22 gennaio 2018

Lisa Kleypas
Una moglie per Winterborne

Serie Ravenels 2
Titolo originale Marrying Winterborne

Trama
Oscar Mondadori
ebook | € 7,99

Di umili origini, grazie alla sua sfrenata ambizione Rhys Winterborne ha ottenuto ricchezza e successo. È un uomo che sa sempre come ottenere ciò che vuole, e ora vuole l'aristocratica Lady Helen Ravenel.
E se per costringerla a sposarlo dovrà rubarle la sua virtù, tanto meglio. Ma la seducente e timida Helen ha in serbo qualche sorpresa per il rude affarista.









Commento
E' l'inizio dell'anno, mi sento ancora troppo positiva e fiduciosa e sto regalando voti alti. No dai, questo non è un voto regalato, il romanzo mi è piaciuto sul serio.
Siccome ho già in lettura il terzo libro della serie Ravenel - che sto divorando - posso quasi sbilanciarmi e dire che probabilmente la Kleypas è uscita da quel periodo nero in cui pubblicava solo romanzi mediocri (di quelli contemporanei non ne parliamo, per cortesia). Magari sto festeggiando prima del tempo ma io spero di no perché Una moglie per Winterborne mi è piaciuto molto e se penso al terrore viscerale che ho provato dopo aver finito il primo titolo della serie il mio cuore ora è in pace.
Finalmente - finalmente - la Kleypas è tornata ai maschioni ruvidi che sa scrivere così bene. Winterborn non è ancora ai livelli di alcuni suoi eroi che hanno imposto uno standard nel mondo del romance, ma si avvicina moltissimo. 
Il ricco magnate proprietario dei grandi magazzini Winterborn è un uomo d'affari con le mani in pasta praticamente ovunque e ci viene descritto come un esemplare ideale della stirpe di maschi gallesi. Fisicamente muscoloso e piazzato - se non ricordo male lo paragona ad un toro, capiamoci - di una bellezza rude, mascolina e grezza, Rhys ha anche un carattere focoso, aggressivo e dominante - e già qui sospiriamo. Abituato com'è ad ottenere tutto e subito e a standard più che elevati, Rhys gioca la carta del povero arricchito che martella nella società il suo potere aspirando ad ottenre l'ultimo status sociale: una moglie aristocratica. Così il romanzo riprende le fila di una storia che la Kleypas aveva già anticipato.
La trama del romanzo non viene buttata sulla piazza in Una moglie per Winterborne, ma è stata delineata già in Un libertino dal cuore di ghiaccio piazzandoci un Rhys ammaccato nel letto della casa di campagna dei Ravenel e scatenandogli addosso una Helen pudicamente affascinata dal maschione gallese.
Io un po' di paura per la riuscita della coppia l'avevo, sarò sincera, non tanto perché i due insieme non mi convincevano (in realtà sono quasi la mia coppia di romance ideale), quanto perché con due personaggi così ci voleva una dose di passione da sturbo.
Il rischio era di ammorbidire i bordi ruvidi di Rhys per colpa della eterea e virginale Helen, suo esatto opposto. Invece, per mia somma felicità, la Kleypas ha saputo sfruttare la situazione e far risaltare i due personaggi proprio perché per la loro diversità. Tanto più Rhys è appassionato e incontrollabile, tanto più Helen smette felicemente i panni della ragazza ingenua e si immerge nell'adorazione che lui ha per lei. Diciamo che Helen rimane comunque ingenua per buona parte del romanzo, ma è un'ingenuità che non irrita e non crea situazioni stupide e fastidiose che scatenano l'odio dei lettori nei confronti delle eroine poco indipendenti. In un certo senso, Helen si emancipa dalla famiglia e impara a prendere decisioni in base ai suoi desideri, anche se questo significa andare contro ciò che la famiglia pensa sia meglio per lei.
Il romanzo, infatti, inizia già con una rottura. A causa dell'intervento indesiderato dei Ravenel, a Rhys viene fatto intendere che Helen si è pentita del loro fidanzamento e che abbia deciso di romperlo perché Rhys era stato troppo brusco nei suoi confronti. In pratica le ha ficcato la lingua in bocca e lei, mai stata baciata, si è fatta prendere dal panico causandosi un attacco di emicrania. Da qui l'idea che Rhys l'avesse traumatizzata e che non fosse l'uomo per lei. Ma, mentre la famiglia cercava di liberarsi di Rhys e lui rimuginava e si incazzava, Helen ripensava a lui e a quanto avrebbe voluto baciarlo ancora. Se fosse stata una protagonista moscia, Helen non avrebbe mai fatto niente e si sarebbe lasciata comandare dalla famiglia, invece non solo va contro i loro desideri ma letteralmente salta addosso a Rhys per convincerlo che lei fa sul serio.
E qui la Kleypas ha pensato bene di non lesinare sulle scene d'amore e ci spara subito una scena che, onestamente, mi ha convinta del tutto della sua redenzione. 
Non c'è un'esagerazione di sesso, ovviamente, e le scene più tradizionali non mancano, ma è lo stile sensuale e ricco a dare al romanzo una continua sensazione che la passione domini la storia. Del resto con un personaggio come Rhys il contrario sarebbe stato uno spreco vergognoso. 
Pur avendo una trama lineare e per niente complicata, la Kleypas ha saputo mantenere alto il livello di agitazione per la rottura, diluendola all'interno della narrazione in modo che risultasse ben inserita nella storia e coerente agli eventi: non c'è un vero e proprio punto di rottura atomica, ma più scene nelle quali i due personaggi si scontrano a causa delle loro diverse personalità, in più l'autrice inserisce un elemento di disturbo esterno che arricchisce il passato di Helen e rende più gustoso il momento finale della supposta separazione.
Non so se ho veramente apprezzato i risvolti della scoperta di Helen (padre, madre, sorelle eccetera) perché l'immagine da famiglia del Mulino Bianco tende sempre a causarmi un po' di acidità di stomaco, ma essendo presente solo nel finale ed avendo avuto prima un romanzo che ha rispettato i miei desideri e ha rispecchiato lo standard (alto) della Kleypas non posso certo lamentarmi.
Ora mi butto nel terzo romanzo della serie e vediamo se anche con questo Lisa nostra è rimasta in pista o ha subito l'ennesimo arresto con incidente.

Nessun commento: