21 maggio 2013

Kim Harrison
Il fascino della notte

Serie The Hollows 4

Trama
Fanucci | pag. 598 | € 8,42
La cacciatrice di taglie Rachel Morgan è alle prese con una nuova avventura: questa volta è chiamata a salvare il suo ex fidanzato Nick che, per motivi a lei oscuri, è stato rinchiuso in una prigione nascosta, a centinaia di chilometri da casa... Quella che inizialmente sembra una semplice missione di salvataggio, si rivela ben presto un’impresa di un’importanza assoluta: Rachel infatti s’imbatte in un’orda di licantropi disposti a tutto pur di impossessarsi di una misteriosa statuetta che può decidere le sorti del mondo. Facendo ricorso alla magia nera e con l’aiuto di un Jenks ‘diverso’ dal solito, Rachel si lancia nell’impresa di salvare il ragazzo dalla trappola in cui è finito, ma le insidie sono sempre dietro l’angolo e la situazione va rapidamente fuori controllo. Riuscirà l’affascinante Rachel a salvare il giovane e a sventare una catastrofe di portata mondiale, superando molteplici ostacoli e le attenzioni indesiderate dei suoi nemici?
"Mi faceva male lo stomaco e dovevo andare in bagno.Oh mio Dio! Ero una strega bianca ma quella era magia nera."
Commento
Mea culpa, mea maxima culpa. Mai aspettare così tanto nella lettura di una serie. Mai, per nessun motivo, far trascorrere più di un anno. Il rischio che si formi un buco nero mentale che fagociti tutti i ricordi dei romanzi precedenti è altissimo. Mi servirà da lezione, perché con il prossimo libro non aspetterò mai 2 anni e mezzo.
E' colpa mia se la lettura di questo volume - già di per sé lunghetto - è stata difficoltosa. La cronologia della serie, infatti, è brevissima perché tra il primo libro e il quarto romanzo passa solo 1 anno: ogni episodio, quindi, è vicinissimo e strettamente collegato all'altro e, insieme, formano una narrazione che andrebbe letta con una certa frequenza se non si vuole rimanere inebetiti ad ogni giro di pagina. Tutto questo per dire che sono una cretina e che la serie Hollows non va lasciata a prendere polvere: è da leggere appena esce, fresca di stampa.
Tuttavia, nonostante questo mio grosso errore e nonostante sia una serie che apprezzo e che acquisto a scatola chiusa, non ho potuto superare i 3 cuoricini. Prima di confermare la mia impressione ho anche letto qualche commento in rete e ho notato come, per molti lettori, questo romanzo non sia stato al livello dei precedenti. Forse il mio giudizio non è stato totalmente influenzato dalla lunga pausa e, in effetti, mi sono chiesta spesso se la mole notevole del libro unita ad una trama non proprio accattivante abbia scoraggiato e ammosciato il mio entusiasmo di lettrice. Uno urban fantasy di 600 pagine può avere una sua ragione d'essere ma - e sottolineo MA - deve avere anche trama e ritmo incisivi, coinvolgenti, insomma deve travolgere il lettore come un fiume in piena.
La Harrison, questa volta, ha dato una frenata brusca perché ha ripreso un filone (Nick) che pensavo fosse stato chiuso definitivamente e lo ha associato ad un cambio di location e all'utilizzo dei licantropi come elemento principale della trama. Io, Nick, non l'ho mai sopportato. Ho sempre sperato che sparisse dalla circolazione e quando è successo non ho sprecato un solo secondo a compiangerlo. Una volta iniziato a leggere e ripreso il filo della storia, ho subito capito che una Rachel tranquilla tra le braccia di Kisten e in pace con Ivy non poteva esistere. Rachel è uno di quei personaggi che trova la sua ragione d'essere nel caos: non può esserci uno stop, né lavorativo, né emotivo. Rachel è una protagonista in continua evoluzione e cambiamento, perché un secondo ama Nick, quello dopo è attratta da Ivy, poi da Kisten, poi ancora da Nick e poi da Ivy e poi chissà, bisogna vedere cosa succederà nei romanzi successivi.
