8 marzo 2021

Joan He
La Stirpe della Gru

Titolo originale Descendant of the Crane

Trama
Mondadori Oscar Vault
ebook | € 9,99
La Principessa Hesina di Yan ha sempre desiderato sfuggire alle responsabilità della corona, per vivere nell’anonimato. Ma quando il suo amato padre muore, viene gettata nell’arena dei giochi di potere e diventa all’improvviso sovrana di un regno incredibilmente instabile. Per di più, Hesina è convinta che il re sia stato ucciso, e che l’omicida sia qualcuno che le è molto vicino. La corte è piena di ipocriti e delatori che non vedono l’ora di approfittare della morte del monarca per accrescere la propria influenza: ciascuno di loro potrebbe essere l’assassino. I suoi consiglieri vorrebbero che Hesina accusasse il regno confinante di Kendi’a, il cui governante ha già radunato le truppe per la guerra. Determinata invece a trovare il vero colpevole e con qualche dubbio sulla fedeltà della sua stessa famiglia, Hesina compie un gesto disperato: si rivolge a un’indovina, il Giaggiolo argenteo. Un atto di tradimento, punibile con la morte, poiché la magia nel regno di Yan è da secoli vietata dalla legge. Seguendo le parole della veggente, Hesina chiede aiuto ad Akira, un delinquente patentato dalla mente brillante e acuta, un detenuto che nasconde più di un segreto. Il futuro del regno di Yan è in pericolo: riuscirà Hesina ad avere giustizia per suo padre? O il prezzo da pagare sarà troppo alto?
"A che scopo aggrapparti a un mondo che ti ha abbandonato?" "Può aver abbandonato me, ma io non posso abbandonarlo."
Commento
Reduce da una delusione cocente con Oscar Vault (A Sorcery of Thorns, qui la recensione), ho approcciato La Stirpe della Gru con una certa cautela temendo una replica della tiepida reazione che ho avuto con il romanzo precedente.
Ebbene no, anzi tutto il contrario. Non solo mi sono ripresa dal trauma ma ho addirittura dato un voto alto, probabilmente spinta sia dal gradimento sia dal mio sentirmi grata nei confronti di un romanzo che mi ha dato uno slancio tale da convincermi ad affrontare un monumento letterario moderno come Stoner. Ma questo è argomento di una prossima recensione.
La Stirpe della Gru, che io possiedo solo in ebook grazie al reclutamento recensori su Instagram, ha un'edizione cartacea estremamente bella che, nella mia immensa acidità, mi ha fatto salire il sospetto: sarà tutto fumo e niente arrosto? Per una volta forma e contenuto sono sulla stessa lunghezza d'onda e, chissà, magari se avessi avuto la copia fisica avrei dato un voto ancora più alto.
La storia è chiaramente di stampo orientale ed è ambientata a Yan, un regno chiaramente ispirato alla storia cinese, e racconta uno spaccato preciso di un momento storico del paese riallacciandosi ad un passato ormai lontano e strizzando l'occhio ad elementi fantasy molto discreti che non fanno mai desiderare spiegoni e dietrologie.
Hesina è la nuova regina di Yan, il re suo padre è morto da poco in maniera improvvisa e per lei sospetta, lasciandola sola a governare un paese che un po' la spaventa. La regina madre la detesta, non ha nessun sentimento d'amore per Hesina, non la sostiene nel governo e preferisce rimanere rintanata nelle montagne adducendo il bisogno di riposo per la sua salute cagionevole. Il fratello di Hesina, Sanjing, è a capo delle armate e preferisce passare la sua vita a combattere ai confini di Yan piuttosto che stare a palazzo, e il suo carattere scontroso e freddo è l'ennesimo rifiuto che Hesina deve sopportare dalla sua famiglia. Gli unici due che rimangono al suo fianco sono Lilian e Caiyan, due gemelli adottati dal re, che Hesina considera fratelli a tutti gli effetti. Lilian è estroversa e frivola, Caiyan è silenzioso e studioso ed Hesina si appoggerà a lui per avere supporto e consigli durante il suo regno.
La prima cosa che Hesina fa come Regina è aprire un processo per stabilire chi ha ucciso il re. La ragazza rifiuta la possibilità che sia stata una morte naturale e sostiene che in realtà il padre sia stato avvelenato. Per trovare qualche indizio, Hesina decide di compiere tradimento e cercare il servizio di un indovino. Gli indovini, esseri dotati di poteri di preveggenza, furono sterminati quando, 300 anni prima ci fu una rivoluzione guidata dagli Undici con l'obiettivo di eliminare le ingiustizie e ridare voce al popolo. Il risultato di quella rivoluzione, oltre al ribaltamento della società e del governo, fu la caccia agli indovini, considerati la causa della corruzione e del divario tra le classi sociali.
Durante la visita all'indovina, Hesina scopre che un prigioniero con un bastone sarà colui che la aiuterà a trovare la verità. Questo prigioniero è Akira, misterioso e silenzioso ma dotato di un acume di una preparazione fuori dal comune nello smontare pezzo per pezzo le accuse dei ministri. Hesina, infatti, nella sua sete per conoscere la verità non ha considerato la resistenza dei ministri e il rischio che uno o più di essi possano essere corrotti. Quello che doveva essere un processo volto a scoprire il colpevole della morte del padre si trasforma presto in un caso di stato, dove vengono accusate persone innocenti e dove Hesina si trova ad affrontare il rischio di una guerra con il vicino regno di Kendi'a, dove gli indovini non vengono uccisi ma usati per accrescere il potere del regno.
Quello che mi è piaciuto del romanzo è la costruzione del plot: parte semplice e man mano si arrotola su se stesso e diventa sempre più complesso arrivando ad un finale che è un colpo di scena enorme. La chiusura del romanzo, però, chiarisce questo ultimo punto e, in un certo senso, toglie la necessità assoluta di avere un seguito. Nonostante non sia una grande appassionata di intrighi politici, la trama del romanzo mi ha ricordato molto quella dei drama storici che guardo e quindi tutte le somiglianze hanno solo accresciuto il mio entusiasmo e il mio coinvolgimento.
La seconda cosa che ho apprezzato è stata la diversità di personaggi e l'assenza di quel infarcire tutto dei soliti stereotipi YA. Pur essendo chiaramente a target young adult, pur essendo i personaggi di quella fascia d'età, l'autrice non è caduta nella trappola del far agire in modo infantile i suoi personaggi dando ad Hesina la possibilità di oscillare tra l'essere giovane e fragile e insicura, all'essere una regina educata per esserlo, dove l'età non è sinonimo di maturità e potere. Certo, i protagonisti sono quasi sempre in balia di azioni e decisioni prese dai 'cattivi', ma spesso il modo con il quale si sbrogliano dalla matassa è sia semplice sia avventuroso, dando quel pizzico di 'botta di culo' sempre necessaria ai protagonisti.
Stilisticamente non ho nulla da dire, non siamo di fronte ad uno YA becero, con dialoghi e lessico da Cioè, ma non siamo nemmeno di fronte ad un capolavoro. Per me lo stile è stato gradevole, in linea con l'ambientazione e la sua storicità senza essere pesante o pomposo senza un vero motivo.
Mi dispiace che non ci sia un seguito e mi sorprendo da sola mentre lo scrivo, perché a questo punto sarei veramente curiosa di leggere la storia dal punto di vista di quel personaggio che chiude la storia e sapere cosa succederà ora che la situazione ha raggiunto un punto di rottura. Immagino di dovermi accontentare e farmene una ragione, ma se un giorno uscirà un altro romanzo della serie lo leggerò sicuramente.

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