25 settembre 2020

K-drama della settimana: Into the Ring



Dopo aver completato il suo intero percorso educativo nelle scuole dello stesso quartiere, Goo Se Ra, che per i 29 anni della sua vita ha sempre vissuto a Mawon-gu, non è altro che una persona in costante lotta, sotto qualificata e con uno scarso background finanziario. Da un lato, questa ragazza sfegatata che si è autoproclamata Guardiana Fiscale non si lascia mai sfuggire nemmeno una violazione, fino a quando essa non viene depositata e risolta sotto forma di procedimento civile. Tuttavia, poiché è una ficcanaso per natura e ha la tendenza a perdere le staffe quando si trova davanti alle ingiustizie, viene licenziata da uno stage, da un impiego con contratto e persino da un lavoro esternalizzato, solo per citare alcuni esempi della lista dei suoi ex datori di lavoro. Seppur involontariamente, finisce col trasformarsi a poco a poco in una licenziata di professione e decide che è arrivato il momento di cambiare. Questa volta convoglia la sua passione verso l'Assemblea Distrettuale, soprannominata l'utopia dei dipendenti. Infatti, ora che è entrata nell'anello, non le rimane altra possibilità che candidarsi, venire eletta e rimanere in carica.
Anno: 2020
Episodi: 32 (35 minuti circa a episodio)
Dove guardarlo: Viki sottotitolato in italiano
Genere: ComedyRomanceDramaPolitical

Diapositiva:  

La roulette russa dei drama mi ha regalato ancora una volta una visione super sfiziosa che mi ha accompagnata nella settimana di convalescenza post azzoppamento. Into the Ring è uno di quei drama che passano inosservati, sotto ai radar, se ne parla poco ma chi ne parla non può fare a meno di dire solo cose positive. Personalmente a me ha ispirato fin dal momento in cui ho visto il poster, al di là del fatto che mi piace Nana e che lo avrei iniziato per lei, c'era qualcosa che mi attirava così l'ho curato e l'ho iniziato quando mancava solo una puntata alla fine.

In generale non mi piacciono le tematiche politiche soprattutto se collegate ad un discorso di corruzione, sarà che mi basta quello che leggo sui giornali ogni giorno ma per me un drama può anche essere bellissimo, ma se parla di politica il 90% delle volte lo scarto.
Into the ring si è salvato per due motivi: 1. Nana e 2. perché dal trailer sembrava principalmente incentrato sulle vicissitudini tragicomiche della protagonista e - miracolo! - così è stato. Se, come me, fuggite con violenza di fronte alla politica fermatevi e prendete in considerazione questo drama perché ha la concentrazione perfetta di politica che permette di godere della trama senza travasi di bile o avvertire noia assoluta, e perché i toni narrativi e la sceneggiatura - che ha vinto pure un premio, no less - permettono una visione più rilassata che ti fa addirittura venir voglia di sapere cosa succederà.

La protagonista è Goo Se Ra, una giovane alla ricerca di un lavoro fisso che nel tempo libero si dedica presentare una lista infinita di segnalazioni all'amministrazione locale. Lampioni rotti, segnaletica sbagliata, ingiustizie più o meno grandi, Se Ra martella gli uffici di email al punto da essere diventata famosa e temuta tra i dipendenti locali.
Se Ra ha uno spirito pratico nel senso più concreto del termine: se da un lato spara a zero sull'amministrazione, dall'altro è disposta a mettere da parte la coerenza per portare a casa lo stipendio, arrivando addirittura a gareggiare alle elezioni per un posto libero nel consiglio; lo stipendio alto e i pochi giorni di lavoro sono un'esca troppo succosa per lei che ce la mette tutta per vincere.
Prima di occupare la poltrona, però, Se Ra è costretta ad essere battezzata con un piccolo posto come grafica nell'ufficio reclami di Gong Myung, famosissimo tra i colleghi per essere intransigente, freddo, ligio al dovere e rispettoso delle regole con una lieve ossessione per la riservatezza e l'isolamento.
Essendo così diversi, i due si scornano subito e Se Ra perde il posto, salvo poi rientrare dalla finestra quando vince le elezioni del quartiere.
La campagna elettorale è un punto di svolta per la vita di Se Ra e per il drama: per una volta ha un obiettivo e sente di poterlo raggiungere con la sola forza di volontà, dimostrando ai politici che anche gli onesti possono farcela. Gong Myung la segue un po' per lavoro - deve controllare che segua le regole - e un po' per curiosità personale perché nella sua eccentricità Se Ra dice e fa cose che rispecchiano i principi morali di Gong Myung.
Quando alla fine Se Ra vince inizia la vera scalata verso il potere: essendo una candidata senza lista, Se Ra si ritrova tra i due partiti e spesso oscilla da una parte o dall'altra a seconda della situazione. Si divincola con furbizia dalle maldicenze e dalle cattiverie, spesso è costretta a subire ingiustizie e a ingoiare il rospo ma cerca sempre una via d'uscita, un'alternativa, una soluzione, e lo fa grazie soprattutto all'aiuto pratico e al sostegno morale di Gong Myung che conosce a menadito tutte le scappatoie e le regole dell'amministrazione.

