Serie Scarlett 1
Trama
Mondadori | pag. 319 |
Lo ammetto, ho deciso di leggere Scarlett per pura e semplice curiosità, perché era nel circuito della biblioteca e perché l'ambientazione italiana richiamava alla mia memoria un altro romanzo che ho adorato. Per un periodo è stato sulla bocca di tutti, poi è sparito e ora solo i fans ne parlano ancora.
Il mistero misterioso di un romanzo che mi faceva l'occhiolino ma che non mi attirava mai abbastanza da entrare nella mia lista.
Ora che mi sono decisa a leggerlo capisco perché sono stata così restia a dargli una possibilità: non è il mio genere di romanzo.
Cerchiamo di fare il punto della situazione: se vi piacciono le storie come Twilight, con ambientazioni liceali, con la solita ragazza nuova e impacciata - la bella non bella, per intenderci -, e il bello e tenebroso che nasconde la natura non umana, allora ci sono buone probabilità che Scarlett vi piaccia. Se, però, non gradite le storie che sfiorano la superficie delle cose, che si limitano a raccontare senza emozionare, con dialoghi veramente troppo elementari e semplici per chi ha superato una certa età allora avrete la mia stessa reazione. Noia.
Come romanzo in sé, nella sua completezza, Scarlett è piacevole e sicuramente molto veloce da leggere. Proprio perché non è particolarmente impegnativo riesce a coprire un range di età ampio: le ragazzine più giovani lo adoreranno, sicuro come l'oro, chi è over 30 come me potrà tollerare con un sorriso certi momenti di totale immaturità, e chi sta in mezzo e cavalca entrambe le categorie può apprezzarlo tranquillamente senza cadere nell'adorazione o senza farlo a pezzettini.
Il punto debole per me è stato, quindi, l'eccessiva immaturità, la mancanza di profondità - vera - dei pensieri e delle reazioni dei personaggi e uno svolgimento fin troppo prevedibile e da manuale. Senza considerare che la love story non mi ha presa nemmeno per un momento.
Tutto il resto, però, è carino tanto perché in fondo in fondo io sono una tipa da Twilight, mi piacciono i romanzi liceali dove la nuova ragazza viene catapultata in un ambiente diverso, mi piacciono gli scontri familiari che ne derivano, le lotte per farsi nuovi amici, quelle per sopravvivere alle stronze di turno, la scoperta di aspirare - tutto sommato - al figo della scuola e non all'amico carino e gentile, ma per niente eccitante.
E poi non girano abbastanza romanzi YA ambientati in Italia, scritti da italiane, per poterlo snobbare. Rispetto a quello che dovrebbe essere il nucleo (l'innamoramento, i sentimenti ecc.) tutto il resto risulta più vivido e ben gestito, la scuola, il paese, persino il clima hanno la capacità di dare una nuova dimensione alla storia. Certo, la trama non è molto originale ma non sarebbe nemmeno giusto aspettarsi altro, eppure l'anticipazione e il mistero legate a Mikael - perché non usare nomi italiani, mi chiedo? - sono state sufficientemente intense, tanto da compensare la totale mancanza di partecipazione una volta che scopriamo il chi, cosa, dove, come e quando di questo misterioso ragazzo.
Sullo stile niente da dire, anzi. La Baraldi scrive bene con unico momento di meh quando spuntano fuori frasi poetiche ed altisonanti nei monologhi di una ragazzina che fino a due secondi prima di lamentava della mamma. Ecco, magari questo mi ha fatto sbuffare, però il resto è tutto pulito e preciso.
Basteranno queste poche cosine a convincermi a leggere il seguito? Ve lo dico subito, no. No perché la storia non mi ha presa, la trama non ha suscitato la minima curiosità e i personaggi sono come tanti altri, quindi perché ostinarmi quando posso leggere altro?
Io ci ho provato, l'esperimento è fallito, ci separiamo con affetto.
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