20 settembre 2019

K-drama della settimana: He is psychometric


Lee Ahn (Jinyoung) è un ragazzo dotato dell'incredibile potere di percepire i segreti delle altre persone attraverso un semplice tocco. Yoon Jae In (Shin Ye Eun) è una ragazza che non si fermerà davanti a nulla, pur di nascondere un segreto traumatico. Cosa succederà quando i loro mondi si scontreranno? Un thriller romantico che racconta come questi due adolescenti si amano, guariscono e sostengono a vicenda attraverso grandi e piccoli avvenimenti.
Anno: 2019
Episodi: 16 (1 ora e 5 min. circa a episodio)
Dove guardarlo: Viki sottotitolato in italiano
Genere: Suspense, Thriller, Mystery, Comedy, Romance, drama, Fantasy, Supernatural, Detective, Investigation






Diapositiva:
       

Dalla varia composizione delle mie diapositive sarà chiaro che ho avuto parecchi problemi durante la visione di questo drama.

Tanto per cominciare io neanche lo volevo vedere. Quando è andato on-air mi attirava parecchio, ma man mano che uscivano le recensioni l'ho fatto scalare nella lista al punto che, appena vedevo il titolo, mi veniva subito in antipatia. L'ho rimbalzato per non so quanto tempo, finché alla fine mi sono decisa a iniziarlo perché avevo in ballo ben due drama che mi stavano annoiando da morire (e che ho droppato appena ho finito la prima puntata di questo).

Mi è piaciuto, tanto. Contro ogni previsione, persino nonostante i miei pregiudizi e il mio essere restia l'ho aspirato alla velocità della luce. Mi ha intrattenuta con un ventaglio di emozioni che, francamente, non pensavo potesse suscitarmi. Mi ha divertita, mi ha emozionata, mi ha fatta commuovere, mi ha sorpresa e mi ha tenuta incollata allo schermo. Sono molto, ma molto contenta di avergli dato una chance e di essermi smentita in modo così categorico.

He is psychometric può essere frainteso, parte come un drama scolastico ma poi raddrizza il tiro con un bel saltino temporale che ci porta al tempo presente.
Si apre sulla vita un po' burrascosa e problematica di due giovani studenti: Lee Ahn e Jae In. Ahn è il classico soggetto tremendo delle superiori, che non studia per niente e si caccia perennemente nei guai, ma lo fa con quel suo modo di fare da gigione che impedisce alle persone di odiarlo sul serio. Jae In si è appena trasferita ed è una di quelle studentesse modello super rigide che hanno grandi sogni nella vita ma che nascondono un passato difficile. Entrambi, in realtà, da bambini hanno avuto una bella dose di traumi e infelicità e ora sono costretti a farci i conti. In un incendio di un complesso residenziale Ahn perde i genitori e Jae In vede il padre venir arrestato e incarcerato come colpevole dell'incendio.
Il vero twist che dà il titolo al drama è che Ahn, dopo l'incidente, sviluppa un'insolita capacità: attraverso il tatto riesce a vedere i ricordi delle persone. La sua psicometria, che lo ha sempre fatto soffrire, è ora solo una caratteristica tra le tante della sua personalità e Ahn ha imparato a conviverci, addirittura lo sfrutta per provare ad entrare nella sezione di indagine di crimini violenti dove il fratello (non di sangue, il suo hyung) lavora come procuratore.

A scuola Ahn e Jae In si pizzicano continuamente, ma sarà proprio la psicometria di Ahn a farli connettere anche dopo il salto temporale, perché il passato è il loro punto in comune ma con il presente ripartono da zero e lo fanno insieme.

La trama vira quasi subito verso il poliziesco/thriller e ovviamente tira in ballo il passato di tutti i personaggi, incluso il procuratore, e con il passare delle puntate si ingarbuglia sempre di più fino ad una risoluzione finale che mi ha fatto slogare la mascella per lo stupore. Tenendo come punto fermo la trama pazzesca piena di colpi di scena, dove l'elemento fantastico della psicometria è stato fuso perfettamente, i personaggi protagonisti sono davvero meravigliosi.

Ahn è il classico gigione che, dopo anni di turbolenze comportamentali, ha deciso di prendere la vita con filosofia e di gioire delle piccole cose che trova sul suo cammino. Ha uno hyung che lo ha preso con sé quando nessuno lo voleva, lo ha aiutato a tenersi in riga e gli ha dato una famiglia quando ne aveva davvero bisogno. Ha un cagnolino con cui condivide un legame troppo serio per essere spolverato via con leggerezza, e ha un migliore amico che lo ha accettato, psicometria e difetti inclusi; e ora Ahn ha anche finalmente trovato qualcuno verso il quale prova un sentimento romantico, e non si fa tante storie ad ammettere che Jae In gli piace parecchio. Ahn è uno personaggio che nasconde bene la sua profondità, la fa uscire solo al momento giusto e non si risparmia nella distribuzione del suo affetto.
L'attore protagonista Jinyoung è un idol membro dei GOT7 e, francamente, non mi aspettavo che fosse così bravo. Ha un modo di fare estroverso assolutamente credibile, trasmette un'energia palpabile e non lascia mai l'impressione di essere ingessato nell'interpretazione di un ruolo. E' genuino ed è un piacere da guardare, e non guasta che sia anche un bellissimo ragazzo e che regali una doccia memorabile tra le sue facce stupide e i suoi addominali incredibili.

