8 giugno 2023

Min Jin Lee
Pachinko

Titolo originale Pachinko

Trama
Piemme | pag. 592 | € 11,90
Corea, anni Trenta. Quando Sunja sale sul battello che la porterà a Osaka, in Giappone, verso una vita di cui non sa nulla, non immagina di star cambiando per sempre il destino del figlio che porta in grembo e delle generazioni a venire. Sa solo che non dimenticherà mai il suo Paese, la Corea colpita a morte dall'occupazione giapponese, e in cui tuttavia la vita era lenta, semplice, e dolce come le torte di riso di sua madre. Dolce come gli appuntamenti fugaci sulla spiaggia con l'uomo che l'ha fatta innamorare per poi tradirla, rivelandosi già sposato. Per non coprire di vergogna la locanda che dà da vivere a sua madre, e il ricordo ancora vivo dell'amatissimo padre morto troppo presto, Sunja lascia così la sua casa, al seguito di un giovane pastore che si offre di sposarla. Ma anche il Giappone si rivelerà un tradimento: quello di un Paese dove non c'è posto per chi, come lei, viene dalla penisola occupata. Perché essere coreani nel Giappone del XX secolo, attraverso tutte le tempeste che la Storia riserverà a quegli anni densi e implacabili, è come giocare al gioco giapponese proibito, il pachinko: un azzardo, una battaglia contro forze più grandi che solo uno sfacciato, imprevedibile colpo di fortuna può ribaltare.
Si sarebbe lasciata sradicare pur di vedere il mondo con Hansu, e invece era costretta a vederlo senza di lui.
Commento
Lo ammetto, ho letto questo romanzo mesi fa e non ho mai trovato la voglia di scrivere la recensione. Ultimamente ho perso un po' l'interesse di pubblicare recensioni, principalmente perché lavorando veramente tanto il tempo libero è diventato ancora più prezioso. E poi, diciamoci la verità, il tempo dei blog sta svanendo così come fu per i forum. 
Anyway sono qui a dire la mia su questo romanzo che ho preso in considerazione per un unico fattore: k-drama. Apple TV+ ha prodotto un drama su questo romanzo e il cast è molto importante: già solo Min Ho ha alzato di molto l'asticella, visto che il mister qua ormai sembra essere una specie di lord che si degna di comparire solo nei drama più ricchi.
Comunque, io ero curiosa però non al punto da pagare per vedere questo benedetto drama. Allora mi sono detta, tanto vale leggere il romanzo, e così ho fatto.
Forse mi aspettavo una storia più in linea con i drama, eppure quella storia d'amore tormentata, quella storia drammatica ambientata in una Corea invasa dal Giappone un po' si è persa nei meandri di una storia lunga, lunghissima, che racconta la vita di una donna fin da prima della sua nascita e che segue, anche se per poco, i percorsi dei suoi figli.
Mettiamola così: di per sé non è un brutto romanzo, non è però un genere che in genere cerco e apprezzo, perché troppo concentrato su un'unica figura mentre il resto rimane nella nebbia.
Sunja nasce da una famiglia dignitosa ma povera che gestisce una locanda. Alla morte del padre Sunja e la madre cominciano a faticare, tanto più che il loro villaggio comincia ad essere popolato dai giapponesi che li umiliano continuamente. Un giorno Sunja, ormai ragazza, viene salvata da un'aggressione da un uomo distinto, sicuramente giapponese e ricco. Quest'uomo, Hansu, si rivela essere molto più grande di lei e molto più maturo, di origine coreana ma ormai giapponese di famiglia. Mercante, forse, politico, oppure criminale, Sunja neanche si pone il problema di come Hansu possa essere così ricco quando tutti muoiono di fame, è semplicemente accecata dal suo fascino e dall'essere speciale e desiderata. Hansu, però, è un uomo di mondo, sposato con la figlia di uno dei malviventi più potenti del Giappone, e sebbene si offra di tenere Sunja come amante, in definitiva salvando lei e la madre, la ragazza si oppone perché è convinta che la rettitudine sia l'unica vera via.
Peccato che l'essere tanto giusta non le abbia impedito di assecondare gli appetiti di Hansu e rimanere incinta, ficcando se stessa e la madre in un casino irreparabile. Per pura fortuna nella loro locanda arriva un pastore malato che per settimane rimane da loro in convalescenza. Appresa la difficile situazione di Sunja, il pastore si offre di sposarla per salvare la sua reputazione portandola con sé in Giappone.
Comincia così un vero e proprio calvario: Sunja è coreana, il pastore è coreano, entrambi illusi e ingenui, ciechi di fronte alla realtà. Finiranno in un ghetto per coreani, in mezzo ai liquami e alla povertà più gretta. Svanito il sogno di ricominciare, i due imbastiscono una vita fatta di privazioni e paura, di umiliazioni e bugie, una vita che stranamente porterà ancora Hansu sulla strada di Sunja.
Potrei andare avanti a raccontare le vicissitudini di questi personaggi, mi limito a dire che non c'è molta felicità, è la storia di una donna che è stata felice per pochissimo e che ha sofferto tanto.
Se da un lato l'aspetto romantico mi ha lasciata completamente indifferente, dall'altro ho trovato molto interessante la rappresentazione dei coreani sotto i giapponesi, anche se non c'è quella precisione e limpidezza che a me piacciono, la resa è sufficiente a farsi un'idea precisa e a rivedere il metro di giudizio e di moralità.
Ad esempio Sunja, così attaccata alla sua rettitudine, alla lunga non è credibile: l'orgoglio non ti tiene in vita. Hansu, che non è un eroe (sarei curiosa di vedere come lo hanno cambiato nel drama) alla fine è il personaggio più assennato di tutti: si scava una via per rimanere a galla e mantenere il potere, offre denaro, offre sicurezza, offre una vita di agio anche quando la passione e l'attrazione sono scemate, eppure viene continuamente dipinto come il cattivo. In generale non ho apprezzato nessun personaggio, li ho detestati quasi tutti, ma ciò che salva il romanzo è la storia in generale, l'immagine storica che viene rappresentata.
Non penso che guarderò il drama, visto che il romanzo mi ha lasciata così tiepida non ho più interesse, non mi spiace aver letto il romanzo, ma là fuori ci sono storie e stili che mi parlano in modo diverso. Questo no, ma va bene così.

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