1 febbraio 2021

Amal El-Mohtar e Max Gladstone
Così si perde la guerra del tempo

Titolo originale This Is How You Lose the Time War

Trama
Mondadori | ebook | € 7,99
Tra le ceneri di un mondo in rovina, un'agente del comandamento trova una lettera: "bruciare prima di leggere". Inizia così la strana corrispondenza tra due agenti rivali, Rossa e Blu, emissarie di due fazioni in lotta, ciascuna desiderosa di controllare il passato per dominare il futuro. Ma quella che è iniziata come una sfida a distanza presto si trasforma in qualcosa di diverso. Qualcosa di epico. Qualcosa di romantico...Qualcosa che potrebbe farle uccidere. Perché in fine dei conti c'è una guerra in corso. E qualcuno deve vincerla. Non è così che funziona?
Infilzo il desiderio in un filo, lo passo nella cruna del tuo ago e lo cucio per nasconderlo da qualche parte sottopelle, per ricamare la mia prossima lettera un punto alla volta.
Commento
Questo romanzo è stata la mia ultima lettura del 2020 e, giusto perché questo anno doveva confermarsi funesto per l'ennesima volta, ho beccato la mega delusione dell'anno. Una delle tante.
Parto dicendo che se non lo avesse recensito Federica (Prismatic) in toni positivi io non avrei mai preso in considerazione uno scifi. Non è un genere letterario che mi interessa o che stimola il mio povero neurone mediocre. Ho sempre pensato che certi generi trovino terreno fertile in alcune menti, mentre in altre rimangono incompresi. Se ho ragione o no non lo so, quello che so è che non sono riuscita a trovare un solo microscopico elemento che mi piacesse in tutto il romanzo. Uno, me ne sarebbe bastato uno, invece ad ogni giro settavo le mie aspettative su hopeful e cadevo nel baratro del overhyped.
Lo dico, per quello che può valere l'opinione di una lettrice completamente digiuna di scifi: questo è il romanzo più presuntuoso del 2020.
La mia delusione è a più livelli, alcuni più importanti di altri, e alcuni più suscettibili al gusto personale rispetto ad altri. Naturalmente sono consapevole che se la maggior parte delle persone lo ha trovato notevole e io no non significa che io ho ragione e gli altri non capiscono niente. Più probabilmente è il contrario: io non capisco nulla di scifi e non ho la sensibilità adatta per cogliere i voli pindarici scientifici e tecnologici le sfumature -pseudo- poetiche della narrazione.
Quindi parto subito con la prima delusione: il worldbuilding, o la totale assenza di esso. Io non so come dovrebbe essere uno scifi ma suppongo che ci sia un briciolo di descrizione che contestualizzi la storia e che renda chiaro al lettore il palcoscenico sul quale si muovono i protagonisti. Non dico che sia assolutamente necessario alla storia entrare nei minimi dettagli, o che mi si debba descrivere ogni singolo oggetto e darmi un'immagine precisa della scena, lo so che ad un certo punto tocca al lettore immaginare e crearsi il mondo con quello che lo scrittore ci fornisce, però credo anche che se mi spari fuori un mondo post apocalittico (ma lo è?) fatto di viaggi nel tempo e di tempo fatto a ciocche e di navi spaziali e macchine umanoidi, un briciolo di sostanza dovresti darmela, giusto per non rimanere completamente persa nella narrazione e non capirci una beata fava. Secondo il mio standard il worldbuiling non c'è, semplicemente ti devi accontentare di quello che ti viene servito e farti una tua personalissima idea. A me non piace, forse sono pigra o priva di immaginazione e altri invece sono più creativi o semplicemente apprezzano certe scelte narrative. Per me è no.
