23 maggio 2022

Christelle Dabos
Gli scomparsi di Chiardiluna

Serie L'Atttraversaspecchi 2
Titolo originale Les Disparus du Clairdelune

Trama
Edizioni E/O
ebook | € 11,99
Sulla gelida arca del Polo, dove Ofelia è stata sbattuta dalle Decane perché sposi suo malgrado il nobile Thorn, il caldo è soffocante. Ma è soltanto una delle illusioni provocate dalla casta dominante dell’arca, i Miraggi, in grado di produrre giungle sospese in aria, mari sconfinati all’interno di palazzi e vestiti di farfalle svolazzanti. A Città-cielo, capitale del Polo, Ofelia viene presentata al sire Faruk, il gigantesco spirito di famiglia bianco come la neve e completamente privo di memoria, che spera nelle doti di lettrice di Ofelia per svelare i misteri contenuti nel Libro, un documento enigmatico che nei secoli ha causato la pazzia o la morte degli incauti che si sono cimentati a decifrarlo. Per Ofelia è l’inizio di una serie di avventure e disavventure in cui, con il solo aiuto di una guardia del corpo invisibile, dovrà difendersi dagli attacchi a tradimento dei decaduti e dalle trappole mortali dei Miraggi. È la prima a stupirsi quando si rende conto che sta rischiando la pelle e investendo tutte le sue energie nell’indagine solo per amore di Thorn, l’uomo che credeva di odiare più di chiunque al mondo. Sennonché Thorn è scomparso...
Se c'era una cosa che aveva capito nella vita, era che gli errori sono indispensabili per costruirsi.
Commento
Considerando il trend depresso e il ritmo lentissimo delle mie letture, il fatto che sia riuscita ad agganciare una serie che su due titoli letti abbia mantenuto un voto così alto è un miracolo fatto e finito.
Da quando ho cambiato lavoro leggo meno. Non che il tempo che dedico alla lettura rispetto a prima sia diminuito, è esattamente lo stesso, ma la mia testa è talmente dirottata verso il lavoro che non mi accorgo nemmeno di aver passato i 35 minuti di treno con un libro chiuso in mano mentre - in sostanza - lavoro sul cellulare.
Da un lato questa cosa mi intristisce, dall'altro mi sono resa conto che leggevo romanzi a caso, pur dopo il grosso rallentamento di pubblicare una sola recensione a settimana. Spesso leggevo romanzi facili e veloci per mantenere la programmazione, raramente mi permettevo di prendermi pause.
Ora, invece, che sono costretta a rallentare, mi godo la lettura e la scelta dei titoli, con la Dabos mi è capitata una cosa che non sperimentavo da un po': l'anticipazione.
Non vedo l'ora di leggere il terzo romanzo della serie, appena me lo presteranno, e questo mi rende molto felice.
Sulla scia del primo romanzo, riprendo le stesse identiche osservazioni fatte sullo stile della Dabos, sulla sua capacità di rendere questo mondo tridimensionale e solido, con quel mood da animazione giapponese di qualche anno fa che qui, forse più che nel primo, esce fuori con una prepotenza ancora più forte. Il cambio di set non ha patito di mancanza di fantasia e di immaginazione, la ricchezza del world buildin si ripete e si arricchisce con l'inserimento di altri personaggi, di sentimenti sotterranei e di una trama che comincia a farsi intravedere tra le supposizioni.
Il punto forte del romanzo, se guardo un po' al di là dell'ambientazione, che è un personaggio già di suo, sono i personaggi. Ofelia sveste i panni della ragazza silenziosa e sottomessa, diventa più intraprendente e coraggiosa, e il fatto che sia una protagonista attorno al quale gira la storia non mi pesa per niente: la sua goffaggine non è romanticizzata, la sua personalità e il suo aspetto non diventano magicamente quelli della solita bellona sotto gli stracci: rimane fedele a se stessa ma migliora. Stesso discorso per Berenilde e la zia, per Thorne che si riscalda leggermente e dimostra di essere in grado di esercitare un fascino tutto suo, poi abbiamo lo spirito di famiglia Odino, un gigante bianco e potente senza memoria a lungo termine e, ciliegina sulla torta, questo Dio che non si capisce dov'è, chi è e cos'ha combinato. Vogliamo parlare dell'Ambasciatore? Ho temuto un attimo che potesse diventare il terzo incomodo, ma la scelta dell'autrice di tirarlo giù dal piedistallo con una certa fretta e brutalità mi ha quasi fatta sorridere. Dall'essere affascinante e pericoloso, diventa uno che si veste di stracci e buchi ma che sotto al fascino e al libertinaggio nasconde un cervello funzionante e un'insoddisfazione profonda della sua vita. L'Ambasciatore è stato un bel personaggio, curioso e particolare come tutti gli altri. Il bambino psicopatico con gli occhiali a fondo di bottiglia? Geniale! La meccanica e l'architetta? Geniale e geniale. I personaggi sono tutti così ben fatti e originali che non c'è modo di rimanerne delusi.
La trama, che all'inizio non si inquadra bene, è una di quelle che pare non farsi mai vedere e quando sbuca sale il dubbio che sia tirata per i capelli e serva solo per portare la storia ad un certo punto.
Trust me on this, la trama con il suo mistero da risolvere, rapimenti, uccisioni misteriose e scadenze incredibili è stata una rivelazione: semplice, logica, lineare ma, allo stesso tempo, divertente e appassionante. Detto da me, poi, la dice lunga, se una trama a tinte gialle mi è piaciuta è chiaro che è stata gestita in un modo che l'ha immersa nella narrazione al punto che il suo emergere lentamente e timidamente è quasi in linea con tutto il romanzo.
Promuovo, promuovo anche per il finale che, per forza di cose, devo commentare perché il cliffhanger è in parte la causa della mia anticipazione per il terzo romanzo. Vogliamo parlare di Thorne? Che ha un'improvvisa trasformazione e le sue azioni sono le più inaspettate? Il brusco cambio di rotta è stata una scossa di adrenalina, un twist di trama che non avevo previsto e che mi fa ben sperare per i seguiti.
Per ingannare l'attesa del terzo romanzo ho iniziato un classico, quindi prevedo di affrontare il nuovo titolo con una certa fame di leggerezza.

Nessun commento: