Serie Passenger 2
Titolo originale Wayfarer
Trama
Sperling & Kupfer pag. 384 | € 18,90 |
Etta Spencer non sapeva di essere una viaggiatrice fino al giorno in cui si è ritrovata a chilometri e secoli di distanza da casa sua. Ora, di nuovo sola, in un luogo e in un tempo a lei sconosciuti, derubata dell'unico oggetto in grado di proteggere la linea temporale e salvare sua madre, e lontana da Nicholas, il ragazzo che ama, deve fare i conti con una rivelazione tanto scioccante da mettere in discussione quello per cui lei ha combattuto fino ad ora, e cambiare per sempre il suo futuro. Un futuro che Nicholas è pronto a tutto pur di salvare. Devastato dalla scomparsa di Etta, sta infatti cercando disperatamente di rintracciarla, per aiutarla a risolvere insieme questo disastro, come era destino. Ma, mentre Etta e Nicholas continuano a cercarsi ai confini del tempo e del mondo, e i viaggiatori sono impegnati in una spietata battaglia per il potere, la posta in gioco si alza.
Perché esiste qualcosa di ben più potente dell'astrolabio che tutti vorrebbero.
Un potere antico e pericoloso che minaccia di sradicare del tutto la linea temporale...
"Credi ancora nel mondo d cui hai parlato, quello fatto per noi?" Etta deglutì, annuendo. Posò le labbra morbide sulla sua pelle, ed era un uomo, maledizione, e bruciava per lei. Le parole che pronunciò erano cariche di emozione. "Se non potremo averlo in questa vita, allora nella prossima. Se non ora, allora avremo l'eternità."
Ufficializziamo la cosa, e non pensiamoci più. Questa duologia mi è piaciuta da matti. La congiunzione astrale iniziata sotto Passenger (QUI la recensione) è proseguita anche durante la lettura di Traveller al punto che mi sono addirittura barricata in casa (divano, patatine, libro) perché dovevo assolutamente finire il romanzo. Insomma, mi sono buttata la prima volta e ho guadagnato due romanzi veramente belli e avventurosi.
Ma veniamo a Traveller. Alla fine del romanzo precedente l'autrice ci aveva lasciati sull'orlo di un baratro nella disperazione più totale con un bel cliffhanger da manuale. Il leitmotiv della separazione apre brutalmente Traveller e ci lascia intendere che per molto tempo sarà nostro compagno e ci darà veramente pochissime gioie. La situazione di Etta è fin da subito di evidente pericolo: sola, sparata attraverso un portale sconosciuto, ferita e completamente inerme, si scontra con un viso maschile che non ha mai visto, un ragazzo poco più grande di lei dalla voce squillante, e poi il nulla. Dopo un periodo di buio totale, Etta si sveglia in una casa elegante circondata da Spine, in camicia da notte ed è impossibile fraintendere la sua situazione: è una prigioniera. Purtroppo non posso elaborare più di così, perché i colpi di scena cominciano ad arrivare uno dietro l'altro e martellano il lettore con un ritmo allarmante. Non si fa in tempo ad elaborarne uno, che subito se ne presenta un altro, esattamente come in Passenger ma con una marcia in più: in velocità, intensità, importanza e gravità. Così come per Etta, anche Nicholas si trova in una posizione difficile, ma per lui le cose sono ancora più complicate. Nicholas deve fare i conti con la certezza che Etta è morta, o svanita, e che sono stati separati per forse non incontrarsi mai più, e che l'unica possibilità di trovarla è Rose, sua madre, una donna che continua a dimostrare una freddezza e un distacco inumani. Seguendo le sue istruzioni, Nicholas decide di portare a termine due compiti, cercare l'astrolabio per poi ottenere da Rose l'informazione decisiva per trovare Etta, cioè sapere qual'è l'ultimo anno in comune prima del cambio della linea temporale.
Nel suo programma Nicholas, ragazzo onorevole e di buon cuore qual'è, decide di aiutare Sophia e di sfruttarla, in un certo senso, nella sua caccia all'astrolabio, mentre Rose lo obbliga ad un giro tortuoso tra i portali per poi sparire e lasciarlo completamente all'oscuro. Man mano che trascorrono i giorni e le idee e le speranze di Nicholas diminuiscono, Sophia riprende le forze e diventa un braccio destro velenoso ma efficace perché il suo carattere scontroso e l'ambiguità delle sue ragioni tengono Nicholas sulle spine, lo mantengono attento e lo stimolano a far lavorare il cervello. Ogni volta che qualcosa va male è Sophia a parargli le spalle, ed è sempre lei a trovare risorse alle quali lui non potrebbe altrimenti attingere. A questa strana accoppiata si aggiunge un altro personaggio, Lin Min, una viaggiatrice solitaria dal passato oscuro che prima li ostacola, e poi li aiuta, e infine diventa loro guida, alleata e, infine, amica. Il terzetto così composto vive una serie di rocambolesche avventure, tradimenti, combattimenti all'ultimo sangue, salti nel tempo e si sgretola proprio nel momento più importante della storia, quando Nicholas stringe alleanze pericolose e le ultime energie scivolano via.