La seconda delusione è legata alla storia d'amore saffica. Ho sentito tanto spingere questo elemento del romanzo e infatti all'inizio anche per questo non ero attratta dal romanzo. Non ho niente contro le storie LGBTQ+, semplicemente nell'aspetto romantico non mi interessano. Se, invece, mi inserisci una coppia LGBTQ+ in un contesto più ampio e non solo come unico elemento portante della storia allora è un altro discorso. Quindi mi sono approcciata a questo romanzo anche con la curiosità di leggere una storia d'amore definita da molti romantica, poetica, perfetta, addirittura ho letto di qualcuno che la definiva LA storia d'amore saffica. Onestamente di LGBT+ non ci ho trovato niente e non lo dico perché non ci sono baci o scene di sesso o chissà che altro. La rappresentazione dell'amore è sicuramente originale, ormai siamo abituati a storie dove le coppie sono più fisiche che altro, mentre qui la relazione è puramente mentale e l'amore è il risultato di un'affinità di menti e spiriti più che di scambi di fluidi corporei. Quello che secondo me non ha funzionato è che i pronomi femminili mi sono sembrati assolutamente casuali: la natura dei due personaggi protagonisti è talmente fumosa, nel caso di Rossa stiamo parlando di un corpo meccanico, che i due autori avrebbero potuto anche non dare un genere e il risultato sarebbe stato lo stesso. Forse avrei preferito che, in linea con un mondo così irreale e allucinato, le creature avessero eliminato completamente la distinzione di genere per rimanere incorporei, indefiniti, plasmabili in uomo o donna a seconda della necessità delle loro missioni. Quindi no, secondo me di saffico non c'è niente, nulla che definisca distintamente come femminili le due protagoniste, nulla che ti faccia dire è sicuramente donna, semplicemente sono due creature definite femminile ma che avrebbero benissimo potuto essere anche maschili o senza sesso.
Il terzo elemento che mi ha delusa, e forse in maniera più forte rispetto ai primi due, è lo stile. Questo romanzo non solo è un esercizio di stile sotto steroidi è anche uno dei libri più presuntuosi che io abbia mai letto. C'è un'arroganza sotterranea che striscia tra le righe e che spunta fuori tra uno sforzo poetico e l'altro, è una specie di dichiarazione: guarda come uso bene le parole, guarda come ti piego le convenzioni lessicali e stilistiche, guarda come stanno bene questi concetti messi insieme anche se non hanno nessuna logica. Guarda quanta poetica creatività! Guarda la grandiosità del nostro stile, quale unicità, quale eleganza! All'inizio magari lo stile dei due autori può colpire, indubbiamente è molto forzato nella ricerca di termini che cozzino tra di loro per creare una sorta di shock, e forse alcune frasi sono anche uscite eleganti ed evocative, ma tutto il romanzo messo giù in questo modo perde di potenza e di eleganza. Le parti poetiche - o che avrebbero dovuto esserlo - all'improvviso sono banali e forse le uniche ad avere coerenza con la storia, mentre le parti che gridano CI STIAMO PROVANDO TROPPO sono quelle che invece mi hanno confusa più di tutte, perché buttare a caso parole e concetti non ti rende per forza geniale, non siete Joyce e questo non è l'Ulisse e il vostro stile non è lo stream of consciousness, siete solo due autori che hanno scritto un romanzo mediocre con uno stile passivo aggressivo nella sua arroganza. Non c'è niente di speciale, secondo me, nel farcire un romanzo di così tanto nonsense, perché va bene che siamo in un mondo di fantasia ma il lettore è umano e o lo poni nella condizione di capire che cavolo stai scrivendo oppure hai fallito miseramente. Non tutti viaggiano sulla stessa lunghezza d'onda, non tutti apprezzano una frase che suona tipo ho mangiato la spina di un fiore che avevo nascosto dietro l'occhio e ho letto la sua lettera. Dov'è la poesia di una frase simile? Perché gli autori hanno scelto di esagerare con il nonsense a discapito della meccanica di una scena? Non lo so e onestamente non mi interessa, mi sembra evidente che questo romanzo non mi ha colpita in nessun modo e che non c'è stato un solo punto di contatto con le mie preferenze, che sono assolutamente ordinarie e banali e tutto quello che volete.
Insomma, considerando quanto è stato pompato e lodato, da questo romanzo mi aspettavo di più, non di amarlo alla follia ma almeno di non trovarlo noioso, presuntuoso e con una storia assolutamente banale. Ah, per pura fortuna non ho speso un soldo per questo libro perché Mondadori lo dava in regalo durante il calendario dell'avvento su Instagram. In caso contrario chissà quanto veleno avrei vomitato.

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