of a personal meltdown. Danny is taking risks like never before and seems to have a death wish until he teams up with Anne to find the fire starter. But Danny may be more than a distraction, and as Anne narrows in on her target, the arsonist begins to target her.
Tragedy was but a moment. Responsibility for it was forever.
Commento
Vi lascio immaginare la scena: ho voglia di leggere un romanzo non troppo impegnativo ma che avesse un minimo di sostanza. Sfoglio il Kindle per ORE alla ricerca di qualcosa finché l'occhio mi cade su Consumed e allora io penso ma com'è possibile che per due anni non ho letto questo romanzo? Allora bella placida lo inizio, aspettandomi un romance adrenalinico ma pur sempre in stile Ward che ormai conosco. Ah! Little I knew, porca miseria ladra.
Metto le mani avanti perché qua magari c'è bisogno di qualcuno che ve lo dica: questo è il romanzo del mai-una cazzo-di gioia, del gore e della depressione imperante. Rispetto alla media dei suoi romanzi, evidentemente la Ward ha iniettato in questo titolo tutto l'angst extra che le rimaneva in circolo e che non sapeva dove collocare. E io che mi chiedevo anche come mai la serie fosse ferma, secondo me dopo questo primo titolo hanno capito che o non ha venduto bene, oppure ha venduto a secchiate ma non è stato accolto come speravano. Chissà come mai, sprizza di gioia da tutte le righe (ironicamente parlando). L'unica cosa che spruzza è il sangue, ma ne parlo più avanti.
Allora, la Ward, con la serie Firefighters (se ancora si può chiamare così, visto che esiste solo un romanzo e non c'è traccia del secondo) ha fatto un esperimento: ha sparato fuori degli ebook gratis che servivano da prequel incentrati su alcune scene precise che avrebbero avuto un ruolo chiave nel romanzo. Io, che sono tante cose ma spesso non costante, di questi ebook ne ho letto solamente uno che era poi quello più romantico, se vogliamo. E' stato ok, nulla di che, del resto da una manciate di pagine gratis mica ci si può aspettare l'illuminazione divina.
Allora inizio Consumed, come dicevo, convinta che tutto il romanzo sarebbe stato un romance con una bella dose di azione, di adrenalina, con protagonisti tosti e con una fetta di ansgt da avere la pancia piena ma non da indigestione.
Nope, raga non so come dirlo, questo romanzo inizia a mille e tu dici che figo una scena d'azione subito che storia, poi la Ward distribuisce la carte insinuando un rischio ma tu, ingenua figlia dell'estate, pensi che no, è un romance certe cose non succedono nei rom- e via che salta una parte importante (ah!) e tu rimani lì. Pietrificata. Incredula. E rileggi la scena pensando che il tuo inglese sia arrugginito o che la Ward abbia usato parole difficili. Ma no, è tutto nero su bianco. E' in quel momento che capisci. In quel momento l'intenzione della Ward si fa chiara e tu hai due scelte: ti fidi, continui a leggere, o droppi perché a tutto c'è un limite e io volevo un cazzo di romance non uno splatter.
Mi fido, continuo, leggo perché so che la Ward è furba e qualche escamotage lo ha imparato. Vado avanti e l'angst si riversa sulla storia al punto che ormai ogni cosa non ti sorprende più. Morti ammazzati? Check. Arti che tagliati? Check. Alcolismo? Check. Depressione? Autodistruzione? HIV? Suicidio? Come peschi c'è, stai sicuro che c'è e ad un certo punto ti chiedi: quando è too much il too much? Consumed è too much. L'angst a me piace, ma non a secchiate (o secchiate di sangue, dovrei dire), e mi piace che abbia non solo una ragione d'esistere ma anche uno sviluppo nel bene o nel male che sia. Voglio che gli ostacoli fisici o psicologici non vengano solamente vomitati nelle pagine per il puro gusto di dare un tono, per scioccare o sentirsi dire quanto è coraggiosa a superare i limiti e le convenzioni del genere. Ci sono delle regole, nel romance in particolare, e va bene testarle e piegarle e spesso romperle, ma il too much non giova nemmeno se sei J.R.Ward.
