3 giugno 2019

Jacqueline Carey
Naamah's Blessing

Trilogia Naamah 3

Trama
Grand Central Pub
pag. 686 | € 5,56

Returning to Terre d'Ange, Moirin finds the royal family broken. Wracked by unrelenting grief at the loss of his wife, Queen Jehanne, King Daniel is unable to rule. Prince Thierry, leading an expedition to explore the deadly jungles of Terra Nova, is halfway across the world. And three year old Desirée is a vision of her mother: tempestuous, intelligent, and fiery, but desperately lonely, and a vulnerable pawn in a game of shifting political allegiances. As tensions mount, King Daniel asks that Moirin become Desirée's oath-sworn protector. Navigating the intricate political landscape of the Court proves a difficult challenge, and when dire news arrives from overseas, the spirit of Queen Jehanne visits Moirin in a dream and bids her undertake an impossible quest. Another specter from the past also haunts Moirin. Travelling with Thierry in the New World is Raphael de Mereliot, her manipulative former lover. Years ago, Raphael forced her to help him summon fallen angels in the hopes of acquiring mystical gifts and knowledge. It was a disastrous effort that nearly killed them, and Moirin must finally bear the costs of those bitter mistakes.
I have seen the impossible. I have seen great and terrible wonders, and I tell you, the world is a vaster and stranger place than ever I had reckoned.

