22 gennaio 2012

Virginie Ollagnier
Il coraggio della farfalla

Trama 
Piemme
pag. 294 | € 16,50
Vorrebbe smettere di pensarci, ma non ci riesce. Da quando il soldato è arrivato all’ospedale, reduce dal fronte, Claire lo sogna in continuazione. È bello, di una bellezza delicata, con due occhi verdi in cui potrebbe perdersi. Quanto vorrebbe che le parlasse e la stringesse a sé, per consolarla delle sofferenze che anche lei ha vissuto. Ma lui non parla e non si muove, è uno dei molti soldati che la guerra ha masticato e risputato, traumatizzati per l’orrore a cui hanno assistito. Se ne sta rannicchiato nel suo mondo, indifferente al fatto di trovarsi ad Annecy o altrove, e che la guerra, nel dicembre 1918, è finita. Indifferente, sembra, anche alle cure che Claire gli dispensa con quello che, se non fosse una novizia in procinto di prendere i voti, chiamerebbe amore. Eppure Claire di uomini ne ha visti tanti, in tempo di guerra si cresce in fretta: nonostante la giovane età, ha già avuto a che fare con centinaia di soldati. Il suo compito è accoglierli, consolarli, mandare indietro le lacrime ed essere forte anche per loro. È il suo dono, saper parlare a chi soffre, saper lenire con un gesto il dolore di chi ha perso tutto. Per questo il soldato sconosciuto le è stato affidato, perché lei con i massaggi e le parole lo riporti alla vita. Ma ora le sue certezze vacillano, il convento non è più un rifugio, e dal lago nero su cui si affaccia la sua cella, la notte emergono solo laceranti dubbi. Mentre frammenti del passato dell’uomo iniziano a emergere, Claire si trova a dover portare alla luce non solo l’identità dello sconosciuto, ma anche la propria, e a dover finalmente dare al turbamento che la assale il nome che non osa pronunciare: desiderio. 

Commento
***Spoiler***
A leggere la trama, sembra che questo sia un romanzo basato su una storia d'amore tra una novizia poco convinta e un soldato mezzo ammattito. In realtà l'unica protagonista è Claire non tanto come suora, ma come persona. Tutta la trama ha uno scopo abbastanza chiaro, ovvero quello di far capire come una persona giovane, dedicata completamente agli altri, possa trovare la sua strada e la sua identità. Claire ha una grande qualità: una forte empatia con il dolore. Per questo è un'infermiera bravissima, ma non una suora perfetta. Non riconduce nulla a Dio o alla fede, ma aiuta le persone con la compassione e la gentilezza. Quando arriva il soldato catatonico si butta anima e corpo nel tentativo di risvegliarlo e di riportarlo alla vita. Man mano che passa più tempo con il suo 'corpo' aumenta la curiosità per la sua persona, a cui lei non ha accesso (ma noi si, visto che riusciamo a leggere i suoi ricordi). Proprio la curiosità per l'uomo apre nuove strade: Claire si chiede come potrebbe essere la vita per lei se non avesse deciso di prendere i voti. Si chiede cos'è l'amore - non platonico - e comincia a fantasticare su una famiglia, su un futuro da donna e non da suora. Il cambiamento di Claire è quasi scontato, ma è interessante vedere come i progressi del malato la convincano sempre più ad essere meglio libera, che chiusa in un convento. Alla fine succede che Claire trova la sua strada - amen - diventando un medico e il malato si risveglia e vissero tutti felici e contenti. E' un romanzo carino, leggero e più introspettivo che fisico, ma d'altronde il contesto lo richiede.

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