Serie Black Dagger Legacy 2
Trama
Ballantine Books pag. 459 | € 22,59 |
But he loved to hurt. The jealousy was an agony that left him deliciously crippled, and he opened himself up to the pain of being on the outside looking in. Even though he barely knew her, he loved her in this moment. She was the conduit to the vein of torture, and as physically attractive as he found her, the power she had over him turned her into a goddess.
Commento
Cara J. R., questo è quello che dovresti scrivere sempre. Questo è quello che sarebbe dovuto essere The Beast, questo è il tipo di romanzo a cui ci avevi abituate e che desideravo leggere.
Cara J. R., tu lo sai che io ti voglio bene e che non ti abbandonerò mai, perciò non giocare sporco e non approfittarti della mia devozione. Questa volta è andata bene, la prossima vedremo.
Blood Vow, secondo romanzo dello spin-off della BDB, è la scusa perfetta per prendere due piccioni con una fava: da un lato la Ward ci serve su un piatto d'argento la coppia giovane, la sviluppa e ci regala belle scene, dall'altra infila furbescamente - e ancora una volta - l'evoluzione della storia di Bitty, di Mary e di Rhage che non era riuscita a terminare in The Beast.
Ora, per carità divina, io adoro tutti i suoi personaggi (a parte alcuni), ma non capisco l'ossessione che ha sviluppato per questa questione: ok, Rhage e Mary stanno avendo quello che si può definire un momento delicato, eppure non mi pare che la Ward si sia sperticata allo stesso modo con Z e Bella, con Wrath e Beth con L.W., non mi pare che abbia sentito la necessità di sviscerare il rapporto di V e di Jane, oppure si tiene tutte queste cose come proiettili di scorta da spararci più avanti. Non lo so, l'unica cosa che so è che la questione Bitty avrebbe dovuto (e potuto) essere sviluppata in The Beast dall'inizio alla fine, togliendosi di mezzo in Blood Vow per dare spazio alla nuova generazione.
A dover di cronaca, la sezione R/M/B (Rhage, Mary e Bitty) funziona benissimo, con tanto di svolta drammatica e lieto fine programmato, ma lo fa perché è a piccole dosi, perché alterna altri episodi e non è l'unico tema che viene sviluppato. Onestamente, se la Ward avesse fatto un altro errore tipo Lover Enshrined sparandoci un'altra dose massiccia di R/M/B mi sarei incazzata come una bestia.
Quindi, il fatto che la gestione del romanzo sia stata ben bilanciata ha attutito parecchio la mia personalissima intolleranza all'argomento.
E poi c'era Axe a rimettere in carreggiata la storia, c'era Elise a ridimensionare la questione maternità, e c'erano Payton e Novo a regalarci degli extra gustosi. Insomma, questa nuova generazione ha tutte le carte in regola per ereditare la parte migliore della BDB, mantenendo strettissimo il legame con i Brothers e dandoci una visione più precisa del mondo dei vampiri al di fuori del gruppo ristretto dei Fratelli e delle loro compagne.
Così abbiamo Axe, figlio abbandonato da una madre che non si è mai guardata indietro e di un padre che ha perso la voglia di vivere a causa della donna, diventando un fantasma incapace di sostenere il figlio. Axe è passato dall'essere un pre-trans all'essere un vampiro con uno scopo: droga, droga e ancora droga, nella speranza di anestetizzarsi da una vita di isolamento, abbandono e dolore. Poi si è preso l'ennesima mazzata con la morte del padre durante i raids e dall'essere un drogato è passato all'essere un nuovo soldato, con un unico vizio per sfogare la sua indole: il sesso estremo.
Axe, in un certo senso, è un mix tra le varie caratteristiche dei Fratelli: c'è un pizzico di V, in lui, e un pizzico di Z, ma in linea generale riesce a rendere suoi questi elementi e a non cadere nell'essere una copia mal riuscita di personaggi che - per me - sono inarrivabili. Il fatto che Axe sia così scontroso e selvatico è un bonus che ben si sposa con la sua situazione: poverissimo, solo, con la certezza che non avrà mai nessuno accanto, Axe è uno di quei personaggi che crolla con grazia di fronte all'evidenza dei fatti: non perde tempo a combattere la realtà, ma decide di approfittarne a piene mani, goderne finché ce n'è e non farsi domande. La realtà è che Elise è la sua anima gemella, e ci vuole poco perché il lettore lo capisca. Bastano poche righe sul primo incontro e già si capisce che Axe non ha scelta, e che Elise lo strapazzerà per bene.
