Trilogia Half Bad 2
Titolo originale Half Wild
Trama
Rizzoli | pag. 412 | € 15,00 |
Nathan è convinto di potersi fidare di lei, ma ha ragione di farlo, oppure dovrebbe ascoltare i dubbi dell’amico Gabriel? Conteso tra Annalise e Gabriel, Nathan lo è anche tra la sua natura bianca e quella nera, tra il desiderio di vedere Marcus, suo padre, e il timore. L’Alleanza sarà il pretesto per ritrovare il suo temibile genitore. Scoprire quell’uomo che nella sua vita è sempre stato assente sarà la grande sfida personale di Nathan.
Commento
No allora, cerchiamo di capirci qui.
Ho passato quasi tutto il romanzo a pensare che la storia non mi stava emozionando granché, nel bene o nel male. Poi arrivo alla fine e mi esplode il cervello per la rabbia. Ma dico io, è possibile rifilare una roba così come cliffhanger finale e pensare di non traumatizzare il lettore?
Ho una certa età, santo cielo, pretendo che le incazzature mi vengano rifilate con anche il tempo per farmele passare o - alternativa che preferisco - la morte lenta e dolorosa di chi mi ha fatto salire la pressione al cervello.
Chi ha letto Half Wild conosce già il nome, sa benissimo di cosa sto parlando e starà pensando era prevedibile. Oddio, non so, io certe cose le snaso subito e avevo capito che non poteva certo finire bene, ma questa è una carognata di proporzioni cosmiche. Del tipo che voglio assolutamente il terzo romanzo e pretendo che la Green mi dia la possibilità di godere della disfatta - ma la morte è meglio - di questo soggetto.
E con questo chiudo, non farò spoiler.
Come ho già detto, per tutto il romanzo ho pensato che Half Wild fosse diverso rispetto a Half Bad. Non tanto per lo stile dell'autrice - che è uguale spiccicato - o per i personaggi - che non cambiano - quanto per la sostanza della trama.
Half Bad è stato un romanzo oscuro e mi aspettavo che il seguito riprendesse le fila della storia, con le dovute differenze: Nathan adesso è libero - per quanto possa esserlo - e può agire in base alle sue decisioni, ai suoi desideri, pianificare, cambiare luogo, cambiare alleati, cambiare scopo.
Insomma, pensavo che, avendo così tante possibilità e uno scopo, la storia fosse molto ricca, molto avventurosa, molto emozionante; pensavo di incontrare una sequenza serrata di fughe, combattimenti, plot twist; pensavo ci fossero nuovi personaggi e un'evoluzione dei vecchi.
Per farla breve, mi aspettavo una lettura più coinvolgente, invece - e lo dico con dispiacere - Half Wild non mi ha fatta impazzire. Di sicuro - e su questo non c'è spazio per discussione - lo stile, lo schema, l'idea, i personaggi, sono ancora vincenti, ma l'effetto che questo romanzo ha avuto su di me è stato decisamente smorzato.
Tanto per cominciare la questione centrale presentata nella quarta di copertina - ovvero la presa del potere da parte di alcuni Incanti Bianchi e la conseguente caccia agli Incanti Neri - non è centrale nella storia. Non è l'elemento attorno al quale ruota la narrazione, non è il motivo per cui i personaggi compiono certe azioni, non è la ragione perché Nathan prenda parte a questa sorta di guerra.
Quello spinge Nathan all'azione è Annalise. Capisco che è giovane, innamorato, che non sa come gestire se stesso e i suoi sentimenti, ma con tutti i problemi che ha, lui va proprio a rompere le scatole per salvare Annalise?
Speravo che questa scalata al potere degli Incanti Bianchi fosse più importante, invece rimane nelle retrovie, come spinta per lo sviluppo della trama. Perché, se da un lato questi cattivi ci sono e stanno arrivando, dall'altro lo sappiamo soltanto perché Nathan sta scappando e riesce a salvarsi quasi sempre per il rotto della cuffia. Cosa positiva, quantomeno, è la presenza di Marcus che fino ad ora era solo una leggenda, mentre adesso è un personaggio in carne e ossa, attivo e vero, determinante addirittura nello svolgimento del romanzo.
E poi c'è Nathan, che rimane sempre in bilico tra il bianco e il nero, tra i sentimenti per Annalise e la voglia di dare libero sfogo alla sua natura. Per quasi tutto il romanzo non capisce che non esiste una natura unica nelle persone, o negli Incanti, convinto com'è che o si è buoni o si è cattivi, ma i fatti gli dimostrano ogni volta il contrario. Annalise può essere una brava persona, ma anche lei è in grado di fare del male e di essere malvagia, così come Gabriel, nonostante sia un Incanto Nero, è tutto tranne che apertamente malvagio.
Insomma, questa ostinazione da parte di Nathan un po' di ha delusa, mi aspettavo una versione più matura di lui, più razionale e lucida, invece a volte reagisce in modo più infantile del Nathan del primo romanzo. Infatti la pugnalata finale che si prende - per non dire inchiappettata - è la dimostrazione che la sua visione delle cose è ancora troppo legata al passato, quando ormai dovrebbe vivere la sua vita con ciò che ha qui e ora, con chi gli ha dimostrato ogni volta la sua lealtà, con chi lo accetta per quello che è e non per come vuole essere.
Basta sogni d'infanzia, Nathan, comincia a spaccare culi, please.
D'altra parte il lato oscuro di Nathan soddisfa ampiamente la mia sete di sangue: finalmente il ragazzo dimostra di avere un potenziale, di saper tirare fuori - letteralmente - gli artigli e di fare un bagno di sangue. Per una volta in un fantasy young adult il protagonista non è una mammoletta che piange di fronte al sangue versato, ma lo fa senza pensarci due volte.
Altra cosa che ho apprezzato è la semplicità con la quale viene trattata la relazione - o amicizia, o amicizia in fase di sviluppo - tra Nathan e Gabriel. Non c'è niente di morboso o di esplicitamente sessuale nel modo in cui si dimostrano affetto, è tutto così semplice e normale e basilare che - ovviamente - ti porta a pensare che Annalise sia sempre più inutile.
Non posso dire altro, perché lo spoiler è in agguato e non voglio macchiarmi di questo peccato.
Da poco è uscito l'ultimo romanzo della trilogia e me lo tengo caro caro da parte perché non voglio bruciarmi il finale. Devo ancora superare l'odio cocente per il finale di Half Wild e mi sa che ci metterò un pochino.
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