28 ottobre 2019

Stuart Turton
Le sette morti di Evelyn Hardcastle

Titolo originale The Seven Deaths of Evelyn Hardcastle

Trama
Neri Pozza
pag. 526 | € 18,00

Blackheath House è una maestosa residenza di campagna cinta da migliaia di acri di foresta, una tenuta enorme che, nelle sue sale dagli stucchi sbrecciati dal tempo, è pronta ad accogliere gli invitati al ballo in maschera indetto da Lord Peter e Lady Helena Hardcastle. Gli ospiti sono membri dell'alta società, ufficiali, banchieri, medici ai quali è ben nota la tenuta degli Hardcastle. Diciannove anni prima erano tutti presenti al ricevimento in cui un tragico evento - la morte del giovane Thomas Hardcastle - ha segnato la storia della famiglia e della loro residenza, condannando entrambe a un inesorabile declino. Ora sono accorsi attratti dalla singolare circostanza di ritrovarsi di nuovo insieme, dalle sorprese promesse da Lord Peter per la serata, dai costumi bizzarri da indossare, dai fuochi d'artificio. Alle undici della sera, tuttavia, la morte torna a gettare i suoi dadi a Blackheath House. Nell'attimo in cui esplodono nell'aria i preannunciati fuochi d'artificio, Evelyn, la giovane e bella figlia di Lord Peter e Lady Helena, scivola lentamente nell'acqua del laghetto che orna il giardino antistante la casa. Morta, per un colpo di pistola al ventre. Un tragico decesso che non pone fine alle crudeli sorprese della festa. L'invito al ballo si rivela un gioco spietato, una trappola inaspettata per i convenuti a Blackheath House e per uno di loro in particolare: Aiden Bishop. Evelyn Hardcastle non morirà, infatti, una volta sola. Finché Aiden non risolverà il mistero della sua morte, la scena della caduta nell'acqua si ripeterà, incessantemente, giorno dopo giorno. E ogni volta si concluderà con il fatidico colpo di pistola. La sola via per porre fine a questo tragico gioco è identificare l'assassino. Ma, al sorgere di ogni nuovo giorno, Aiden si sveglia nel corpo di un ospite differente. E qualcuno è determinato a impedirgli di fuggire da Blackheath House...
La separazione dell'anima dal corpo che occupa abitualmente potrebbe evocare la morte, ma nel profondo di me stesso so che questo non è l'aldilà. All'inferno ci sarebbero meno domestici e arredi migliori, e poi privare un uomo dei suoi peccati mi sembra un sistema poco efficace per giudicarlo. No, sono vivo, anche se in una forma che non riconosco.