Se Ra è un personaggio sopra le righe non solo per il modo in cui appare ma proprio per la sua personalità: è uno schiacciasassi per il modo in cui affronta le cose sia mentalmente che fisicamente. Nana ha interpretato il personaggio in modo eccentrico, che volendo poteva anche essere un rischio perché spesso i personaggi particolari nei drama diventano in fretta delle caricature grottesche e smettono di far sorridere. Invece Se Ra fa schiantare dall'inizio alla fine, Nana ha saputo interpretarla benissimo con una gestualità e una mimica facciale fuori dallo schema della female lead. Se Ra è eccentrica ma anche ordinaria, divertente ma furba, ha carattere, è sicura di sé, non si lascia intimorire, praticamente è l'emblema della rivincita delle persone ordinarie perché riesce là dove lo spettatore vuole che abbia successo: sconfiggere i potenti senza diventare come loro. L'ho adorata, mi è piaciuto tutto di lei fin dalla prima puntata e ho trovato che il mantenere costante il suo personaggio non sia stato un errore, non c'è staticità nei personaggi o nella storia, è tutto talmente ben gestito che ci si concentra sulle puntate con gusto, divertendosi e godendosi il momento.

Gong Myung è un male lead diversissimo dai soliti, non è il maschio alfa freddo e cattivo, potente e spietato, invece è un ragazzo assolutamente ordinario con un lavoro modesto e nessuna aspirazione a fare carriera. Ha un carattere spigoloso ma in fondo è così perché non ha amici ed è solo, perché Se Ra riesce a farlo uscire dal suo guscio e a farlo addirittura sorridere. Anche lui è un personaggio riuscito, nel suo piccolo orticello ha carattere, ha cervello, non sbatte contro i quattro muri del ML e rimane sempre lo stesso con qualche ovvio cambiamento. Gong Myung non è il classico ML bellone, però è un personaggio per quale mi sono trovata a tifare e mi ci sono affezionata.

Naturalmente il drama ha tutto un lato romantico che non poteva non esserci, avendo una protagonista così invadente e chiassosa. La coppia più strana è anche una delle più carine che ho visto ultimamente, Se Ra e Gong Myung sono due piccioncini che fanno sorridere fino alla fine, sono dolcissimi, teneri, sono una boccata d'aria fresca in un panorama di coppie dramose che non si parlano e tirano per le lunghe dei contrasti che, invece, Se Ra e Gong Myung risolvono PARLANDOSI. Miracolo, niente meno che un dialogo tra persone senzienti che dopo aver messo il muso si cercano per risolvere la questione e tornano insieme. Li ho adorati, i due attori protagonisti hanno una buona chimica e tocco finale si sparano un limone assurdo che non mi aspettavo.

Into the Ring è una favola divertente sulla politica locale, i personaggi anche se negativi hanno sempre una patina di comicità e se non ce l'hanno non sono dei tremendi assassini: sono persone corrotte ma fino ad un certo punto e Se Ra vince perché il bene vince sul male solo quando il male non è poi così cattivo. Il drama funziona proprio per questo: non esagera nella corruzione, non marca la mano quando deve far vedere come i politici si scambiano favori, cerca di rendere comica una realtà che probabilmente è un tasto dolente ma rimane sempre dal lato giusto della carreggiata: ti fa ridere, è vero, ma non distoglie l'attenzione dal succo della questione.
Ho già detto che la sceneggiatura ha vinto un premio (non ricordo il nome), quindi passo al resto per chiudere la recensione. Set e ambientazioni sono perfette e coerenti alla storia: il quartiere dove tutti si conoscono, la libreria di fumetti che diventa il quartier generale di Se Ra e poi la sede amministrativa, gli uffici, le strade, è tutto in formato quartiere e racchiude il senso e la personalità del drama.
La colonna sonora non è indimenticabile ma è perfetta proprio perché si limita ad essere un contorno che rafforza la scena piuttosto che metterla in ombra.
Fotografia e costumi, ancora una volta, modesti ma perfetti, tutto ruota in funziona della storia e non mira a rubare l'attenzione dello spettatore, non ci sono sfilate né scene sfacciatamente artificiose, ci sono delle belle inquadrature chiaramente studiate ma che hanno un senso nel contesto della storia.

Alla fine Into the Ring è un drama delizioso che meriterebbe di essere più considerato, anche se il suo essere di nicchia è l'estensione IRL di quello che rappresenta, si sta nel quartiere e ne parlano solo chi lo conosce. Però meriterebbe di più, questo è certo.

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