E' praticamente impossibile riassumere quello che succede in questo romanzo, è talmente denso e ricco d'azione che sparare uno spoiler sarebbe solo un tiro nel vuoto. Ogni colpo di scena si incastra in un disegno più ampio come un tassello in un puzzle; spuntano fuori nuovi personaggi e, naturalmente, nuovi sfondi, nuovi intrighi e nuovi pericoli, e persino quello che sapevamo dopo la lettura del primo romanzo viene stravolto al punto che, per un attimo, rimani a fissare le pagine e pensi aspetta un attimo, cosa sta succedendo?
E' il bello di Traveller, questo, non c'è sicurezza, non c'è prevedibilità e non c'è un finale che si intraveda. Ogni cosa arriva inaspettata - e ti fa soffrire di brutto - e ti lascia giusto il tempo di comprendere come si inserisce nel quadro generale prima di fare spazio ad altri nuovi elementi.
Non nascondo che alcuni punti avrebbero dovuto essere maggiormente sviluppati, perché non c'è stato spazio né tempo perché diventassero chiari e messi così lasciano un senso di incompletezza e confusione: ad esempio chi è veramente l'Antico, come si è originato, com'è iniziato tutto, chi sono le Ombre e che cosa sono e, infine, chi è veramente la Belladonna e quali sono i suoi poteri? E' come se la Bracken volesse prima di tutto sviluppare la linea dell'astrolabio, darne più dettagli possibili, renderlo il vero nucleo della storia, per poi chiudere la duologia con l'ultimo e il più importante colpo di scena. Però questa lieve delusione viene smorzata ogni volta dall'entusiasmo della lettura e dalla partecipazione che mi ha suscitato.
Ho letteralmente adorato Sophia, un personaggio che meriterebbe di dire la sua come protagonista, così come il trio più improbabile e legato di sempre mi ha fatto tanta tenerezza; Nicholas ha saputo mettere a nudo un lato di sé completamente diverso, più emotivo e fragile, mentre Etta, che avrebbe potuto prendere la via scontata dell'eroina dura di cuore, ritrova la forza dalla presenza di nuove figure chiave. Henry, il capo delle Spine, un leader incline alla commozione, Julian, il fratellastro di Nicholas che, con il suo carattere superficiale e il suo modo di fare, riesce a sdrammatizzare la tristezza di Etta, sono i due compagni della protagonista e, fino alla fine, tenteranno di riempire il vuoto lasciato da Nicholas come compagni di viaggio senza mai riuscire a cancellare la sua assenza.
Per me Traveller è stato molto più emozionante e coinvolgente di Passenger perché, cosa ve lo dico a fare, la separazione forzata di Etta e Nicholas ha dato vita a una serie di contrasti e sentimenti intensi che, oltre all'amore, hanno aperto spiragli nuovi nelle personalità dei personaggi. Così Nicholas e Sophia hanno dimostrato di avere un lato umano, una fragilità di cuore di chi non ha mai avuto una vera famiglia che li appoggiasse e, anche se tentano di nasconderlo, è proprio questo lato che li avvicina; Etta, invece, si spoglia poco alla volta di quella ferocia ereditata da Rose nel cercare l'astrolabio, e si permette di lasciarsi trasportare da nuovi sentimenti e nuove speranze e di trovare un coraggio e una forza che non pensava di avere.
Esattamente come la storia è ricca di eventi così lo stile è un carosello di diversi ritmi e toni narrativi: la Bracken non perde un colpo e corre velocissima come una delle sue opere musicali, adeguando lo stile alla scena senza mai rallentare. Il mio povero cuore - ho una certa età, sapete - ha singhiozzato per la fatica ma il mio cuoricino ha bevuto le pagine e assorbito tutte le emozioni e, alla fine, c'è veramente poco che avrei voluto cambiare.
E' curioso come in soli due libri siano stati condensati così tanti elementi e che l'autrice sia comunque riuscita a saltare sui piccoli buchi neri della trama facendotene dimenticare completamente, ogni briciolo di attenzione, ogni palpito del cuoricino sono stati per Etta, Nicholas, Sophia, Lin Min, Julian e persino per Rose ed Henry.
Un po' mi dispiace che la storia sia finita, ma il finale ha saputo darci la soddisfazione di una chiusura vera, e ha anche lasciato un piccolo spiraglio di speranza per un futuro diverso, nuovo e, chissà, magari per un'altra duologia.