Commento
E' arrivata la fine, dopo cinque mesi ho terminato Naamah's Blessing e l'ultima trilogia - per ora - dedicata a questo mondo. Cinque mesi, praticamente ho buttato fuori dalla finestra il mio obiettivo di finire la trilogia nel 2018, ma mi sono impegnata per farlo all'inizio del 2019. L'importante, per come la vedo io, è che ho terminato e che alla fine ne sono uscita contenta. Un po' stremata, ma contenta.
Ora che ho chiuso anche questa trilogia posso dirlo senza ombra di dubbio: non è all'altezza delle prime due. Per niente, è nettamente inferiore per trama ma soprattutto per i protagonisti che non hanno saputo raggiungere in nessun modo Phedre e Joscelin o Imriel. 
Mi spiace sgonfiare così la trilogia, ma fare finta di niente e dire che è bellissima e perfetta o che è bella come le altre è una bugia. Per me, obvs.
Però, rispetto ai primi due titoli della trilogia, questo romanzo mi è piaciuto.
Punto a favore, enorme gigantesco e vincente. Nonostante i cinque mesi impiegati per finirlo non ho mai - mai e poi mai - dimenticato la trama. Mai, il che è un piccolo miracolo perché io ho la memoria che è un colabrodo. Anche se mettevo da parte il libro per qualche giorno, se non addirittura per settimane, una volta ripreso in mano mi tornava tutto in mente e potevo proseguire la lettura senza avere dei vuoti.
Secondo enorme punto a favore, il romanzo è un'avventura più che un fantasy. Il primo romanzo era più politico, più classico e vicino alla trilogia di Kushiel considerando che era ambientata principalmente a Terre D'Ange; il secondo ha avuto il grosso merito di uscire da quei territori e portare Moirin in ben due posti, peccato che la trama avesse rovinato questo elemento. Con Naamah's Blessing, invece, Moirin solo all'inizio è incatenata alle questioni politiche di Terre D'Ange e in fretta se ne libera per cominciare la vera avventura del romanzo. Più che un fantasy vero, quindi, questo romanzo è un'avventura con molti elementi fantasy. Io ho molto apprezzato perché finalmente Moirin riesce a togliersi di dosso il suo ruolo di concubina reale e di amante di principesse e diventa se stessa, sfoderando i suoi veri poteri e il suo vero potenziale.
La trama, inoltre, è piuttosto lineare e questo ha giovato alla facilità di lettura. Non succede tanto, non è un romanzo denso di eventi e complicato da ricordare (come ad esempio è stato Il Dardo e la Rosa), ogni personaggio e ogni collegamento sono vivi nella memoria e non si perdono nella trama. Il risvolto negativo della cosa, se proprio se ne vuole trovare uno, è che probabilmente tutte queste pagine sono troppe rispetto agli eventi narrati. Il lunghissimo viaggio iniziale per recuperare Thierry viene descritto nei suoi minimi particolari, portando via almeno un centinaio di pagine. Non so se davvero c'era bisogno di entrare così nel dettaglio, visto che sostanzialmente succede poco o niente, ma una sua utilità c'è e diventa chiara solo quando i personaggi raccolti nella spedizione diventano pedine nell'ultima partita per sconfiggere Raphael.
Ebbene sì, Rapahel torna alla carica ed è il cattivo della storia.
Faccio un passo indietro.
Nel primo romanzo della trilogia Moirin aveva aiutato Raphael a evocare Focalor, riuscendo a scacciarlo nell'abisso solo con l'aiuto di Bao e Maestro Lo, condannando così Rapahel e il Circolo ad una punizione esemplare. Da quel momento di Rapahel si sa poco o niente, sparisce nell'ombra anche se noi sappiamo che Focalor ha lasciato un pizzico di sé in lui e che la sua sete di ambizione è solo momentaneamente accantonata. Poi c'è il secondo romanzo della trilogia, dove la questione non viene riesumata. Nel terzo libro, Moirin e Bao, tornati dal loro viaggio, rientrano a pieno diritto nella cerchia dei nobili di Terre D'Ange, suscitando in parte felicità e in parte sospetto. Forte del sostegno del re, Moirin entra nella vita della piccola Desiree, figlia di Jeanne, e ne diventa tutrice. Questo nuovo ruolo viene mal visto dai De la Courcel e presto il trono diventa traballante. Unica soluzione per evitare che il trono venga usurpato è recuperare il Principe Thierry, dato per morto dopo una lunghissima assenza a seguito della spedizione in Terra Nova.
E' questo, quindi, il centro del romanzo unito all'ultimo compito di Moirin di affrontare Rapahel e Focalor. La loro spedizione ha messo insieme dei personaggi che hanno fatto veramente la differenza e che ho veramente apprezzato. Il cambio di location - ancora un volta - ha aperto strade inesplorate sia per culture sia per approccio alla magia. Moirin si integra sempre piuttosto bene ma, a differenza delle avventure precedenti, qui non ci sono regine, o principesse. Ci sono sacerdotesse, donne forti, autoritarie, intelligenti, che si alleano a Moirin e al suo gruppo per un fine unico e che sacrificano le loro vite e le loro abitudini affinché questo fine si attui.
Moirin quindi è finalmente la Moirin che ho voluto leggere, in sintonia con la sua natura e con la natura circostante, è resistente, stoica, razionale, matura e non perde più di vista l'obiettivo finale. C'è da dire che in questo è aiutata da Bao, che è un compagno estremamente bilanciato e intelligente.
Essendo ormai una coppia collaudata e consolidata, le scelte che fanno sono sempre in sintonia e non si lasciano andare a comportamenti infantili. Forse è anche per questo che è il mio romanzo preferito della serie, perché Moirin fa delle scelte ponderate, i suoi errori sono pochi e pianifica, non si lascia più trasportare dagli eventi e dalle persone. Quindi tutta la storia si svolge senza inciampare, semplicemente affronta i problemi che i personaggi si trovano davanti senza crearne di inutili e per me questo è stato paradisiaco. Del resto Rapahel e il suo regno del terrore, anche se non è il cattivo più cattivo di sempre, è pericoloso proprio perché usa la sua intelligenza e la sua astuzia attraverso il potere di Focalor. Insomma, come cattivo è piuttosto subdolo, e la sua ascesa a imperatore dio nella giungla non è così fuori luogo.
La vera sorpresa, però, l'ho avuta da un personaggio nuovo del quale mi sono invaghita. Balthasar Sharizai. Io prego, prego con tutte le mie forze che la Carey un giorno lo userà come protagonista per una nuova trilogia perché è meraviglioso. Il suo potenziale risplende fortissimo, qualsiasi cosa dica o faccia è interessante, intelligente, seducente, e la sua personalità è complicata ma capace di estremi fortissimi: da buon figlio di Kushiel serve punizioni con un'eleganza sottile e predatoria, ma come essere umano mette a rischio la sua reputazione e la sua vita e dimostra di essere un fedele amico e alleato. L'ho adorato, ma proprio tanto.
La sconfitta di Raphael chiude definitivamente le avventure di Moirin e di Bao ma è con l'incoronazione di Thierry che i giochi vengono chiusi per sempre. Certo, la caduta dei Courcel e il nuovo equilibrio familiare tra Thierry e Desiree è un finale che mi aspettavo ma che non mi ha colpita veramente.
Inaspettata è invece la vera chiusura del percorso di Moirin che la porta in Alba dalla sua famiglia. Con lei c'è Bao che decide di abbracciare la sua natura e immergersi a sua volta nella vita dei Maghuin Donn, sottoponendosi addirittura al rito di passaggio. E' un finale un po' troppo casalingo e contrasta parecchio con la quotidianità ricca di eventi dei protagonisti, ma forse è stato giusto che i due personaggi alla fine si lasciassero davvero tutto alle spalle per una nuova - più mite - avventura.
In ogni caso, arrivata alla fine mi andava bene qualsiasi cosa, perché non vedevo l'ora di mettere un punto alla trilogia. Non tanto perché non mi sia piaciuta, quanto perché ha risucchiato parecchie energie e non mi è veramente rimasta nel cuore.

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