Eppure la Ward, che è piuttosto brava nel gestire personaggi femminili piatti e banali, riesce a rendere Elise interessante al punto che per lei tifiamo, perché è giovane e le è permesso pensare e reagire in un certo modo, e perché la situazione è talmente opposta alla sua realtà che il non sapere che pesci pigliare è l'unica reazione credibile e possibile. Mi sta bene - ma del resto sono sempre stata una fan delle eroine stile Marissa - che Elise sia la classica damigella da salvare e da proteggere, solo perché a modo suo compensa la debolezza fisica con la forza morale, dando prova di resistenza e di indipendenza quando serve davvero.
Altro elemento che ho gradito immensamente è la mancanza di un punto di rottura causato da forze esterne: in questo caso la separazione tra i personaggi è dettata da una semplice mancanza di comunicazione, da segreti e da silenzi che si spazzano via facilmente. Così tutta la questione Axe ed Elise si sviluppa liscia come l'olio, con belle scene sensuali come solo la Ward sa scrivere e con sufficiente attrito per rendere tutto deliziosamente cattivo. Poi è chiaro che l'alternarsi con la storia di Rhage esalta l'aspetto più istintivo e drammatico nella nascita di una nuova coppia e l'esplosività del legame.
Blood Vow mi è piaciuto moltissimo proprio perché la Ward ha saputo tornare alle origini senza separarsi dai contenuti che ha sviluppato nel corso della serie, e ha saputo dosare bene due storie opposte che mi hanno emozionata in modo diverso: se penso a quanto The Beast mi ha lasciata indifferente e a quanto ho pianto, invece, in Blood Vow si può capire che il livello è diverso, e il romanzo stesso ha un senso diverso.
Devo per forza, come mio solito, nominare personaggi secondari che hanno toccato il mio cuoricino: Vishous. Io l'ho amato sempre, ma ora sta diventando un faro nella notte, una fonte di sicurezza e di razionalità di cui i personaggi non possono fare a meno(V a Lassiter "You can stay home." V muttered. "You really can totally f-in' stay the f home, you f'ed-up mother-f'ing f-twit."). Poi ci sono Peyton e Novo: Peyton è il classico bulletto ricco e bello, quello che all'inizio non puoi fare a meno di voler prendere a schiaffi, e poi si lascia andare un attimo ed ecco che il buco nero che ha nel petto lo trasforma ai tuoi occhi e lo rende interessante. Stessa cosa per Novo, una versione giovane di Xhex (a proposito, che fine ha fatto?) con pregi e difetti, con punti di forza e debolezze piuttosto evidenti. E, infine, Rhun, lo zio di Bitty, una new entry assolutamente deliziosa, un personaggio che di sicuro non rimarrà nell'ombra.
Sono molto contenta, lo ammetto, di aver gradito così tanto Blood Vow - del resto, il fatto che abbia inalato le oltre 400 pagine in meno di 12 ore è indicativo - perché ha ammorbidito la mia delusione per The Beast e mi ha fatto tornare la voglia di leggere The Chosen, che attendo da troppo tempo e che, al pensiero di quello che potrebbe essere se la Ward decidesse di stressarci ancora con la storia di Bitty, mi sta causando una serie di attacchi di ansia e di rabbia da non crederci.
Per ora, l'unica cosa che posso dire è che questa serie compagna della BDB è ben fatta, appassionante, emozionante, bella, un ritorno alle origini consistente e vincente, poi è chiaro che ci sarà da capire cosa ha in serbo la Ward e se sarà un trauma o meno, ma per ora è meglio se godiamo dei romanzi belli e cerchiamo di dimenticare quelli meno riusciti, concentrandoci con tutte le nostre forze sul prossimo con la convinzione cieca da fangirl che sia il migliore di sempre.
PS: questo romanzo è il primo di J. R. Ward che possiedo in hardcover. Normalmente li compro tutti in paperback per una questione di preferenza personale, e con questo non ho fatto eccezione. Eppure, il pre-order piazzato mesi prima dell'uscita su Bookdepository e pagato solo 6€ si è rivelato essere un hardcover. Non mi aspettavo di aprire la busta e trovare questo mattone (perché è effettivamente grosso) né tanto meno mi aspettavo di trovare la sua lettura così goduriosa. La botta di culo atomica per averlo pagato così poco (ora costa oltre 22€) ha solo reso più speciale l'esperienza, che non ripeterò mai più perché non posso permettermi di comprare hardcover e perché la mensola per J. R. è alta esattamente come i suoi paperbacks, quindi non so come farò ad incastrare Blood Vow. Per adesso mi limito a palpeggiarlo felice, poi si vedrà.
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