Nel suo programma Nicholas, ragazzo onorevole e di buon cuore qual'è, decide di aiutare Sophia e di sfruttarla, in un certo senso, nella sua caccia all'astrolabio, mentre Rose lo obbliga ad un giro tortuoso tra i portali per poi sparire e lasciarlo completamente all'oscuro. Man mano che trascorrono i giorni e le idee e le speranze di Nicholas diminuiscono, Sophia riprende le forze e diventa un braccio destro velenoso ma efficace perché il suo carattere scontroso e l'ambiguità delle sue ragioni tengono Nicholas sulle spine, lo mantengono attento e lo stimolano a far lavorare il cervello. Ogni volta che qualcosa va male è Sophia a parargli le spalle, ed è sempre lei a trovare risorse alle quali lui non potrebbe altrimenti attingere. A questa strana accoppiata si aggiunge un altro personaggio, Lin Min, una viaggiatrice solitaria dal passato oscuro che prima li ostacola, e poi li aiuta, e infine diventa loro guida, alleata e, infine, amica. Il terzetto così composto vive una serie di rocambolesche avventure, tradimenti, combattimenti all'ultimo sangue, salti nel tempo e si sgretola proprio nel momento più importante della storia, quando Nicholas stringe alleanze pericolose e le ultime energie scivolano via.
E' praticamente impossibile riassumere quello che succede in questo romanzo, è talmente denso e ricco d'azione che sparare uno spoiler sarebbe solo un tiro nel vuoto. Ogni colpo di scena si incastra in un disegno più ampio come un tassello in un puzzle; spuntano fuori nuovi personaggi e, naturalmente, nuovi sfondi, nuovi intrighi e nuovi pericoli, e persino quello che sapevamo dopo la lettura del primo romanzo viene stravolto al punto che, per un attimo, rimani a fissare le pagine e pensi aspetta un attimo, cosa sta succedendo?
E' il bello di Traveller, questo, non c'è sicurezza, non c'è prevedibilità e non c'è un finale che si intraveda. Ogni cosa arriva inaspettata - e ti fa soffrire di brutto - e ti lascia giusto il tempo di comprendere come si inserisce nel quadro generale prima di fare spazio ad altri nuovi elementi.
Non nascondo che alcuni punti avrebbero dovuto essere maggiormente sviluppati, perché non c'è stato spazio né tempo perché diventassero chiari e messi così lasciano un senso di incompletezza e confusione: ad esempio chi è veramente l'Antico, come si è originato, com'è iniziato tutto, chi sono le Ombre e che cosa sono e, infine, chi è veramente la Belladonna e quali sono i suoi poteri? E' come se la Bracken volesse prima di tutto sviluppare la linea dell'astrolabio, darne più dettagli possibili, renderlo il vero nucleo della storia, per poi chiudere la duologia con l'ultimo e il più importante colpo di scena. Però questa lieve delusione viene smorzata ogni volta dall'entusiasmo della lettura e dalla partecipazione che mi ha suscitato.
Ho letteralmente adorato Sophia, un personaggio che meriterebbe di dire la sua come protagonista, così come il trio più improbabile e legato di sempre mi ha fatto tanta tenerezza; Nicholas ha saputo mettere a nudo un lato di sé completamente diverso, più emotivo e fragile, mentre Etta, che avrebbe potuto prendere la via scontata dell'eroina dura di cuore, ritrova la forza dalla presenza di nuove figure chiave. Henry, il capo delle Spine, un leader incline alla commozione, Julian, il fratellastro di Nicholas che, con il suo carattere superficiale e il suo modo di fare, riesce a sdrammatizzare la tristezza di Etta, sono i due compagni della protagonista e, fino alla fine, tenteranno di riempire il vuoto lasciato da Nicholas come compagni di viaggio senza mai riuscire a cancellare la sua assenza.
Per me Traveller è stato molto più emozionante e coinvolgente di Passenger perché, cosa ve lo dico a fare, la separazione forzata di Etta e Nicholas ha dato vita a una serie di contrasti e sentimenti intensi che, oltre all'amore, hanno aperto spiragli nuovi nelle personalità dei personaggi. Così Nicholas e Sophia hanno dimostrato di avere un lato umano, una fragilità di cuore di chi non ha mai avuto una vera famiglia che li appoggiasse e, anche se tentano di nasconderlo, è proprio questo lato che li avvicina; Etta, invece, si spoglia poco alla volta di quella ferocia ereditata da Rose nel cercare l'astrolabio, e si permette di lasciarsi trasportare da nuovi sentimenti e nuove speranze e di trovare un coraggio e una forza che non pensava di avere.
Esattamente come la storia è ricca di eventi così lo stile è un carosello di diversi ritmi e toni narrativi: la Bracken non perde un colpo e corre velocissima come una delle sue opere musicali, adeguando lo stile alla scena senza mai rallentare. Il mio povero cuore - ho una certa età, sapete - ha singhiozzato per la fatica ma il mio cuoricino ha bevuto le pagine e assorbito tutte le emozioni e, alla fine, c'è veramente poco che avrei voluto cambiare.
E' curioso come in soli due libri siano stati condensati così tanti elementi e che l'autrice sia comunque riuscita a saltare sui piccoli buchi neri della trama facendotene dimenticare completamente, ogni briciolo di attenzione, ogni palpito del cuoricino sono stati per Etta, Nicholas, Sophia, Lin Min, Julian e persino per Rose ed Henry.
Un po' mi dispiace che la storia sia finita, ma il finale ha saputo darci la soddisfazione di una chiusura vera, e ha anche lasciato un piccolo spiraglio di speranza per un futuro diverso, nuovo e, chissà, magari per un'altra duologia.
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