Serie Legend 1
Titolo originale Legend
Trama
Piemme | pag. 362 | € 16,50 |
Los Angeles, Stati Uniti. Il Nord America è spaccato in due parti, la Repubblica e le Colonie, e la guerra sembra destinata a non finire mai. A quindici anni, June è già una promessa della Repubblica. Nata in una famiglia ricca e prestigiosa, oltre a una bella casa, un mucchio di soldi e la possibilità di frequentare le scuole migliori, possiede anche un vero talento nel cacciarsi nei guai e senza l'intervento di Metias, il fratello maggiore, probabilmente qualcuna delle sue bravate all'accademia militare sarebbe già finita male. Dalla morte dei genitori, Metias è l'unico su cui può contare, almeno fino al giorno in cui viene ucciso in circostanze misteriose. Il primo sospettato è Day, un ragazzo della stessa età di June, ma nato e cresciuto nei bassifondi della Repubblica. Ed è anche il criminale più ricercato del paese. Da quel giorno, June ha un unico desiderio: vendicare Metias. Ma per lei e Day il destino ha altri piani.
Serie Legend 2
Titolo originale Prodigy
Trama
Piemme | pag. 298 | € 16,50 |
Los Angeles, Stati Uniti. Il Nord America è spaccato in due parti, la Repubblica e le Colonie, e la guerra sembra destinata a non finire mai. June e Day arrivano a Vegas dopo essere miracolosamente sfuggiti all'ingiustizia della Repubblica quando l'inconcepibile accade: l'Elector Primo muore e il figlio Anden prende il suo posto. Mentre la Repubblica sprofonda nel caos, i due ribelli innamorati si uniscono ai Patrioti nel disperato tentativo di salvare il fratello di Day, Eden. E i Patrioti accettano, ma a una condizione: June e Day dovranno prima uccidere il nuovo Elector. È l'occasione per cambiare il mondo, per dare un senso alla morte di tante persone amate e di tanti innocenti... peccato che il nuovo Elector, l'affascinante e sensibile Anden, sembri completamente diverso dal suo crudele genitore. E se i Patrioti si stessero sbagliando?
Serie Legend 3
Titolo originale Champion
Trama
Piemme | pag. 329 | € 16,50 |
Per il bene della Repubblica, June e Day hanno rinunciato all'amore che provano. In cambio, June è tornata nelle grazie dell'elite, mentre Day ha raggiunto i vertici della gerarchia militare. Purtroppo è esattamente per il bene della Repubblica che sono chiamati di nuovo a lavorare fianco a fianco. Ma le richieste del nuovo governo non si limitano a questo. June dovrà convincere l'unica persona che ama a sacrificare tutto quello a cui tiene per salvare migliaia di vite sconosciute. Il che significa usare il proprio fascino, non dire tutto, fingere una convinzione che non ha e, quel che è peggio, sapere che Day non saprà rinunciare a fare la cosa giusta, costi quel che costi. Fra colpi di scena e suspense, la trilogia distopica ambientata in un'America divisa fra Colonie e Repubblica arriva al suo gran finale.
Per un attimo ho avuto la tentazione di stare stretta con il voto ma, alla fine, ho deciso che no, la Liu si merita quattro foglioline e basta.
Del resto, quando una trilogia è così precisa, pulita, razionale, coerente, strutturata e minimal non posso che festeggiare e premiare. Il dubbio per voto mi è nato da una sensazione, di cui poi parlerò, suscitata da un aspetto ben specifico della serie e che, purtroppo, considero un difetto.
Anche questa lettura, come molte nell'ultimo periodo, è stata scelta un po' a caso seguendo i consigli di lettura di IBS. Tenendo presente che non esiste un'edizione economica e che ogni volume costa 16,50 € - e non è poco - ho pescato dall'ormai infallibile sistema di prestito bibliotecario. Li ho presi tutti e tre perché nel caso in cui il primo mi fosse piaciuto, avrei avuto la possibilità di leggerli in fila senza pause, e così ho fatto.
Una delle caratteristiche che più mi ha colpita di questa trilogia è la lunghezza. Ogni romanzo non supera le 370 pagine e, per un distopico, è un miracolo. Normalmente, infatti, sono corposi, lunghi e spesso dispersivi, ma Legend non lo è. Il fatto che i libri siano fisicamente veloci da leggere è un bonus da non sottovalutare, perché per come sono fatta io, una storia così complessa deve rimanere sempre bene impressa nella mia mente, così come i personaggi, l'ambientazione e la struttura generale della storia.
Il numero di pagine potrebbe anche essere un elemento a sfavore se - e solo se - l'autore non riesce a gestire i suoi spazi, perdendosi nel fascino delle parole. Non è vero che la quantità fa la qualità e mai come in questo caso mi sento di sostenere questa tesi. La Liu ha fatto un ottimo lavoro di rifinitura, lasciando l'essenziale e togliendo le parole in eccesso. Il risultato è una trilogia di meno di 990 pagine che si legge tranquillamente in poco più di una settimana.
