1 dicembre 2016

Anna Premoli
E' solo una storia d'amore

Trama

Newton & Compton
pag. 314 | € 9,90
Cinque anni fa Aidan Tyler ha lasciato New York sul carro dei vincitori, diretto nella solare e assai più divertente California. Fresco di premio Pulitzer grazie al suo primo libro, coccolato dalla critica e forte di un notevole numero di copie vendute, era certo di essere diventato a tutti gli effetti un vero scrittore. Peccato che al momento le cose siano molto diverse: il primo libro è rimasto l'unico, l'agente e l'editore gli stanno con il fiato sul collo perché ha firmato un contratto e incassato un lauto anticipo per un romanzo che proprio non riesce a scrivere. Disperato e a corto di idee, prova a rientrare nella sua città natale, dove tutto è iniziato. E sarà proprio a New York che conoscerà Laurel, autrice molto prolifica di romanzi rosa, un genere che Aidan disprezza. Perché secondo lui quella è robaccia e non letteratura. Senza contare che chiunque al giorno d'oggi è capace di scrivere una banale storia d'amore. O no?
Le accarezzo più volte le dita mentre cerco di fare mente locale su quello che ho mangiato per pranzo, per capire se la strana sensazione allo stomaco sia digestione difficoltosa oppure qualcosa di più significativo. Assomiglia pericolosamente a un'emozione. Bello scontro tra titani: gastrite contro attrazione. Francamente non so cosa augurarmi.

Commento
Normalmente eviterei di scrivere un commento quando ho la testa bombardata da cose da fare, richieste e telefonate, quando sono circondata da nervosismo e confusione ma, proprio perché questa mattina è stata infernale, ho sentito il bisogno di isolarmi per pochi minuti per ricordare la pace e la serenità che questo romanzo mi ha regalato durante la sua lettura.
Ricordo di aver letto anni fa un paio di romanzi di Anna Premoli e di averli apprezzati per la loro semplicità e per lo stile ironico e frizzante dell'autrice, ma in un certo senso ho lasciato che questo nome - pur essendo sempre presente nelle librerie e super consigliato - cadesse nel buco nero dei romanzi e delle autrici dimenticate. Non perché siano banali o dimenticabili, ma perché essendo una lettrice che va a periodi, avevo proprio messo da parte il genere rosa contemporaneo.
E' solo una storia d'amore mi è arrivato in omaggio e l'ho tenuto da parte come romanzo di rottura - ovvero quando ho bisogno di interrompere le mie fasi di lettura ossessive per un genere letterario con un libro che è totalmente opposto.
Usarlo come distrazione, leggerne qualche capitolo ogni sera prima di dormire, o la domenica sul divano, ha deviato la mia mente da una struttura di lettura troppo fissa e impegnativa che mi stava affaticando. Per quanto ora sia in una fase fantasy decisamente intensa, ho sentito il bisogno di fermarmi anche se solo per qualche ora e vagare con la mente, essere intrattenuta da una storia leggera, divertente e da uno stile per niente impegnativo.
Questo romanzo mi ha fatto ricordare quanto la Premoli sia una brava autrice, una che sa muoversi nello schema del rosa e sfruttarne i suoi elementi distintivi senza ripetersi o, cosa ancora più importante per me, senza cadere nel romanticismo portato all'eccesso (quello che tenta disperatamente di tappare i buchi di una trama e di uno stile poveri).
La prima caratteristica che salta all'occhio durante la lettura e che persiste fino alla fine è che il romanticismo della trama e dei protagonisti è ridotto ai minimi termini. Voi direte, una storia d'amore non romantica? Eppure se ci pensate bene non tutti a questo mondo desiderano cioccolatini, rose e dichiarazioni d'amore epiche (io per prima), e godono - letteralmente - quando trovano storie che parlano sì d'amore, ma in una veste più normale, umana, meno fantastica e apertamente fiction friendly. Laurel e Aidan sono quasi cinici, anti romantici patentati e non sentono il bisogno di giustificarsi o di nascondere le loro preferenze. Laurel, nonostante sia una scrittrice di romanzi d'amore, nella vita vera aborrisce determinati comportamenti, non crede nell'amore a prima vista, nelle frasi fatte da scatola di cioccolatini o nei cliché del rosa moderno. A lei piace la concretezza di una relazione solida, l'opposto di quelle che scrive e che l'hanno resa famosa. Non è un controsenso, non c'è ipocrisia, semplicemente Laurel ha nel suo cuore un romanticismo meno sfacciato, e soddisfa in parte il desiderio di qualcosa di epico scrivendo storie d'amore. Se penso a quanto io sia poco romantica, nonostante abbia divorato per anni romance e tutt'ora senta spesso la necessità di leggermi una storia d'amore con tutti i crismi, mi ha fatto sorridere e sentire meno sola trovare un personaggio femminile così poco conforme allo stereotipo della scrittrice di romanzi rosa, o della protagonista di romanzi rosa.
Laurel è promossa a pieni voti, con tutti i suoi pregi e i suoi difetti, perché la storia stessa si alimenta della sua personalità e di quella di Aidan, la sua controparte maschile.
E qui, con lui, c'è il vero divertimento. Normalmente i punti di vista maschili nel rosa sono infarciti di testosterone e machismo spinto, della serie sono un figo alfa anche nei pensieri, invece Aidan è un pallone gonfiato: grande intelligenza, grande ego, tanto che la sua fama e le sue capacità effettive non corrispondono. Nel suo punto di vista c'è di tutto, dal classico pensiero maschile fatto di tette e culi (pardon) a quello più insicuro di chi vede le proprie certezze e sicurezze demolite da una mente più acuta della sua. Aidan è spassoso, è divertente, è piacevole da leggere e, proprio perché sbandiera ai quattro venti i suoi difetti con il sorriso sulle labbra, è forse la vera star del romanzo.
La trama di per sé è una specie di romanzo rosa dentro il romanzo rosa, ed è divertente vedere riportati in doppia copia gli stessi schemi, solo con la variazione dei personaggi. Certo, di super originale non c'è nulla, ma è proprio perché è estremamente banale e prevedibile che i dialoghi e i personaggi spiccano così tanto.
A dover di cronaca un difetto questo romanzo ce l'ha ed uno di quelli che per quanto sia piccolo - in effetti, grande quanto una parola - per la sua stranezza (per così dire) sembra essere gigantesco. Ad un certo punto, causa sicuramente una svista da parte di autrice e/o correttore, Aidan ha un alluce al posto del pollice. La scena che ne deriva sembra uno sketch comico anni '80. Ci ho messo un po' di tempo a cancellare quell'immagine dalla testa - alluce! - ma alla fine la storia ha preso il sopravvento e me ne sono dimenticata. Però è un difetto, dai. Alluce. Pollice.
A parte questo, cosa vi devo dire, anche a distanza di anni la Premoli mi fa lo stesso effetto: con le sue storie semplici e lo stile divertente, riesce a farmi staccare la spina come poche autrici sanno fare.
E Gesù bambino lo sa quanto avevo bisogno di sorridere in questi giorni. Non mi resta che comprare compulsivamente tutti i suoi romanzi che ancora non ho letto e tenerli da parte per quei momenti in cui avrò bisogno di rilassarmi sul serio e sorridere.
Sta arrivando il Natale, e ho di fronte un mese di lavoro non stop, sarà meglio tenere pronto qualche ebook. Just in case.

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