21 giugno 2019

K-Drama della settimana: 100 Days my Prince


Lee Yul is the Crown Prince of Joseon, a perfectionist who disregards the majority of those in the royal palace and appears cold and demanding when in reality, he is just lonely. One day, he passes a law stating that all Korean citizens of marriageable age must do so before they reach the age of 28. Hong Shim is a strong, intelligent woman who takes on multiple jobs to support herself and her father. She is also the oldest unmarried woman in her village and is in need of a husband in order to avoid punishment from law officials. In an attempted assassination, Lee Yul finds himself severely injured and under Hong Shim and Hong Sim's father's care. Due to his injuries, Lee Yul develops temporary amnesia and wanders around aimlessly as a commoner with no name or identity. Because of the law passed By Lee Yul, he and Hong Shim are forced to marry each other in order to save Hong Shim from punishment as well as her village from the drought. What follows is the love story of Hong Shim, 'Joseon's oldest unmarried woman,' and Lee Yul, the amnesiac Crown Prince.
Anno: 2018
Episodi: 16 (1 ora e 10 min. circa a episodio)
Dove guardarlo: Viki con restrizione, Kissasian streaming con sottotitoli in inglese
Genere: HistoricalComedyRomance

Questo drama è un amore. Letteralmente un amore. L'ho iniziato a caso, senza aspettarmi granché e senza aspettative sulla storia e sui protagonisti. Adorabile: la trama, la fotografia, il genere, i personaggi, i costumi. Mi è piaciuto tutto tantissimo e ho scoperto persino un attore che mi ha veramente sorpresa.

La storia ha come protagonista il Principe Lee Yul, un soggetto generalmente poco apprezzato perché troppo esigente e per niente divertente. Nonostante sia giusto, razionale e capace, le persone attorno a lui lo vedono come un peso, un sovrano impossibile da soddisfare oppure come un ostacolo fastidioso da gestire sulla strada verso il trono.
L'iconica frase che gli esce di bocca ogni volta che vuole congelare qualcuno rende bene l'idea di come sia: tiene lontani tutti, non si fida di nessuno e generalmente non apprezza niente. Cibo, vestiti, servitori, persino la moglie che ha dovuto sposare in quanto Principe Ereditario non gli va particolarmente a genio tant'è che non si sono mai tenuti per mano. Dietro al suo aspetto rigido e intransigente c'è, ovviamente, un motivo: l'attuale re, suo padre, non era in linea di successione e per salire al potere si è messo nelle mani di un soggetto poco raccomandabile che gli ha ucciso la moglie e ha sterminato la famiglia ereditaria, assassinandone il padre e facendo credere di aver ucciso anche i due figli, un ragazzino e una bimba che era amica di Lee Yul. Il poveretto cresce con la consapevolezza di avere tra i piedi l'uomo che ha ucciso sua madre, la sua amica e che tiene sotto controllo il padre.

Penso che se Lee Yul fosse stato interpretato da un attore con tratti più spigolosi e mascolini avrebbe perso la maggior parte del suo fascino. Invece è interpretato da D.O. (EXO) che ha un viso talmente perfetto e dolce che contrasta meravigliosamente con il carattere del suo personaggio. D.O. è belloh: ha un ovale perfetto, due occhi enormi e rotondi, delle labbra tonde e carnose ma ha una voce mascolina e rimane impassibile di fronte a qualsiasi scena divertente. Oltre ad essere bello persino con il cipollotto in testa, i costumi gli donano in modo particolare: l'aria aristocratica, con la sua bellezza da bambola unita allo sguardo severo è un mix letale. L'ho adorato.
D.O. tra l'altro è molto ma molto bravo a recitare, pur essendo un drama romantico e non particolarmente difficile, si è adattato benissimo al tono romantico, a quello drammatico e a quello comico.
Nota a margine personale: le scene dei baci sono super promosse, lui sì che mi ha regalato tante soddisfazioni.


La protagonista femminile, invece, per un attimo ha rischiato di urtarmi i nervi. In generale non apprezzo molto le protagoniste che si cacciano perennemente nei guai senza una logica né spirito di autoconservazione, e Hong Shim per una certa parte del drama è così: si immischia dove non deve, si caccia in casini e in pericoli non richiesti e ha quel modo di fare da sottotuttoio facciotuttoio che di solito mi causa acidità di stomaco. Si è salvata perché chi ha scritto la sceneggiatura ha aggiustato il tiro proprio poco prima che il personaggio andasse a remengo. Quindi sì, Hong Shim tende ad essere un po' fastidiosa ma grazie al cielo non diventa mai odiosa. Anche per lei l'attrice protagonista ha giocato un ruolo decisivo: Nam Ji Hyun è una focaccina con una grande carica comica e un'espressività marcata per quelle scene in cui ci vuole una mano pesante. Fa ridere spesso, fa commuovere il giusto, a volte suscita un po' di nervoso, ma affiancata a D.O. splende di luce riflessa. Anche Ji Hyun è una patatina carinissima, non è la classica bellona ma è perfetta per questo ruolo.

Questi due insieme sono una coppia davvero tenera: si prendono in giro, si guardano con gli occhi a cuore, si baciano sul serio, e riescono ad essere credibili. Mi sono piaciuti tanto sia da soli che insieme.
 

Tutta la parte centrale del drama è un vero spasso: Lee Yul senza memoria è un pasticcione ambulante perché non ha perso il tono e il modo di parlare, solo lo status quindi finisce in situazioni comiche dal quale esce sia perché Hong Shim gli rimane attaccata addosso per non farlo finire arrestato, sia perché tutto il corollario di personaggi secondari lo prende in simpatia nonostante il suo modo di fare schizzinoso. Il padre di Hong Shim, un uomo povero ma gentile che gli salva la vita e allo stesso tempo lo frega facendogli credere di essere il fidanzato della figlia, gli amici di Hong Shim che lo rincorrono e tamponano i suoi passi falsi e alla fine gli si affezionano come se fosse veramente un soldato che ha perso la memoria.

E poi ci sono anche dei secondari che bilanciano il tono comico perché sono, invece, drammatici. Primo tra tutti il fratello di Hong Shim, creduto morto ma in realtà diventato un assassino per l'uomo che ha sterminato la sua famiglia. Di una bellezza assurda, è un personaggio struggente, sfortunato, con un sad ending tremendo, esattamente come la sua controparte femminile che rimane in bilico tra l'essere considerata una dei cattivi. Secondo me tutti i personaggi sono stati notevoli e riusciti: i buoni sono i buoni, i cattivi sono i cattivi e c'è un buon equilibrio in tutto il drama. Anche la trama riesce a coprire diverse variazioni senza incasinarsi: c'è la parte comica, quella drammatica, quella romantica, e il gran finale nel quale le fila degli intrighi politici arrivano ad una chiusura. Per come sono fatta io, poi, che non gradisco granché gli ingarbugliamenti incomprensibili, la parte politica non è troppo incasinata e rimane fissa su quella linea narrativa. Ci sono alcuni colpi di scena ma niente che non potesse essere previsto, perché del resto la forza del drama - e la sua natura - sta nel suo essere godibile, romantico con quel pizzico di drammaticità che smuove senza inquinare le acque.

100 Days My Prince finisce dritto dritto nella lista dei drama che rivedrei anche subito e che probabilmente finirò per usare come copertina di Linus quando avrò le paturnie e i drama mi tradiranno.

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