Anche se è una cometa nella routine di letture, la trilogia Legend lascia il suo piccolo segno, ed ha - neanche a dirlo - il nome di Day.
Il setting della serie è negli USA, una versione futura divisa in Colonie e Repubblica, due parti separate e in lotta continua. La realtà principale sfruttata dall'autrice è quella della Repubblica, una sorta di dittatura militare dove l'Elector Primo - l'equivalente del capo di stato - è al governo della Repubblica con l'organo militare come braccio destro armato e strumento unico per il controllo della popolazione. In questa Repubblica la società è rigidamente strutturata, i poveri sono poveri e i ricchi molto ricchi e ogni ruolo al suo interno viene deciso da una Prova, una sorta di esame che fornisce un punteggio che permetterà poi di assegnare lavori e salari. In questa nuova, piccola, versione di America lo spirito che si respira è di terrore, di soppressione, di degrado e di infelicità. Non basta essere nata nella parte giusta della società per essere felice e al sicuro, così come è un dato di fatto che stare nel lato povero è una certezza di vita breve e difficile. Da un lato c'è June e dall'altro c'è Day. Da un lato chi vive dentro il regime, ne è parte attiva, dall'altro chi il regime lo subisce e lo combatte.
June, l'unica ad aver mai ottenuto il punteggio massimo alla Prova, soldato della Repubblica, sorella di un soldato della Repubblica, figlia di dottori della Repubblica, pupilla del migliore comandante della Repubblica. E' la stella del regime, fedele, intelligente, razionale, perfettamente in grado di sfruttare ogni elemento per ottenere il massimo risultato, crede nel sistema ma ha un'identità talmente definita, una testa totalmente sua, da poter discernere la verità dalle bugie, trovare la luce nelle ombre, distinguere ciò che è giusto e ciò che è sbagliato.
Day, Daniel, è il paladino di chi non è utile a questa dittatura. Non ha passato la Prova, dato per morto, passa la sua vita per strada fin dalla più tenera età. E' cresciuto tra la fame e gli stenti, tra fughe e percosse, tra odio e dolore eppure è Day, è un ragazzo che riesce ancora a trovare in sé gentilezza, umanità, a raccimolare briciole d'amore quando capita e a lottare fino alla fine per quello in cui crede.
Il momento in cui June e Day si incrociano è quello in cui l'autrice mette in discussione l'intero sistema: le bugie vengono a galla, i nemici diventano amici e viceversa, fino a far crollare l'intera struttura come un castello di carte.
La cosa bella di questa serie è la razionalità con la quale l'autrice sviluppa la trama: sembra che ogni parola abbia una funzione, ogni frase uno scopo, ogni scena un obiettivo e che niente venga messo su pagina a meno che non serva a qualcosa. Parole vuote, dialoghi ripetuti, scene riempitive, non c'è nulla di tutto questo, è tutta polpa, tutta sostanza ed è forse per questo che la storia è così snella.
E' pulita, strutturalmente perfetta, costruita in modo che non ci siano confusione e noia, lessicalmente precisa e con un ritmo armonico. Si legge bene, forse troppo, ed è scritta chiaramente con uno spirito maturo che filtra nei personaggi ma, e questo è il più grosso difetto, a tratti può sembrare fredda.
L'impressione che ci sia una sorta di distacco emotivo tra storia e lettore soffoca quel coinvolgimento che nasce quando Day e June seguono l'evolvere della storia. Il loro amore, o loro stessi e basta, sono sufficientemente intensi da avermi commossa fin troppo spesso ma ammetto che manca quel collegamento emotivo necessario affinché non solo un personaggio tocchi il lettore, ma tutta la storia.
Il problema di questa trilogia è forse dovuto all'estrema precisione con la quale i romanzi sono costruiti, praticamente non c'è spazio per niente che non sia già programmato, non c'è la più piccola fessura dove il lettore può infilarsi e dare la sua parte, provare i suoi sentimenti in relazione a ciò che legge. E' un'esperienza fin troppo precisa e, come per ogni cosa, l'eccesso ha sempre un risvolto negativo.
Naturalmente è solo una mia impressione ed è talmente irrilevante ai fini del giudizio che non ha modificato quello che penso, né quello che la storia mi ha trasmesso.
Legend è un distopico che merita di essere letto, scritto benissimo e con personaggi che - difetti a parte - riescono a lasciare il segno. Day è talmente dolce, così fragile e coraggioso che si prende il podio tra tutti, ma anche June e Anden, Thomas persino, ognuno di loro ha avuto un ruolo e ha portato a termine il compito che l'autrice aveva assegnato.