Io ho dovuto dare un tre e mezzo, perché onestamente non so come prendere questo romanzo. Da una parte mi è piaciuto perché non ha mezze misure, ma dall'altro non rispetta le aspettative con tutti i suoi buchi di trama, con risoluzioni a casaccio senza spiegazione, con colpi di genio decontestualizzati. Mancano completamente le fondamenta, i personaggi si muovono velocemente per non inabissarsi, e il lettore si affanna dietro alla storia. Si fatica a stare dietro agli eventi, con tutti gli incidenti che vengono descritti, si fa fatica a stare dietro ai personaggi, con tutti i pompieri dai nomignoli più assurdi, si fa fatica ad entrare in sintonia con una protagonista che è too much da ogni lato la si guardi, nonostante abbia un potenziale enorme e sia coraggiosamente infilata dalla Ward nella categoria invalidi/mutilati/diversamente abili. Se mi permettete di essere un filo cattiva, questi personaggi sono una copia poco credibile della BDB. Questi pompieri maschioni pieni di muscoli, tatuaggi, belli come il sole, ma tanto oscuri dentro che si danno nicknames da liceali non so quanto rispecchino la realtà di una categoria così preziosa. Magari là fuori c'è il pompiere Dannyboy bello da fare male e tormentato, ma che siano tutti così, what are the odds? Parliamo di Anne? Per carità, tostissima all'inizio, una dura considerando la situazione nella quale si trova, ma caratterialmente è una di quelle persone che normalmente verrebbero isolate da tutti. Anne è convinta di aver la verità in tasca, se ha una convinzione allora è quella e niente le fa cambiare idea e questo atteggiamento superiore, moralista, critico su ogni cosa la trasforma in carnefice. Maltratta la madre, respinge il fratello, rifiuta in toto di avere relazioni umane perché o ha tutto o niente, o va come vuole lei o niente. Insomma, sorella, non sei mica Dio fly down. Poi, per carità, la trama piega questo palo che ha infilato al posto della colonna vertebrale, but still...non mi ha fatta impazzire. Danny è ok, è un personaggio un po' problematico ma tutto guarisce perché c'è l'amore, come a dire tutti i miei traumi se ne vanno finché Anne mi ama. Mulino Bianco much?
La trama di base non regge. L'idea è buona ma non viene portata avanti, la Ward sfrutta solo alcuni aspetti esclusivamente come pretesto per creare contrasto tra Anne e Danny, o per gettare indizi vaghi sul presunto colpevole. Tutta la storia di Anne che indaga sui roghi finisce in un nulla di fatto, non so se è voluto perché magari la Ward prevedeva di proseguire nel secondo, o se semplicemente si è persa per strada e ha rattoppato il rattoppabile. Di sicuro Consumed non è allo stesso livello dei suoi altri romanzi, si sente che manca struttura, forse manca un progetto dietro, forse è stato sparato fuori con troppa fretta, quello che so è che non soddisfa. Mai.
Il tre e mezzo è perché tutto sommato mi è piaciuto, ha i suoi pregi e i suoi difetti e non è il peggior romanzo della Ward che abbia letto. Ho dato un voto medio alto perché voglio premiare l'abbondanza di scene cruente, ma soprattutto la scelta di avere una protagonista femminile con un handicap fisico importante. Quello che mi ha frenata a dare un voto più alto è la trama che, come ho già detto, oscilla tra il caos al va bene lo stesso nessuno ci baderà. Stranamente, cosa mai successa, ho avuto difficoltà con il lessico della Ward. Ci sta che i termini tecnici legati alla professione del pompiere o di Anne siano troppo specifici per essere entrati nel mio dizionario personale, ma più che il singolo termine (per quello basta un click e Amazon ti dice cosa vuol dire) mi ha pesato lo stile. Non so, forse è il romanzo ad essere nato male, forse ho sbagliato a sceglierlo in un momento in cui cercavo easy/cheesy, oppure semplicemente ho trovato un punto di non contatto con la Ward dove non c'è tentativo che regga, semplicemente non si va d'accordo. A questo punto, ormai sono passati due anni, direi che il secondo romanzo non arriverà mai. La Ward scrive a macchinetta e quest'anno inaugurerà un'altra serie nuova, quindi direi che posso chiudere questo capitolo senza troppi rimpianti.
Ora, però, ho davvero bisogno di qualcosa di fuffoloso.

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