13 novembre 2020

K-drama della settimana:
Do You Like Brahms?


Sfidando la resistenza della sua famiglia, Song Ah viene accettata alla scuola di musica della stessa università dove si è originariamente laureata in economia. Avendo sette anni più dei suoi compagni di classe, trova la sua nuova vita accademica scoraggiante e fatica a trovare la forza. Un giorno sente Joon Young suonare "Traumerei", il che la conforta. Joon Young è un pianista di talento che ha iniziato a suonare il pianoforte a sei anni. È amico di Jung Kyung, la nipote del CEO del Kyunghoo Group, da molto tempo, ed è innamorato di lei. Quando decide di mantenere le distanze da Jung Kyung, incontra Song Ah.
Anno: 2020
Episodi: 16 (1 ora e 5 minuti circa a episodio)
Dove guardarlo: Viki sottotitolato in italiano
Genere: FriendshipMusicRomanceDrama
Diapositiva: 

Anime affini che sono cresciute a pane e Beethoven gioite! L'anno della sciagura ha sparato fuori un drama che ha portato la felicità alle k-drama addicted che amano la musica classica o che suonano uno strumento, o entrambe le cose. Io, che nei lontani anni '90 ebbi in regalo il mio primo walkman e l'unica cassetta disponibile in casa era un best of di Beethoven, AMO la musica classica. LA AMO. Non sono un'esperta, non ho nemmeno il talento per capirci un fico secco ma LA AMO. La musica classica parla al mio cuore ma spesso mi ritrovo ad evitare le rappresentazioni romanzate di chi vive immerso in questo ambiente perché - non ne conosco l'oscuro motivo - mi scatenano il cringe. Lo so, sono strana ma vedere film o serie o drama che trattano argomenti che sono stati per me i pilastri della mia formazione di apprezzatrice amatoriale di sinfonica/classica mi fanno sempre uno strano effetto. Poi capita che a volte qualcuno sappia rappresentare certe categorie con la giusta prospettiva, con i giusti toni e che addirittura riesca a raggiungere un risultato inaspettato grazie alla perfetta congiunzione astrale di: musica, romanticismo, malinconia, mai una gioia, angst e infine dolcezza a secchiate.

Ho adorato Do you like Bramhs per tutti i motivi sopra elencati, e non sono nemmeno pochi. Già sono schizzinosa di mio e scarto la maggior parte dei drama, ma quando ne trovo uno che mi piace scoppiano i fuochi d'artificio, soprattutto se salvo tutto dalla prima all'ultima puntata.

La protagonista di questo drama è Chae Song Ah, una trentenne che vive ancora con la famiglia e che dopo essersi laureata decide di proseguire gli studi cambiando completamente soggetto: da marketing (o economia, non ricordo) al violino, suo grande amore. Song Ah ha iniziato a suonare molto tardi e solo in modo amatoriale, non ha avuto lezioni da maestri ma solo da amici, non ha studiato musica a scuola, ma a modo suo si è tenuta stretta quella porzione di tempo e spazio da dedicare al violino. Essere così indietro e in ritardo rispetto agli altri violinisti pone Song Ah in una posizione difficile perché, oltre a questo, c'è una durissima verità da aggirare: non è particolarmente dotata. L'amore di Song Ah non è degnamente trasposto nella sua abilità e, per quanto si sforzi, per quanto mandi giù bocconi amari, per quanto si senta dire continuamente di mollare, lei decide che non vuole farlo e che il violino è ciò che la rende felice.

La strada di Song Ah incrocia quella di Joon Young, un pianista di altissimo livello che, dopo anni passati a suonare per ripagare i debiti del padre, decide di prendersi un anno sabbatico e ritrovare la passione per il piano. Joon Young è coetaneo di Song Ah, si incrociano negli stessi ambienti ma tra i due il divario è innegabile: da un lato c'è la tranquilla e dolce Song Ah, che ama il violino non ricambiata, e dall'altro c'è Joon Young, bellissimo e freddo che, pur essendo un genio, ha iniziato a detestare la musica e il piano.
I due apparentemente hanno poco in comune: i due diversi livelli di talento, le due diverse galassie dentro le quali vivono, i caratteri così diversi li tengono separati da una cordiale barriera. Pur essendo educati, pur avendo la musica in comune, sono ai due opposti. Eppure ad un certo punto, quando Joon Young rimane traballante sul bilico del suo personale precipizio emotivo si aggrappa disperatamente a Song Ah e alla sua tranquilla serenità e al suo solido e incondizionato amore per il violino. Joon Young attinge da lei la gioia per la musica, sfrutta la sua discreta ma onesta filosofia di vita e, quando la situazione lo porta al crollo, quasi inconsciamente le si appoggia addosso cercando la sua amicizia. Nei momenti più bui, è Song Ah che Joon Young cerca.