Commento
Ho procrastinato la recensione più che ho potuto, ma sono arrivata al punto in cui o la scrivo o non la scrivo e, onestamente, vorrei almeno provarci. Già so che il tentativo di spiegare questo romanzo mi causerà un attacco di ansia e mi lascerà in totale confusione, ma sono le 10.35 di Lunedì e questa recensione deve andare online.
Le sette morti di Evelyn Hardcastle è entrato nella pila di libri presi prima delle vacanze perché, sarò onesta, mi attirava sul serio. Normalmente non sono attratta dai romanzi contorti, cervellotici, quelli che ti prosciugano le energie nel tentativo di seguirne la storia e capirci almeno qualcosa. Conosco i miei limiti ed evito accuratamente di mettermi alla prova inutilmente, perché so che oltre a perdere la pazienza e l'attenzione non entrerò mai in sintonia con la storia.
Ecco, ho preso questa abitudine e l'ho gettata fuori dalla porta quando ho comprato il romanzo di Turton. Il merito del mio acquisto impulsivo è tutto della massiccia pubblicità positiva fatta sia dall'editore, sia da chi lo aveva letto e amato.
Mi sono avvicinata al romanzo con cautela e con un mix di morbosa fascinazione e terrore. Avevo paura di iniziarlo, di non capirci niente, di innervosirmi e poi mollarlo. A chi, là fuori, è una testa di rapa come me dico: non preoccupatevi, questo romanzo è un rompicapo ma persino i testoni come noi riescono a seguire le sue spirali fino alla fine.
Le sette morti è come un puzzle da comporre senza avere l'immagine di riferimento, e né il lettore né il protagonista e voce narrante hanno la benché minima idea di cosa stia succedendo. La comunione tra lettore e protagonista nella totale ignoranza è il primo elemento a favore del romanzo: avere un compagno con cui vivere l'esperienza che è confuso esattamente come te aiuta, se posso dirlo, a far girare le rotelline del cervello e a sfruttare la crescente consapevolezza del protagonista per trovare connessioni e indizi e a farsi una propria idea di cosa stia accadendo.
Per me è stato così, all'inizio ho dovuto concentrarmi per avere il quadro generale degli eventi, ma poi appena capito i meccanismi di base la smania di spronare il protagonista ha preso il sopravvento. Mi sono sorpresa ad avere intuizioni, a sospettare e a volte indovinare e a desiderare ardentemente che il protagonista avesse i miei stessi pensieri. Di solito ci si immedesima con i personaggi di un romanzo, qui invece si è ben consapevoli di esserne fuori, di vedere gli eventi susseguirsi ed essere dei veri spettatori. Il coinvolgimento è tutto per la storia.
Il protagonista rimane senza nome per buona parte del romanzo e l'inizio della storia corrisponde al suo risveglio in stato confusionale in mezzo al bosco. Convinto di aver assistito (o sentito?) ad un omicidio, il personaggio rientra nella dimora degli Hardcastle dove scoprirà di aver perso la memoria. O forse no? Rinchiusi nella dimora fatiscente, una serie di ospiti più o meno illustri aspettano la festa che celebrerà il matrimonio di Evelyn e che combacerà, guarda caso, con l'anniversario della morte di Thomas Hardcastle. Quella degli Hardcastle è una famiglia complicata, piena di segreti, di astio e di sofferenza ed è il seme che ha generato il mistero che il protagonista dovrà risolvere: la sera della festa Evelyn morirà e il protagonista deve scoprire chi è l'assassino. 
Naturalmente questo non è un giallo alla Agatha Christie e la storia diventa subito strana quando il protagonista - che chiamerò con il suo nome, Aiden - viene informato da un misterioso soggetto travestito da medico della peste che lui, come altre persone presenti, deve risolvere il mistero se vuole andarsene da Hardcastle, altrimenti la sua esistenza sarà condannata a ripetere il ciclo fino a che raggiungerà la soluzione. In aiuto ad Aiden c'è un escamotage, cioè ogni giorno per sette giorni si sveglierà dentro il corpo di uno degli ospiti e attraverso di loro dovrà progredire con l'indagine. La prima incarnazione è persa, il suo ospite era troppo scosso per l'omicidio e per la convinzione di essere davvero se stesso, ma le altre sono tutte determinanti. Aiden farà molta fatica ad accettare la stramba realtà e ad adeguarsi alle regole stabilite - pare - dal medico della peste. La sua personalità gli impedisce di rimanere impassibile di fronte alla morte di Evelyn ma è per lui sia aiuto sia ostacolo, perché Aiden entrerà nel vivo del gioco molto più avanti e solo quando si renderà conto che arrivare alla soluzione è davvero l'unico modo per fuggire.
Articolare la complessità della trama è impossibile perché succedono talmente tante cose che tralasciare il minimo elemento farebbe crollare la struttura della storia. Ogni elemento, ogni dialogo, ogni dettaglio confluiscono verso il finale e perderne uno significa perdere il ritmo della storia e rimanere indietro rispetto ai personaggi. L'autore ha sfoggiato un'abilità stupefacente nel non perdersi nei meandri di una storia così complicata e nel riuscire ad articolare una trama fatta di dettagli senza uscire dai margini dell'essenziale. In tutto il romanzo non c'è una sola scena superflua, non c'è una ripetizione, non c'è un filo di trama che si perde nel nulla, il lavoro di fino che c'è dietro è monumentale e per questo assolutamente incredibile.
Unendo tutti questi elementi si ha un romanzo ipnotico che crea dipendenza, ha un ritmo talmente serrato che lasciarlo da parte e riprenderlo dopo è una vera sofferenza. La storia rimane nella testa, si continua a pensarci e a fare supposizioni, e quando si riprende la lettura si riparte esattamente alla stessa velocità con la stessa smania e lo stesso livello di attenzione, il che è per me già un miracolo.
Il finale è un colpo di scena assoluto, di quelli che ti fanno implodere il neurone per la sorpresa e ti fanno pensare alla genialità dell'idea.
Se non fosse stato per quelle 20 euro extra, o per il fascino esercitato da questo romanzo, non lo avrei letto e avrei perso una vera avventura. Le sette morti di Evelyn Hardcastle è un'avventura, è come andare sulle montagne russe e nella casa dei fantasmi allo stesso tempo, è più che un romanzo ed è una delle storie più appassionanti che ho letto quest'anno, e detto da una che di solito questo genere lo rifugge è l'ennesimo segno di quanto sia bello. Leggetelo.

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