25 giugno 2018

Vi Keeland
The Player

Titolo originale The Baller

Trama
Sperling & Kupfer
ebook | € 6,99
La prima volta che Delilah incontra il famoso quarterback Brody Easton è in uno spogliatoio maschile, al termine di una partita. È la sua prima intervista come commentatrice sportiva. Un incarico importante e conteso, per il quale sono stati presi in considerazione molti altri giornalisti uomini, ma sui quali Delilah ha avuto la meglio, dopo molta gavetta e molti sacrifici.
Figlia di un famoso giocatore di football, Delilah è praticamente cresciuta in questo mondo, una mosca bianca in un universo di testosterone, sa come muoversi e non è facile metterla in un angolo. Eppure, quando Brody Easton già alla prima domanda decide di mettersi a nudo, letteralmente, lasciando cadere l'asciugamano che lo copre, lei non sa proprio che fare. A metterla in difficoltà non è tanto la statuaria bellezza, quanto l'atteggiamento provocatorio e la sfacciataggine dell'atleta che, fin da subito, inizia infatti a flirtare con lei. Ma Delilah non esce con i giocatori. O meglio, non esce con quel tipo di giocatore: di bell'aspetto, forte, arrogante, che vive di vittorie e conquiste, dentro e fuori dal campo. E Brody Easton in questo è un vero giocatore...

Commento
***spoiler***
In pieno raptus Mariana Zapata ho cercato altri sport romance recenti con una disperazione imbarazzante. Consapevole che la botta di culo non capita mai due volte, soprattutto quando leggi un romanzo che ti piace abbestia, ho comunque passato al setaccio Goodreads e Amazon e sono arrivata a The Player di Vi Keelan per puro caso.
Ora, non sono una lettrice schizzinosa, sono di bocca buona e persino il trash riesce a risollevarmi il morale, ma se c'è una cosa che mi manda al manicomio sono le banalità.
Una storia banale, un personaggio banale, delle scene banali, un finale banale, basta una sola piccola cosa e tutto quello che ho letto e giudicato carino finisce nel bidone dell'umido.
So che là fuori ci sono tante persone come la mia amica Mara che detestano con tutto il cuore un finale melenso, perciò ve lo devo dire così vi preparate. L'epilogo da famiglia del Mulino Bianco c'è anche qua. Persino la Zapata era caduta nell'epilogo stucchevole, ma gliel'ho perdonato perché tutto il romanzo mi era piaciuto tanto e cosa saranno mai due pagine di diabete? Ma per la Keeland è diverso, perché il romanzo di per sé non è così meraviglioso da farmi sopportare anche l'immagine di lei gravida e lui che coccola la prima figlia. Cioè, che caspita, mettetemeli su un lettino alle Maldive mentre si ammazzano di cocktail e se ne fregano del mondo, ma no! per forza ci vuole la family of four con tanto di cane. Il vomito.
Contro ogni previsione, però, la parte iniziale del romanzo mi ha divertita parecchio.
Delilah è una giornalista sportiva che è cresciuta nel mondo del football e che, a dispetto di tutto, ama sul serio questo sport. Per lei fare le interviste sul campo è l'affermazione massima in un ambito lavorativo principalmente maschile e maschilista. Delilah è brava, tra l'altro. Conosce tutte le statistiche, i giocatori, le squadre, e le sue domande non sono mai da oca giuliva. In generale proprio la sua preparazione le assicura il rispetto - o per lo meno non un'aperta diffidenza - durante i servizi, tranne che per un singolo episodio. Durante una serie di interviste negli spogliatoi, Delilah si mette in coda per fare qualche domanda al giocatore del momento Brody Easton, un uomo oltre che bravissimo nel football anche molto affascinante. Questa combo, però, è maledetta da un carattere un po' sopra le righe perché Brody è noto per essere un seduttore che non tiene a freno la lingua e che scherza anche pesantemente. Appena arriva il turno di Delilah, Brody decide di battezzarla con un nudo integrale principalmente per metterla in difficoltà e farsi due risate.
Delilah, però, anche se rimane tramortita da tanto ben di Dio, riesce a portare a casa l'intervista e a non fare la figura della perfetta scema. Dopo questo episodio i due si incontrano di nuovo e Bordy comincia un corteggiamento serratissimo e sfacciato, dove non nasconde la sua voglia di portarsela a letto - cito. La prima parte del romanzo, quindi, è un continuo sbrodolare da parte di Brody e di resistenza da parte di Delilah ma è divertente perché lui è uno sporcaccione sboccato che non si vergogna a descriverle nei minimi particolari le sue fantasia, e perché lei è sì resistente ma nella sua mente sbava come tutte noi.
Appena la situazione si sblocca un po' - ovviamente non possono corrersi dietro per sempre - il tono del romanzo cambia e per me non in meglio. Contemporaneamente allo sviluppo della loro storia vengono inseriti stralci della vita privata di Brody, principalmente le sue visite alla casa di cura che sono brevi e piacevoli. Nel momento in cui oltre al sesso entrano in campo i sentimenti, ecco che l'autrice infila una love story passata tormentata: la ex di Brody con la quale è cresciuto e ha avuto una storia di quelle distruttive ed epiche, è l'ombra che rovina l'idillio della coppia. Delilah gestisce la cosa piuttosto bene, in modo razionale, maturo ma senza puntare i piedi e dire abbello questa è una stronza sarà meglio che ti regoli di conseguenza. Brody, invece, viene tenuto un po' in bilico - sicuramente è voluto - in modo da dare l'impressione che da un momento all'altro si scordi delle overdosi della ex e ritorni con lei. Questo fragile equilibrio e questa virata verso il tragico hanno sgonfiato subito la mia bolla al punto che mi sono chiesta più volte perché, quando la storia funzionava così bene, inserire un finto quanto patetico e ipotetico triangolo drammatico. La ex, di cui mi sono scordata il nome tra l'altro, entra in scena persino con il suo punto di vista narrativo, così che sono stata costretta a leggere le sue paturnie di ex tossica che si strugge d'amore perduto.
Anche no, non ne sentivo il bisogno, per me il romanzo era perfetto così com'era senza la svolta drammatica.
Dal punto di vista narrativo la Keeland non scrive male, anzi, mi è piaciuta la sua capacità di passare dall'ironia e dal ritmo serrato di dialoghi botta-risposta al ritmo più lento e alle descrizioni di più introspettive dei personaggi. Il problema per me è stato il cambio di contenuto e di genere, non tanto la forma. Mi piace che ci siano contrasti e conflitti in un romance, ma detesto che siano di questa natura perché mi fanno venire il nervoso.
Non so se leggerò mai altro di Vi Keelan - suppongo dipenderà dalla trama - ma ho come l'impressione che sia un'autrice fedele al suo schema e a me questa cosa non ispira molto. Poi magari mi sbaglio, ma essendoci così tante autrici e così tanti romance in commercio non so quanto presto potrò prendere in considerazione un altro dei tuoi titoli.
Nel frattempo le lascio una sufficienza e poi si vedrà.

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