Non era abbastanza, quindi, che l'autrice si fosse impelagata in una costruzione della storia fin troppo impegnativa e complessa, ha dovuto anche riprendere un personaggio fastidioso come Nick e - in più - ha reso il tutto tremendamente soporifero a causa di un ritmo narrativo piatto.
Presi singolarmente, gli elementi sono tutti molto affascinanti: il dilemma Ivy/Rachel stuzzica con il suo risvolto lesbo che proprio non avevo previsto; l'attrazione verso Kisten e poi la nostalgia per Nick rimettono il romanzo in un'ottica romantica più standard; il grosso dilemma morale della magia nera Vs magia bianca è un buon presupposto per nuove avventure magiche per Rachel; l'importanza dell'universo dei licantropi nella popolazione di Inderlandiani apre nuove possibilità e nuovi sbocchi narrativi ma, a causa del suo essere ingombrante e della sua complessità era da trattare singolarmente, senza mischiarlo a tutti gli altri.
Il mischiotto che si viene a creare è tale da strattonare l'attenzione del lettore da una parte e dall'altra, senza dare il tempo di assimilare e superare tutti gli ostacoli posti nella narrazione. E' come una macchina che va a singhiozzo: accelera, frena, accelera, frena e si spegne e continuare la lettura è un'attività molto faticosa.
Devo dire, però, che lo stile dell'autrice - nonostante sia lento - è in grado di mantenere vivo l'interesse, in modo tale da lasciare il tarlo della curiosità senza diventare ossessione cosa che, invece, alcuni romanzi esercitano in abbondanza. Rachel e Jenks (un Jenks in formato gigante!) sono la coppia più divertente di colleghi che ci sia in circolazione e il folletto riesce a salvare in extremis scene che altrimenti sarebbero state senza scopo e senza effetto. Rachel mantiene il suo carattere  - per quel che mi ricordo - e non sbava molto nonostante sia fuori dal suo elemento; è stata decisamente aggressive nella parte ambientata sull'isola, mentre nel resto perde un po' del suo carisma. E' l'effetto Tamwood: la vampira insicura/killer/lesbo che schiaccia le reazioni degli altri personaggi, a causa della sua tendenza a sbarellare. Ivy non mi convince ancora e forse non lo farà mai. Jenks è l'unico che prende la lode, perché è esattamente come dovrebbe essere e qualcosa di più. Nick riesce a raccimolare un po' di pietà, ma la perde subito appena riprende le vecchie abitudini. Spero che non rispunti dal nulla un'altra volta, non potrei sopportarlo. Mi aspettavo un'epica entrata in scena di Trent ma purtroppo non si è fatto vedere per niente, spero nel prossimo.
Il fascino della notte è un romanzo lungo, dove non manca nulla: azione, splatter, horror, divertimento, amore/tensione sessuale, divertimento, magia, intrallazzi inderlandiani, esplosioni, incantesimi, polvere di folletto, gatti e vampiri suicidi, licantropi esaltati e organizzati, karaoke e frontali con camion. Non manca niente, e forse il problema è proprio questo: troppa carne sul fuoco. E' come un polpettone: gnucco e lungo da digerire.
Il finale - giusto per chiudere con il dente leggermente avvelenato - è troppo veloce: entra in scena l'IS e il FIB e si lascia intendere che la situazione si risolve senza ripercussioni per il trio. Non mi lamento per la sveltezza con la quale l'autrice chiude una trama che si è trascinata per 600 pagine, per niente. Mi lamento del fatto che, proprio perché ho sopportato il velo di noia e di lentezza senza mollare, mi aspettavo una fine più succosa che potesse ammorbidire il mio giudizio.
Anche se è stata una lettura pesantuccia, non mollo per niente questa serie perché alti e bassi sono nella norma, e prima o poi si incontra sempre un romanzo che scoraggia il lettore. Io non demordo, credo nella Harris, in Rachel, in Janks e in questa serie e mi impegno - lo giuro - a leggere in tempi brevi il quinto romanzo.

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