Titolo originale History of the Rain
Trama
BEAT | 367 pag. | € 9,00 |
Gli Swain sono lo scritto, i MacCarroll l'orale. La nostra è la storia della lingua che sposa la carta, l'improbabile che sposa l'impossibile. Ne nascono figli irreali.
Commento
Non mi capita mai di scegliere un romanzo quasi a caso e rimanerne pienamente soddisfatta. Ormai quando questo mi succede è un evento che sa di miracoloso perché la letteratura sta diventando sempre più costosa (grazie al misero sconto del 5% e alla cassa integrazione) e sempre meno interessante. Trovare titoli che apprezzo, autori che mi sorprendono e storie che leggo con gusto è raro come un allineamento astrale, il più delle volte per avere un esito così positivo mi devo appoggiare su nomi che già conosco.
La prima volta che ho notato Storia della pioggia è stato su Goodreads, poi il nulla cosmico. Nessun blog che ne parlasse, pochissimi commenti e quasi tutti in lingua, insomma sembrava uno di quei romanzi che peschi a caso in biblioteca e che non sa né di carne né di pesce, ma aveva qualcosa che continuava a chiamarmi. L'ho preso e non ho fatto l'errore di iniziarlo per pura noia, ho aspettato fino a quando ne avevo veramente voglia e così è arrivato un voto alto.
Non conosco questo autore, non ho idea se quello che ho trovato in SDP sia il suo stile, ma se lo è voglio leggere tutti i suoi romanzi perché è assolutamente la quinta essenza della british irony unita al timbro irlandese un po' campagnolo e ruspante, e il mix che ne risulta è spassoso, ricco, con una personalità fortissima che gioca un ruolo determinante nella riuscita della storia.
La trama della quarta di copertina potrebbe essere fuorviante, questo libro non è necessariamente sui romanzi così come vogliono farlo sembrare, ma sulla letteratura e sull'azione scrittura che a volte è meglio non chiudere nei limiti del prodotto finito. E' vero, i romanzi e gli scrittori in questo libro sono come dei personaggi secondari che spingono i protagonisti verso il finale, sono quei piccoli elementi che donano profondità e forniscono al lettore un extra succulento che fa schizzare alle stelle il sapore della trama.
Ruth ha dovuto lasciare il college perché un bel giorno è svenuta e i medici non sono stati in grado di darle una diagnosi. Ferma a letto nella sua stanza del sottotetto, passa le giornate a leggere e sopportare il rumore incessante della pioggia. Abitando in un paesino della campagna irlandese, la pioggia, il verde e il rumore dello Shannon sono una costante, un rumore di sottofondo che ormai ha imparato ad accettare. La storia esce dalla voce di Ruth ma non segue uno sviluppo razionale, con un inizio uno svolgimento e una fine, ma si lascia trasportare dalla logica tutta personale di Ruth, secondo la quale per arrivare al finale bisogna passare dalle origini della sua famiglia.
Dalla sua stanzetta si parte in un'avventura fatta di bis-bis-bis nonni Reverendi, a parenti-salmoni, a leggende irlandesi che trasformano gli episodi della loro vita in immagini fantasiose e inseriti qua e là, quasi come se fossero Easter eggs, spuntano fuori inaspettati i punti cardine del romanzo. Per buona parte della lettura si è totalmente presi dalla corrente della narrazione, si è troppo occupati a ridere, a immaginare le scene raccontate e a trovare un feeling con l'ironia dell'autore per chiedersi ma la storia vera, dov'è? Questa domanda però arriva, e quando affiora nella mente del lettore è anche il momento in cui l'autore decide di rivelare gli eventi portanti della storia, quelli che Ruth volontariamente si tiene per sé e decide di condividere solo quando è soddisfatta della preparazione data al lettore.
Apparentemente questo è un romanzo ricco di ironia, pieno di aneddoti curiosi e di personaggi bizzarri, ma è solo un camuffamento ben congeniato per la storia quasi drammatica della famiglia di Ruth. Il continuo tendersi al limite impossibile degli Swain, segno di una costante insoddisfazione di sé e degli altri, che porta gli antenati del padre di Ruth e poi il padre stesso ad un vagabondare fisico e mentale, ad una costante assenza che li trasforma in sognatori che alla fine si risvegliano in una realtà che non li capisce. Ma in Ruth c'è sia l'impalpabile inconsistenza del padre, un sognatore di parole che coltiva la lettura e la poesia come forma di espressione personale, sia la praticità della madre e dei MacCarroll, l'unico membro della famiglia che compare concretamente nelle pagine insieme a Ruth. Come un fantasma entra ed esce anche la figura del fratello, un ragazzo che racchiude in sé la luminosità delle creature felici e sembra essere molto distante da Ruth.
Il contrasto tra questi parenti bizzarri, il padre poeta, il fratello angelo e la dolorosa realtà di Ruth si nota solo attraverso il suo atteggiamento pragmatico di fronte alla malattia e alla sua probabile morte. La morte è un compagno onnipresente nel romanzo, accompagna Ruth e il lettore e rimane appollaiato a bordo del suo letto finché è il suo turno di essere protagonista. Non si è pronti a quei pochi momenti, perché la narrazione li ha nascosti bene, e quando arrivano la storia assume una forma e un significato molto diversi rispetto all'inizio, quando si era troppo confusi dall'immagine di un uomo che diventa salmone che viene mangiato e si reincarna in uomo.
Di sicuro questo non è un romanzo per tutti, forse ci vuole una tendenza all'ironia spinta o la capacità di lasciarsi trascinare senza capirci una fava e divertirsi comunque, ma la cosa sicura è che è un romanzo bello, ben costruito e ben scritto, molto ricco di contenuti, di personaggi, di idee e di pensieri, che ha quasi una vita propria e che a volte sembra essere intriso di un fantasy fatto di folklore, ma in realtà è solo la storia di una famiglia filtrata da un personaggio con una mente incline alla drammaticità e al sarcasmo. Mi piace, mi è piaciuto al punto che sto già selezionando altri titoli di questo autore nella speranza di rimanere sorpresa e coinvolta come lo sono stata per Storia della pioggia.
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