1 febbraio 2018

Lisa Kleypas
Il diavolo in primavera

Serie Ravenels 3
Titolo originale Devil in Spring

Trama
Mondadori | ebook | €  7,99
Londra, 1876. A differenza di tutte le debuttanti londinesi, la bellissima Lady Pandora Ravenel non sogna di frequentare balli e trovarsi un marito. Preferisce di gran lunga dedicarsi ai suoi affari.
Ma la sua strada si incrocia con quella di Gabriel, Lord St. Vincent, impenitente libertino, altrettanto determinato a non essere ingabbiato in un matrimonio. E per entrambi sarà la scoperta di un brivido fino allora sconosciuto…








Commento
Parliamo di una cosa prima di partire con la recensione. Perché le trame dei romance sono sempre di cinque righe? Perché sono così brevi? Nessuno in redazione aveva voglia di sbattersi un briciolo di più? Perché io odio le trame corte: primo non si capisce una mazza e devi andare a caso e fidarti, secondo perché sformano la formattazione dei post e devo sempre lottare con Blogger per farlo uscire come tutti gli altri. Tra l'altro stiamo parlando della Kleypas, che è una superstar del genere e vende sempre e comunque, magari se ci spendessero le energie per presentarla meglio sarebbero tutti più contenti e soddisfatti.
Dopo questo sfogo isterico quasi insensato, mi butto nell'altrettanto isterico commento.
Lisa, io ti voglio bene, lo sai. Ti ho seguito fin dal primo romance uscito in edicola e da allora mi hai rovinata. A volte, però, mi fai incazzare come una biscia perché cominci daddio, crei personaggi fantastici, riesci a farmi cambiare idea su eroine che non sopporto e poi mandi tutti a remengo.
Il Diavolo in Primavera, ovvero come ti alzo l'hype - e l'ormone - a manetta e poi ti disintrego il sogno a colpi di noia, cliché e banalità.
Gabriel è il figlio di Sebastian (protagonista extra figo di Devil in Winter. Capito, no? Il padre è un devil in winter, il figlio è un devil in spring), erede sputato del padre sia per aspetto che per portamento. Biondo, algido, bellissimo e con una reputazione di uomo d'affari e estremamente devoto al ruolo di erede del ducato, Gabriel si porta dietro anche la cattiva reputazione del padre. Essendo figlio del Diavolo, la società gli ha cucito addosso la stessa fama del padre anche se lui, alla fine, non ha le sue stesse abitudini. In Gabriel ci sono più discrezione e senso della misura, indubbiamente caratteristiche della madre, ma dal padre ha ereditato una sessualità oscura fatta di estremi. Ecco, qui Lisa avrebbe potuto essere più esplicita e raccontarci un po' delle cose innominabili che soddisfano Gabriel, invece lascia intendere senza entrare nel dettaglio. L'unica cosa che sappiamo è che, nonostante la sua regola sia di evitare le donne sposate, la sua amante del momento è moglie di un ambasciatore ed è una di quelle che fanno di tutto.
Bene, Gabriel è un personaggio che riesce a mantenere alto il suo potenziale anche quando la trama perde intensità: il suo modo di fare rigido contrasta con la sua natura passionale, così i suoi sguardi di fuoco assumono un'importanza tutta nuova proprio perché non esagera con le espressioni e i movimenti. Però, per quanto lui sia intenso e perfetto, la sua controparte femminile è la wildcard del romanzo. Pandora è la gemella incasinata, la figlia insopportabile, la sorella ingestibile. E' quella che parla troppo, urla troppo, esagera sempre in qualsiasi cosa. Una giovane lady della nobiltà in età da debutto che si sdraia a terra e si fa leccare dal cane, si comporta come una bambina senza assorbire un briciolo di buon senso e logica dagli adulti, non poteva che farmi salire il nervoso. Fin dal primo romanzo della serie sapevo che Pandora non mi sarebbe piaciuta, essendo così fuori dalle mie grazie, invece la Kleypas ha saputo inserirla in un contesto tale, farla agire in un certo modo che il suo essere sempre troppo era comico, o goffo, o tenero, ma mai irritante. Affiancata da un personaggio come Gabriel le sue stranezze diventano peculiarità che contrastano in modo affascinante con la maturità di Gabriel, così anche la sottoscritta cinica ha dovuto capitolare di fronte alla riuscita della coppia.
La coppia funziona perché la storia viene impostata in un modo preciso: la Kleypas sfrutta la natura di Pandora per creare situazioni che mandano avanti la trama. Il modo in cui i due si incontrano, ad esempio, e tutto ciò che ne consegue è una scena che funziona proprio perché Pandora è a testa in giù bloccata nel divano e Gabriel è impassibile ma divertito. Esattamente per questo, poi, il tira e molla tra lei che non ne vuole sapere di sposarsi e lui che fa solo finta di esserne infastidito (con conseguente corteggiamento serrato) danno vita ad una prima parte che scorre via veloce come la luce e super coinvolgente, sexy e divertente.
Poi arriva il matrimonio e l'entusiasmo scende in picchiata.
Certo, ci sono ancora scene che mi sono piaciute, però ho trovato che la Kleypas, una volta che si supera la novità delle nozze, non sappia più come aggiungere brio alla coppia. Va bene inserire l'elemento esterno, ma se vuoi ficcare a tutti i costi il gruppo terroristico almeno abbi la decenza di renderli parte importante nella trama, non solo l'espediente per scrivere la scena in cui lei rischia la vita e Gabriel salva il mondo. Non ci crede nessuno, ma soprattutto a me non interessa, avrei gradito di più un classico misunderstanding nato dalla gelosia o qualche cazzata combinata da Gabriel, piuttosto che la coltellata e il ballo esplosivo.
Avrei persino preferito che la continua e martellante ossessione di Pandora per la sua impresa fosse il vero punto di contrasto, invece qua sembra sorvolare la storia senza influenzarla sul serio. Vuoi mettere in commercio un gioco da tavolo e avere la tua azienda? Ci pensano il marito della sorella e il tuo. Anche se l'idea è corretta, la messa in atto è sbagliata: Pandora non affronta mai i suoi desideri e le sue attività con maturità, sembra sempre una bambina che sogna e papino che esaudisce e non riesce ad uscire dall'immagine goffa e ingenua della ragazzina che sogna il suo gioco da tavolo.
Quindi, al di là del guizzo momentaneo di indipendenza e femminismo, la vera parte forte è la prima fino al matrimonio stesso, poi la storia procede per inerzia e non riesce più ad emozionare sul serio.
Che gran peccato, perché Gabriel mi aveva risvegliato il neurone e Pandora era riuscita a sorprendermi. La Kleypas, invece, non mi ha sorpresa affatto. Diciamo che rispetto al primo - che non mi era piaciuto molto - e il secondo - che ho ampiamente apprezzato - questo è una via di mezzo, il classico bene ma non benissimo.
Spero solo che non mi tocchi aspettare anni per avere un altro romance storico della Lisetta perché potrei entrare in crisi. Poco importa se i voti sono mosci, io la bramo comunque.

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