Serie La Guerra dei Cugini 3
Titolo originale The Lady of the Rivers
Trama
Sperling & Kupfer pag. 527 | € 19,90 |
L'anno scorso mi sono spolpata uno sceneggiato della BBC e mi è partita l'ossessione. Tanto per cambiare.
Sto parlando di The White Queen, andato in onda su Rai4, e tratto dall'omonimo romanzo di Philippa Gregory. Mi è piaciuto talmente tanto che all'ultima puntata mi sono promessa di leggere anche il romanzo. O meglio, la serie dei romanzi.
Ci ho messo un pochino a decidermi (prima ho tentato la via dello scambio con un bel nulla di fatto), poi mi sono tirata giù la lista dei romanzi e ho razziato la biblioteca.
Ci sono due teorie riguardo alla serie: leggerla nell'ordine di pubblicazione, oppure leggerla nell'ordine cronologico degli eventi storici; la maggioranza sosteneva caldamente il secondo metodo così ho deciso di dare ascolto a chi aveva già sperimentato prima di me.
Ha giocato un ruolo importante nella decisione la mia incapacità di ricordare gli eventi storici, le date e i personaggi - secondari -, soprattutto nelle serie che fanno avanti e indietro come questa e soprattutto nelle serie che ripropongono eventi storici di cui bisogna ricordarsi per poter apprezzare bene il romanzo. Essendo io pessima in ambito storico, avendo io una memoria tremenda, ho optato per il metodo che mi avrebbe facilitata nel ricordare personaggi ed eventi (o almeno i principali, ecco).
Quindi, in base all'ordine cronologico di lettura, il primo romanzo da leggere è La Signora dei Fiumi che è il terzo in ordine di pubblicazione.
Quindi eccomi qui. Pur essendo un volume di oltre 500 pagine, mi ha sorpresa la velocità con la quale sono arrivata alla fine. Ci ho messo cinque giorni spaccati e non mi è pesato mai, sebbene lo stile della Gregory e la struttura della storia non fossero proprio in sintonia con i miei gusti.
Il romanzo è dedicato alla figura storia di Jacquetta di Lussemburgo e segue la sua vita dai primi anni di adolescenza fino al momento in cui la storia sposta l'attenzione sulla figlia Elisabetta.
L'arco storico è, quindi, molto lungo e chiaramente l'autrice ha dovuto fare una sorta di pulizia mantenendo (e romanzando) eventi storici ritenuti importanti nella formazione della figura di Jacquetta ed escludendo tutto quello che non era necessario.
Da un lato questa scelta ha reso meno opprimente il romanzo, perché entrano in gioco molti personaggi storici e alcuni di questi sono personaggi chiave di cui non si poteva evitare di parlare, il filo storico è lineare, è chiaro, è di facile comprensione e cattura l'attenzione grazie agli intrighi politici, alle lotte familiari, alle guerre, e al pizzico di storia d'amore sparsa qua e là tra le pagine.
Dall'altro lato, però, questo susseguirsi di anni e di eventi, questo scorrere velocissimo della vita di Jacquetta e degli altri protagonisti impoverisce il romanzo, lo rende quasi arido, clinico, un elenco di eventi storici senza approfondimento del lato umano. Per quanto la trama sia appassionante, se non si entra in sintonia con i personaggi di quel romanzo si ricorda tutto tranne della protagonista.
Jacquetta è una sorta di voce narrante e osservatrice. Non è una figura importante, come può esserlo la regina Margherita, o il primo marito. Certo, è una duchessa, certo il suo ruolo ha un certo peso, ma sembra sempre confinata negli schemi femminili: è figlia, è moglie, è madre, è dama di compagnia della regina e, solo a momenti, è consigliera o informatrice, o semplicemente un nome con una reputazione che influenza le persone. Ma al di là di questo, l'unica caratteristica chiaramente romanzata è la leggenda di Melusina, una sorta di antenata i cui poteri magici si tramandano nei discendenti della famiglia. Jacquetta possiede questi doni, ha delle specie di visioni del futuro, può divinare con le carte, o con gli oggetti, ma - come la Gregory ripeterà spesso nel corso della storia - sono poteri che vengono consapevolmente nascosti per evitare la nomea di strega.
Tutto sommato, se penso a quanto ero in pensiero (mi piacerà? Non mi piacerà affatto? Non riuscirò nemmeno a finirlo?), La signora dei fiumi è stata una lettura diversa rispetto a quelle a cui mi sono abituata, decisamente più adulta e priva di romanticismo inutile, un romanzo storico fino al midollo che ha come obiettivo principale quello di raccontare la vita di una persona, nel bene e nel male, e di dare una visione più ampia di questa vita includendo eventi storici di portata europea, faide familiari che hanno portato a bagni di sangue, ascese e declini di personaggi storici, morti violente e nascite miracolose, finte amicizie ed alleanze costruite a tavolino.
Nonostante l'aspetto romantico sia veramente ridotto ai minimi termini - e mi chiedo perché fossi convinta del contrario - il romanzo è riuscito comunque a coinvolgermi. Ammetto di aver trovato decisamente più affascinanti gli scambi di potere rispetto a una qualsiasi storia d'amore, tanto che ho in programma di proseguire la serie senza aspettare troppo tempo.
Il mio primo tentativo con Philippa Gregory è andato bene: avrebbe potuto essere una catastrofe, avrebbe potuto essere un colpo di fulmine. Non posso dire di essere delusa che La signora dei fiumi stia nel mezzo: piacevole ma non indimenticabile, intrigante ma non appassionante, scorrevole senza essere frivolo, abbastanza serio e corposo senza essere un mattone.
Sono contenta di averlo letto, sono contenta di aver sperimentato un'autrice e un genere che non ho mai considerato più di tanto e sono decisamente felice di poter leggere La regina della rosa rossa e poi buttarmi sul romanzo di Elisabetta - che è quello per cui ho iniziato la serie - perché ho ancora in testa lo sceneggiato della BBC (e Max Irons) e sono super pompata per La regina della rosa bianca.
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