Quando Song Ah e Joon Young si liberano delle pastoie di relazioni impossibili la loro prende il volo e fluttua su nuvole soffici di un lento - coerente - e tenero innamoramento. Le difficoltà ci sono, le incomprensioni abbondano e regalano dei momenti di angst struggente, e ci sono persino i personaggi di disturbo che pare vogliano solo la loro sofferenza, ma il lieto fine arriva e chiude un percorso che non è tutto rose e fiori. Li ho adorati entrambi, li ho adorati insieme, ma Song Ah è il mio personaggio preferito perché nonostante la personalità dimessa non si lascia schiacciare, non accetta di essere zittita o sminuita e tira fuori il coraggio di affrontare persone e verità che la fanno soffrire. Con i modi dolci che la contraddistinguono, Song Ah tira fuori la grinta e non ha paura di cercare il confronto e il dialogo. E' stato bellissimo per una volta non dover sopportare la protagonista di drama che rimane zitta e tremante, e vederla tirare fuori le unghie con Joon Young. Song Ah è una tenerella che quando serve graffia e che quando serve scrolla Joon Young dalla sua torre di ghiaccio e lo obbliga a tirare fuori le parole che servono per chiarire le solite incomprensioni.

Parlavo di personaggi disturbatori e qui ce ne sono parecchi che, a livelli diversi, giocano la loro carta per ottenere qualcosa o distruggere qualcosa. Ma il personaggio che più di tutti ho detestato è stata lei: Ji Hyun soprannominata Cagna Maledetta, Renè Ferretti docet. Una tizia più viziata, egoista, egocentrica e distruttiva in un drama io MAI. Riesce ad intortare tutti con la sua storia lacrimevole, spezza cuori a destra e a manca per puro capriccio e quando finalmente ha terra bruciata attorno a sé e viene abbandonata capisce di aver rovinato non solo la sua relazione con l'unico ragazzo che l'abbia mai amata, ma ha rovinato un rapporto di amicizia che durava da anni e non ha saputo riprendersi dalle bordate che lei sganciava. Insomma, un personaggio brutto, cattiva in un modo passivo aggressivo e ho goduto nel vederla messa in un angolo.
Oltre a lei ci sono altri personaggi detestabili ma in linea generale hanno una ragione d'esistere perché servono ad uno scopo preciso: i professori crudeli che non vedono le difficoltà dei loro studenti o che addirittura sono gelosi del loro talento, amici e conoscenti che se ne fregano delle conseguenze delle loro azioni e delle loro parole, tutto serve ai due protagonisti per seguire la loro storyline e arrivare al finale.

Essendo io una grande appassionata dei drama dove succede poco o nulla e tutto rimane circoscritto nella quotidianità dei personaggi, Do you like Brahms mi è piaciuto anche per la scelta di non esagerare con gli avvenimenti e sviscerare i pensieri, i sentimenti e le reazioni dei protagonisti legati a situazioni non fuori dal comune. Song Ah e la sua difficoltà nel suonare il violino, Joon Young e i problemi familiari e personali e il suo rompere uno schema autodistruttivo, amori non corrisposti, carriere non eccellenti ma guadagnate con anni di studio e sofferenza, insomma tutto rimane in un ambiente domestico e lo spazio maggiore viene dato all'introspezione. Questo può risultare lento o forse noioso, io l'ho trovato delicato e accurato e non c'è stata una sola puntata che abbia perso la mia attenzione.

Insomma, promuovo tutto. Promuovo la storia, che rimane fedele all'ambiente del conservatorio e ai personaggi e ai loro strumenti, promuovo i protagonisti, di una dolcezza che non nausea mai, e promuovo persino la scelta degli ostacoli che i due devono superare perché arrivare al finale o a qualsiasi traguardo raggiunto ha un sapore dolcissimo. Promuovo addirittura la colonna sonora che, pur non essendomi rimasta in testa, ha accompagnato le puntate rispecchiando l'essenza della storia e delle scene; promuovo la sceneggiatura, la fotografia, la scelta di avere un set essenziale che desse risalto agli strumenti, alla musica e ai personaggi. Nella sua elegante semplicità Do you like Brahms si è distinto da una carrellata di drama che hanno avuto molta più pubblicità e attenzione, ma che magari oltre al volto noto allo spettatore lasciano poco o niente.
Per tutti i motivi che ho elencato all'inizio, questo drama mi ha riportata indietro quando ero bambina e mio papà mi comprava ogni settimana il Corriere della Sera per avere la cassetta della collezione di compositori (tra i miei preferiti Mendelssohn, ricordo ancora l'immagine sul fascicolo), e mi ha ricordato tutte le persone che ho conosciuto che suonavano uno strumento e lo consideravano un'estensione del proprio corpo e della propria anima. Corretto con la zuccherosa qualità dei drama c'è tutto questo e il mio voto è alto, nel caso non si fosse capito.

3 commenti:

Susi M ha detto...

Compagna di Drama, anche io l'ho adorato. Se ci ripenso questo è l'unico drama di cui farei piacevolmente un rewatch ❤️

Roberta Sgambati ha detto...

Adorato dall’inizio alla fine, ho odiato profondamente alcuni personaggi, ma ho amato tutto il resto ❤️❤️

Unknown ha detto...

mi sta piacendo veramente tanto la musica si estende all'anima sono arrivato alla puntata 12 ed il rapporto tra la violinsta della dinastia kheyoung e la bambina spero di grandi frutto il loro rapporto mi ha fatto commuovere
si parla di musica ma potrebbero suonare di più dalla musica si esprime l'anima