Jae In è la protagonista femminile ed è quasi l'opposto di Ahn. Dove lui è vivace e spensierato, lei è seria e coscienziosa; Jae In è anche una persona che ha dovuto fare i conti con delle difficoltà più complicate e che, alla fine, ha scelto di entrare in polizia proprio per contrastare le ingiustizie che ha subito.
E' sicuramente un personaggio meno solare, meno facile da apprezzare, ma ha anche un valore importante nella storia e unisce i puntini quando nessuno riesce a vedere gli indizi. La sua forza di volontà è trascinante e diventa un catalizzatore per la psicometria di Ahn: grazie al suo buon senso lo aiuta a sviluppare la sua abilità e ad applicarla in modo da raccogliere indizi importanti nella loro indagine. Jae In è un filo meno carismatica di Ahn, forse si crogiola troppo nella sua rigidità e nella sua incrollabile volontà, però ogni tanto si lascia andare al classico pianto isterico che è tipico dei drama a sfondo drammatico. L'attrice è bravina, non la conoscevo, ma purtroppo anche lei è di una magrezza incredibile. Non che sia un fattore decisivo per la riuscita di un drama, sia chiaro, ma per una volta mi sarebbe piaciuto vedere una ragazza con un fisico meno filiforme.

La cosa bella di questo drama è che non ha solo due protagonisti, ma è aperto ad altri personaggi così che abbiamo due protagonisti maschili e due femminili. La seconda donna forte del drama è la detective Jo Soo, noona di Ahn ed eterna innamorata non ricambiata del procuratore. Ji Soo è un mastino: se capisce che c'è sotto qualcosa non molla, è fedele fino alla fine e prova un affetto sincero per Ahn, spesso lo tratta come una vera sorella ma in generale cerca di riempire quei vuoti nella vita di Ahn che il procuratore non riesce a riempire.
Nella trama Ji Soo gioca un ruolo solo apparentemente minore, perché lascia che siano gli altri tre a dettare il ritmo, ma quando c'è da concludere qualcosa si gioca il tutto e per tutto.
Senza spoilerare niente dico solo che per lei sono rimasta male, ma proprio male, con tanto di magone e lacrimoni. Inaspettato e crudele.




Ho tenuto il procuratore Sung Mo per ultimo perché mannaggia a lui mi ha spezzato il cuore. Cioè prima mi ha accompagnata nella landa degli occhi a cuoricino e poi mi ha scaraventata nell'abisso della disperazione. Io lui l'ho proprio adorato.
Non me ne frega niente se Kim Kwon si è rifatto, perché se si è ritoccato il chirurgo è stato un maestro. Non c'è un solo personaggio del drama che non pensi che sia bellissimo appena lo vede, lo stordimento è reale per tutti perché, naturale o meno (a me piace pensare che lo sia, che quegli zigomi siano spuntati fuori solo perché è dimagrito come un pazzo), la verità è innegabile. Sarò anche superficiale ma quando un attore ha un aspetto come il suo e in più interpreta un personaggio complicato come il suo è solo naturale che il mio neurone parta per la tangente.
Sung Mo è lo hyung di Ahn, è il ragazzo che, rimasto solo come quel bambino, dopo l'incendio si rimbocca le maniche, diventa procuratore e lo va a riprendere dall'orfanotrofio. Sung Mo ha i suoi bei problemi, non è immune da un passato che si scoprirà solo poco alla volta e che ha segnato il suo percorso dall'inizio alla fine. Sung Mo è all'apparenza freddo, distaccato, restio a dimostrare affetto, incapace di fare ironia o di aprirsi con le persone, eppure è solido, presente, è una costante positiva nella vita di Ahn, in quella di Ji Soo - che è cotta come una pera, poverina - e persino di Jae In, dopo l'incidente per anni segretamente sostenuta economicamente da Sung Mo.
Bene, all'apparenza Sung Mo è un santo, bello bravo e pure buono, eppure nasconde un lato oscuro che esce poco alla volta fino a prendere completamente il sopravvento e a stravolgere le carte in gioco. I suoi segreti spuntano fuori come sassate, uno peggio dell'altro, uno più difficile da digerire dell'altro al punto che si raggiunge il limite e si rimane imbambolati in completa negazione. Non lui, lui non può fare una cosa simile. Invece sì.
Ok, ci sono delle grosse grossissime attenuanti ma i fatti non cambiano e finisce per farti veramente male. Non bastava la mazzata di Ji Soo, ci si è messo anche lui, ma questa volta la sofferenza è devastante. L'ho amato e l'ho odiato, maledetto.

La storia ovviamente ha bisogno di un cattivo e qui ce n'è uno che è un fantasma nel vero senso della parola ed è un soggetto talmente disturbato che ogni suo passo lascia una scia di devastazione che travolge tutti i personaggi. In un modo o nell'altro ogni trauma passato o presente è collegato all'altro e tutti influenzano i protagonisti. A volte ho fatto un po' fatica a seguire le svolte dell'indagine, ma in generale il filo narrativo della parte thriller è abbastanza lineare, bisogna solo entrare nell'ottica che non tutto è come sembra e che ogni cosa verrà alla fine chiarita.
La riuscita del drama per me è coronata da una colonna sonora veramente bella, con un'accostamento azzeccato tra musiche e scene e con una sigla di apertura e di chiusura che rimane in testa.

Ora torno nel mio angolino a dondolarmi per la disperazione.

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