Più ordinato e completo di così, c'è solo un'utopica perfezione.
Anche se è una cometa nella routine di letture, la trilogia Legend lascia il suo piccolo segno, ed ha - neanche a dirlo - il nome di Day.
Il setting della serie è negli USA, una versione futura divisa in Colonie e Repubblica, due parti separate e in lotta continua. La realtà principale sfruttata dall'autrice è quella della Repubblica, una sorta di dittatura militare dove l'Elector Primo - l'equivalente del capo di stato - è al governo della Repubblica con l'organo militare come braccio destro armato e strumento unico per il controllo della popolazione. In questa Repubblica la società è rigidamente strutturata, i poveri sono poveri e i ricchi molto ricchi e ogni ruolo al suo interno viene deciso da una Prova, una sorta di esame che fornisce un punteggio che permetterà poi di assegnare lavori e salari. In questa nuova, piccola, versione di America lo spirito che si respira è di terrore, di soppressione, di degrado e di infelicità. Non basta essere nata nella parte giusta della società per essere felice e al sicuro, così come è un dato di fatto che stare nel lato povero è una certezza di vita breve e difficile. Da un lato c'è June e dall'altro c'è Day. Da un lato chi vive dentro il regime, ne è parte attiva, dall'altro chi il regime lo subisce e lo combatte.
June, l'unica ad aver mai ottenuto il punteggio massimo alla Prova, soldato della Repubblica, sorella di un soldato della Repubblica, figlia di dottori della Repubblica, pupilla del migliore comandante della Repubblica. E' la stella del regime, fedele, intelligente, razionale, perfettamente in grado di sfruttare ogni elemento per ottenere il massimo risultato, crede nel sistema ma ha un'identità talmente definita, una testa totalmente sua, da poter discernere la verità dalle bugie, trovare la luce nelle ombre, distinguere ciò che è giusto e ciò che è sbagliato.
Day, Daniel, è il paladino di chi non è utile a questa dittatura. Non ha passato la Prova, dato per morto, passa la sua vita per strada fin dalla più tenera età. E' cresciuto tra la fame e gli stenti, tra fughe e percosse, tra odio e dolore eppure è Day, è un ragazzo che riesce ancora a trovare in sé gentilezza, umanità, a raccimolare briciole d'amore quando capita e a lottare fino alla fine per quello in cui crede.
Il momento in cui June e Day si incrociano è quello in cui l'autrice mette in discussione l'intero sistema: le bugie vengono a galla, i nemici diventano amici e viceversa, fino a far crollare l'intera struttura come un castello di carte.
La cosa bella di questa serie è la razionalità con la quale l'autrice sviluppa la trama: sembra che ogni parola abbia una funzione, ogni frase uno scopo, ogni scena un obiettivo e che niente venga messo su pagina a meno che non serva a qualcosa. Parole vuote, dialoghi ripetuti, scene riempitive, non c'è nulla di tutto questo, è tutta polpa, tutta sostanza ed è forse per questo che la storia è così snella.
E' pulita, strutturalmente perfetta, costruita in modo che non ci siano confusione e noia, lessicalmente precisa e con un ritmo armonico. Si legge bene, forse troppo, ed è scritta chiaramente con uno spirito maturo che filtra nei personaggi ma, e questo è il più grosso difetto, a tratti può sembrare fredda.
L'impressione che ci sia una sorta di distacco emotivo tra storia e lettore soffoca quel coinvolgimento che nasce quando Day e June seguono l'evolvere della storia. Il loro amore, o loro stessi e basta, sono sufficientemente intensi da avermi commossa fin troppo spesso ma ammetto che manca quel collegamento emotivo necessario affinché non solo un personaggio tocchi il lettore, ma tutta la storia.
Il problema di questa trilogia è forse dovuto all'estrema precisione con la quale i romanzi sono costruiti, praticamente non c'è spazio per niente che non sia già programmato, non c'è la più piccola fessura dove il lettore può infilarsi e dare la sua parte, provare i suoi sentimenti in relazione a ciò che legge. E' un'esperienza fin troppo precisa e, come per ogni cosa, l'eccesso ha sempre un risvolto negativo.
Naturalmente è solo una mia impressione ed è talmente irrilevante ai fini del giudizio che non ha modificato quello che penso, né quello che la storia mi ha trasmesso.
Legend è un distopico che merita di essere letto, scritto benissimo e con personaggi che - difetti a parte - riescono a lasciare il segno. Day è talmente dolce, così fragile e coraggioso che si prende il podio tra tutti, ma anche June e Anden, Thomas persino, ognuno di loro ha avuto un ruolo e ha portato a termine il compito che l'autrice aveva assegnato.
Più ordinato e completo di così, c'è solo un'utopica perfezione.
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